jammy (1) bash.1.gz

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NOME

       bash - GNU Bourne-Again SHell

SINTASSI

       bash [opzioni] [stringa_di_comando | file]

       Bash is Copyright (C) 1989-2020 by the Free Software Foundation, Inc.

DESCRIZIONE

       Bash  è  un  interprete di linguaggio di comandi sh-compatibile che esegue i comandi letti dallo standard
       input o da un file. Bash inoltre incorpora utili caratteristiche delle shell Korn e C (ksh e csh).

       Bash è progettata per essere un'implementazione conforme alla parte Shell and Utilities della IEEE  POSIX
       specification (IEEE Standard 1003.1). Bash può essere configurata per essere conforme allo standard POSIX
       in modo predefinito.

OPZIONI

       Tutte le opzioni monocarattere della shell documentate nella descrizione  del  comando  incorporato  set,
       compreso   -o,  possono  essere  usate  come  opzioni  quando la  shell è invocata. In aggiunta, quando è
       invocata, bash interpreta le seguenti opzioni:

       -c        Se è presente  l'opzione  -c,  i  comandi  sono  letti  dal  primo  argomento  non  di  opzione
                 stringa_di_comando.Se  vi  sono  argomenti  dopo  la stringa_di_comando, essi sono assegnati ai
                 parametri posizionali, partendo da $0, e i rimanenti argomenti vengono assegnati  ai  parametri
                 posizionali.   L'assegnamento  a   $0  imposta il nome della shell, che è usato nei messaggi di
                 avvertimento e di errore.
       -i        Se è presente l'opzione -i, la shell è interattiva.
       -l        fa sì che bash funzioni come se  fosse  stata  invocata  come  una  shell  di  login  (si  veda
                 INVOCAZIONE più avanti).
       -r        Se l'opzione -r è presente, la shell diventa ristretta (si veda SHELL RISTRETTA più avanti).
       -s        Se  è  presente  l'opzione -s, o se non rimane alcun argomento dopo che sono state esaminate le
                 opzioni, i comandi sono letti dallo standard  input.  Quest'opzione  permette  di  impostare  i
                 parametri  posizionali  quando  si  invoca una shell interattiva o si legge l'input tramite una
                 pipe.
       -v        Stampa le righe in input alla shell appena sono lette.
       -x        Stampa comandi e i loro argomenti così come vengono eseguiti.
       -D        Una lista di tutte le stringhe fra virgolette preceduta da $ è stampata sullo standard  output.
                 Queste  sono  le stringhe che sono soggette a traduzione di linguaggio quando la localizzazione
                 corrente non è C o POSIX. Questo implica l'opzione -n; nessun comando verrà eseguito.
       [-+]O [shopt_option]
                 shopt_option è una delle opzioni di shell accettate dal  comando  incorporato  shopt  (si  veda
                 COMANDI  INCORPORATI  DELLA SHELL più avanti). Se shopt_option è presente, -O imposta il valore
                 di quella opzione; +O lo rimuove. Se shopt_option non è  fornita,  i  nomi  e  i  valori  delle
                 opzioni  della  shell  accettati  da shopt sono stampati sullo standard output. Se l'opzione di
                 invocazione è +O, l'output è mostrato in un formato riutilizzabile come input.
       --        Un -- segna la fine delle  opzioni  e  disabilita  l'ulteriore  elaborazione  di  opzioni.  Gli
                 argomenti dopo il -- sono trattati come nomifile e argomenti. Un argomento di - è equivalente a
                 --.

       Bash interpreta anche un certo numero di opzioni multicarattere. Queste  opzioni  devono  apparire  nella
       riga di comando prima delle opzioni a carattere singolo.

       --debugger
              Dispone  l'esecuzione del debugger profile prima dell'avvio della shell. Attiva la modalità estesa
              di debug (si veda la descrizione dell'opzione extdebug al comando incorporato shopt più avanti).
       --dump-po-strings
              Equivalente a -D, ma l'output è nel formato file GNU gettext po (portable object).
       --dump-strings
              Equivalente a -D.
       --help Mostra sullo standard output un messaggio sull'uso ed esce con stato di uscita 0.
       --init-file file
       --rcfile file
              Esegue comandi  letti  da  file,  invece  che  dal  file  d'inizializzazione  generale  di  sitema
              /etc/bash.bashrc  e  dal  file  personale  di  inizializzazione  standard  ~/.bashrc se la shell è
              interattiva (si veda INVOCAZIONE più avanti).

       --login
              Equivalente a -l.

       --noediting
              Non usa la libreria GNU readline per leggere righe di comando quando la shell è interattiva.

       --noprofile
              Non legge né il file di inizializzazione generico di  sistema  /etc/profile  né  alcuno  dei  file
              personali  di  inizializzazione  ~/.bash_profile,  ~/.bash_login,  o  ~/.profile. Per impostazione
              predefinita bash legge questi file quando è invocata come shell di login (si veda INVOCAZIONE  più
              avanti).

       --norc Non  legge  né  esegue  il  file  file d'inizializzazione generale di sitema /etc/bash.bashrc e il
              personale di inizializzazione ~/.bashrc se la shell è  interattiva.  Quest'opzione  è  attiva  per
              impostazione predefinita se la shell è invocata come sh.

       --posix
              Cambia  il comportamento di bash dove le operazioni predefinite differiscono dallo standard POSIX,
              in modo da corrispondere allo standard (modalità posix).   Si veda più avanti  VEDERE  ANCHE  dove
              viene  citato  un  documento  che  spiega  nel  dettaglio  come  la  modalità  posix  influenza il
              comportamento di bash.

       --restricted
              La  shell diventa ristretta (si veda SHELL RISTRETTA più avanti).

       --verbose
              Equivalente a -v.

       --version
              Mostra informazioni sulla versione di questa istanza di bash sullo standard  output  ed  esce  con
              stato d'uscita 0.

ARGOMENTI

       Se  rimangono  argomenti dopo che sono state elaborate le opzioni, e né l'opzione -c né l'opzione -s sono
       state specificate, il primo argomento si assume sia il nome di un file che contiene dei comandi di shell.
       Se  bash  è  invocata  in  questo  modo,  $0 è impostato al nome del file, e i parametri posizionali sono
       impostati agli argomenti che lo seguono. Bash legge ed esegue comandi da questo file, poi esce. Lo  stato
       d'uscita  di  Bash è lo stato d'uscita dell'ultimo comando eseguito nello script. Se non è eseguito alcun
       comando lo stato d'uscita è 0. Viene fatto  un  primo  tentativo  per  aprire  il  file  nella  directory
       corrente, e se non viene trovato il file la shell cerca le directory in PATH per lo script.

INVOCAZIONE

       Una  shell  di  login  è quella in cui il cui primo carattere dell'argomento zero è un -, o una che venga
       avviata con l'opzione --login.

       Una shell è detta interattiva se è stata avviata senza argomenti diversi dalle opzioni (a  meno  che  non
       venga  specificato -s) e senza l'opzione -c i cui standard input e standard error sono entrambi inviati a
       terminali (come determinato da isatty(3)), o se viene avviata con l'opzione -i.  PS1  è  impostato  e  $-
       include  i  se  bash  è interattiva, permettendo a uno script di shell o a un file di inizializzazione di
       verificare questo stato.

       I seguenti paragrafi descrivono come bash esegue i suoi file di inizializzazione. Se  qualcuno  dei  file
       esiste  ma non può essere letto bash riporta un errore. Le tilde sono espanse nei nomifile come descritto
       più avanti in Espansione della tilde nella sezione ESPANSIONE.

       Quando bash è invocata come una shell di  login  interattiva,  o  come  una  shell  non  interattiva  con
       l'opzione  --login,  prima  legge ed esegue comandi dal file /etc/profile, se quel file esiste. Dopo aver
       letto quel file, cerca ~/.bash_profile, ~/.bash_login, e ~/.profile, in quest'ordine, e legge  ed  esegue
       comandi  dal  primo  file  che  trova e che è leggibile. L'opzione --noprofile può essere usata quando si
       avvia la shell per inibire questo comportamento.

       Quando una shell di login interattiva esce, o una shell  di  login  non  interattiva  esegue  il  comando
       incorporato exit, bash legge ed esegue comandi dal file ~/.bash_logout, se esiste.

       Quando  una  shell  interattiva  che  non è una shell di login è avviata, bash legge ed esegue comandi da
       ~/.bashrc e  ~/.bashrc, se quei file esistono. Ciò può essere inibito utilizzando l'opzione --norc.   Con
       l'opzione  --rcfile  file  bash  legge  ed  esegue  comandi  da  file  invece che da  /etc/bash.bashrc  e
       ~/.bashrc.

       Quando bash è avviata in modo non interattivo, per eseguire uno script di shell, per  esempio,  cerca  la
       variabile di ambiente BASH_ENV, espande il suo valore se questo esiste, e utilizza il valore espanso come
       il nome di un file da leggere ed eseguire. Bash si comporta come se fossero  stati  eseguiti  i  seguenti
       comandi:
              if [ -n "$BASH_ENV" ]; then . "$BASH_ENV"; fi
       ma il valore della variabile PATH non è usato per cercare il nome-file.

       Se  bash  è  invocata  col  nome  sh, tenta di imitare il comportamento di inizializzazione delle vecchie
       versioni di sh il più fedelmente possibile, e allo stesso tempo si conforma allo standard  POSIX.  Quando
       invocata  come  una  shell di login interattiva, o una shell interattiva con l'opzione --login, per prima
       cosa tenta di leggere ed eseguire i comandi da /etc/profile  e  ~/.profile,  in  quest'ordine.  L'opzione
       --noprofile può essere usata per inibire questo comportamento. Quando invocata come una shell interattiva
       col nome sh, bash cerca la variabile ENV, espande il suo valore se questo è definito,  e  usa  il  valore
       espanso  come  nome  di  un  file  da leggere ed eseguire. Poiché una shell invocata come sh non tenta di
       leggere ed eseguire comandi da qualsiasi altro file di inizializzazione, l'opzione --rcfile non ha  alcun
       effetto.  Una  shell  non  interattiva  invocata  col  nome  sh non tenta di leggere nessun altro file di
       inizializzazione.  Quando  invocata  come  sh,  bash  lavora  in  modalità  posix  dopo  che  i  file  di
       inizializzazione sono stati letti.

       Quando  bash  è avviata in modalità posix come con l'opzione --posix della riga di comando, essa segue lo
       standard POSIX per i file di inizializzazione.  In  questa  modalità  la  shell  interattiva  espande  la
       variabile  ENV  e i comandi sono letti ed eseguiti dal file il cui nome è il valore espanso. Nessun altro
       file di inizializzazione viene letto.

       Bash cerca di determinare quando la si sta eseguendo col suo standard input connesso a una connessione di
       rete,  come  quando è eseguita dal demone di shell remota, solitamente rshd, o dal demone di shell sicura
       sshd. Se bash stabilisce che è eseguita in questo modo, legge ed esegue comandi da ~/.bashrc e ~/.bashrc,
       se  questi  file  esistono  e  sono  leggibili. Non fa questo se è invocata come sh. L'opzione --norc può
       essere usata per inibire questo comportamento, e l'opzione --rcfile  può  essere  usata  per  forzare  la
       lettura  di  un  altro  file,  ma  né rshdsshd solitamente invocano la shell con queste opzioni o non
       permette che siano specificate.

       Se la shell è avviata con l'id  effettivo  dell'utente  (gruppo)  non  uguale  all'id  reale  dell'utente
       (gruppo),  e  non viene fornita l'opzione -p, nessun file di inizializzazione viene letto, le funzioni di
       shell non vengono ereditate dall'ambiente, le variabili SHELLOPTS,  BASHOPTS,  CDPATH  e  GLOBIGNORE,  se
       esistono  nell'ambiente,  vengono  ignorate,  e  l'id  effettivo  dell'utente  è  impostato  all'id reale
       dell'utente. Se l'opzione -p è fornita all'invocazione, il comportamento all'avvio è il medesimo, ma l'id
       effettivo dell'utente non viene reimpostato.

DEFINIZIONI

       Le seguenti definizioni sono usate nel resto di questo documento.
       blank  Uno spazio o carattere di tabulazione (tab).
       parola Una sequenza di caratteri considerata come una singola unità dalla shell. Nota anche come token.
       nome   Una  parola  che  consiste solo di caratteri alfanumerici e trattini di sottolineatura, e comincia
              con un carattere alfabetico o un trattino di sottolineatura. Definita anche un identificatore.
       metacarattere
              Un carattere che, quando non quotato, separa le parole. Uno dei seguenti:
              |  & ; ( ) < > space tab newline
       operatore di controllo
              Un token che realizza una funzione di controllo. È uno dei seguenti simboli:
              || & && ; ;; ;& ;;& ( ) | |& <newline>

PAROLE RISERVATE

       Le parole riservate sono parole che hanno un significato speciale per la shell. Le seguenti  parole  sono
       riconosciute  come  riservate  quando  non  quotate  e  sono  o  la  prima parola di un comando  (si veda
       GRAMMATICA DELLA SHELL più avanti) , la terza parola di un comando case o select ( è valida solo  in),  o
       la terza parola di un comando for (sono valide solo in e do):

       ! case  coproc  do done elif else esac fi for function if in select then until while { } time [[ ]]

GRAMMATICA DELLA SHELL

   Comandi semplici
       Un  comando semplice è una sequenza opzionale di assegnamenti di variabile seguita da parole, separate da
       blank, e ridirezioni, e terminata da un operatore di controllo. La prima parola specifica il comando  che
       deve  essere  eseguito, ed è passata come argomento zero. Le rimanenti parole sono passate come argomenti
       al comando invocato.

       Il valore di ritorno di un comando semplice è il suo stato di uscita, o  128+n  se  il  comando  è  fatto
       terminare da un segnale n.

   Pipeline
       Una  pipeline è una sequenza di uno o più comandi separati da uno degli operatori di controllo | o |&. Il
       formato per una pipeline è:

              [time [-p]] [ ! ] comando [ [||&] comando2 ... ]

       Lo standard output di comando è connesso attraverso una pipe allo  standard  input  di  comando2.  Questa
       connessione  è effettuata prima di qualsiasi ridirezione specificata dal comando (si veda RIDIREZIONE più
       avanti). Se viene usato |&, lo standard error di comando, in aggiunta al suo standard output, è  connesso
       allo  standard  input  di  comando2 tramite la pipe; è una notazione breve per 2>&1 |. Questa ridirezione
       implicita dello standard error allo standard output è effettuata dopo qualsiasi  ridirezione  specificata
       dal comando.

       Lo  stato  di  ritorno  di  una  pipeline  è  lo stato d'uscita dell'ultimo comando, a meno che l'opzione
       pipefail non sia abilitata. Se pipefail è abilitata, lo stato di  ritorno  della  pipeline  è  il  valore
       dell'ultimo  comando  (il  più a destra) che esce con uno stato diverso da zero o zero se tutti i comandi
       escono con successo. Se la parola riservata ! precede una pipeline, lo stato d'uscita di quella  pipeline
       è  la  negazione  logica  dello stato d'uscita come sopra descritto. La shell aspetta che tutti i comandi
       nella pipeline terminino prima di ritornare un valore.

       Se la parola riservata time precede una pipeline, quando la pipeline termina vengono notificati  i  tempi
       impiegati  dall'utente  e dal sistema per la sua esecuzione. L'opzione -p cambia il formato di output con
       quello specificato da POSIX. Quando la shell è in modalità posix, non  riconosce  time  come  una  parola
       riservata  se  il  token successivo inizia con un `-'. La variabile TIMEFORMAT può essere impostata a una
       stringa di formato che specifica come le informazioni sui tempi dovranno  essere  mostrate;  si  veda  la
       descrizione di TIMEFORMAT sotto Variabili di shell più avanti.

       Quando  la  shell  è  in  modalità posix, time può essere seguito da un newline.  In questo caso la shell
       visualizza il tempo totale dell'utente e del sistema utilizzato dalla shell e  dai  suoi  figli.  Si  può
       usare la variabile TIMEFORMAT per specificare il formato dell'informazione sul tempo.

       Ogni  comando  in  una  pipeline  è  eseguito  come  un processo separato (cioè in una subshell). Si veda
       AMBIENTE DI ESECUZIONE DEI COMANDI per la descrizione  di  un  ambiente  di  subshell.   Se  è  abilitata
       l'opzione  lastpipe  usando  il  comando  incorporato shopt (si veda più avanti la descrizione di shopt),
       l'ultimo elemento di una pipeline può essere eseguito dal processo di shell.

   Liste
       Una lista è una sequenza di una o più pipeline separate da  uno  degli  operatori  ;,  &,  &&,  o  ||,  e
       facoltativamente fatta terminare da uno fra ;, &, o <newline>.

       Di  questi  operatori  di  lista,  &&  e  ||  hanno uguale precedenza, seguiti da ; e &, che hanno uguale
       precedenza.

       Per delimitare dei comandi può essere usata in una lista una sequenza di uno o più newline al posto di un
       punto e virgola.

       Se  un comando è terminato dall'operatore di controllo &, la shell esegue il comando in background in una
       subshell. La shell non aspetta che il comando finisca, e lo stato di ritorno  è  0.   Questi  sono  detti
       comandi  asincroni.   I comandi separati da un ; sono eseguiti sequenzialmente; la shell aspetta che ogni
       comando, in sequenza, termini.  Lo stato di ritorno è lo stato d'uscita dell'ultimo comando eseguito.

       Le liste AND e OR sono sequenze di una o più  pipeline  separate,  rispettivamente,  dagli  operatori  di
       controllo  &&  e ||. Le liste AND e OR vengono eseguite con associatività a sinistra. Una lista AND ha la
       forma

              comando1 && comando2

       comando2 è eseguito se, e solo se, comando1 restituisce uno stato d'uscita di zero (successo).

       Una lista OR ha la forma

              comando1 || comando2

       comando2 è eseguito se e solo se comando1 ritorna uno stato d'uscita diverso da zero. Lo stato di ritorno
       di liste AND e OR è lo stato d'uscita dell'ultimo comando eseguito nella lista.

   Comandi composti
       Un  comando  composto  è  uno dei seguenti.  Nella maggior parte dei casi una lista in una descrizione di
       comando può essere separata dal resto del comando da uno o più  newline,  e  può  essere  seguita  da  un
       newline al posto di un punto e virgola.

       (lista)
              lista  è  eseguita  in  un  ambiente  di  subshell (si veda AMBIENTE DI ESECUZIONE DEI COMANDI più
              avanti). Assegnamenti di variabile e comandi incorporati che influenzano  l'ambiente  della  shell
              non  hanno  effetto  dopo che il comando è completato.  Lo stato di ritorno è lo stato d'uscita di
              lista.

       { lista; }
              lista è semplicemente eseguita nell'ambiente di shell corrente. lista deve essere fatta  terminare
              con un newline o un punto e virgola. Questo è conosciuto come group command. Lo stato di ritorno è
              lo stato d'uscita di lista. Da notare che diversamente dai metacaratteri ( e ), { e } sono  parole
              riservate e devono essere usati quando una parola riservata è ammissibile. Poiché esse non causano
              una divisione  delle  parole,  devono  essere  separate  da  lista  con  uno  spazio  o  un  altro
              metacarattere di shell.

       ((espressione))
              L'espressione  è  valutata  in  accordo  con  le  regole  descritte  più  avanti sotto VALUTAZIONE
              ARITMETICA. Se il valore dell'espressione è diverso da zero, lo stato di ritorno è  0;  altrimenti
              lo stato di ritorno è 1. Questo è esattamente equivalente a let "espressione".

       [[ espressione ]]
              Ritorna uno stato di 0 o 1 a seconda della valutazione della espressione condizionale espressione.
              Le espressioni sono composte dalle primitive descritte più avanti sotto ESPRESSIONI  CONDIZIONALI.
              La suddivisione in parole e l'espansione del nome di percorso non sono effettuate sulle parole fra
              la [[ e ]]; espansione della tilde, espansione di parametro e di variabile, espansione aritmetica,
              sostituzione  di  comando, sostituzione di processo, e rimozione degli apici vengono eseguite. Gli
              operatori condizionali come -f devono essere senza apici per essere riconosciuti come primitive.

              Quando vengono usati con [[, gli operatori < e > vengono ordinati  lessicograficamente  usando  la
              localizzazione corrente.

       Si veda la descrizione del comando incorporato  test (sezione COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti)
       per la gestione di parametri (cioè parametri mancanti).

       Quando vengono usati gli operatori == e !=, la  stringa  alla  destra  dell'operatore  è  considerato  un
       modello  ed è confrontata in accordo con le regole descritte più avanti sotto Modelli di ricerca, come se
       fosse abilitata l'opzione di shell extglob.  L'operatore = è eqiovalente a ==.   Se  l'opzione  di  shell
       nocasematch  è  abilitata,  il  confronto  è  effettuato  senza distinzione fra maiuscole e minuscole nei
       caratteri alfabetici.  Il valore di ritorno è 0 se la stringa corrisponde (==) o non corrisponde (!=)  al
       modello,  e  1  negli  altri  casi.  Ogni  parte  del  modello  può  essere quotato per forzarlo a essere
       individuato come una stringa.

       Un ulteriore operatore binario, =~, è disponibile con la stessa precedenza  di  ==  e  !=.  Quando  viene
       usato,  la  stringa  alla  destra  dell'operatore  è  considerata  un'espressione regolare estesa POSIX e
       confrontata come tale (usando le interfacce POSIX  regcomp e regexec usualmente descritte  in  regex(3)).
       Il  valore  di  ritorno  è 0 se la stringa corrisponde al modello, e 1 negli altri casi. Se l'espressione
       regolare è sintatticamente scorretta,  il  valore  di  ritorno  dell'espressione  condizionale  è  2.  Se
       l'opzione  di  shell  nocasematch  è  abilitata, il confronto è effettuato senza distinguere le maiuscole
       dalle minuscole nei caratteri alfabetici. Qualsiasi parte del modello può essere quotato per  forzare  la
       porzione  quotata  a  essere individuata come una stringa. Le espressioni fra parentesi nelle espressioni
       regolari devono essere trattate con attenzione, poiché i normali caratteri di quotatura perdono  il  loro
       significato  uqando  sono  fra  parentesi graffe.  Se il modello è memorizzato in una variabile di shell,
       quotare l'espansione della variabile forza l'intero modello a essere individuato come stringa.

       The pattern will match if it matches any part of the string.  Anchor  the  pattern  using  the  ^  and  $
       regular  expression  operators  to  force it to match the entire string.  The array variable BASH_REMATCH
       records which parts of the string matched the pattern.  The element of BASH_REMATCH with index 0 contains
       the  portion  of  the string matching the entire regular expression.  Substrings matched by parenthesized
       subexpressions within the regular expression are saved in the remaining BASH_REMATCH indices. The element
       of BASH_REMATCH with index n is the portion of the string matching the nth parenthesized subexpression.

       Le  espressioni  possono  essere  combinate  usando  i  seguenti operatori, elencati in ordine inverso di
       precedenza:

              ( espressione )
                     Ritorna il valore di espressione.  Questo  può  essere  usato  per  modificare  la  normale
                     precedenza degli operatori.
              ! espressione
                     Vero se espressione è falsa.
              espressione1 && espressione2
                     Vero se entrambe espressione1 e espressione2 sono vere.
              espressione1 || espressione2
                     Vero se almeno una fra espressione1 o espressione2 è vera.

              Gli  operatori  &&  e  || non valutano espressione2 se il valore di espressione1 è sufficiente per
              determinare il valore di ritorno dell'intera espressione condizionale.

       for nome [ [ in [ parola ... ] ] ; ] do lista ; done
              La lista di parole che seguono in è espansa, generando una lista di elementi. La variabile nome  è
              impostata, di volta in volta, a ciascun elemento di questa lista e lista è eseguita ogni volta. Se
              la in parola è omessa, il comando for esegue  lista  una  volta  per  ogni  parametro  posizionale
              esistente  (si  veda  PARAMETRI  più  avanti). Lo stato di ritorno è lo stato d'uscita dell'ultimo
              comando eseguito. Se l'espansione degli elementi che seguono in risultano in una lista vuota,  non
              è eseguito alcun comando, e lo stato di ritorno è 0.

       for (( espr1 ; espr2 ; espr3 )) ; do lista ; done
              Prima  viene valutata l'espressione aritmetica espr1 in accordo con le regole descritte più avanti
              sotto VALUTAZIONE ARITMETICA. Viene quindi valutata ripetutamente l'espressione  aritmetica  espr2
              finché  non  assume il valore zero. Ogni volta che espr2 è diverso da zero, lista viene eseguita e
              l'espressione aritmetica espr3 viene valutata. Se qualche espressione è  omessa,  si  suppone  che
              abbia  il  valore  1.  Il valore di ritorno è lo stato d'uscita dell'ultimo comando in lista che è
              eseguito, o falso se una qualsiasi delle espressioni non è valida.

       select nome [ in parola ] ; do lista ; done
              La lista di parole che segue in è espansa, generando una lista di elementi. L'insieme delle parole
              espanse  è stampato sullo standard error, ognuna preceduta da un numero. Se la in parola è omessa,
              sono stampati i parametri posizionali (si veda PARAMETRI più avanti). È poi mostrato il prompt PS3
              ed  è letta una riga dallo standard input. Se la riga è contrassegnata da un numero corrispondente
              a una delle parole mostrate, allora il valore di nome è impostato a quella parola.  Se la  riga  è
              vuota,  le  parole  e  il prompt sono mostrati di nuovo. Se viene immesso EOF [CTRL-D], il comando
              termina. Qualsiasi altro valore letto fa sì che nome sia impostato al valore nullo. La riga  letta
              è  salvata  nella  variabile REPLY. La lista è eseguita dopo ciascuna selezione fino a che non sia
              eseguito un comando break. Lo stato d'uscita di select è lo  stato  d'uscita  dell'ultimo  comando
              eseguito in lista, o zero se nessun comando è stato eseguito.

       case parola in [ [(] modello [ | modello ] ... ) lista ;; ] ... esac
              Un  comando  case  prima espande parola, e prova a confrontarla, di volta in volta, con ognuno dei
              modelli, usando le regole di confronto descritte più avanti in Espansione di percorso.   La parola
              è  espansa  usando  espansione  della  tilde,  espansione  di parametro e di variabile, espansione
              aritmetica, sostituzione  di  comando,  sostituzione  di  processo  e  rimozione  dei  simboli  di
              quotatura. Ogni modello esaminato è espanso usando espansione della tilde, espansione di parametro
              e di variabile, espansione aritmetica, sostituzione di comando  e  sostituzione  di  processo.  Se
              l'opzione  di  shell  nocasematch  è  abilitata,  il  confronto è effettuato senza distinzione fra
              maiuscole e minuscole nei caratteri alfabetici. Quando viene  trovata  una  corrispondenza,  viene
              eseguita  la  lista  a  essa  abbinata.   Se  viene  usato l'operatore ;;, dopo il primo confronto
              riuscito non ne viene tentato nessun altro. Usando ;& al posto di ;; l'esecuzione continua con  la
              lista  associata  alla successiva serie di modelli. Se si usa ;;& al posto di ;; la shell analizza
              il successivo modello di lista nell'istruzione, se ce n'è  qualcuno,  ed  esegue  qualsiasi  lista
              associata  su una corrispondenza andata a buon fine, continuando l'esecuzione dell'istruzione case
              come se il modello di lista non  abbia trovato corrispondenze . Lo stato d'uscita è zero se nessun
              modello corrisponde. Altrimenti, è lo stato d'uscita dell'ultimo comando eseguito in lista.

       if lista; then lista; [ elif lista; then lista; ] ... [ else lista; ] fi
              La lista if è eseguita. Se il suo stato d'uscita è 0, è eseguita la lista dopo then. Altrimenti, è
              eseguita a turno ciascuna lista dopo elif, e  se  il  suo  stato  d'uscita  è  0,  è  eseguita  la
              corrispondente lista dopo then e il comando termina. Altrimenti, se presente, è eseguita, la lista
              dopo else. Lo stato d'uscita è lo stato d'uscita dell'ultimo comando eseguito, o zero  se  nessuna
              delle condizioni considerate è risultata essere vera.

       while lista-1; do lista-2; done
       until lista-1; do lista-2; done
              Il comando while esegue ripetutamente la lista lista-2 finché l'ultimo comando nella lista lista-1
              ritorna uno stato di uscita di zero. Il comando until è identico al comando  while,  con  la  sola
              differenza  che  il  risultato  del  test  è negato: lista-2 è eseguita finché l'ultimo comando in
              lista-1 ritorna uno stato d'uscita diverso da zero. Lo stato d'uscita dei comandi while e until  è
              lo  stato  d'uscita  dell'ultimo  comando  eseguito  in lista-2, o zero se non ne è stato eseguito
              alcuno.

   Coprocessi
       Un coprocesso è un comando di shell preceduto dalla parola riservata coproc. Un coprocesso viene eseguito
       in  modo asincrono in una subshell, come se il comando fosse stato terminato con l'operatore di controllo
       &, con una pipe a due vie stabilita fra la shell in esecuzione e il coprocesso.

       Il formato per un coprocesso è:

              coproc [NOME] comando [ridirezioni]

       Questo crea un coprocesso chiamato NOME. Se NOME non viene fornito, quello predefinito è COPROC. NOME non
       dev'essere  fornito  se comando è un comando semplice (si veda sopra); altrimenti viene interpretato come
       la prima parola di un comando semplice. Quando il coprocesso viene eseguito, la shell crea una  variabile
       array (si veda Array più avanti) chiamata NOME nel contesto della shell in esecuzione. Lo standard output
       di comando è connesso tramite una pipe a  un  descrittore  di  file  nella  shell  in  esecuzione,  e  il
       descrittore  di file è assegnato a NOME[0]. Lo standard input of comando è connesso tramite una pipe a un
       descrittore di file nella shell in esecuzione, e tale descrittore è assegnato a NOME[1].  Questa  pipe  è
       costituita  prima  che  qualsiasi  ridirezione  venga  specificata  dal  comando (si veda RIDIREZIONE più
       avanti). I descrittori di file possono essere  utilizzati  come  argomenti  per  i  comandi  di  shell  e
       ridirezioni  usando  comuni  espansioni  di  parola.   Oltre  a  quelli  creati  per  eseguire  comandi e
       sostituzioni di processo, i descrittori di file non sono disponibili nelle subshell.  L'ID  del  processo
       della  shell figlia creata per eseguire il coprocesso è disponibile come valore della variabile NOME_PID.
       Il comando incorporato wait può essere usato per attendere che il coprocesso sia terminato.

       Poiché il coprocesso è creato come comando asincrono, il comando coproc restituisce sempre successo.   Lo
       stato di ritorno di un coprocesso è lo stato di ritorno di comando.

   Definizioni della funzione di shell
       Una  funzione  di  shell  è  un  oggetto che viene chiamato come un comando semplice ed esegue un comando
       composto con una nuova serie di parametri posizionali. Le funzioni di shell  sono  dichiarate  in  questo
       modo:

       fname () comando-composto [ridirezione]
       function fname [()] comando-composto [ridirezione]
              Qui sopra si definisce una funzione chiamata nome. La parola riservata function è opzionale. Se la
              parola riservata function è fornita, le parentesi sono opzionali. Il corpo  della  funzione  è  il
              comando  composto  comando-composto  (si veda Comandi composti sopra). Questo comando è usualmente
              una lista di comandi fra { e }, ma potrebbe essere qualsiasi comando elencato in precedenza, sotto
              Comandi  composti,  con  una eccezione: se viene usata la parola risevata  function ma non vengono
              fornite le parentesi, sono richieste le parentesi graffe.  comando-composto è eseguito ogni  volta
              che  nome  è  specificato  come nome di un comando semplice.  Quando si è in modalità posix, fname
              dev'essere un nome di shell valido e non può essere il nome di uno dei  comandi  interni  speciali
              POSIX.  Nella  modalità  predefinita, un nome di funzione può essere qualsiasi parola di shell non
              quotata che non contiene $.Ogni ridirezione (si veda RIDIREZIONE più  avanti)  specificata  quando
              una  funzione è definita viene effettuata quando quella funzione viene eseguita. Lo stato d'uscita
              di una definizione di funzione è 0 tranne quando si verifica un errore di sintassi o una  funzione
              in  sola  lettura  con  lo  stesso nome è già esistente. Quando eseguita, lo stato d'uscita di una
              funzione è lo stato d'uscita dell'ultimo  comando  eseguito  nel  corpo.  (Si  veda  FUNZIONI  più
              avanti).

COMMENTI

       In  una  shell  non  interattiva,  o  in  una shell interattiva in cui l'opzione interactive_comments del
       comando incorporato shopt è abilitata (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più  avanti),  una  parola
       che  inizia  con  #  fa sì che la parola e tutti i rimanenti caratteri di quella riga siano ignorati. Una
       shell interattiva senza l'opzione interactive_comments  abilitata  non  permette  i  commenti.  L'opzione
       interactive_comments è attiva in modo predefinito nelle shell interattive.

QUOTATURA

       La Quotatura è usata per togliere il significato speciale, per la shell, di certi caratteri o parole.  La
       quotatura può essere usata per disabilitare  il  trattamento  speciale  per  i  caratteri  speciali,  per
       impedire che le parole riservate siano riconosciute come tali, e per prevenire l'espansione di parametro.

       Ciascuno  dei  metacaratteri  elencati  prima sotto DEFINIZIONI ha un significato speciale per la shell e
       deve essere quotato se esso deve rappresentare se stesso.

       Quando vengono usati i servizi per l'espansione della cronologia dei comandi (si  veda  ESPANSIONE  DELLA
       CRONOLOGIA  più avanti), il carattere di espansione della cronologia, in genere !, dev'essere quotato per
       prevenire l'espansione della cronologia.

       Vi sono tre meccanismi di quotatura: caratteri di protezione (escape), apostrofi e virgolette.

       Una barra inversa (\) non quotata è il carattere di protezione. Esso attribuisce il valore  letterale  al
       successivo carattere, con l'eccezione di <newline>. Se vi è una coppia \<newline>, e la barra inversa non
       è quotata, il \<newline> è trattato come una continuazione di riga (cioè, è rimosso dal flusso di input e
       viene realmente ignorato).

       Racchiudendo  dei  caratteri  in  apostrofi si conserva il valore letterale di ogni carattere all'interno
       degli apostrofi. Un apostrofo non può essere inserito tra  apostrofi,  nemmeno  preceduto  da  una  barra
       inversa.

       Racchiudere  caratteri  tra virgolette conserva il valore letterale di tutti i caratteri all'interno, con
       le eccezioni di $, `, \ e, quando l'espansione della cronologia è abilitata, !.   Quando la  shell  è  in
       modaltà  posix, ! non ha un significato speciale quando è tra virgolette, anche quando l'espansione della
       cronologia è abilitata.  I caratteri $ e ` conservano il loro significato speciale anche tra  virgolette.
       La  barra inversa mantiene il suo significato speciale solo quando seguito da uno dei seguenti caratteri:
       $, `, ", \, o <newline>. Le virgolette possono essere contenute in una stringa fra  virgolette  facendole
       precedere  da  una barra inversa. Se abilitata, l'espansione della cronologia viene effettuata a meno che
       un !  tra virgolette non venga protetto da una barra inversa. La barra inversa che precede il ! non viene
       rimossa.

       I  parametri  speciali  * e @ hanno un significato speciale quando sono tra virgolette (si veda PARAMETRI
       più avanti).

       Parole della forma $'stringaP' sono trattate  in  modo  speciale.  La  parola  espande  in  stringa,  coi
       caratteri  protetti  da una barra inversa sostituiti come specificato dallo standard ANSI C.  Le sequenze
       di protezione tramite la barra inversa, se presenti, sono decodificate come segue:
              \a     avviso (segnale acustico)
              \b     backspace
              \e
              \E     un carattere di escape
              \f     salto pagina
              \n     codice di fine riga (newline)
              \r     ritorno carrello
              \t     tabulazione orizzontale
              \v     tabulazione verticale
              \\     barra inversa
              \'     apostrofo
              \"     virgolette
              \?     punto interrogativo
              \nnn   il carattere a otto bit il cui valore è il valore ottale nnn (da una a tre cifre ottali)
              \xHH   il carattere a otto bit il cui  valore  è  il  valore  esadecimale  HH  (una  o  due  cifre
                     esadecimali)
              \uHHHH il  carattere  Unicode (ISO/IEC 10646) il cui valore è il valore esadecimale HHHH (da una a
                     quattro cifre esadecimali)
              \UHHHHHHHH
                     il carattere Unicode (ISO/IEC 10646) il cui valore è il valore esadecimale HHHHHHHH (da una
                     a otto cifre esadecimali)
              \cx    un carattere control-x

       Il risultato espanso è racchiuso fra apostrofi come se il segno del dollaro non fosse presente.

       Una  stringa fra virgolette preceduta dal segno del dollaro ($"string") causa la traduzione della stringa
       conformemente alla localizzazione corrente. L'infrastruttura gettext  effettua la ricerca e la traduzione
       del  catalogo  di  messaggi,  usando le variabili di shell LC_MESSAGES e TEXTDOMAIN. Se la localizzazione
       corrente è C o POSIX, o se non ci sono traduzioni disponibili, il segno del dollaro viene ignorato. Se la
       stringa è tradotta e sostituita, la sostituzione è fra virgolette.

PARAMETRI

       Un parametro è una entità che contiene valori. Può essere un nome, un numero o uno dei caratteri speciali
       elencati più avanti sotto Parametri speciali. Una variabile è un  parametro  indicato  da  un  nome.  Una
       variabile  ha  un  valore  e  zero  o  più attributi. Gli attributi sono assegnati utilizzando il comando
       incorporato declare (si veda declare più avanti in COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL).

       Un parametro è impostato se a esso è stato assegnato un valore. La stringa nulla è un valore valido.  Una
       volta che una variabile è impostata, essa può essere rimossa solo usando il comando incorporato unset (si
       veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).

       Una variabile può essere assegnata da una istruzione della forma

              nome=[valore]

       Se valore è omesso, alla variabile è  assegnata  la  stringa  nulla.  Tutti  i  valorisono  sottoposti  a
       espansione  della  tilde,  espansione  di  parametro  e  variabile,  sostituzione  di comando, espansione
       aritmetica e rimozione dei caratteri di quotatura (si veda ESPANSIONE più avanti). Se la variabile ha  il
       suo  attributo  integer  impostato,  allora  valore  è  valutato  come un'espressione aritmetica anche se
       l'espansione del $((...))  non è utilizzata (si veda Espansione aritmetica più avanti).  La  suddivisione
       in  parole  non  è  effettuata,  con l'eccezione di $@ come spiegato più avanti sotto Parametri speciali.
       L'espansione di percorso non è effettuata. Le istruzioni di  assegnamento  possono  anche  apparire  come
       argomenti  per  i  comandi  incorporati  alias,  declare,  typeset,  export, readonly e local (comandi di
       dichiarazione).  Quando è in modalità posix, questi comandi incorporati possono apparire  in  un  comando
       dopo  una  o più istanze del comando incorporato comando e mantengono queste proprietà dell'istruzione di
       assegnamento.

       Nel contesto in cui un'istruzione di assegnamento sta assegnando un valore a una variabile di shell  o  a
       un  indice di array, l'operatore += può essere usato per accodare o aggiungere al precedente valore della
       variabile. Questo comprende argomenti a comandi incorportati come  declare che  accettano  istruzioni  di
       assegnamento  (comandi  di dichiarazione). Quando += è applicato a una variabile per la quale l'attributo
       integer è stato impostato, valore è valutato come un'espressione aritmetica e aggiunto al valore corrente
       della  variabile,  che  è  a  sua  volta  valutata.  Quando  +=  è applicato a una variabile array usando
       assegnamenti composti (si veda Array più avanti), il valore della variabile non è rimosso  (com'è  quando
       si  usa  =),  e  nuovi  valori  sono  aggiunti alla fine dell'array iniziando dal massimo indice di array
       aumentato di uno (per array indicizzati) o aggiunti come coppie  supplementari  di  valore-chiave  in  un
       array associativo. Quando applicata a una variabile valutata come stringa, valore è espanso e accodato al
       valore della variabile.

       A una variabile può essere assegnato l'attributo nameref con l'opzione -n dei comandi incorporati declare
       o  local (si veda più avanti la descrizione di declare e local) per creare un nameref, o un riferimento a
       un'altra variabile.  Questo permette di manipolare  le  variabili  indirettamente.   Ogni  volta  che  la
       variabile nameref è referenziata o ha avuto un assegnamento, l'operazione è eseguita effettivamente sulla
       variabile specificata dal valore della variabile nameref. Un nameref è usato comunemente  all'interno  di
       funzioni di shell per far riferimento a una variabile il cui nome è passato come argomento alla funzione.
       Per esempio, se un nome di variabile è passato alla funzione  di  shell  come  il  suo  primo  argomento,
       eseguendo
              declare -n ref=$1
       all'interno della funzione crea una variabile nameref ref il cui valore è il nome della variabile passato
       al primo argomento. Riferimenti e assegnamenti a ref sono trattati come riferimenti e assegnamenti   alla
       variabile  il  cui  nome  è  stato  passato  come  $1.  Se  la  variabile di controllo in un ciclo for ha
       l'attributo nameref, la lista di parole può essere una lista di variabili di shell, e verrà costituito un
       riferimento  nome  per  ogni parola della lista, a turno, quando viene eseguito il ciclo.  Alle variabili
       array non è possibile dare l'attributo -n. Comunque, le  variabili  nameref  possono  far  riferimento  a
       variabili  array  e a variabili array indicizzate. I nameref possono essere annullati usando l'opzione -n
       del comando incorporato unset.  Altrimenti, se unset viene eseguito col nome  di  una  variabile  nameref
       come argomento, la variabile a cui fa riferimento la variabile nameref verrà annullata.

   Parametri posizionali
       Un  parametro posizionale è un parametro il cui nome è indicato da una o più cifre, diverse dalla singola
       cifra 0.  I parametri posizionali sono assegnati dagli argomenti della shell quando questa è invocata,  e
       possono  essere riassegnati usando il comando incorporato set. I parametri posizionali non possono essere
       assegnati con istruzioni di assegnamento. I parametri posizionali sono temporaneamente sostituiti  quando
       è eseguita una funzione di shell (si veda FUNZIONI più avanti).

       Quando  si espande un parametro posizionale composto da più di una sola cifra, esso deve essere racchiuso
       tra parentesi graffe (si veda ESPANSIONE più avanti).

   Parametri speciali
       La shell tratta molti parametri in modo speciale. Questi parametri possono solo essere  referenziati;  la
       loro modifica non è permessa.
       *      Si  espande  nei  parametri  posizionali,  a  partire  dal  primo.  Quando  l'espansione non è tra
              virgolette, ogni parametro posizionale si espande in una parola separata. In  contesti  in  cui  è
              effettuata,  queste  parole  sono  soggette  a  successiva suddivisione in parole ed espansione di
              percorso.  Quando l'espansione avviene tra virgolette, si espande in una singola parola contenente
              il  valore  di ciascun parametro separato dagli altri dal primo carattere della variabile speciale
              IFS. Cioè, "$*" è equivalente a "$1c$2c...",  dove  c  è  il  primo  carattere  del  valore  della
              variabile  IFS.  Se  IFS  viene  annullata,  i parametri sono separati da spazi. Se IFS è nulla, i
              parametri sono uniti senza alcun separatore.
       @      Si espande nei parametri posizionali, a partire dal primo.  In contesti in  cui  è  effettuata  la
              suddiviisone in parole, questo espande ogni parametro posizionale in una parola separata; se non è
              no è tra virgolette, queste parole sono soggette a suddivisione in parole  In contesti in cui  non
              è  effettuata  la  suddivisione in parole. questo si espande una parola singola con ogni parametro
              posizionale separato da spazio.  Quando l'espansione avviene tra  virgolette,  ogni  parametro  si
              espande  in  una  parola  separata.  Cioè,  "$@" è equivalente a "$1" "$2" ... Se l'espansione fra
              virgolette avviene all'interno di una parola, l'espansione del primo  parametro  è  unita  con  la
              parte  iniziale  della parola originale, e l'espansione dell'ultimo parametro è unita con la parte
              finale della parola originale. Quando non vi è alcun parametro posizionale, "$@" e $@ si espandono
              come stringa nulla (cioè, sono rimossi).
       #      Si espande nel numero di parametri posizionali espresso come numero decimale.
       ?      Si  espande  nello  stato  di  uscita della pipeline eseguita più recentemente senza rilasciare il
              controllo del terminale.
       -      Si espande nei flag di opzione correnti come  specificato  in  base  alla  chiamata,  dal  comando
              incorporato set, o in quelli impostati dalla shell stessa (come l'opzione -i).
       $      Si  espande  nell'ID  di  processo della shell. In una subshell (), si espande nell'ID di processo
              della shell corrente, non in quello della subshell.
       !      Si espande nell'ID di processo del job più recentemente messo  in  background,  se  eseguito  come
              comando asincrono o usando il comando incorporato  bg (si veda JOB CONTROL  più avanti).
       0      Si  espande nel nome della shell o script di shell. Questo è impostato alla inizializzazione della
              shell. Se bash è chiamata con un file di comandi, $0 è impostato al nome di quel file. Se  bash  è
              avviata con l'opzione -c, allora $0 è impostato al primo argomento dopo la stringa che deve essere
              eseguita, se presente. Altrimenti, è impostato al nome-file usato per  chiamare  bash,  come  dato
              dall'argomento zero.

   Variabili di shell
       Le seguenti variabili sono impostate dalla shell:

       _      All'avvio  della  shell,  impostato al nome di percorso usato per invocare la shell o lo script di
              shell che è eseguito come passato nell'ambiente o nella lista di  argomenti.  Successivamente,  si
              espande  nell'ultimo  argomento  del  precedente  comando  semplice  eseguito  inprimo piano, dopo
              l'espansione. È anche impostato al nome completo usato per invocare ogni comando eseguito e  messo
              nell'ambiente  esportato  verso  quel  comando.   Mentre  si  controlla la posta, questo parametro
              contiene il nome del file del messaggio attualmente in esame.
       BASH   Si espande al nome-file completo usato per chiamare questa istanza di bash.
       BASHOPTS
              Una lista di opzioni di shell abilitate separate da un due punti. Ogni parola  della  lista  è  un
              argomento valido per l'opzione -s del comando incorporato shopt (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA
              SHELL più avanti). Le opzioni che appaiono in BASHOPTS  sono  quelle  contrassegnate  come  on  da
              shopt.  Se questa variabile è nell'ambiente quando bash viene avviato, ogni opzione di shell nella
              lista sarà abilitata prima della lettura di qualsiasi file di avvio. Questa variabile  è  di  sola
              lettura.
       BASHPID
              Espande  all'ID  del processo dell'attuale bash. In determinate circostanze, ciò differisce da $$,
              come nel caso di subshell che non richiedono che bash sia reinizializzato.  Assegnamenti a BASHPID
              non hanno alcun effetto.  Se BASHPID  viene annullata, perde le sue proprietà speciali, anche se è
              poi reimpostata.
       BASH_ALIASES
              Una variabile array associativa i cui elementi corrispondono alla  lista  interna  di  alias  come
              conservati  dal  comando  incorporato  alias.  Gli elementi aggiunti a questo array appaiono nella
              lista degli alias; comunque, togliendo  elementi  all'array  attualmente  gli  alias  non  vengono
              rimossi dalla lista. Se BASH_ALIASES  viene annullata, perde le sue proprietà speciali, anche se è
              poi reimpostata.
       BASH_ARGC
              Una variabile array i cui valori sono il numero di parametri in  ogni  frame  del  corrente  stack
              delle  chiamate  di esecuzione di bash. Il numero di parametri della subroutine corrente (funzione
              di shell o script eseguito con . o source) è  in  cima  allo  stack.  Quando  viene  eseguita  una
              subroutine, il numero di parametri passati è messo in cima a BASH_ARGC. La shell imposta BASH_ARGC
              solo quando è in modalità estesa di debugging (si veda la descrizione dell'opzione extdebug per il
              comando  incorporato  shopt  più  avanti).   Impostare  extdebug  dopo che la shell  ha iniziato a
              eseguire uno script, o referenziare questa variabile quando extdebug  non è  impostato,   può  dar
              luogo a valori incongruenti.
       BASH_ARGV
              Una  variabile  array contenente tutti i parametri nel corrente stack delle chiamate di esecuzione
              di bash. Il parametro finale dell'ultima chiamata di subroutine è in cima  allo  stack;  il  primo
              parametro  della  chiamata  iniziale è in fondo. Quando una subroutine viene eseguita, i parametri
              forniti sono messi in cima a BASH_ARGV. La shell imposta  BASH_ARGV  solo  quando  è  in  modalità
              estesa di debugging (si veda la descrizione dell'opzione extdebug al comando incorporato shopt più
              avanti).   Impostare extdebug dopo che la shell  ha iniziato a eseguire uno script, o referenziare
              questa variabile quando extdebug  non è impostato,  può dar luogo a valori incongruenti.
       BASH_ARGV0
              Quando  referenziata,  questa variabile espande nel nome della shell o script di shell (identico a
              $0; si veda sopra la descrizione del parametro speciale 0). L'assegnamento a BASH_ARGV0 fa si  che
              il  vaqlore  assegnato  sia  assegnato  anche  a  $0.  Se BASH_ARGV0 viene annullata, perde le sue
              proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
       BASH_CMDS
              Un variabile array associativa i cui elementi corrispondono alla tabella hash interna  di  comandi
              come memorizzati dal comando incorporato hash. Gli elementi aggiunti a questo array appaiono nella
              tabella hash; comunque, togliendo elementi all'array attualmente i nomi dei  comandi  non  saranno
              rimossi  dalla tabella hash.  Se BASH_CMDS non è impostata, perde le sue proprietà speciali, anche
              se è successivamente annullata.
       BASH_COMMAND
              Il comando attualmente in esecuzione o in procinto di essere eseguito, a meno  che  la  shell  non
              stia  eseguendo un comando come risultato di un'intercettazione di segnale (trap), nel qual caso è
              il comando in esecuzione al momento dell'intercettazione. Se BASH_COMMAND  viene annullata,  perde
              le sue proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
       BASH_EXECUTION_STRING
              L'argomento per il comando all'invocazione dell'opzione -c.
       BASH_LINENO
              Una  variabile  array  i cui elementi sono i numeri di riga nei file di origine dove ogni elemento
              corrispondente di FUNCNAME è stato chiamato. ${BASH_LINENO[$i]} è il numero di riga  nel  file  di
              origine  (${BASH_SOURCE[$i+1]})  dove  ${FUNCNAME[$i]} è stato chiamato (o ${BASH_LINENO[$i-1]} se
              referenziato all'interno di un'altra funzione di shell). Usare LINENO per ottenere  il  numero  di
              riga corrente.
       BASH_LOADABLES_PATH
              Un  elenco  di  directory, separate da due punti, nelle quali la shell cerca i comandi incorporato
              caricabili dinamicamente specificati dal comando enable.
       BASH_REMATCH
              Una  variabile  array  i  cui  elementi  sono  assegnati  dall'operatore  binario  =~  al  comando
              condizionale  [[.  L'elemento  con indice 0 è la porzione della stringa che corrisponde all'intera
              espressione regolare. L'elemento con indice n è la porzione della  stringa  che  corrisponde  alla
              n-sima sott-espressione fra parentesi.
       BASH_SOURCE
              Una  variabile array i cui elementi sono i nomifile dove sono definiti i nomi delle corrispondenti
              funzioni di shell nella variabile FUNCNAME. La funzione di shell ${FUNCNAME[$i]}  è  definita  nel
              file ${BASH_SOURCE[$i]} ed è chiamata da ${BASH_SOURCE[$i+1]}.
       BASH_SUBSHELL
              Incrementato  di uno al'interno di ciascuna subshell o ambiente di subshell quando la shell inizia
              a essere eseguita in quell'ambiente.  Il valore iniziale è 0. Se BASH_SUBSHELL   viene  annullata,
              perde le sue proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
       BASH_VERSINFO
              Una  variabile  array  in  sola  lettura  i  cui  elementi  danno  informazioni  sulla versione di
              quest'istanza di bash. I valori assegnati ai membri dell'array sono come segue:
              BASH_VERSINFO[0]        Il numero di versione principale (la release).
              BASH_VERSINFO[1]        Il numero di versione secondario (la versione).
              BASH_VERSINFO[2]        Il livello di aggiornamento tramite patch.
              BASH_VERSINFO[3]        La versione di compilazione.
              BASH_VERSINFO[4]        Lo stato della release (ad es., beta1).
              BASH_VERSINFO[5]        Il valore di MACHTYPE.
       BASH_VERSION
              Si espande in una stringa che descrive la versione di questa istanza di bash.
       COMP_CWORD
              Un indice in ${COMP_WORDS} della parola contenente  la  posizione  corrente  del  cursore.  Questa
              variabile  è  disponibile  solo  nelle  funzioni  di shell invocate dalle risorse di completamento
              programmabile (si veda Completamento programmabile più avanti).
       COMP_KEY
              Il tasto (o il tasto finale di una sequenza) usato  per  invocare  la  funzione  di  completamento
              corrente.
       COMP_LINE
              La  riga  di  comando  corrente. Questa variabile è disponibile solo nelle funzioni di shell e nei
              comandi esterni invocati  dai  servizi  di  completamento  programmabile  (si  veda  Completamento
              programmabile più avanti).
       COMP_POINT
              L'indice  della  posizione  corrente  del  cursore relativa all'inizio del comando corrente. Se la
              posizione corrente del cursore è alla fine del comando corrente, il valore di questa  variabile  è
              uguale  a  ${#COMP_LINE}.  Questa  variabile  è disponibile solo nelle funzioni di shell e comandi
              esterni invocati dai servizi di completamento programmabile (si veda  Completamento  programmabile
              più avanti).
       COMP_TYPE
              Impostata  a  un  valore  intero corrispondente al tipo di completamento tentato che ha causato la
              chiamata di una funzione di completamento: TAB, per il completamento normale, ?, per l'elenco  dei
              completamenti  dopo  tabulazioni successive, !, per l'elenco delle alternative di completamento di
              una parte di parola, @, per elencare i completamenti se la parola non ha subito  modifiche,  o  %,
              per  il  menù del completamento. Questa variabile è disponibile solo nelle funzioni di shell e nei
              comandi esterni invocati  dai  servizi  di  completamento  programmabile  (si  veda  Completamento
              programmabile più avanti).
       COMP_WORDBREAKS
              L'insieme  dei caratteri che la libreria readline tratta come separatori di parola nell'effettuare
              il completamento di parola. Se COMP_WORDBREAKS viene annullata, perde le sue  proprietà  speciali,
              anche se è poi reimpostata.
       COMP_WORDS
              Una  variabile  array (si veda Array più avanti) che è composta dalle singole parole nella riga di
              comando corrente. La riga è divisa in parole come readline la dividerebbe  usando  COMP_WORDBREAKS
              come  descritto  precedentemente.  Questa  variabile  è disponibile solo nelle funzioni di shell e
              comandi esterni invocati  dai  servizi  di  completamento  programmabile  (si  veda  Completamento
              programmabile più avanti).
       COPROC Una  variabile  array  (si  veda  Array  più avanti) creata per contenere i descrittori di file di
              uscita e di entrata di un coprocesso senza nome (si veda Coprocessi più avanti).
       DIRSTACK
              Una variabile array (si veda Array più avanti) che contiene  il  contenuto  corrente  dello  stack
              delle  directory.  Le  directory appaiono nello stack nell'ordine in cui sono mostrate dal comando
              incorporato dirs. L'assegnamento agli elementi di questa variabile  array  può  essere  usato  per
              modificare le directory già nello stack, ma i comandi incorporati pushd e popd devono essere usati
              per aggiungere e rimuovere directory. L'assegnamento a questa variabile non  cambia  la  directory
              corrente.  Se  DIRSTACK  viene  annullata,  perde  le  sue  proprietà  speciali,  anche  se  è poi
              reimpostata.
       EPOCHREALTIME
              Ogni volta che questo parametro è referenziato, espande al numero di secondi a partire  dall'epoca
              Unix  (si  veda time(3)) come valore in virgola mobile con grado di frazionamento di microsecondi.
              Gli assegnamenti a EPOCHREALTIME vengono ignorati.  Se EPOCHREALTIME viene annullata, perde le sue
              proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
       EPOCHSECONDS
              Ogni  volta  che  questo  parametro  è  referenziato,  espande  a  un  numero di secondi trascorsi
              dall'epoca Unix (si veda time(3)).  Assegnamenti a EPOCHSECONDS vengono ignorati.  Se EPOCHSECONDS
              è annullata, perde le sue proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
       EUID   Espande  all'ID-utente effettivo dell'utente corrente, inizializzata all'avvio della shell. Questa
              variabile è in sola lettura.
       FUNCNAME
              Una variabile array contenente i nomi di tutte le funzioni di shell attualmente nello stack  delle
              chiamate  di  esecuzione. L'elemento con indice 0 è il nome della funzione di shell attualmente in
              esecuzione. L'elemento più in basso di tutti (quello con l'indice  più  alto)  è  "main".   Questa
              variabile  esiste  solo  quando è in esecuzione una funzione di shell. Assegnamenti a FUNCNAME non
              hanno alcun effetto. Se FUNCNAME viene annullata, perde le sue proprietà speciali, anche se è  poi
              reimpostata.

              Questa  variabile  può  essere  usata  con BASH_LINENO e BASH_SOURCE. Ogni elemento di FUNCNAME ha
              elementi corrispondenti in BASH_LINENO e BASH_SOURCE per descrivere lo stack delle  chiamate.  Per
              esempio,  ${FUNCNAME[$i]}  è  stato  chiamato  dal  file  ${BASH_SOURCE[$i+1]}  al  numero di riga
              ${BASH_LINENO[$i]}. Il comando incorporato caller visualizza  lo  stack  delle  chiamate  corrente
              usando questa informazione.
       GROUPS Una  variabile  array  contenente  l'elenco  dei  gruppi  dei  quali  è  membro l'utente corrente.
              Assegnamenti a GROUPS non hanno alcun effetto. Se GROUPS viene annullata, perde le  sue  proprietà
              speciali, anche se è poi reimpostata.
       HISTCMD
              Il  numero  di  cronologia,  o  indice  nella  lista  della  cronologia,  del comando corrente. Gi
              assegnamenti a HISTCMD vengono ignorati. Se  HISTCMD  viene  annullata,  perde  le  sue  proprietà
              speciali, anche se è poi reimpostata.
       HOSTNAME
              Automaticamente impostata al nome dell'host corrente.
       HOSTTYPE
              Automaticamente  impostata a una stringa che univocamente descrive il tipo di macchina su cui bash
              è in esecuzione. Il valore predefinito è dipendente dal sistema.
       LINENO Ogni volta che questo parametro è referenziato, la  shell  gli  assegna  un  numero  decimale  che
              rappresenta  il numero di sequenza della riga corrente (partendo da 1) all'interno di uno script o
              funzione. Quando non in uno script o funzione, non  è  garantito  che  il  valore  restituito  sia
              significativo.  Se  LINENO  viene  annullata,  perde  le  sue  proprietà  speciali, anche se è poi
              reimpostata.
       MACHTYPE
              Automaticamente impostata a una stringa che descrive completamente il tipo di  sistema  sul  quale
              bash  è  in  esecuzione,  nel  formato  standard  GNU  cpu-company-system. Il valore predefinito è
              dipendente dal sistema.
       MAPFILE
              Una variabile array (si veda Array più avanti) creata per contenere il  testo  letto  dal  comando
              incorporato mapfile quando non viene fornito un nome di variabile.
       OLDPWD La precedente directory di lavoro come impostata dal comando cd.
       OPTARG Il valore dell'ultimo argomento opzione elaborato dal comando incorporato getopts (si veda COMANDI
              INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).
       OPTIND L'indice del prossimo argomento che dev'essere elaborato dal comando incorporato getopts (si  veda
              COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).
       OSTYPE Automaticamente  impostata  a  una  stringa  che  descrive  il  sistema operativo su cui bash è in
              esecuzione. Il valore predefinito è dipendente dal sistema.
       PIPESTATUS
              Una variabile array (si veda Array più avanti) contenente un elenco di valori  di  stato  d'uscita
              dai  processi  nelle  pipeline  eseguite più recentemente in primo piano [cioè senza rilasciare il
              controllo del terminale] (può contenere anche un solo comando).
       PPID   L'ID di processo del genitore della shell. Questa variabile è in sola lettura.
       PWD    La directory di lavoro corrente come impostata dal comando cd.
       RANDOM Ogni volta che questo parametro è referenziato, si espande a un numero  intero  casuale  fra  0  e
              32767.  Assegnando un valore a RANDOM viene inizializzata (seed) la sequenza di numeri casuali. Se
              RANDOM viene annullata, perde le sue proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
       READLINE_LINE
              Il contenuto del buffer di riga readline per l'uso con "bind  -x"  (si  veda  COMANDI  INCORPORATI
              DELLA SHELL più avanti).
       READLINE_MARK
              La posizione della marcatura (punto di inserzione) nel buffer di riga readline per l'uso con "bind
              -x" (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti). I caratteri tra il punto d'inserzione  e
              la marcatura vine chspesso chiamata regione.
       READLINE_POINT
              La  posizione del punto di inserzione nel buffer di riga readline per l'uso con "bind -x" (si veda
              COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).
       REPLY  Impostata alla riga di input  letta  dal  comando  incorporato  read  quando  nessun  argomento  è
              specificato.
       SECONDS
              Ogni  volta  che  questo parametro è referenziato, viene restituito il numero di secondi trascorsi
              dalla chiamata della shell. Se un valore è assegnato a SECONDS, il valore restituito  in  base  ai
              riferimenti successivi è il numero di secondi trascorsi dall'assegnamento più il valore assegnato.
              Il numero di secondi all'invocazione della shell e il tempo corrente è sempre determinato  da  una
              richiesta  all'orologio  di  sistema. Se SECONDS viene annullata, perde le sue proprietà speciali,
              anche se è poi reimpostata.
       SHELLOPTS
              Una lista, separata da due punti, di opzioni di shell abilitate. Ogni  parola  nella  lista  è  un
              argomento  valido  per  l'opzione -o al comando incorporato set (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA
              SHELL più avanti). Le opzioni che appaiono in SHELLOPTS sono quelle indicate come on da set -o. Se
              questa  variabile  è  nell'ambiente  quando  bash viene avviata, ogni opzione di shell nella lista
              viene abilitata prima di leggere un qualsiasi file di avvio. Questa variabile è in sola lettura.
       SHLVL  È incrementato di uno ogni volta che una istanza di bash viene avviata.
       SRANDOM
              This variable expands to a 32-bit pseudo-random number each time  it  is  referenced.  The  random
              number  generator  is  not  linear  on  systems  that  support /dev/urandom or arc4random, so each
              returned number has no relationship to the numbers preceding  it.   The  random  number  generator
              cannot  be  seeded, so assignments to this variable have no effect.  If SRANDOM is unset, it loses
              its special properties, even if it is subsequently reset.
       UID    Si espande  all'ID-utente  dell'utente  corrente,  inizializzato  all'avvio  della  shell.  Questa
              variabile è in sola lettura.

       Le  seguenti  variabili  sono usate dalla shell. In alcuni casi, bash assegna un valore predefinito a una
       variabile; questi casi sono elencati più avanti.

       BASH_COMPAT
              Il valore è usato per impostare  il  livello  di  compatibilità  della  shell.  Si  veda  MODALITÀ
              COMPATIBILE  DELLA  SHELL  per  una  descrizione  dei  diversi livelli di compatibilità e dei loro
              effetti.  Il valore può essere un numero decimale (p.es., 4.2) o intero (p.es., 42) corrispondente
              al  livello di compatibiità desiderato.  Se BASH_COMPAT non è impostato o è impostato alla stringa
              vuota, il livello di compatibilità è impostato a quello predefinito per la versione corrente.   Se
              BASH_COMPAT  è  impostato a un valore che non è uno dei livelli di compatibilità validi, la  shell
              stampa un messaggio di errore e imposta il livello di compatibilità a quello  predefinito  per  la
              versione corrente.  I valori validi corrispondono ai livelli di compatibilità descritti più avanti
              in MODALITÀ COMPATIBILE DELLA SHELL. Per esempio, 4.2 e 42 sono valori  validi  che  corrispondono
              all'opzione  shopt  compat42  e impostano il livello di compatibilità a 42. La versione corrente è
              anch'esso un valore valido.
       BASH_ENV
              Se questo parametro è impostato quando bash sta eseguendo uno script di shell,  il  suo  valore  è
              interpretato  come  un nome-file contenente comandi per inizializzare la shell, come in ~/.bashrc.
              Il valore di BASH_ENV è soggetto a espansione di parametro, sostituzione di comando ed  espansione
              aritmetica  prima  di  essere  interpretato  come  un  nome-file.  PATH non è usato per cercare il
              nome-file risultante.
       BASH_XTRACEFD
              Se impostata a un valore intero corrispondente a un descrittore  di  file  valido,  bash  scriverà
              l'output  della  traccia  generata  quando  set  -x  è  abilitato  a  quel descrittore di file. Il
              descrittore di file viene chiuso quando BASH_XTRACEFD non è impostata  o  le  viene  assegnato  un
              nuovo  valore.  Annullando  BASH_XTRACEFD  o assegnandole una stringa vuota l'output della traccia
              verrà inviato allo standard error. Da notare che impostando BASH_XTRACEFD a 2 (il  descrittore  di
              file  dello  standard  error)  e, successivamente, azzerandola il risultato sarà la chiusura dello
              standard error.
       CDPATH Il percorso di ricerca per il comando cd. Questo è un elenco di directory, separate da due  punti,
              nelle  quali  la shell cerca le directory di destinazione specificate dal comando cd. Un valore di
              esempio è ".:~:/usr".
       CHILD_MAX
              Imposta il numero di valori dello stato di uscita delle shell figlie da tenere in  memoria.   Bash
              non  permette  che questo valore scenda al di sotto di un minimo imposto da POSIX, e c'è un valore
              massimo (attualmente 8192) che non può  essere  superato.   Il  valore  minimo  è  dipendente  dal
              sistema.
       COLUMNS
              Usato  dal comando composto select per determinare il numero di colonne del terminale nella stampa
              delle liste di selezione. Automaticamente impostata se l'opzione  checkwinsize è abilitata o è  in
              una shell interattiva al ricevimento di un segnale SIGWINCH.
       COMPREPLY
              Una  variabile  array dalla quale bash legge i possibili completamenti generati da una funzione di
              shell invocata dal servizio di completamento programmabile (si  veda  Completamento  programmabile
              più avanti). Ogni elemento di array contiene un completamento possibile.
       EMACS  Se bash trova questa variabile d'ambiente alla partenza della shell col valore "t", presume che la
              shell sia in esecuzione in un buffer di shell Emacs e disabilita la modifica della riga.
       ENV    È espansa ed eseguita similarmente a  BASH_ENV  (si  veda  INVOCAZIONE  sopra)  quando  una  shell
              interattiva viene invocata in modalità posix.
       EXECIGNORE
              A colon-separated list of shell patterns (see Pattern Matching)  defining the list of filenames to
              be ignored by command search using PATH.  Files whose full pathnames match one of  these  patterns
              are  not considered executable files for the purposes of completion and command execution via PATH
              lookup.  This does not affect the behavior of the [, test, and [[ commands.  Full pathnames in the
              command  hash  table  are  not  subject to EXECIGNORE.  Use this variable to ignore shared library
              files that have the executable bit set, but are not executable files.  The pattern matching honors
              the setting of the extglob shell option.
       FCEDIT L'editor predefinito per il comando incorporato fc.
       FIGNORE
              Una  lista di suffissi, separati da due punti, da ignorare quando si effettua il completamento del
              nome-file (si veda READLINE più avanti). Un nome-file il cui suffisso corrisponde a una delle voci
              in  FIGNORE  è  escluso  dalla  lista  dei nomifile individuati. Un valore di esempio è ".o:~" (La
              quotatura è necessaria quando si assegna un valore a questa variabile, che contiene delle tilde).
       FUNCNEST
              Se impostato a un valore numerico maggiore di 0, definisce un livello massimo di nidificazione per
              una  funzione.  Invocazioni  di funzione eccedenti questo livello provocheranno l'interruzione del
              comando corrente.
       GLOBIGNORE
              Una lista di modelli, separati da due punti, che  definiscono  l'insieme  dei  nomi  di  file  che
              l'espansione  del  nome di percorso deve ignorare. Se un nome di file individuato da un modello di
              espansione del percorso corrisponde anche a uno dei modelli  in  GLOBIGNORE  viene  rimosso  dalla
              lista dei nomi da individuare.
       HISTCONTROL
              Una  lista  di  valori,  separati  da  due  punti,  che controllano come i comandi vengono salvati
              nell'elenco della cronologia. Se la lista di valori include ignorespace, le righe che iniziano con
              un  carattere  di spazio non vengono salvate nell'elenco della cronologia. Un valore di ignoredups
              fa sì che non venga salvata ogni riga uguale all'elemento precedente della cronologia.  Un  valore
              di  ignoreboth  è  la  combinazione  di ignorespace e ignoredups. Un valore di erasedups fa sì che
              tutte le righe uguali alla riga corrente vengano rimosse dall'elenco della cronologia prima che la
              riga venga salvata. Qualsiasi valore che non è nella lista di cui sopra è ignorato. Se HISTCONTROL
              non è impostato o non include un valore valido, tutte le righe lette dall'analizzatore  sintattico
              della  shell  sono  salvate  nell'elenco  della  cronologia,  a meno che non sia stato specificato
              HISTIGNORE. La seconda riga  e  le  successive  di  un  comando  composto  multiriga  non  vengono
              controllate, e sono aggiunte alla cronologia indipendentemente dal valore di HISTCONTROL.
       HISTFILE
              Il  nome  del  file nel quale è salvata la cronologia dei comandi (si veda CRONOLOGIA più avanti).
              Il valore predefinito è ~/.bash_history.  Se è annullato la cronologia dei comandi non  è  salvata
              al termine di una shell.
       HISTFILESIZE
              Il  numero  massimo  di  righe  contenute  nel  file della cronologia. Quando a questa variabile è
              assegnato un valore, il file della cronologia è accorciato, se necessario, per contenere  non  più
              di  quel  numero  di  righe  rimuovendo  le  voci più vecchie.  Il file della cronologia è inoltre
              troncato  a  questa  dimensione  dopo  la scrittura  al  termine  di una shell.  Se il valore è 0,
              il  file  della cronologia è troncato alla dimensione zero.  Valori non numerici e valori numerici
              minori di zero inibiscono il troncamento.  La shell imposta il valore  predefinito  al  valore  di
              HISTSIZE dopo la lettura di un file di avvio.
       HISTIGNORE
              Una  lista  di  modelli  separati  da  due  punti usata per decidere quali righe di comando devono
              essehonorsre salvate nell'elenco della cronologia. Ogni modello comincia all'inizio della  riga  e
              deve corrispondere alla riga completa (nessun `* implicito è aggiunto). Ogni modello è confrontato
              con la riga dopo che i controlli specificati da HISTCONTROL sono stati applicati. In  aggiunta  ai
              normali  modelli  di  shell  che  confrontano  caratteri,  `&'  designa  la  linea precedentedella
              cronologia. `&' può essere protetto usando una barra inversa; la barra inversa è rimossa prima  di
              eseguire  un  confronto.  La  seconda  riga  e  le successive di un comando composto multiriga non
              vengono controllate, e sono aggiunte alla cronologia indipendentemente dal valore  di  HISTIGNORE.
              Il modello di ricerca rispetta l'impostazione dell'opzione di shell  extglob .
       HISTSIZE
              Il  numero  di  comandi  da  tenere  in  memoria nella cronologia dei comandi (si veda HISTORY più
              avanti).  Se il valore è 0, i comandi non  vengono  salvati  nell'elenco  della  cronologia.   Con
              valori  numerici  minori  di  zero ogni comando viene salvato nell'elenco della cronologia (non ci
              sono  limiti).   La  shell  imposta  il  valore  predefinito  a  500  dopo  aver  letto   i   file
              d'inizializzazione.
       HISTTIMEFORMAT
              Se  questa  variabile  è  impostata e non nulla, il suo valore è usato come stringa di formato per
              strftime(3) per stampare la marcatura oraria associata a ogni voce della cronologia  mostrata  dal
              comando  incorporato  history.   Se  questa variabile è impostata, data e ora verranno scritte nel
              file della cronologia in modo da essere disponibili anche in successive sessioni della shell.  Per
              distinguere  la  marcatura  oraria  dalle altre righe della cronologia viene usato il carattere di
              commento.
       HOME   La home directory dell'utente corrente; l'argomento predefinito per il comando incorporato cd.  Il
              valore di questa variabile è anche usata quando si effettua l'espansione della tilde.
       HOSTFILE
              Contiene  il  nome  di un file nello stesso formato di /etc/hosts che dovrà essere letto quando la
              shell ha bisogno di completare un nome di host. La lista dei possibili completamenti  di  nome  di
              host  può essere cambiata mentre la shell è in esecuzione; alla prossima occasione in cui si tenta
              il completamento del nome di host dopo che è cambiato il valore, bash aggiunge  il  contenuto  del
              nuovo file alla lista esistente. Se HOSTFILE è impostato ma non ha alcun valore, o non contiene il
              nome di un file leggibile, bash tenta di leggere /etc/hosts per ottenere la  lista  dei  possibili
              completamenti  del  nome di host. Quando HOSTFILE viene annullato, la lista dei nomi di host viene
              pure annullata.
       IFS    L'Internal Field Separator (separatore di campo interno) è usato per  la  suddivisione  in  parole
              dopo  l'espansione e per dividere le righe in parole quando si esegue il comando incorporato read.
              Il valore predefinito è “<space><tab><newline>”.
       IGNOREEOF
              Controlla l'azione della shell al ricevimento di un carattere EOF come unico contenuto di una riga
              di  input.  Se impostato, il valore è il numero di caratteri EOF consecutivi da battere come primo
              carattere su una riga di input prima che bash esca. Se la variabile esiste ma  non  ha  un  valore
              numerico,  o  non  ha  alcun valore, il valore predefinito è 10. Se non esiste, EOF indica la fine
              dell'input per la shell.
       INPUTRC
              Il nome-file per il file di avvio di readline che prevale sul valore predefinito che è  ~/.inputrc
              (si veda READLINE più avanti).
       INSIDE_EMACS
              If this variable appears in the environment when the shell starts, bash assumes that it is running
              inside an Emacs shell buffer and may disable line editing, depending on the value of TERM.
       LANG   Usata per determinare la categoria di localizzazione per qualsiasi categoria non  specificatamente
              indicata da una delle variabili che iniziano con LC_.
       LC_ALL Questa  variabile prevale sul valore di LANG e su qualsiasi altra variabile LC_ che specifichi una
              categoria di localizzazione.
       LC_COLLATE
              Questa variabile determina l'ordine di  collazione  usato  quando  vengono  ordinati  i  risultati
              dell'espansione  di  nome  di percorso, e determina il comportamento di espressioni di intervallo,
              classi di equivalenza e sequenze di ordinamento all'interno dell'espansione di nome di percorso  e
              della corrispondenza tra stringhe.
       LC_CTYPE
              Questa  variabile  determina  l'interpretazione  di  caratteri  e  il  comportamento  di classi di
              caratteri all'interno dell'espansione di nome di percorso e della corrispondenza tra stringhe.
       LC_MESSAGES
              Questa variabile determina la localizzazione usata per tradurre stringhe tra virgolette  precedute
              da un $.
       LC_NUMERIC
              Questa variabile determina la categoria di localizzazione usata per la formattazione dei numeri.
       LC_TIME
              Questa  variabile  determina  la  categoria di localizzazione usata per la formattazione di data e
              ora.
       LINES  Usato dal comando composto select per determinare il numero di linee del  terminale  nella  stampa
              delle  liste  di  selezione. Automaticamente impostata se l'opzione  checkwinsize è abilitata o in
              una shell interattiva al ricevimento di un segnale SIGWINCH.
       MAIL   Se questo parametro è impostato a un nome di file o di directory e la  variabile  MAILPATH  non  è
              impostata,  bash  informa l'utente dell'arrivo di posta nel file specificato o nella directory del
              formato Maildir.
       MAILCHECK
              Specifica la frequenza (in secondi) con cui bash controlla la posta. Il valore  predefinito  è  60
              secondi.  Quando  è il momento di controllare la posta, la shell lo fa prima di mostrare il prompt
              primario. Se questa variabile non è impostata, o è impostata a un valore che  non  sia  un  numero
              maggiore o uguale a zero, la shell disabilita il controllo della posta.
       MAILPATH
              Una  lista  di nomifile separati da due punti, da usare per il controllo della posta. Il messaggio
              che deve essere stampato all'arrivo dei messaggi in un particolare  file  può  essere  specificato
              separando  il  nome-file dal messaggio con un `?'. Quando viene usato nel testo del messaggio $_ è
              espanso al nome del file di posta corrente. Per esempio:
              MAILPATH='/var/mail/bfox?"You have mail":~/shell-mail?"$_ has mail!"'
              Bash fpuò essere configurato per fornire un valore predefinito per questa variabile non c'è nessun
              valore  predefinito),  ma il posizionamento dei file di posta degli utenti utilizzato è dipendente
              dal sistema (per esempio, /var/mail/$USER).
       OPTERR Se impostato al valore 1, bash mostra i  messaggi  di  errore  generati  dal  comando  incorporato
              getopts  (si  veda  COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).  OPTERR è inizializzato ad 1 ogni
              volta che viene invocata la shell o viene eseguito uno script di shell.
       PATH   Il percorso di ricerca dei comandi. È un elenco di directory separate da due punti, nelle quali la
              shell  cerca  i  comandi  (si  veda  ESECUZIONE  DEI  COMANDI più avanti). Un nome di directory di
              lunghezza zero (nulla) nel valore di PATH indica la directory corrente. Un nome di directory nullo
              può  apparire  come  una serie di due punti adiacenti, o come due punti all'inizio o alla fine. Il
              percorso predefinito è dipendente dal sistema ed  è  impostato  dall'amministratore  che  installa
              bash. Un valore frequente è ``/usr/local/bin:/usr/local/sbin:/usr/bin:/usr/sbin:/bin:/sbin''.
       POSIXLY_CORRECT
              Se questa variabile è presente nell'ambiente quando viene avviata bash, la shell entra in modalità
              posix prima di leggere i file di avvio, come se  l'opzione  di  invocazione  --posix  fosse  stata
              specificata.  Se è impostata mentre la shell è in esecuzione, bash abilita la modalità posix, come
              se il comando set -o posix fosse stato eseguito.   Quando  la  shell  entra  in   modalità  posix,
              imposta questa variabile se non fosse già impostata.
       PROMPT_COMMAND
              If  this  variable is set, and is an array, the value of each set element is executed as a command
              prior to issuing each primary prompt.  If this is set but not an array variable, its value is used
              as a command to execute instead.
       PROMPT_DIRTRIM
              Se  impostata  a  un numero maggiore di zero, il valore è usato come il numero di componenti della
              directory finale da conservare quando si espandono i caratteri protetti della stringa di prompt \w
              e \W (si veda PROMPTING più avanti). I caratteri rimossi sono sostituiti da un'ellissi.
       PS0    Il  valore  di  questo  parametro è espanso (si veda STRINGHE DI PROMPT più avanti) e visualizzato
              dalle shell interattive dopo aver letto un comando e prima che il comando venga eseguito.
       PS1    Il valore di questo parametro è espanso (si veda STRINGHE DI  PROMPT  più  avanti)  e  usato  come
              stringa del prompt primario. Il valore predefinito è“\s-\v\$”.
       PS2    Il  valore di questo parametro è espanso allo stesso modo di PS1 ed è usato come stringa di prompt
              secondario. Il valore predefinito è “> ”.
       PS3    Il valore di questo parametro è usato come prompt per il comando select (si veda GRAMMATICA  DELLA
              SHELL sopra).
       PS4    Il  valore  di questo parametro è espanso allo stesso modo di PS1 ed il valore è stampato prima di
              ogni comando che bash mostra durante un trace di esecuzione. Il primo carattere del valore espanso
              di  PS4  è replicato tante volte, quanto necessario, per indicare livelli multipli di indirezione.
              Il valore predefinito è “+”.
       SHELL  Questa variabile si espande al percorso completo della shell. Se non è impostata quando  la  shell
              viene avviata, bash le assegna il percorso completo della shell di login dell'utente corrente.
       TIMEFORMAT
              Il  valore  di  questo parametro è usato come stringa di formato per specificare come dovrà essere
              mostrata l'informazione su data e ora per pipeline aventi come prefisso la parola riservata  time.
              Il  carattere  % introduce una sequenza di formattazione che è espansa a un valore di data e ora o
              ad altre informazioni. Le sequenze di formattazione e il loro  significato  sono  i  seguenti;  le
              parentesi quadre denotano parti opzionali.
              %%        Una % letterale.
              %[p][l]R  Il tempo trascorso in secondi.
              %[p][l]U  Il numero di secondi di utilizzo della CPU in modalità utente.
              %[p][l]S  Il numero di secondi di utilizzo della CPU in modalità sistema.
              %P        La percentuale di utilizzo della CPU, calcolata come (%U + %S) / %R.

              a parte opzionale p è una cifra che specifica la precisione, il numero di cifre frazionali dopo il
              separatore decimale. Un valore pari a 0 fa sì che nessun  separatore  decimale  o  frazione  venga
              inserito  nell'output.  Possono  essere  specificate  al  massimo tre posizioni dopo il separatore
              decimale; valori di p maggiori di 3 sono cambiati a 3. Se p non  è  specificato  è  utilizzato  il
              valore 3.

              La  parte  opzionale l specifica un formato più lungo, inclusi i minuti, nella forma MMmSS.FFs. Il
              valore di p determina se la frazione è inclusa o meno.

              Se   questa   variabile   non   è   impostata,   bash   agisce   come   se   avesse   il    valore
              $'\nreal\t%3lR\nuser\t%3lU\nsys\t%3lS'.   Se   il  valore  è  nullo,  non  viene  mostrata  alcuna
              informazione di tempo. Una newline finale è aggiunta quando la stringa di formato è visualizzata.
       TMOUT  Se impostato a un valore maggiore di zero,  TMOUT  è  trattato  come  il  tempo  limite  (timeout)
              predefinito  per  il  comando  incorporato  read. Il comando  select viene terminato se non riceve
              input dopo TMOUT secondi quando l'input proviene da un terminale.  In  una  shell  interattiva  il
              valore  è interpretato come il numero di secondi di attesa per l'input dopo l'emissione del prompt
              primario.  Bash termina dopo aver aspettato per quel numero di secondi  se  non  arriva  una  riga
              completa di input.
       TMPDIR Se  impostato,  bash  usa  il  suo  valore  come  nome  della directory nella quale bash crea file
              temporanei a uso della shell.
       auto_resume
              Questa variabile controlla il modo con cui la shell interagisce con l'utente e con il job-control.
              Se  questa  variabile  è  impostata,  dei  comandi  semplici  composti  da  una  sola parola senza
              ridirezioni sono considerati come candidati per la ripresa di un job in esecuzione che  sia  stato
              sospeso.   Non  è  possibile  alcuna  ambiguità; se vi è più di un job che comincia con la stringa
              digitata, è scelto il job su cui si è effettuato l'accesso più recentemente. Il  nome  di  un  job
              sospeso,  in  questo  contesto,  è  la  riga di comando usata per avviarlo. Se impostato al valore
              exact, la stringa fornita deve essere esattamente uguale al nome di un job fermo; se  impostato  a
              substring,  la stringa fornita deve combaciare con una sottostringa del nome di un job sospeso. Il
              valore substring fornisce funzionalità analoghe all'identificatore del job %? (si veda JOB CONTROL
              più  avanti).   Se  impostato a qualsiasi altro valore, la stringa fornita deve essere un prefisso
              del nome di un job sospeso;  questo  consente  funzionalità  analoghe  all'identificatore  di  job
              %string.
       histchars
              Sono  i  due  o  tre  caratteri che controllano l'espansione della cronologia e la suddivisione in
              token (si veda ESPANSIONE DELLA CRONOLOGIA più avanti).  Il primo  carattere  è  il  carattere  di
              espansione della cronologia, il carattere che segnala l'inizio di una espansione della cronologia,
              normalmente `!'. Il secondo carattere è il carattere di sostituzione  rapida,  che  è  usato  come
              scorciatoia  per  rieseguire  il  comando  precedentemente  inserito,  sostituendo una stringa con
              un'altra nel comando. Il valore predefinito è `^'.  Il terzo carattere, opzionale, è il  carattere
              che  indica  che  il  resto della riga è un commento, quando è trovato come primo carattere di una
              parola, normalmente `#'. Il carattere di commento della cronologia fa sì che la sostituzione della
              cronologia  venga  saltata  per le rimanenti parole sulla riga. Esso non fa necessariamente sì che
              l'analizzatore della shell tratti il resto della riga come un commento.

   Array
       Bash fornisce variabili array monodimensionali indicizzate e associative. Ogni variabile può essere usata
       come  un  array  indicizzato; il comando incorporato declare dichiara esplicitamente un array. Non c'è un
       limite massimo per la dimensione di un array, né alcuna richiesta che gli elementi  siano  indicizzati  o
       assegnati  in  modo  contiguo.  Gli  array indicizzati sono referenziati usando numeri interi (incluse le
       espressioni aritmetiche) e  cominciano  con  l'indice  zero.  Gli  array  associativi  sono  referenziati
       utilizzando stringhe arbitrarie.  Salvo che sia diversamente indicato, gli indici degli array indicizzati
       devono essre interi non negativi.

       Un array indicizzato è creato automaticamente se gli  è  assegnata  una  qualsiasi  variabile  usando  la
       sintassi  nome[deponente]=valore.  Il  deponente  (indice  dell'array)  è  trattato  come  un'espressione
       aritmetica che deve risultare un numero.  Per  dichiarare  esplicitamente  un  array  indicizzato,  usare
       declare  -a  nome  (si  veda  COMANDI  INCORPORATI  DELLA SHELL più avanti). È anche accettato declare -a
       nome[deponente]; il deponente viene ignorato.

       Array associativi sono creati usando declare -A nome.

       Per una variabile array possono essere specificati degli  attributi  utilizzando  i  comandi  incorporati
       declare e readonly. Ogni attributo si applica a tutti gli elementi di un array.

       Agli  elementi dell'array vengono assegnati valori usando assegnamenti composti della forma nome=(valore1
       ... valoren), dove ogni valore può essere della  forma  [deponente]=stringa.  Le  assegnazioni  di  array
       indicizzati  non  richiedono  nient'altro  che stringa. Ogni valore nella lista è espanso usando tutte le
       espansioni della shell descritte più avanti  in  ESPANSIONE.   Quando  si  fanno  assegnamenti  ad  array
       indicizzati,  se  vengono  fornite  le  parentesi  opzionali e il deponente, l'elemento viene assegnato a
       quell'indice; altrimenti l'indice dell'elemento assegnato è l'ultimo indice già utilizzato  aumentato  di
       uno. L'indicizzazione parte da zero.

       When  assigning  to  an  associative  array,  the words in a compound assignment may be either assignment
       statements, for which the subscript is required, or a list of words that is interpreted as a sequence  of
       alternating  keys  and  values:  name=(  key1  value1 key2 value2 ...).  These are treated identically to
       name=( [key1]=value1 [key2]=value2 ...).  The first word in the list determines how the  remaining  words
       are  interpreted;  all  assignments  in a list must be of the same type.  When using key/value pairs, the
       keys may not be missing or empty; a final missing value is treated like the empty string.

       Questa sintassi è accettata anche dal comando incorporato declare. Elementi singoli di un  array  possono
       essere  assegnati  con  la  sintassi  nome[deponente]=valore  introdotta  più  sopra.   Quando  si  fanno
       assegnamenti a un array indicizzato, se  nome  è  indicizzato  da  un  numero  negativo,  quel  numero  è
       interpretato  come  relativo  all'  indice  massimo  di  nome aumentato di uno, perciò indici negativi si
       conteggiano dalla fine dell'array all'indietro, e un indice -1 corrisponde all'ultimmo elemento.

       Qualsiasi elemento di un  array  può  essere  referenziato  con  ${nome[deponente]}.  Le  parentesi  sono
       richieste  per  evitare conflitti con l'espansione di percorso. Se deponente è @ o *, la parola espande a
       tutti gli elementi di nome. Questi deponenti differiscono  solo  quando  la  parola  appare  inclusa  fra
       virgolette.  Se la parola è quotata con virgolette, ${nome[*]} espande a una singola parola col valore di
       ogni elemento dell'array separato dal primo carattere della variabile speciale IFS, e ${nome[@]}  espande
       ogni  elemento di nome come una parola separata. Quando non c'è l'elemento di array, ${nome[@]} è espanso
       alla stringa nulla. Se l'espansione quotata con virgolette si trova dentro una parola,  l'espansione  del
       primo  parametro  è  legato  con  la  parte  iniziale  della parola originale, e l'espansione dell'ultimo
       parametro è legato con l'ultima parte  della  parola  originale.  Questo  è  analogo  all'espansione  dei
       parametri  speciali  * e @ (si veda Parametri speciali sopra). ${#nome[deponente]} espande alla lunghezza
       di ${nome[deponente]}. Se deponente è * o @, l'espansione è il numero  di  elementi  dell'array.   Se  il
       deponente  usato  per  referenziare  un  elemento  di un array indicizzato risulta, dopo l'espansione, un
       numero minore di zero, è interpretato come relativo all' indice  massimo  dell'array  aumentato  di  uno,
       perciò  indici  negativi  si  conteggiano  dalla fine dell'array all'indietro, e un indice -1 corrisponde
       all'ultimo elemento.

       Referenziare una variabile array senza specificare un deponente equivale a referenziare  l'array  con  un
       deponente  pari a zero.  Ogni riferimento a una variabile usando un deponente valido è consentito, e bash
       creerà un array se necessario

       Una variabile array è considerata impostata se ad un deponente è stato assegnato un valore.   La  stringa
       nulla è un valore valido.

       È possibile ottenere sia le chiavi (indici) che i valori di un array. ${!nome[@]} e ${!nome[*]} espandono
       agli indici assegnati nella variabile array nome.  Quando  è  fra  virgolette  il  trattamento  è  simile
       all'espansione dei parametri speciali @ e * posti tra virgolette.

       Il comando incorporato unset è usato per annullare gli array. unset nome[deponente] annulla l'elemento di
       array a indice deponente, sia per gli array indicizzati sia per quelli associativi.   Deponenti  negativi
       di array indicizzati vengono interpretati come descritto in precedenza. Annullare l'ultimo elemento di un
       array non annulla la variabile. unset nome, dove nome è un array, o unset nome[deponente], dove deponente
       è * o @, rimuove l'intero array.

       When  using  a  variable  name  with a subscript as an argument to a command, such as with unset, without
       using the word expansion syntax described above, the argument  is  subject  to  pathname  expansion.   If
       pathname expansion is not desired, the argument should be quoted.

       Ciascuno dei comandi incorporati declare, local e readonly accetta un'opzione -a per specificare un array
       indicizzato e un'opzione -A per specificare un array associativo. Se vengono fornite entrambe le opzioni,
       -A ha la precedenza. Il comando incorporato read accetta un'opzione -a per assegnare a un array una lista
       di parole lette dallo standard input. I comandi incorporati set e declare mostrano i valori di  array  in
       modo che da essere riutilizzabili come assegnamenti.

ESPANSIONE

       L'espansione  è eseguita sulla riga di comando dopo che essa è stata divisa in parole. Vi sono sette tipi
       di espansione effettuati: espansione delle  parentesi  graffe,  espansione  della  tilde,  espansione  di
       parametro  e  variabile,  sostituzione  di  comando,  espansione  aritmetica,  suddivisione  in  parole e
       espansione di percorso.

       L'ordine di espansione è: espansione delle  parentesi  graffe,  espansione  della  tilde,  espansione  di
       parametro  e di variabile, espansione aritmetica, e sostituzione di comando (fatta da sinistra a destra);
       suddivisione in parole; ed espansione di percorso.

       Sui sistemi che la supportano, è disponibile  un'espansione  aggiuntiva:  la  sostituzione  di  processo.
       Questa  è  effettuata  contemporaneamente  come  espansione  della  tilde,  di  parametro, di variabile e
       aritmetica, e come sostituzione di comando.

       Una volta effettuale queste espansioni, i caratteri di quotatura presenti nella parola originale  vengono
       rimossi, a meno che siano essi stessi quotati (rimozione dei segni di quotatura)

       Solo  l'espansione  delle  parentesi graffe, la suddivisione in parole e l'espansione di percorso possono
       cambiare il numero di parole dell'espansione; le altre espansioni espandono una  singola  parola  in  una
       singola parola.  La sola eccezione a questo sono le espansioni di “$@” e "${nome[@]}", e in molti casi $*
       and ${name[*]} come spiegato sopra (si vedi PARAMETRI).

   Espansione delle parentesi graffe
       Espansione delle parentesi graffe  è  un  meccanismo  con  il  quale  possono  essere  generate  stringhe
       arbitrarie.  Questo meccanismo è simile all'espansione di percorso, ma non è necessario che i file il cui
       nome è generato esistano.  I modelli cui si applica l'espansione delle parentesi graffe hanno la forma di
       un  preambolo  opzionale,  seguito  da  una  serie  di  stringhe separate da virgola o una espressione di
       sequenza racchiusa fra parentesi graffe, seguite da un'appendice opzionale.  Il preambolo  è  preposto  a
       ogni  stringa  contenuta dentro le parentesi graffe e l'appendice è poi appesa a ogni stringa risultante,
       espandendo da sinistra a destra.

       Le espansioni delle parentesi graffe possono essere nidificate. Il risultato di ogni stringa espansa  non
       viene ordinato; è conservato l'ordine da sinistra a destra. Per esempio, a{d,c,b}e si espande in `ade ace
       abe'.

       Un'espressione di sequenza prende la forma {x..y[..incr]}, dove x e y sono o numeri  interi  o  caratteri
       singoli  e  incr,  un  incremento  opzionale,  è  un  numero  intero.  Se  si  specificano numeri interi,
       l'espressione espande a ogni numero fra x e y, incluso,. Ai numeri interi specificati può essere aggiunto
       uno  0  iniziale  per costringere ogni termine ad avere la stessa ampiezza. Quando x o y iniziano con uno
       zero, la shell tenta di forzare tutti  i  termini  generati  a  contenere  lo  stesso  numero  di  cifre,
       aggiungendo  degli  zeri  ove  necessario.  Se  si  specificano  caratteri,  l'espressione espande a ogni
       carattere lessicograficamente compreso fra x e y, incluso, usando il C locale predefinito. Da notare  che
       entrambi  x  e y devono essere dello stesso tipo.  Quando fornito, l'incremento è usato per distinguere i
       termini. L'incremento predefinito è 1 o -1 a seconda del caso.

       L'espansione delle parentesi graffe è  effettuata  prima  di  qualsiasi  altra  espansione,  e  qualunque
       carattere  speciale  per  uso  delle  altre  espansioni  viene  lasciato  com'era  nel risultato.  Essa è
       strettamente testuale. Bash non applica alcuna interpretazione sintattica al contesto  dell'espansione  o
       al testo tra parentesi graffe.

       Un'espansione  delle  parentesi  graffe  correttamente  formata  deve  contenere  una parentesi graffa di
       apertura e una di chiusura, non quotate, e almeno una virgola non  quotata.  Qualunque  espansione  delle
       parentesi  graffe  erroneamente formata è lasciata inalterata. Una { o , può essere quotata con una barra
       inversa per evitare che venga considerata parte di  un'espressione  fra  parentesi  graffe.  Per  evitare
       conflitti  con  l'espansione  di  parametro,  la  stringa  ${ non dà luogo all'espansione delle parentesi
       graffe, e inibisce l'espansione delle parentesi graffe fino alla  } di chiusura.

       Questo costrutto è tipicamente usato come abbreviazione quando  il  prefisso  comune  delle  stringhe  da
       generare è più lungo che negli esempi sopra:

              mkdir /usr/local/src/bash/{old,new,dist,bugs}
       o
              chown root /usr/{ucb/{ex,edit},lib/{ex?.?*,how_ex}}

       L'espansione  delle  parentesi graffe introduce una lieve incompatibilità con le versioni tradizionali di
       sh. sh non tratta le parentesi graffe aperte e chiuse, specialmente quando esse appaiono  come  parte  di
       una  parola,  e  le  conserva  in  uscita. Bash rimuove le parentesi graffe dalle parole come consequenza
       dell'espansione delle parentesi graffe. Per esempio, una parola data a sh come file{1,2} appare  identica
       nell'output.  La stessa parola è data in output come file1 file2 dopo l'espansione operata da bash. Se si
       desidera una stretta compatibilità con sh si avvia bash con l'opzione +B  o  si  disabilita  l'espansione
       delle  parentesi  graffe  con  l'opzione  +B  al comando set (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più
       avanti).

   Espansione della tilde
       Se una parola comincia con un carattere tilde (`~') non quotato, tutti i caratteri che precedono la prima
       barra [/] non quotata (o tutti i caratteri, se non vi è alcuna barra) sono considerati un prefisso tilde.
       Se nessuno dei caratteri nel prefisso tilde è quotato, i caratteri nel prefisso tilde che segue la  tilde
       sono  trattati  come  un  possibile nome di login. Se questo nome di login è la stringa nulla, la tilde è
       sostituita con il valore del parametro HOME. Se  HOME  viene  annullato,  è  invece  sostituita  la  home
       directory  dell'utente che sta eseguendo la shell. Altrimenti, il prefisso tilde è sostituito con la home
       directory associata al nome di login specificato.

       Se il prefisso tilde è un `~+' il valore della variabile di shell PWD sostituisce il prefisso  tilde.  Se
       il  prefisso  tilde è un `~-', il valore della variabile di shell OLDPWD, se impostato, viene sostituito.
       Se il carattere che segue la tilde nel prefisso tilde è un numero N, con un  prefisso  opzionale   `+'  o
       `-',  il  prefisso tilde è sostituito dal corrispondente elemento dallo stack di directory, come dovrebbe
       essere mostrato dal comando incorporato dirs invocato col prefisso tilde come argomento. Se il  carattere
       che segue la tilde nel prefisso tilde è un numero non preceduto da un segno `+' o `-', viene assunto `+'.

       Se il nome di login non è valido o l'espansione della tilde non ha successo, la parola rimane invariata.

       Ogni assegnamento di variabile è controllato per prefissi tilde non quotati che seguono immediatamente un
       : o il primo =. In questi casi viene effettuata l'espansione della  tilde.  Di  conseguenza,  si  possono
       usare  nomi  di  file con delle tilde negli assegnamenti a PATH, MAILPATH e CDPATH, e la shell assegna il
       valore espanso.

       Bash also performs tilde expansion on  words  satisfying  the  conditions  of  variable  assignments  (as
       described  above  under  PARAMETERS)  when they appear as arguments to simple commands.  Bash does not do
       this, except for the declaration commands listed above, when in posix mode.

   Espansione di parametro
       Il carattere `$' introduce  l'espansione  di  parametro,  la  sostituzione  di  comando,  o  l'espansione
       aritmetica.  Il  nome  o  simbolo del parametro che dev'essere espanso può essere racchiuso tra parentesi
       graffe, che sono opzionali ma servono a proteggere la variabile che deve  essere  espansa  dai  caratteri
       immediatamente seguenti, che potrebbero essere interpretati come parte del nome della variabile stessa.

       Quando  vengono  usate  le parentesi graffe, la parentesi graffa finale corrispondente è la prima `}' non
       protetta da una barra inversa o da stringhe quotate, e non parte di un'espansione aritmetica inclusa,  di
       una sostituzione di comando o di un'espansione di parametro.

       ${parametro}
              Il  valore  di  parametro  è  sostituito. Le parentesi graffe sono richieste quando parametro è un
              parametro posizionale con più di una cifra, o quando parametro è seguito da un carattere  che  non
              deve  essere  interpretato  come  parte  del suo nome.  Il parametro  è un parametro di shell come
              descritto sopra (PARAMETRI) o un riferimento a un array (Array).

       Se il primo carattere di parametro è un punto esclamativo (!), e parametro non è un  nameref,   introduce
       un  livello  di  indirezione.  Bash  usa il valore formato espandento il resto di parametro come il nuovo
       parametro; questo è poi  espanso  e  quel  valore  è  usato  nel  resto  dell'espansione,  piuttosto  che
       l'espansione  del  parametro  originario.  Questa  è  conosciuta  come  espansione indiretta. Il valore è
       soggetto all'espansione della tilde, espansione di parametro,  sostituzione  di  comando,  ed  espansione
       aritmetica.  Se  parametro  è un nameref, questo espande al nome del parametro referenziato da  parametro
       invece di effettuare  l'espanzione  indiretta  completa.  Le  eccezioni  a  ciò  sono  le  espansioni  di
       ${!prefisso*}  e  ${!nome[@]}  descritte  più avanti. Il punto esclamativo deve seguire immediatamente la
       parentesi graffa iniziale per introdurre l'indirezione.

       In ognuno dei casi sotto riportati, parola è soggetta a espansione della tilde, espansione di  parametro,
       sostituzione di comando ed espansione aritmetica.

       Quando  non  sta  effettuando  l'espansione  della  sottostringa,  usando le forme documentate più avanti
       (p.es., :-), Bash controlla se un parametro non è impostato o è nullo. L'omissione dei due punti  provoca
       il solo controllo di un parametro non impostato.

       ${parametro:-parola}
              Usa  i  valori  predefiniti.  Se parametro non è impostato o è nullo, è sostituita l'espansione di
              parola. Altrimenti, il valore di parametro è sostituito.
       ${parametro:=parola}
              Assegna i valori predefiniti. Se parametro non è impostato o è nullo,  l'espansione  di  parola  è
              assegnata  a  parametro.  Il  valore di parametro è quindi sostituito. I parametri posizionali e i
              parametri speciali non possono essere assegnati in questo modo.
       ${parametro:?parola}
               una segnalazione di errore se è nullo o è stato annullato. Se  parametro  è  nullo  o  è  stato
              annullato, l'espansione di parola (o un messaggio di segnalazione, se parola non è presente) viene
              scritta sullo standard error e la shell, se non è interattiva, termina. Altrimenti,  è  sostituito
              il valore di parametro.
       ${parametro:+parola}
              Se  parametro  è  nullo  o  è  stato  annullato,  non è sostituito niente, altrimenti è sostituita
              l'espansione di parola.
       ${parametro:scostamento}
       ${parametro:scostamento:lunghezza}
              Espansione di sottostringa.Espande i caratteri del valore di parametro fino a  lunghezza  partendo
              dal  carattere specificato da scostamento.  Se parametro è @, un array indicizzato con deponente @
              o *, o un nome di un array associativo, il risultato differisce come  descritto  più  avanti.   Se
              lunghezza  viene  omesso, espande alla sottostringa del valore di parametro partendo dal carattere
              specificato da scostamento fino alla fine del valore.  lunghezza e  scostamento  sono  espressioni
              aritmetiche (si veda VALUTAZIONE ARITMETICA più avanti).

              Se  scostamento  è  un numero minore di zero, il valore viene usato come scostamento nei caratteri
              dalla fine del valore di parametro.  Se lunghezza è un numero minore di zero,  viene  interpretato
              come  uno  scostamento in caratteri dalla finedel valore di parametro piuttosto che come un numero
              di caratteri, e l'espansione è rappresentata dai caratteri fra lo scostamento  e  quel  risultato.
              Si  noti  che  uno scostamento negativo dev'essere separato dai due punti da almeno uno spazio per
              evitare che venga confuso con l'espansione di :-.

              Se parametro è @, il risultato è un numero di parametri posizionali pari a lunghezza a partire  da
              scostamento.   Uno  scostamento negativo è interpretato come relativo al parametro posizionale più
              grande aumentato  di  uno,  cosicché  uno  scostamento  di  -1  corrisponde  all'ultimo  parametro
              posizionale.  È un errore di espansione se lunghezza risulta un numero minore di zero.

              Se  parametro  è  un  nome  di  array indicizzato con deponente @ o *, il risultato è un numero di
              elementi dell'array pari a lunghezza a  partire  da  ${parametro[scostamento]}.   Uno  scostamento
              negativo  è  inteso  come relativo al massimo indice dell'array specificato aumentato di uno. È un
              errore di espansione se lunghezza è un numero minore di zero.

              L'espansione di substringa applicata a un array associativo produce risultati indefiniti.

              L'indicizzazione della sottostringa è a base zero  a  meno  che  non  vengano  usati  i  parametri
              posizionali,  nel  qual  caso  l'indicizzazione  parte  da  1  come  impostazione predefinita.  Se
              scostamento è 0, e vengono usati i parametri posizionali, alla lista è aggiunto il prefisso $0.

       ${!prefisso*}
       ${!prefisso@}
              Nomi corrispondenti al prefisso. Espande ai nomi delle variabili i cui nomi iniziano con prefisso,
              separati  dal  primo  carattere  della variabile speciale IFS. Quando viene usato @ e l'espansione
              appare tra virgolette, ogni nome di variabile si espande in una parola separata.

       ${!nome[@]}
       ${!nome[*]}
              Lista delle chiavi di array. Se nome è una variabile array, espande alla  lista  degli  indici  di
              array  (chiavi)  assegnati  in  nome. Se nome non è un array, espande a 0 se nome è impostato ed è
              nullo in caso contrario. Quando @ è usato  e  l'espansione  appare  fra  virgolette,  ogni  chiave
              espande a una parola separata.

       ${#parametro}
              lunghezza parametro} È sostituita la lunghezza in caratteri del valore di parametro.  Se parametro
              è * o @, il valore sostituito è il numero di parametri posizionali.  Se parametro  è  un  nome  di
              array  contrassegnato  da  *  o  @  il  valore  sostituito  è il numero di elementi nell'array. Se
              parametro è un nome di array indicizzato con deponente negativo, quel numero è  interpretato  come
              relativo al  massimo  indice di parametro  aumentato di uno, perciò indici negativi si conteggiano
              dalla fine dell'array all'indietro, e un indice -1 corrisponde all'ultimo elemento.

       ${parametro#parola}
       ${parametro##parola}
              Rimozione del suffisso corrispondente al modello. La parola è  espansa  per  produrre  un  modello
              proprio  come nell'espansione di percorso, e confrontata col valore espanso di parametro usando le
              regole descritte più avanti in Modelli di ricerca.   Se il modello corrisponde a una parte  finale
              del   valore  espanso  di parametro, il risultato dell'espansione è il valore espanso di parametro
              con il più corto dei modelli corrispondenti cancellato (nel caso di “#”  )  o  il  più  lungo  dei
              modelli  corrispondenti  cancellato  (nel  caso  di  “##”).  Se parametro è @ o *, l'operazione di
              rimozione del modello è applicata a ognuno dei parametri posizionali, e l'espansione  è  la  lista
              risultante.  Se parametro è una variabile array con deponente @ o *, l'operazione di rimozione del
              modello è applicata a ognuno degli elementi dell'array, e l'espansione è la lista risultante.

       ${parametro%parola}
       ${parametro%%parola}
              Rimozione del suffisso corrispondente al modello. La parola è  espansa  per  produrre  un  modello
              proprio come nell'espansione di percorso,  e confrontata col valore espanso di parametro usando le
              regole descritte più avanti in Modelli di ricerca.  Se il modello corrisponde a una  parte  finale
              del valore espanso di parametro, il risultato dell'espansione è il valore espanso di parametro con
              il più corto dei modelli corrispondenti cancellato (nel caso di “%” ) o il più lungo  dei  modelli
              corrispondenti cancellato (nel caso di “%%”).  Se parametro è @ o *, l'operazione di rimozione del
              modello è applicata a ognuno dei parametri posizionali, e l'espansione è la lista  risultante.  Se
              parametro  è  una  variabile  array  con  deponente @ o *, l'operazione di rimozione del modello è
              applicata a ognuno degli elementi dell'array, e l'espansione è la lista risultante.

       ${parameter/modello/stringa}
              Sostituzione di modello. Il modello è espanso per produrre un modello proprio come nell'espansione
              di  percorso, Parametro è espanso e il suo valore più lungo che corrisponde a modello è sostituito
              con stringa. Il confronto è effettuato usando  le  regole  descritte  più  avanti  in  Modelli  di
              ricerca.   Se  modello  comincia  con  /,  tutte  le corrispondenze di modello sono sostituite con
              stringa.  Normalmente viene sostituita solo la prima corrispondenza.  Se modello comincia  con  #,
              deve  corrispondere  all'inizio  del  valore  espanso di parametro.  Se modello inizia con %, deve
              corrispondere alla fine del valore espanso di parametro.  Se stringa è nulla, le corrispondenze di
              modello  sono  cancellate  e  la  /  che  segue modello può essere omessa.   Se l'opzione di shell
              nocasematch è abilitata, il confronto è  effettuato  senza  distinzione  distinzione  tra  lettere
              maiuscole e minuscole. Se parametro è @ o *, l'operazione di sostituzione è applicata a ognuno dei
              parametri posizionali, e l'espansione è la lista risultante. Se parametro è  una  variabile  array
              con  indice  @ o *, l'operazione di sostituzione è applicata a ognuno degli elementi dell'array, e
              l'espansione è la lista risultante.

       ${parametro^modello}
       ${parametro^^modello}
       ${parametro,modello}
       ${parametro,,modello}
              Modifica minuscolo/maiuscolo. Questa espansione modifica in parametro i  caratteri  alfabetici  da
              minuscolo  a maiuscolo e viceversa. Il modello viene espanso per produrre un modello, proprio come
              nell'espansione del nome di percorso.   Ciascun carattere nel valore espanso di   parametro  viene
              confrontato  con  modello e, se corrisponde al modello, le minuscole/maiuscole vengono convertite.
              Il  modello  potrebbe  non cercare  corrispondenze  con   più  di  un  carattere.   L'operatore  ^
              converte  le  lettere  minuscole  che  corrispondono a modello in lettere maiuscole; l'operatore ,
              converte le lettere maiuscole trovate in lettere minuscole. Le espansioni ^^ e ,, convertono  ogni
              carattere  trovato  nel  valore  espanso;  le  espansioni ^ e , trovano e convertono solo il primo
              carattere nel valore espanso. Se modello è omesso, è trattato come un ?,  che  individua  tutti  i
              caratteri.  Se  parametro  è  @ o *, l'operazione di conversione minuscole/maiuscole è applicata a
              tutti i parametri posizionali successivi, e l'espansione è la lista risultante. Se parametro è una
              variabile array indicizzata con @ o *, l'operazione di conversione minuscole/maiuscole è applicata
              a tutti i successivi elementi dell'array, e l'espansione è la lista risultante.

       ${parametro@operatore}
              Trasformazione di parametro. L'espansione è  o  una  trasformazione  del  valore  di  parametro  o
              un'informazione  su  parametro  stesso,  a seconda del valore di  operatore.  Ogni operatore è una
              sola lettera:

              U      L'espansione è una stringa  che  è  il  valore  di   parametro   coi  caratteri  alfabetici
                     minuscoli convertiti in maiuscolo.
              u      L'espansione  è una stringa che è il valore di  parametro  co primo carattere convertito in
                     maiuscolo, se è alfabetico.
              L      L'espansione è una stringa  che  è  il  valore  di   parametro   coi  caratteri  alfabetici
                     maiuscoli convertiti in minuscolo.
              Q      L'espansione  è  una  stringa  che  è  il  valore  di   parametro   quotato  in  un formato
                     riutilizzabile come input.
              E      L'espansione è una stringa che è il valore di parametro  con  sequenza  di  protezione  con
                     barra inversa espansa come se fosse il meccanismo di quotatura  $'...'.
              P      L'espansione  è  una stringa che è il risutato dell'espansione del valore di parametro come
                     se fosse una stringa di prompt (si veda più avanti STRINGHE D PROMPT).
              A      L'espansione è una stringa nella forma di istruzione di assegnamento o di  comando  declare
                     che, se valutato, ricreerà  parametro coi suoi attributi e col suo valore.
              K      Produces  a  possibly-quoted  version  of the value of parameter, except that it prints the
                     values of indexed and associative arrays as a  sequence  of  quoted  key-value  pairs  (see
                     Arrays above).
              a      L'espansione  è  una  stringa  consistente di valori di flag che rappresentano attirbuti di
                     parametro.

              Se parametro è @ o *, l'operazione è applicata a ognuno dei parametri posizionali, e  l'espansione
              è  la  lista  risultante.   Se parametro è una variabile array con deponente @ o *, l'operazione è
              applicata a ognuno degli elementi dell'array, e l'espansione è la lista risultante.

              Il risultato dell'espansione è  soggetto alla suddivisione in parole e all'espansione di  percorso
              come descritto più avanti..

   Sostituzione di comando
       La sostituzione di comando permette che l'output di un comando rimpiazzi il nome del comando. Vi sono due
       forme:

              $(comando)
       o
              `comando`

       Bash effettua l'espansione eseguendo il comando in un ambiente di subshell e rimpiazzando la sostituzione
       di  comando  con  lo standard output del comando, con ogni newline finale cancellato. I newline intermedi
       non vengono cancellati, ma possono essere rimossi durante la suddivisione in parole. La  sostituzione  di
       comando $(cat file) può essere sostituita dall'equivalente ma più veloce $(< file).

       Quando  è  usata  la  forma  di  sostituzione in vecchio stile con gli apici rovesciati, la barra inversa
       conserva il suo significato letterale tranne quando è seguita da $, `, o \. Il primo apice rovesciato non
       preceduto  da  una  barra  inversa  fa  terminare  la  sostituzione  di  comando.  Quando si usa la forma
       $(comando), tutti i caratteri tra le parentesi formano il comando; nessuno è considerato speciale.

       La sostituzione di comando può essere nidificata. Per nidificare quando si usa la  forma  con  gli  apici
       rovesciati, bisogna far precedere gli apici rovesciati più interni con una barra inversa di protezione.

       Se  la  sostituzione appare tra virgolette, la suddivisione in parole e l'espansione di percorso non sono
       effettuate sui risultati.

   Espansione aritmetica
       L'espansione aritmetica permette la valutazione di una  espressione  aritmetica  e  la  sostituzione  del
       risultato. Il formato per l'espansione aritmetica è:

              $((espressione))

       Il vecchio comando  $[expression]  è deprecato e verrà rimosso nelle prossime versioni di bash.

       L'espressione  è  trattata  come  se  fosse tra virgolette, ma le virgolette dentro le parentesi non sono
       trattate in modo speciale. Tutti i token dell'espressione sono assoggettati a espansione di  parametro  e
       di  variabile,  sostituzione  di  comando e rimozione dei caratteri di quotatura. Il risultato è trattato
       come espressione aritmetica da valutare.  Le espansioni aritmetiche possono essere nidificate.

       Il calcolo è effettuato in accordo con le regole elencate più avanti  sotto  VALUTAZIONE  ARITMETICA.  Se
       espressione  non  è  valida,  bash  stampa un messaggio che indica l'errore e non viene effettuata alcuna
       sostituzione.

   Sostituzione di processo
       La sostituzione di processo consente di far riferimento a un input o a un output di  processo  usando  un
       nome-file.  Essa  prende  la  forma  di  <(lista) o >(lista). La lista di processi è eseguita in modalità
       asincrona, e il suo input o output appare come un nome-file. Il  nome  di  questo  file  è  passato  come
       argomento  al comando corrente come risultato dell'espansione. Se è usata la forma >(lista), la scrittura
       sul file fornisce input per la lista. Se è usata la  forma  <(lista),  il  file  passato  come  argomento
       dovrebbe essere letto per ottenere l'output di lista. La sostituzione di processo è supportata su sistemi
       che supportano  le named pipe (FIFO) o il metodo /dev/fd per denominare i file aperti.

       Su  sistemi  che  la  supportano,  la  sostituzione  di  processo  è  effettuata  allo   stesso   momento
       dell'espansione di parametro e di variabile, della sostituzione di comando e dell'espansione aritmetica.

   Suddivisione in parole
       La  shell  scandisce  il  risultato  dell'espansione  di parametro, sostituzione di comando ed espansione
       aritmetica che non si trovano tra virgolette, per eseguire la suddivisione in parole.

       La shell tratta ogni carattere di IFS come un delimitatore, e suddivide in parole i risultati delle altre
       espansioni  usando  uno  di  questi  caratteri  come  delimitatori  di  campo,  Se il valore di IFS non è
       impostato o il suo valore  è  esattamente  <space><tab><newline>,  il  valore  predefinito,  sequenze  di
       <space>,  <tab>  e  <newline>  all'inizio  e  alla fine dei risultati delle precedenti espansioni vengono
       ignorate, e qualsiasi sequenza di caratteri IFS, che non  siano  all'inizio  o  alla  fine,  servono  per
       delimitare  le parole. Se IFS ha un valore diverso da quello predefinito, allora sequenze di caratteri di
       spaziatura space e tab e newline sono ignorate all'inizio e alla fine della parola, se  il  carattere  di
       spaziatura  è presente nel valore di IFS (un carattere di spaziatura IFS). Qualunque carattere in IFS che
       non è un carattere di spaziatura IFS, insieme  con  qualsiasi  carattere  di  spaziatura  IFS  adiacente,
       delimita  un campo. Una sequenza di caratteri di spaziatura IFS è anche trattata come un delimitatore. Se
       il valore di IFS è nullo, non avviene alcuna suddivisione in parole.

       Argomenti esplicitamente nulli ("" o '') sono  conservati  e  passati  ai  comandi  come  stringa  vuota.
       Argomenti  non  quotati  implicitamente nulli, risultanti  dall'espansione di parametri con valore nullo,
       sono rimossi. Se un parametro con valore nullo è espanso fra virgolette, è considerato un argomento nullo
       ed è conservato e passato a un comando come stringa vuota.  Quando un argomento nullo quotato appare come
       parte di una parola la cui espansione è non-nulla, l'argomento nullo viene rimosso.  Cioè, la parola -d''
       diventa -d dopo la suddiviisone della parola e la rimozione dell'argomento nullo.

       È da notare che se non avviene alcuna espansione non viene effettuata alcuna suddivisione.

   Espansione di percorso
       After  word  splitting,  unless the -f option has been set, bash scans each word for the characters *, ?,
       and [.  If one of these characters appears, and is not quoted, then the word is regarded  as  a  pattern,
       and  replaced  with an alphabetically sorted list of filenames matching the pattern (see Pattern Matching
       below).  If no matching filenames are found, and the shell option nullglob is not enabled,  the  word  is
       left  unchanged.   If  the nullglob option is set, and no matches are found, the word is removed.  If the
       failglob shell option is set, and no matches are found, an error message is printed and  the  command  is
       not  executed.   If  the shell option nocaseglob is enabled, the match is performed without regard to the
       case of alphabetic characters.  Note that when using range expressions like [a-z] (see below), letters of
       the  other  case  may  be  included,  depending  on the setting of LC_COLLATE. When a pattern is used for
       pathname expansion, the character “.” at the start of a name or immediately following  a  slash  must  be
       matched  explicitly,  unless  the shell option dotglob is set.  The filenames “.” and “..” must always be
       matched explicitly, even if dotglob is set.  In other cases, the “.” character is not treated  specially.
       When  matching  a  pathname,  the  slash  character  must  always be matched explicitly by a slash in the
       pattern, but in other matching contexts it can be matched by a special  pattern  character  as  described
       below  under  Pattern  Matching.   See  the description of shopt below under SHELL BUILTIN COMMANDS for a
       description of the nocaseglob, nullglob, failglob, and dotglob shell options.

       La variabile di shell GLOBIGNORE può  essere  usata  per  restringere  la  serie  di  nomi  di  file  che
       corrispondono  a  un modello. Se GLOBIGNORE è impostato, ogni nome di file da confrontare che corrisponde
       anche a uno dei modelli in GLOBIGNORE è rimosso dalla lista dei nomi che corrispondono al modello.  Se  è
       impostata  l'opzione  nocaseglob  , il confronto coi modelli in GLOBIGNORE è effettuata senza distinzione
       tra minuscole e maiuscole.  I nomifile “.” e “..”  sono sempre ignorati quando GLOBIGNORE è  impostato  e
       non  nullo.  Comunque,  impostare GLOBIGNORE a un valore non nullo ha l'effetto di abilitare l'opzione di
       shell dotglob, così da cercare una corrispondenza con tutti gli altri nomifile che iniziano con  un  “.”.
       Per ottenere il comportamento (usato in precedenti versioni) di ignorare i nomifile che iniziano con “.”,
       si deve fare un modello “.*” in GLOBIGNORE. L'opzione dotglob  è  disabilitata  quando  GLOBIGNORE  viene
       annullato. Il modello di ricerca rispetta l'impostazione dell'opzione di shell extglob.

       Modelli di ricerca / espressioni regolari

       Ogni  carattere  che  appare  in  un modello (espressione regolare), tranne quelli speciali descritti qui
       sotto, corrisponde a se stesso. Il carattere NULL non può far parte di un'espressione regolare. Una barra
       inversa segnala come speciale il carattere che segue; la barra inversa è ignorata durante il confronto. I
       caratteri speciali del modello devono essere racchiusi tra apici se si vuole che siano  considerati  così
       come sono scritti.

       I caratteri speciali nelle espressioni regolari hanno i seguenti significati:

              *      Corrisponde  a qualsiasi stringa, inclusa la stringa nulla. Quando è abilitata l'opzione di
                     shell globstar, e in un contesto di espansione del nome di percorso viene usato  *,  due  *
                     adiacenti  usati  come  unico  criterio  di  ricerca  troveranno  tutti i file e zero o più
                     directory e sottodirectory. Se seguito da un /, due * adiacenti troveranno solo directory e
                     sottodirectory.
              ?      Corrisponde a qualsiasi carattere singolo.
              [...]  Corrisponde  a  uno  qualsiasi  dei caratteri racchiusi fra parentesi quadre. Una coppia di
                     caratteri separati da un segno meno denota un'espressione di intervallo, che individua ogni
                     carattere  che  si trova tra quei due caratteri, essi stessi inclusi, usando la sequenza di
                     ordinamento della localizzazione corrente. Se il primo carattere che segue il [ è un ! o un
                     ^  allora  qualsiasi  carattere  non  specificato  è  ritenuto  corrispondente. L'ordine di
                     ordinamento dei caratteri nell'espressione di intervallo è determinato dalla localizzazione
                     corrente  e  dai  valori  delle  variabili di shell LC_COLLATE o LC_ALL , se impostate. Per
                     ottenere l'interpretazione tradizionale  delle  espressioni  d'intervallo,  dove   [a-d]  è
                     equivalente  a  [abcd],  impostare il valore della variabile di shell LC_ALL a C, abilitare
                     l'opzione di shell globasciiranges. Un - può essere specificato includendolo come  primo  o
                     ultimo  carattere  nella  lista.  Una  ]  può  essere  specificata  includendola come primo
                     carattere nella lista.

                     All'interno di [ e ], possono essere specificate classi di  caratteri  usando  la  sintassi
                     [:classe:], dove classe è una delle seguenti classi definite nello standard POSIX:
                     alnum alpha ascii blank cntrl digit graph lower print punct space upper word xdigit
                     Una  classe  di  caratteri  trova una corrispondenza con qualsiasi carattere appartenente a
                     quella classe. La classe di caratteri word individua lettere, cifre e il carattere _.

                     All'interno di [ e ] può essere specificata una  classe  di  equivalenza  con  la  sintassi
                     [=c=],  che  individua  tutti i caratteri con lo stesso grado di ordinamento (come definito
                     dalla localizzazione corrente) del carattere c.

                     All'interno di [ e ] la sintassi [.symbol.] individua il simbolo di ordinamento symbol.

       Se l'opzione di shell extglob è abilitata col comando incorporato  shopt,  vengono  riconosciuti  diversi
       operatori  estesi che descrivono modelli. Nella descrizione seguente, una pattern-list è una lista di uno
       o più modelli separati da una |. Possono essere formati modelli composti usando uno o  più  dei  seguenti
       sotto-modelli:

              ?(pattern-list)
                     Individua zero o una occorrenza dei modelli specificati
              *(pattern-list)
                     Individua zero o più occorrenze dei modelli specificati
              +(pattern-list)
                     Individua una o più occorrenze dei modelli specificati
              @(pattern-list)
                     Individua uno dei modelli specificati
              !(pattern-list)
                     Individua qualsiasi cosa eccetto uno dei modelli specificati

       Complicated  extended pattern matching against long strings is slow, especially when the patterns contain
       alternations and the strings contain multiple matches.  Using separate matches against  shorter  strings,
       or using arrays of strings instead of a single long string, may be faster.

   Rimozione dei caratteri di quotatura
       Dopo  le  precedenti  espansioni, tutte le occorrenze non quotate dei caratteri \, ' e " non originate da
       una delle espansioni di cui sopra sono rimosse.

RIDIREZIONE

       Prima che un comando sia eseguito, i suoi input e output possono essere  ridiretti  usando  una  speciale
       notazione  interpretata  dalla shell. La ridirezione permette ai puntatori  (handle)  ai  file di comando
       di essere duplicati, aperti, chiusi, fatti per far riferimento a file differenti, e può cambiare  i  file
       da  cui  il  comando  legge  o  su  cui scrive.  La ridirezione può anche essere usata per modificare   i
       puntatori ai file nell'ambiente di esecuzione della shell corrente. I seguenti operatori  di  ridirezione
       possono  precedere  o apparire in qualsiasi posizione all'interno di un comando semplice o possono venire
       dopo un comando. Le ridirezioni sono elaborate nell'ordine in cui compaiono, da sinistra a destra.

       Ogni ridirezione che può essere preceduta da un numero di descrittore di file può invece essere preceduta
       da  una  parola  della forma {varname}. In questo caso, per ogni operatore di ridirezione ad eccezione di
       >&- e <&-, la shell allocherà un descrittore di file maggiore o uguale a 10 e lo assegnerà a varname.  Se
       >&-  o  <&-  è preceduto da {varname}, il valore di varname definisce il descrittore di file da chiudere.
       Se viene fornito  {varname},  la  ridirezione   persiste  oltre  l'ambito  del  comando,  consentendo  al
       programmatore di shell di gestire da sé il descrittore di file.

       Nelle  seguenti  descrizioni,  se  il  numero  di  descrittore  di  file  è  omesso, e il primo carattere
       dell'operatore di ridirezione è <, la ridirezione si riferisce allo standard input (descrittore  di  file
       0).  Se  il  primo carattere dell'operatore di ridirezione è >, la ridirezione si riferisce allo standard
       output (descrittore di file 1).

       La parola  che  segue  l'operatore  di  ridirezione  nelle  seguenti  descrizioni,  se  non  diversamente
       specificato,  è  sottoposta  a  espansione  delle parentesi graffe, espansione della tilde, espansione di
       parametro e di variabile, sostituzione di comando, espansione  aritmetica,  rimozione  dei  caratteri  di
       quotatura,  espansione  dei  percorsi e suddivisione in parole. Se si espande a più di una parola bash dà
       una segnalazione di errore.

       È da notare che l'ordine delle ridirezioni è significativo. Per esempio, il comando

              ls > dirlist 2>&1

       dirige sia lo standard output che lo standard error sul file dirlist, mentre il comando

              ls 2>&1 > dirlist

       dirige solo lo standard output sul file dirlist,  poiché  lo  standard  error  è  stato  duplicato  dallo
       standard output prima che lo standard output fosse ridiretto su dirlist.

       Bash   manipola  parecchi  nomi-file  specialmente quando sono usati in ridirezioni, come descritto nella
       tavola seguente.  Se il sistema operativo nel quale Bash è in esecuzione fornisce questi  file  speciali,
       bash userà quelli; altrimenti li emulerà internamente col comportamento descritto più avanti.

              /dev/fd/fd
                     Se fd è un intero valido, il descrittore di file fd è duplicato.
              /dev/stdin
                     Il descrittore di file 0 è duplicato.
              /dev/stdout
                     Il descrittore di file 1 è duplicato.
              /dev/stderr
                     Il descrittore di file 2 è duplicato.
              /dev/tcp/host/porta
                     Se  host  è  un  nome di host valido o un indirizzo Internet, e porta è un numero intero di
                     porta o il nome di un servizio, bash tenta di aprire ilsocket TCP corrispondente.
              /dev/udp/host/porta
                     Se host è un nome di host valido o un indirizzo Internet, e porta è  un  numero  intero  di
                     porta o il nome di un servizio, bash tenta di aprire il socket UDP corrispondente.

       L'insuccesso nell'aprire o creare un file determina l'insuccesso della ridirezione.

       Ridirezioni  con descrittori di file maggiori di 9 dovrebbero essere usate con attenzione, poiché possono
       entrare in conflitto coi descrittori di file usati internamente dalla shell.

       Si noti che il comando incorporato e exec  può fare ridirezioni che hanno effetto nella shell corrente.

   Ridirezione dell'input
       La ridirezione dell'input fa sì che il file il cui nome risulta dall'espansione di parola venga aperto in
       lettura sul descrittore di file n, o come standard input (descrittore di file 0) se n non è specificato.

       Il formato generico per ridirigere l'input è:

              [n]<parola

   Ridirezione dell'output
       La  ridirezione  dell'output fa sì che il file il cui nome risulta dall'espansione di parola venga aperto
       in scrittura sul descrittore di file n, o come standard output  (descrittore  di  file  1)  se  n  non  è
       specificato.  Se  il  file  non  esiste  viene  creato;  se  esiste  viene sovrascritto, come se fosse di
       dimensione zero.

       Il formato generico per ridirigere l'output è:

              [n]>parola

       Se l'operatore di ridirezione è >, e l'opzione noclobber del comando incorporato set è  stata  abilitata,
       la  ridirezione  non  ha successo se il file il cui nome risulta dall'espansione di parola esiste ed è un
       file regolare. Se l'operatore di ridirezione è >|, o l'operatore di ridirezione è > e l'opzione noclobber
       del  comando  incorporato  set  non  è abilitata, la ridirezione è tentata anche se il file denominato da
       parola esiste.

   Accodare l'output ridiretto
       La ridirezione dell'output in questo modalità fa sì che il file il cui nome  risulta  dall'espansione  di
       parola  venga aperto per accodare sul descrittore di file n, o sullo standard output (descrittore di file
       1) se n non è specificato. Se il file non esiste viene creato.

       Il formato generico per accodare l'output è:

              [n]>>parola

   Ridirezione di standard output e standard error
       Con questo costrutto, sia l'uscita dello standard  output  (descrittore  di  file  1)  che  quella  dello
       standard  error  (descrittore  di  file 2) sono ridirette sul file il cui nome risulta dall'espansione di
       parola.

       Vi sono due formati per ridirigere lo standard output e lo standard error:

              &>parola
       e
              >&parola

       Delle due forme, la prima è quella preferita. Questo è semanticamente equivalente a

              >parola 2>&1

       Usando la seconda forma, parola potrebbe non espandersi a un numero o a -.  Se capita, si applicano altri
       operatori  di  ridirezione  (vedi  Duplicazione  dei  descrittori  di  file  più  avanti)  per ragioni di
       compatibilità.

   Accodare Standard Output e Standard Error
       Con questo costrutto, sia l'uscita dello standard  output  (descrittore  di  file  1)  che  quella  dello
       standard error (descrittore di file 2) viene accodata al file il cui nome è l'espansione di parola.

       Il formato per accodare lo standard output e lo standard error è:

              &>>parola

       Questo è semanticamente equivalente a

              >>parola 2>&1

       (si veda Duplicazione dei descrittori di file più avanti).

   Here Document
       Questo  tipo  di  ridirezione  istruisce la shell a leggere l'input dall'input corrente, finché non venga
       incontrata una riga contenente solo delimitatore (senza alcun carattere blank  dopo  la  parola  stessa).
       Tutte  le righe lette fino a quel punto sono quindi usate come standard input (o descrittore di file n se
       è specificato n) per un comando.

       Il formato degli here-document è il seguente:

              [n]<<[-]word
                      here-document
              delimitatore

       Nessuna espansione di parametro  e  di  variabile,  sostituzione  di  comando,  espansione  aritmetica  o
       espansione  di  percorso  è  effettuata  su  parola.  Se  una   qualsiasi  parte  di parola è quotata, il
       delimitatore è il risultato della rimozione dei  caratteri  di  quotatura  da  parola,  e  le  righe  nel
       here-document  non  vengono  espanse.  Se  parola  non  è  quotata, tutte le righe del here-document sono
       soggette a espansione di parametro,  sostituzione  di  comando  ed  espansione  aritmetica,  la  sequenza
       \<newline> è ignorata, e \ deve essere usata per quotare i caratteri \, $ e `.

       e  l'operatore  di  ridirezione  è <<-, tutti i caratteri tab a inizio riga sono eliminati dalle righe in
       inpute dalla riga che contiene delimitatore. Questo permette che un here-document dentro  uno  script  di
       shell possa essere indentato in maniera naturale.

   Here String
       Una variante degli here document, il formato è:

              [n]<<<parola

       La  parola è sottoposta a espansione della tilde, espansione di parametro e di variabile, sostituzione di
       comando, espansione aritmetica e rimozione dei caratteri di quotatura.  L'espanisone  di  percorso  e  la
       suddivisione  in  parole  non  vengono  effettuate.  Il risultato è dato come una stringa singola, con un
       newline finale,  al comando sul suo standard input (o sul descrittore di file n se viene specificato n.

   Duplicazione dei descrittori di file
       L'operatore di ridirezione

              [n]<&parola

       è usato per duplicare descrittori di file di input.  Se  parola  si  espande  in  una  o  più  cifre,  il
       descrittore di file indicato da n è fatto diventare una copia di quel descrittore di file. Se le cifre in
       parola non specificano un descrittore di file aperto per l'input, si verifica un errore  di  ridirezione.
       Se  parola  risulta  essere,  dopo  l'espansione,  -,  il  descrittore di file n viene chiuso. Se n non è
       specificato, è usato lo standard input (descrittore di file 0).

       L'operatore

              [n]>&parola

       è usato in modo analogo per duplicare i descrittori di file di output. Se n non è specificato, è usato lo
       standard  output  (descrittore  di  file 1). Se le cifre in parola non specificano un descrittore di file
       aperto in output, si verifica un errore di ridirezione. Se parola risulta essere, dopo  l'espansione,  -,
       il  descrittore di file file n viene chiuso.Come caso speciale, se n è omesso, e parola non si espande in
       una o più cifre o in -, lo standard  output  e  lo  standard  error  sono  ridiretti  come  descritto  in
       precedenza.

   Muovere i descrittori di file
       L'operatore di ridirezione

              [n]<&cifra-

       muove  il  descrittore di file cifra al descrittore di file n, o allo standard input (descrittore di file
       0) se n non è specificato. cifra è chiuso dopo essere stato duplicato in n.

       Analogamente l'operatore di ridirezione

              [n]>&cifra-

       muove il descrittore di file cifra al descrittore di file n, o allo standard output (descrittore di  file
       1) se n non è specificato.

   Apertura di descrittori di file per lettura e scrittura
       L'operatore di ridirezione

              [n]<>parola

       fa  sì  che il file il cui nome è l'espansione di parola venga aperto sia in lettura che in scrittura sul
       descrittore di file n, o sul descrittore di file 0 se n non è specificato.  Se il file non esiste,  viene
       creato.

ALIAS

       Gli  alias  consentono  di sostituire una stringa con una parola se usata come prima parola di un comando
       semplice. La shell mantiene una lista di alias che possono essere  impostati  e  rimossi  con  i  comandi
       incorporati  alias  e  unalias  (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).  La prima parola di
       ogni comando, se non quotata, viene controllata per vedere se a essa è associato un alias. Se è questo il
       caso,  la  parola è sostituita dal valore dell'alias. I caratteri /, $, ` e =, e ognuno dei metacaratteri
       della shell o i caratteri di quotatura elencati sopra non possono apparire in un nome di alias. Il  testo
       da  sostituire può contenere qualunque input valido per la shell, inclusi i metacaratteri della shell. La
       prima parola del testo così sostituito è controllata per vedere se contiene  alias,  ma  una  parola  che
       coincide  con  l'alias che si sta espandendo non viene espansa una seconda volta. Questo significa che si
       può far interpretare ls come ls -F, per esempio, e bash non tenta di  espandere  ulteriormente  il  testo
       così  sostituito  Se l'ultimo carattere del valore di un alias è un blank, allora la successiva parola di
       comando che segue l'alias è pure controllata per l'espansione di alias.

       Gli alias sono creati ed elencati con il comando alias e rimossi con il comando unalias.

       Non vi è alcun meccanismo per usare argomenti nel testo da sostituire. Se  servono  degli  argomenti,  si
       dovrà usare una funzione di shell (si veda FUNZIONI più avanti).

       Gli  alias  non  sono  espansi  quando  la  shell  non  è  interattiva,  a  meno  che  l'opzione di shell
       expand_aliases non sia  impostata  mediante  shopt  (si  veda  la  descrizione  di  shopt  sotto  COMANDI
       INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).

       Le regole che riguardano la definizione e l'uso degli alias possono facilmente generare confusione.  Bash
       legge sempre almeno una riga completa di input, e tutte le righe che costituiscono un  comando  composto,
       prima  di eseguire qualsiasi comando di quella riga o il comanod composto.  Gli alias sono espansi quando
       un comando è letto, non quando è eseguito. Perciò, una definizione di alias che appaia sulla stessa  riga
       che  contiene  già  un  altro  comando  non ha effetto fino a che non è stata letta la successiva riga di
       input. I comandi che seguono la definizione di un alias su una data riga non sono influenzati da un nuovo
       alias.  Questo  comportamento  è  un  problema  anche quando sono eseguite delle funzioni. Gli alias sono
       espansi quando viene letta una definizione di funzione, non quando la funzione  è  eseguita,  poiché  una
       definizione  di  funzione  è essa stessa un comando. Come conseguenza, gli alias definiti in una funzione
       sono disponibili solo dopo che quella funzione è eseguita. Per maggior sicurezza, conviene  porre  sempre
       le definizioni di alias su una riga separata e non usare alias in comandi composti.

       Quasi  a  tutti  gli  effetti,  le  finalità per cui sono usati gli alias possono essere raggiunte usando
       invece funzioni di shell.

FUNZIONI

       Una funzione di shell, definita come descritto prima in GRAMMATICA DELLA SHELL, immagazzina una serie  di
       comandi  per  una  futura  esecuzione.  Quando  il  nome di una funzione di shell è usato come un nome di
       comando semplice, la lista di comandi associati con quel nome di funzione  viene  eseguita.  Le  funzioni
       sono  eseguite  nel  contesto  della  shell corrente; nessun nuovo processo è creato per interpretarle (a
       differenza di quanto avviene eseguendo uno  script  di  shell).  Quando  una  funzione  è  eseguita,  gli
       argomenti passati alla funzione costituiscono i parametri posizionali della funzione stessa. Il parametro
       speciale # viene aggiornato per riflettere il cambiamento. Il parametro speciale 0 rimane inalterato.  Il
       primo  elemento  della  variabile  FUNCNAME è impostato al nome della funzione durante l'esecuzione della
       funzione.

       Tutti gli altri aspetti dell'ambiente di esecuzione della shell sono identici tra una funzione e  il  suo
       chiamante  con  queste  eccezioni:  la  gestione  dei  segnali DEBUG e RETURN (si veda la descrizione del
       comando incorporato trap sotto COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti), i quali non sono ereditati  a
       meno  che  alla funzione sia stato dato l'attributo trace (si veda la descrizione del comando incorporato
       declare più avanti) o l'opzione di  shell  -o  functrace  sia  stata  abilitata  per  mezzo  del  comando
       incorporato  set  (nel qual caso tutte le funzioni ereditano la gestione dei segnali DEBUG e RETURN) e la
       gestione del segnale ERR non viene ereditata a  meno  che  l'opzione  di  shell  -o  errtrace  sia  stata
       abilitata.

       Variabili  locali alla funzione possono essere dichiarate con il comando incorporato local. Di solito, le
       variabili e i loro valori sono condivise tra la  funzione  e  il  suo  chiamante.   Se  una  variabile  è
       dichiarata  locale,  l'ambito  visibile  delle  variabili  è  ristretto a quella funzione e ai suoi figli
       (comprese le funzioni che chiama).  Le  variabili  locali  oscurano  le  variabili  con  lo  stesso  nome
       dichiarate negli ambiti precedenti. Per esempio, una variabile locale dichiarata in una funzione nasconde
       una variabile globale con lo stesso nome;  i  riferimenti  e  gli  assegnamenti  fanno  riferimento  alla
       variabile  locale,  lasciando  la  variabile  globale  non  modificata. Quando la funzione restituisce un
       risultato, la variabile globale è nuovamente visibile.

       The shell uses dynamic scoping to  control  a  variable's  visibility  within  functions.   With  dynamic
       scoping,  visible  variables  and their values are a result of the sequence of function calls that caused
       execution to reach the current function.  The value of a variable that a function  sees  depends  on  its
       value  within  its  caller,  if any, whether that caller is the "global" scope or another shell function.
       This is also the value that a local variable declaration "shadows", and the value that is  restored  when
       the function returns.

       Per esempio, se una variabile locale var è dichiarata come locale in una funzione  func1, e  func1 chiama
       un'altra funzione  func2, i riferimenti  a  var  fatti  dall'interno  di   func2  si  risolveranno  nella
       variabile locale definita in func1, oscurando qualsiasi variabile globale denominata var.

       The  unset  builtin  also acts using the same dynamic scope: if a variable is local to the current scope,
       unset will unset it; otherwise the unset will refer to  the  variable  found  in  any  calling  scope  as
       described  above.  If a variable at the current local scope is unset, it will remain so until it is reset
       in that scope or until the function returns.  Once the function returns, any instance of the variable  at
       a  previous scope will become visible.  If the unset acts on a variable at a previous scope, any instance
       of a variable with that name that had been shadowed will become visible.

       La variabie FUNCNEST, se impostata a un valore numerico maggiore di 0, definisce un  livello  massimo  di
       nidificazione.  Le  invocazioni  di  funzione  eccedenti tale limite provocano l'interruzione dell'intero
       comando.

       Se il comando incorporato return è eseguito in una funzione, la funzione termina e l'esecuzione  riprende
       con il comando che viene subito dopo la chiamata di funzione. Qualsiasi comando associato con la gestione
       del segnale RETURN viene eseguito prima di riprendere l'esecuzione. Quando una funzione termina i  valori
       dei  parametri  posizionali  e  il  parametro  speciale  #  sono ripristinati ai valori che avevano prima
       dell'esecuzione della funzione.

       I nomi delle funzioni e le definizioni possono essere elencati con l'opzione -f dei  comandi  incorporati
       declare  o  typeset. L'opzione -F di declare o typeset elenca solo i nomi di funzione (e opzionalmente il
       file d'origine e il numero di riga, se l'opzione di shell extdebug  è  abilitata).  Le  funzioni  possono
       essere  esportate,  in  modo che le subshell automaticamente le trovino già definite con l'opzione -f del
       comando incorporato export. Una definizione di funzione può essere cancellata  usando  l'opzione  -f  del
       comando incorporato unset.

       Le  funzioni  possono essere ricorsive. La variabile FUNCNEST può essere usata per limitare la profondità
       dello stack della chiamata di funzione e restringere  il  numero  di  invocazioni  della  funzione.  Come
       impostazione predefinita, nessun limite è posto sul numero di chiamate ricorsive.

VALUTAZIONE ARITMETICA

       La  shell  permette  di  calcolare  espressioni  aritmetiche,  sotto certe circostanze (si veda i comandi
       incorporati let e declare,  il comando composto (( e  Espansione  aritmetica).  Il  calcolo  viene  fatta
       usando interi a larghezza fissa, senza controllo di supero della capacità, sebbene la divisione per 0 sia
       intercettata e segnalata come errore.  Gli operatori e la loro precedenza, associatività e  valori,  sono
       gli stessi del linguaggio C. La seguente lista di operatori è raggruppata per operatori di uguale livello
       di precedenza. I livelli sono elencati in ordine di precedenza decrescente.

       id++ id--
              post-incremento e post-decremento di una variabile
       - +    meno e più unari
       ++id --id
              pre-incremento e pre-decremento di una variabile
       ! ~    negazione logica e "bit a bit"
       **     elevamento a potenza
       * / %  moltiplicazione, divisione, modulo
       + -    addizione, sottrazione
       << >>  scorrimento "bit a bit" a sinistra e a destra
       <= >= < >
              confronto
       == !=  uguaglianza e differenza
       &      AND "bit a bit"
       ^      OR esclusivo "bit a bit"
       |      OR "bit a bit"
       &&     AND logico
       ||     OR logico
       espr?espr:espr
              operatore condizionale
       = *= /= %= += -= <<= >>= &= ^= |=
              assegnamento
       espr1 , espr2
              virgola

       Le variabili di shell possono essere usate come operandi; l'espansione di parametro  è  effettuata  prima
       della  valutazione  dell'espressione. All'interno di un'espressione, le variabili di shell possono essere
       referenziate anche per nome senza bisogno di usare la sintassi di espansione di parametro. Una  variabile
       di shell nulla o rimossa ha valore 0 se referenziata per nome senza l'uso della sintassi di espansione di
       parametro. Il valore di una variabile è valutato come un'espressione aritmetica quando è referenziata,  o
       quando a una variabile a cui è stato dato l'attributo integer con declare -i è stato assegnato un valore.
       Un valore nullo viene considerato come 0. Non c'è bisogno di dichiarare  come  intera  una  variabile  di
       shell per poterla usare in un'espressione.

       Le  costanti  intere  seguono  la  definizione  del  linguaggio  C,  senza  suffissi o o costanti di tipo
       carattere.  Le costanti che iniziano per 0 sono interpretate come numeri ottali. Uno 0x o 0X iniziale  si
       usa  per  indicare  numeri esadecimali. Altrimenti, i numeri prendono la forma [base#]n, dove l'opzionale
       base  è un numero decimale tra 2 e 64 che definisce la base aritmetica, e  n  è  un  numero  espresso  in
       quella base. Se base# è omessa, è usata la base 10. Quando si specifica n, se è richesto un carattere che
       non sia una cifra, le cifre maggiori di 9 sono  rappresentate  dalle  lettere  minuscole,  dalle  lettere
       maiuscole,  e  da  @  e  _,  in  quest'ordine.  Se la base è minore o uguale a 36, le lettere minuscole e
       maiuscole possono essere usate indifferentemente per rappresentare numeri compresi tra 10 e 35.

       Gli operatori sono valutati in ordine di precedenza. Le subespressioni tra parentesi sono valutate  prima
       e possono prevalere sulle regole di precedenza di cui sopra.

ESPRESSIONI CONDIZIONALI

       Le  espressioni  condizionali  sono  usate dal comando composto [[ e dai comandi incorporati test e [ per
       verificare attributi di file ed effettuare comparazioni aritmetiche e fra stringhe.  I comandi test  e  [
       determinano il loro comportamento basato sul numero d argomenti; si veda la descrizione di questi comandi
       per ogni altra azione specifica del comando.

       Le espressioni sono formate dalle seguenti primitive unarie o binarie. Bash  manipola parecchi  nomi-file
       specialmente  quando  sono  usati in espressioni.  Se il sistema operativo nel quale Bash è in esecuzione
       fornisce questi file  speciali,  bash  userà  quelli;  altrimenti  li  emulerà  internamente  con  questo
       comportamento:  se  qualsiasi  argomento  di  file  di  una  delle  primitive è della forma /dev/fd/n, il
       descrittore di file n viene controllato. Se l'argomento  di  file  di  una  delle  primitive  è  uno  tra
       /dev/stdin,  /dev/stdout  o  /dev/stderr,  il  descrittore  di  file  0,  1  o  2, rispettivamente, viene
       controllato.

       Se non diversamente specificato, le primitive che  operano  su  file  utilizzano  eventuali  collegamenti
       simbolici  e  operano  sul file puntato dal collegamento simbolico, invece che sul collegamento simbolico
       stesso.

       Quando vengono usati con [[, gli operatori < e > ordinano lessicograficamente  usando  la  localizzazione
       corrente. Il comando test usa l'ordinamento ASCII.

       -a file
              Vero se file esiste.
       -b file
              Vero se file esiste ed è un file speciale a blocchi.
       -c file
              Vero se file esiste ed è un file speciale a caratteri.
       -d file
              Vero se file esiste ed è una directory.
       -e file
              Vero se file esiste.
       -f file
              Vero se file esiste ed è un file normale.
       -g file
              Vero se file esiste ed è impostato il suo bit set-group-id.
       -h file
              Vero se file esiste ed è un collegamento simbolico.
       -k file
              Vero se file ha il suo “sticky” bit impostato.
       -p file
              Vero se file esiste ed è una named pipe (FIFO).
       -r file
              Vero se file esiste ed è leggibile.
       -s file
              Vero se file esiste ed è di dimensione maggiore di zero byte.
       -t fd  Vero se il descrittore di file fd è aperto e si tratta di un terminale.
       -u file
              Vero se file esiste ed è impostato il suo bit set-user-id.
       -w file
              Vero se file esiste ed è scrivibile.
       -x file
              Vero se file esiste ed è eseguibile.
       -G file
              Vero se file esiste ed è di proprietà del gruppo effettivo dell'utente.
       -L file
              Vero se file esiste ed è un collegamento simbolico.
       -N file
              Vero se file esiste ed è stato modificato dall'ultima volta che è stato letto.
       -O file
              Vero se file esiste ed è di proprietà dell'id utente effettivo.
       -S file
              Vero se file esiste ed è un socket.
       file1 -ef file2
              Vero se file1 e file2 fanno riferimento allo stesso dispositivo e agli stessi numeri di inode.
       file1 -nt file2
              Vero se file1 è più recente (come data di modifica) di file2 o se file1 esiste e file2 no.
       file1 -ot file2
              Vero se file1 è più vecchio di file2, o se file2 esiste e file1 no.
       -o optname
              Vero  se  l'opzione  di  shell  optname  è  abilitata.  Si  veda  l'elenco  delle opzioni sotto la
              descrizione dell'opzione -o al comando incorporato set più avanti.
       -v varname
              Vero se la variabile di shell varname è impostata (le è stato assegnato un valore).
       -R varname
              Vero se la variabile di shell varname è impostata (le  è  stato  assegnato  un  valore)  ed  è  un
              riferimento a un nome.
       -z stringa
              Vero se la lunghezza di stringa è zero.
       stringa
       -n stringa
              Vero se la lunghezza di stringa è diversa da zero.

       stringa1 == stringa2
       stringa1 = stringa2
              Vero  se  le  stringhe sono uguali. Col comando test dovrebbe essere usato = per conformità con lo
              standard POSIX.  Quando è usato col  comando  [[,  effettua  la  ricerca  di  corrispondenze  come
              descritto precedentemente (Comandi composti).

       stringa1 != stringa2
              Vero se le stringhe non sono uguali.

       stringa1 < stringa2
              Vero se, lessicograficamente, stringa1 precede come ordine stringa2.

       stringa1 > stringa2
              Vero se, lessicograficamente, stringa1 segue come ordine stringa2.

       arg1 OP arg2
              OP  è  uno tra -eq, -ne, -lt, -le, -gt o -ge. Questi operatori aritmetici binari risultano veri se
              arg1 è, rispettivamente, uguale, non uguale, minore, minore  o  uguale,  maggiore,  o  maggiore  o
              uguale  ad  arg2. Arg1 e arg2 possono essere numeri interi positivi o negativi. Quando è usato col
              comando [[, Arg1 e Arg2 sono valutati come espressioni aritmetiche  (vedi  VALUTAZIONE  ARITMETICA
              sopra).

ESPANSIONE DI COMANDO SEMPLICE

       Quando  viene  eseguito  un  comando  semplice  la  shell effettua le seguenti espansioni, assegnamenti e
       ridirezioni, da sinistra a destra, nel seguente ordine.

       1.     Le parole che l'analizzatore ha individuato essere assegnamenti di variabile (quelle che precedono
              il nome di comando) oppure ridirezioni vengono messe da parte per un'elaborazione successiva.

       2.     Le  parole  che  non  sono  assegnamenti  di  variabile o ridirezioni sono espanse.  Se è presente
              qualche parola dopo l'espansione, la prima parola è considerata essere il nome del  comando  e  le
              rimanenti parole come argomenti dello stesso.

       3.     Le ridirezioni sono effettuate come descritte prima sotto RIDIREZIONE.

       4.     Il  testo  dopo  =  in  ogni  assegnamento  di  variabile  è  sottoposto a espansione della tilde,
              sostituzione di comando, espansione aritmetica e rimozione dei caratteri  di  quotatura  prima  di
              venir assegnato alla variabile.

       Se  non  risulta  nessun  nome  di comando, gli assegnamenti di variabile influenzano l'ambiente di shell
       corrente. Altrimenti, le variabili sono aggiunte all'ambiente  del  comando  eseguito  senza  influenzare
       l'ambiente  di  shell  corrente.  Se  uno qualsiasi degli assegnamenti tenta di assegnare un valore a una
       variabile in sola lettura, si verifica un errore e il comando è terminato con uno stato diverso da zero.

       Se non risulta nessun nome di comando le ridirezioni sono effettuate ma senza influenzare  l'ambiente  di
       shell  corrente.  Se si verifica un errore di ridirezione il comando è terminato con uno stato diverso da
       zero.

       Se è rimasto un nome di comando dopo l'espansione, l'esecuzione procede come descritto sotto. Altrimenti,
       il  comando  esce.  Se  una delle espansioni conteneva una sostituzione di comando lo stato di uscita del
       comando è lo stato  d'uscita  dell'ultima  sostituzione  di  comando  eseguita.  Se  non  ci  sono  state
       sostituzioni di comando il comando esce con uno stato d'uscita di zero.

ESECUZIONE DI UN COMANDO

       Dopo  che  un  comando  è  stato suddiviso in parole, se esso risulta essere un comando semplice e di una
       lista opzionale di argomenti, sono eseguite le seguenti azioni.

       Se il nome del comando non contiene barra [/], la shell tenta di localizzarla. Se esiste una funzione  di
       shell  con  quel  nome,  viene invocata quella funzione, come descritto prima in FUNZIONI. Se il nome non
       corrisponde a una funzione, la shell lo cerca nella lista dei comandi  incorporati  della  shell.  Se  ne
       viene trovato uno corrispondente, viene invocato quel comando incorporato.

       Se  il  nome  non  è né una funzione di shell né un comando incorporato, e non contiene alcuna barra [/],
       bash cerca tra gli elementi della variabile PATH una directory che contenga un file eseguibile  con  quel
       nome.  Bash  usa una tabella hash [indicizzata] per ricordare i percorsi completi dei file eseguibili (si
       veda hash sotto COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti). Una ricerca completa nelle directory in PATH
       è  effettuata  solo se il comando non viene trovato nella tabella hash. Se la ricerca non ha successo, la
       shell cerca una funzione di shell, già definita, chiamata command_not_found_handle.  Se  questa  funzione
       esiste,  viene  invocata  in  un ambiente di esecuzione separato col comando originale e gli argomenti di
       quest'ultimo come suoi argomenti, e lo stato d'uscita della funzione diventa lo stato d'uscita di  quella
       subshell.  Se  quella funzione non è definita, la shell stampa un messaggio di errore e ritorna uno stato
       d'uscita di 127.

       Se la ricerca ha successo, o se il nome del comando contiene uno o più barre  [/],  la  shell  esegue  il
       programma  indicato in un ambiente di esecuzione separato. L'argomento 0 è impostato al nome specificato,
       e i rimanenti argomenti del comando sono impostati agli argomenti specificati, se presenti.

       Se quest'esecuzione non ha successo perché il file non è in formato  eseguibile  e  il  file  non  è  una
       directory,  si  suppone  che  sia  uno  script di shell, cioè un file che contiene comandi di shell, ed è
       generata una subshell per eseguirlo. Questa subshell reinizializza se stessa, così che l'effetto  è  come
       se  fosse  stata  invocata una nuova shell per gestire lo script, con la differenza che la lista dei nomi
       completi di comando ricordati dalla shell genitrice (si veda hash più avanti  sotto  COMANDI  INCORPORATI
       DELLA SHELL) sono disponibili anche alla shell figlia.

       Se  il  programma  è  un  file  che inizia con #!, il resto della prima riga del file stesso specifica un
       interprete da invocare. La shell esegue l'interprete specificato su sistemi operativi che non  gestiscono
       questo  formato eseguibile essi stessi. Gli argomenti per l'interprete consistono di un singolo argomento
       opzionale che segue il nome dell'interprete  sulla  prima  riga  del  programma,  seguito  dal  nome  del
       programma, seguito dagli argomenti forniti al comando, se ve ne sono.

AMBIENTE DI ESECUZIONE DEL COMANDO

       La shell ha un ambiente di esecuzione, costituito da:

       •      file  aperti  ereditati  dalla shell all'invocazione, come modificati dalle ridirezioni fornite al
              comando incorporato exec

       •      la corrente directory di lavoro come impostata da cd,  pushd  o  popd,  o  ereditata  dalla  shell
              all'invocazione

       •      la  maschera  del  modo  di  creazione  dei  file  come impostata da umask o ereditata dalla shell
              genitrice

       •      i segnali da intercettare impostati da trap

       •      parametri di shell che sono stati impostati da un assegnamento di variabile o con set, o ereditati
              dalla shell genitrice nell'ambiente

       •      funzioni di shell definite durante l'esecuzione o ereditate dalla shell genitrice nell'ambiente

       •      opzioni abilitate all'invocazione (sia in modo predefinito che con argomenti da riga di comando) o
              da set

       •      opzioni abilitate da shopt

       •      alias di shell definiti da alias

       •      vari ID di processo, inclusi quelli dei job in background, il valore di $$ e il valore di PPID.

       Quando un comando semplice, diverso da una funzione incorporata o da una funzione  di  shell,  dev'essere
       eseguito,  viene  invocato  in  un  ambiente  di esecuzione separato che comprende tutto quello che viene
       illustrato qui di seguito. Se non altrimenti notato, i valori sono ereditati dalla shell.

       •      i file aperti della shell, più qualsiasi modificazione e aggiunta specificata dalle ridirezioni al
              comando

       •      la directory di lavoro corrente

       •      la maschera del modo di creazione dei file

       •      variabili  di  shell  e  funzioni  dichiarate esportabili, insieme alle variabili esportate per il
              comando, passate nell'ambiente

       •      i segnali da intercettare come da comando trap dalla shell  sono  riportati  ai  valori  ereditati
              dalla shell genitrice, e i segnali ignorati dalla shell vengono ignorati

       Un  comando  invocato in quest'ambiente separato non può influenzare l'ambiente di esecuzione della shell
       [genitrice].

       Sostituzione di comando, comandi raggruppati fra parentesi  e  comandi  asincroni  sono  invocati  in  un
       ambiente  di  subshell  che  è  un  duplicato  dell'ambiente  di  shell,  con  l'eccezione  che i segnali
       intercettati  dalla  shell  sono  riportati  ai  valori  che  la  shell  eredita  dalla  shell  genitrice
       all'invocazione.  I  comandi  incorporati  che  sono  invocati  come parte di una pipeline sono anch'essi
       eseguiti in un ambiente di subshell. Modifiche fatte all'ambiente di  subshell  non  possono  influenzare
       l'ambiente di esecuzione della shell [genitrice].

       Le  subshell  create per eseguire sostituzioni di comando ereditano il valore dell'opzione -e dalla shell
       genitrice. Quando non è in modalità posix, bash toglie l'opzione -e in tali subshell.

       Se un comando è invocato da un & e il job-control non è attivo, lo  standard  input  predefinito  per  il
       comando  è  il  file  vuoto /dev/null. Altrimenti il comando invocato eredita i descrittori di file della
       shell chiamante come modificati dalle ridirezioni.

AMBIENTE

       Quando viene invocato un programma gli viene dato un array di stringhe chiamato insieme  delle  variabili
       di ambiente. Questa è una lista di coppie nome-valore, della forma nome=valore.

       La  shell  consente  di  manipolare  l'ambiente  in  molti modi. All'invocazione, la shell esamina il suo
       ambiente e crea un parametro per ogni nome trovato, marcandolo automaticamente per  essere  esportato  ai
       processi  figli.  I  comandi  eseguiti  ereditano l'ambiente. I comandi export e declare -x permettono di
       aggiungere o togliere dall'ambiente parametri e funzioni. Se il valore di un parametro  d'ambiente  viene
       modificato,  il  nuovo  valore  diventa parte dell'ambiente, sostituendo il valore precedente. L'ambiente
       ereditato da qualsiasi comando eseguito è costituito dall'ambiente iniziale della  shell,  i  cui  valori
       possono essere modificati nella shell, diminuiti di ogni coppia rimossa dal comando unset, e aumentati da
       ogni aggiunta attraverso i comandi export e declare -x.

       L'ambiente per qualsiasi comando semplice o funzione  può  essere  ampliato  temporaneamente  premettendo
       degli  assegnamenti  di parametro al comando stesso, come descritto prima in PARAMETRI. Queste istruzioni
       di assegnamento influenzano solo l'ambiente utilizzato da quel comando.

       Se è impostata l'opzione -k (si veda il comando incorporato set più avanti), tutti  gli  assegnamenti  di
       parametro  sono  resi  disponibili  nell'ambiente  del comando, non solo quelli che precedono il nome del
       comando.

       Quando bash invoca un comando esterno, la variabile _ viene impostata al nome completo del  percorso  del
       comando, e passato a quel comando nel suo ambiente.

STATO DI USCITA

       Lo stato d'uscita di un comando eseguito è il valore ritornato dalla chiamata di sistema waitpid o da una
       funzione equivalente. Gli stati d'uscita ricadono nell'intervallo fra 0 e 255 anche se, come spiegato più
       avanti,  la  shell  può  usare  valori  superiori a 125 in casi particolari. Anche gli stati d'uscita dei
       comandi incorporati della shell e dei comandi composti sono circoscritti in questo  intervallo.  In  casi
       particolari la shell usa valori speciali per indicare specifiche situazioni di insuccesso.

       Ai  fini  della  shell,  un  comando che termina con uno stato d'uscita zero ha avuto successo. Uno stato
       d'uscita pari a zero indica successo. Uno stato d'uscita diverso da zero indica errore. Quando un comando
       termina su un segnale fatale N, bash usa il valore di 128+N come stato d'uscita.

       Se un comando non viene trovato, il processo figlio creato per eseguirlo ritorna uno stato pari a 127. Se
       un comando viene trovato ma non è eseguibile lo stato di ritorno è 126.

       Se un comando non ha successo a causa di un errore  durante  l'espansione  o  la  ridirezione,  lo  stato
       d'uscita è maggiore di zero.

       I  comandi  incorporati della shell restituiscono uno stato di 0 (vero) in caso di successo, e diverso da
       zero (falso) in caso di errore durante l'esecuzione. Tutti i comandi incorporati restituiscono uno  stato
       d'uscita di 2 per indicare l'uso scorretto,, generalmento opzioni non valide o argomenti mancanti.

       Bash  stessa  ritorna lo stato d'uscita dell'ultimo comando eseguito, a meno che non avvenga un errore di
       sintassi, nel qual caso essa esce con un valore diverso da zero. Si veda  anche  il  comando  incorporato
       exit più avanti.

SEGNALI

       Quando  bash  è  interattiva, in assenza di ogni segnale da intercettare col comando trap, ignora SIGTERM
       (così che kill 0 non uccide una shell interattiva), e SIGINT viene intercettato e gestito  (così  che  il
       comando  incorporato  wait  è  interrompibile).  In  tutti  i  casi,  bash  ignora  SIGQUIT. Se si usa il
       job-control, bash ignora SIGTTIN, SIGTTOU e SIGTSTP.

       I comandi non incorporati invocati da bash hanno i gestori di  segnali  impostati  sui  valori  ereditati
       dalla  shell dalla sua genitrice. Quando non si usa il job-control, i comandi asincroni ignorano SIGINT e
       SIGQUIT. in aggiunta a questi gestori ereditati. I comandi eseguiti come risultato di una sostituzione di
       comando ignorano i segnali di job-control generati da tastiera SIGTTIN, SIGTTOU e SIGTSTP.

       Come  comportamento  predefinito,  la  shell esce al ricevimento di un SIGHUP. Prima di uscire, una shell
       interattiva ri-invia un segnale SIGHUP a tutti i job (richiesti tramite  job-control),  in  esecuzione  o
       sospesi.  Ai  job  sospesi  viene  inviato  un  segnale SIGCONT per essere sicuri che ricevano il segnale
       SIGHUP. Per prevenire l'invio del segnale da  parte  della  shell  a  un  particolare  job,  quest'ultimo
       dovrebbe essere rimosso dalla tabella dei job col comando incorporato disown (si veda COMANDI INCORPORATI
       DELLA SHELL più avanti) o contrassegnato per non ricevere SIGHUP usando disown -h.

       Se l'opzione di shell huponexit è stata impostata con shopt, bash invia un segnale SIGHUP a tutti  i  job
       quando una shell di login interattiva esce.

       Se  bash  è  in  attesa  che  un  comando  finisca  e  riceve  un  segnale per il quale è stato impostata
       un'intercettazione di segnale, il comando relativo alla gestione  del  segnale  viene  eseguito  solo  al
       termine  del  comando.  Quando  bash è in attesa della fine di un comando asincrono attraverso il comando
       incorporato wait, la ricezione di un segnale per il quale un'intercettazione di segnale è stata impostata
       fa  sì  che  il comando incorporato wait termini immediatamente con uno stato d'uscita maggiore di 128, e
       immediatamente dopo viene innescata la gestione del segnale intercettato.

JOB-CONTROL

       Il termine job-control si riferisce alla capacità di fermare (sospendere) selettivamente l'esecuzione  di
       processi  e continuare (riprendere) la loro esecuzione in seguito. Tipicamente, un utente utilizza questa
       possibilità attraverso un'interfaccia interattiva costituita congiuntamente dal driver del terminale  del
       kernel del sistema operativo e da bash.

       La  shell  associa un job a ogni pipeline. Essa mantiene una tabella dei job correntemente in esecuzione,
       che può essere visualizzata con il comando  jobs.  Quando  bash  avvia  un  job  in  modo  asincrono  (in
       background), stampa una riga tipo:

              [1] 25647

       che  indica  che  questo job è il job numero 1 e che l'ID di processo dell'ultimo processo nella pipeline
       associata a questo job è 25647. Tutti i processi in una singola pipeline fanno parte  dello  stesso  job.
       Bash usa l'astrazione job come base per il job-control.

       Per  facilitare  l'implementazione  dell'interfaccia  utente  per  il job-control, il sistema mantiene la
       nozione di ID del gruppo di processi del terminale corrente.  I  membri  di  questo  gruppo  di  processo
       (processi il cui ID del gruppo di processo è uguale all'ID del gruppo di processo del terminale corrente)
       ricevono segnali generati da tastiera, come SIGINT. Si dice che  questi  processi  sono  in  primo  piano
       (foreground - oppure sincroni). I processi in background (sullo sfondo - oppure asincroni) sono quelli il
       cui ID del gruppo di processo differisce da quello del terminale; tali processi sono immuni  dai  segnali
       generati  da  tastiera.  Solo  ai  processi  in  primo  piano  è  permesso di leggere o, se l'utente l'ha
       specificato con stty tostop, scrivere sul terminale. Ai processi nascosti  che  tentano  di  leggere  dal
       terminale  (o  scriverci sopra quando stty tostop è in azione) è inviato un segnale SIGTTIN (SIGTTOU) dal
       driver del terminale del kernel, che, se non intercettato, sospende il processo.

       Se il sistema operativo sul quale bash è in esecuzione supporta  il  job-control,  bash  è  in  grado  di
       utilizzarlo.  Battere  il  carattere  di  sospensione (tipicamente ^Z, Control-Z) mentre un processo è in
       esecuzione, provoca la sospensione di quel processo  e  restituisce  il  controllo  a  bash.  Battere  il
       carattere di sospensione ritardata (tipicamente ^Y, Control-Y) provoca la sospensione del processo quando
       questo tenta di leggere input dal terminale, e la restituzione del controllo a bash. Si può poi  cambiare
       lo  stato di questo job, usando il comando bg per continuarlo in background, il comando fg per riportarlo
       in primo piano, o il comando kill per farlo terminare. Un ^Z ha effetto immediatamente,  e  ha  l'effetto
       collaterale  di  causare  la  perdita  dell'output  in  sospeso  e  del "type ahead" (caratteri immessi a
       terminale ma non ancora passati al programma).

       Vi sono diversi modi per riferirsi a un job nella shell. Il carattere %  designa  una  specifica  di  job
       (jobspec).  Un  job  con numero n può essere indicato come %n. Un job può anche essere indicato usando un
       prefisso del nome usato per avviarlo, o usando una sottostringa che appare nella sua riga di comando. Per
       esempio,  %ce  si  riferisce  a  un  job  sospeso  il  cui nome di comando inizia con  ce. Se un prefisso
       corrisponde a più di un job, bash restituisce un messaggio di  errore.  L'uso  di  %?ce,  d'altra  parte,
       indica qualsiasi job che contiene la stringa ce nella sua riga di comando. Se la sottostringa corrisponde
       a più di un job, bash restituisce un messaggio di errore. I simboli %% e %+ si riferiscono  alla  nozione
       della  shell  del  job  corrente,  ossia  l'ultimo  job  sospeso  mentre  era in primo piano o avviato in
       background. Il job precedente può essere referenziato usando %-. Se c'è un solo  job,  %+  e  %-  possono
       essere  usati  entrambi  per  far  riferimento  a  quel job. Nell'output che riguarda i job (per esempio,
       l'output del comando jobs), il job corrente è sempre segnalato con un +, ed il job precedente con  un  -.
       Un singolo % (senza alcuna specificazione associata) è pure un modo per designare il job corrente.

       La  semplice  menzione di un job può essere usata per riportarlo in primo piano: %1 è un sinonimo per “fg
       %1”, che porta il job 1 dal background al foreground (in primo piano). Nello stesso modo, “%1 &” riprende
       l'esecuzione del job 1 in background, ossia equivale a “bg %1”.

       La  shell  viene  notificata immediatamente ogni volta che un job cambia stato. Normalmente, bash aspetta
       finché non deve stampare un prompt prima di informare dei cambiamenti nello stato di un job, in  modo  da
       non  interrompere  alcun  altro  output.  Se  l'opzione  -b del comando incorporato set è impostata, bash
       riporta tali cambiamenti immediatamente.  Delle  eventuali  istruzioni  di  intercettazione  del  segnale
       SIGCHLD viene eseguita per ogni processo figlio che esce.

       Se  si  tenta di uscire da bash mentre vi sono dei job sospesi(o, se è stata abilitata l'opzione di shell
       checkjobs usando il  comando  incorporato  shopt,  in  esecuzione),  la  shell  stampa  un  messaggio  di
       avvertimento  e, se viene abilitata l'opzione checkjobs, elenca i job e i loro stati. Si può quindi usare
       il comando jobs per controllare il loro stato. Se si fa un secondo tentativo per uscire  senza  immettere
       alcun altro comando, non si riceve più il messaggio di avvertimento e ogni job sospeso viene terminato.

       Quando  la  shell  è  in  attesa  di  un  job  o  di un processo usando il comando incorporato  wait e il
       job-control è abilitato,  wait ritornerà lo stato di completamento  quando  il  job  cambia  stato.   Con
       l'opzione  -f wait attende finché il job o il processo termina prima di ritornare.

STRINGHE DI PROMPT

       Quando  eseguita  interattivamente,  bash  mostra  il  prompt primario PS1 quando è pronta per leggere un
       comando, e il prompt secondario PS2 quando è in attesa di altro input per  completare  un  comando.  Bash
       mostra  PS0  dopo aver letto un comando ma prima di eseguirlo. Bash mostra PS4 come descritto sopra prima
       di tracciare ciascun comando quando è abilitata l'opzione -x.  Bash  permette  di  personalizzare  queste
       stringhe di prompt inserendo un certo numero di caratteri speciali preceduti dalla barra inversa che sono
       decodificati come segue:
              \a     un carattere ASCII di campanello (07)
              \d     la data nel formato "Giorno-della-settimana Mese Giorno" (ad es., "Tue May 26")
              \D{formato}
                     il formato viene passato a strftime(3) e il risultato è inserito nella stringa  di  prompt;
                     un formato vuoto genera una rappresentazione di data/ora specifica della localizzazione. Le
                     parentesi graffe sono obbligatorie
              \e     un carattere ASCII di escape (033)
              \h     il nome dell'host fino al primo `.'
              \H     il nome dell'host
              \j     il numero di job attualmente gestiti dalla shell
              \l     il basename del terminale in cui è eseguita la shell
              \n     newline [su una nuova riga]
              \r     ritorno carrello
              \s     il nome della shell, il basename di $0 (la parte che segue l'ultima barra [/])
              \t     l'ora corrente nel formato HH:MM:SS 24 ore
              \T     l'ora corrente nel formato HH:MM:SS 12 ore
              \@     l'ora corrente nel formato am/pm 12 ore
              \A     l'ora corrente nel formato HH:MM 24 ore
              \u     il nome-utente dell'utente corrente
              \v     la versione di bash (ad es., 2.00)
              \V     la release di bash, versione + livello di patch (ad es., 2.00.0)
              \w     la directory di lavoro corrente, con $HOME abbreviato da una tilde  (usa  il  valore  della
                     variabile PROMPT_DIRTRIM)
              \W     il basename della directory di lavoro corrente, con $HOME abbreviato con una tilde
              \!     il numero nella cronologia del comando attuale
              \#     il numero di comando del comando attuale
              \$     se l'UID effettivo è 0, un #, altrimenti un $
              \nnn   il carattere [ASCII] che corrisponde al numero ottale nnn
              \\     una barra inversa
              \[     marca  l'inizio  di  una  sequenza  di  caratteri  non stampabili, che può essere usata per
                     includere nel prompt una sequenza di controllo del terminale
              \]     marca la fine di una sequenza di caratteri non stampabili

       Il numero del comando e il  numero  nella  cronologia  sono  generalmente  differenti:  il  numero  della
       cronologia  di un comando è la sua posizione nella lista della cronologia, la quale può includere comandi
       preesistenti nel file di cronologia (si veda CRONOLOGIA più avanti), mentre il numero del  comando  è  la
       posizione  nella sequenza dei comandi eseguiti durante la corrente sessione di shell. Dopo che la stringa
       è decodificata, essa è  espansa  attraverso  l'espansione  di  parametro,  la  sostituzione  di  comando,
       l'espansione  aritmetica e la rimozione dei caratteri di quotatura, secondo quanto specificato dal valore
       dell'opzione di shell promptvars (si veda  più  avanti  la  descrizione  del  comando  shopt  in  COMANDI
       INCORPORATI  DELLA  SHELL).  Questo  può  avere  degli effetti collaterali indesiderati se porzioni della
       stringa protette appaiono all'interno di una sostituzione di  comando  o  contengono  caratteri  speciali
       all'espansione di parola.

READLINE

       Questa  è  la libreria che gestisce la lettura dell'input quando si usa una shell interattiva, a meno che
       non si specifichi l'opzione --noediting all'invocazione della shell. La modifica di riga  è  usata  anche
       quando  viene passata l'opzione -e al comando incorporato read. Come comportamento predefinito, i comandi
       per l'editor della riga comandi sono simili a quelli di Emacs. È  anche  disponibile  un'interfaccia  per
       editor  di  riga  in stile vi. La modifica di riga può essere abilitata in ogni momento con le opzioni -o
       emacs o -o vi del comando incorporato set (si veda COMANDI  INCORPORATI  DELLA  SHELL  più  avanti).  Per
       chiudere l'editor di riga dopo l'esecuzione della shell utilizzare l'opzione +o emacs o +o vi del comando
       incorporato set.

   Notazione readline
       In questa sezione, si usa la notazione in stile Emacs per  indicare  i  tasti  da  battere.  I  tasti  di
       controllo  sono  indicati  da C-tasto, per esempio, C-n significa Control-N. In modo simile, i meta tasti
       sono indicati da M-tasto, cioè M-x significa Meta-X. (Sulle tastiere senza un tasto meta,  M-x  significa
       ESC  x,  cioè,  si  preme  il  tasto  Escape  e  poi  il  tasto  x. Questo rende ESC il meta prefisso. La
       combinazione M-C-x significa ESC-Control-x, ossia si preme il tasto Escape poi si tiene il tasto  Control
       mentre si preme il tasto x).

       Ai  comandi readline possono essere specificati argomenti numerici, che normalmente sono dei contatori di
       ripetizione. A volte, tuttavia, è il segno dell'argomento a essere significativo. Passando  un  argomento
       negativo  a  un  comando  che  agisce  in  avanti  (ad es., kill-line), il comando agisce nella direzione
       opposta. I comandi il cui comportamento con gli argomenti è diverso da questo sono indicati più avanti.

       Quando un comando è descritto come eliminazione di testo,  il  testo  cancellato  viene  salvato  per  un
       possibile  riutilizzo  futuro  (yanking).  Il testo eliminato viene salvato in un kill-ring. Eliminazioni
       consecutive provocano l'accumulazione del testo in una unità, che può  essere  recuperata  tutta  in  una
       volta. Comandi che non eliminano testo separano parti di testo nel kill-ring.

   Inizializzazione di Readline
       Readline  è personalizzata inserendo comandi in un file di inizializzazione (il file inputrc). Il nome di
       questo file è preso dal valore della variabile INPUTRC. Se questa variabile  non  è  definita  il  valore
       predefinito è ~/.inputrc.  Se quel file non esiste o non può essere letto, il valore predefinito ultimo è
       /etc/inputrc. Quando un programma che usa la libreria readline viene avviato,  viene  letto  il  file  di
       inizializzazione,  e  vengono  impostate  le associazioni di tasti e assegnate le variabili. Ci sono solo
       alcuni costrutti base consentiti nel file d'inizializzazione di readline. Le righe vuote  sono  ignorate.
       Le  righe  che  iniziano  con  un  #  sono  commenti.  Le  righe che iniziano con un $ indicano costrutti
       condizionali. Le altre righe indicano associazioni di tasti e impostazioni di variabili.

       Le associazioni di tasti predefiniti possono essere cambiate con un file  inputrc.  Altri  programmi  che
       usano questa libreria possono aggiungere i loro propri comandi e associazioni.

       Per esempio, porre

              M-Control-u: universal-argument
       o
              C-Meta-u: universal-argument
       nel file inputrc farebbe eseguire a M-C-u il comando della readline universal-argument.

       Sono  riconosciuti  i  seguenti nomi simbolici di carattere: RUBOUT, DEL, ESC, LFD, NEWLINE, RET, RETURN,
       SPC, SPACE e TAB.

       In aggiunta al nome del comando, readline consente che a un tasto corrisponda una stringa che è  inserita
       quando quel tasto è premuto (una macro).

   Associazioni di tasti readline
       La  sintassi per il controllo delle associazioni dei tasti nel file inputrc è semplice.  Tutto quel che è
       richiesto è il nome del comando o il testo di una macro e una sequenza di tasti alla quale  dovrà  essere
       associato.   Il  nome  può  essere  specificato  in  uno  di  due  modi: come nome simbolico di un tasto,
       eventualmente con i prefissi Meta- o Control-, o come una sequenza di tasti.

       Quando si usa la forma nome-tasto:nome-funzione o macro, nome-tasto è il nome di un tasto in inglese. Per
       esempio:

              Control-u: universal-argument
              Meta-Rubout: backward-kill-word
              Control-o: "> output"

       Negli esempi precedenti, C-u viene collegato alla funzione universal-argument, M-DEL viene collegato alla
       funzione backward-kill-word, e C-o viene collegato all'esecuzione della macro indicata  sul  lato  destro
       (cioè, inserire il testo ``> output'' nella riga).

       Nella  seconda  forma,  "sequenza-tasti":nome-funzione  o  macro, sequenza-tasti differisce da nome-tasto
       visto sopra, per il fatto che la stringa che denota un'intera sequenza di tasti  può  essere  specificata
       ponendo  la  sequenza  fra  virgolette. Alcuni tasti di protezione (escape) nello stile GNU Emacs possono
       essere usati, come nei seguenti esempi, ma i nomi simbolici dei caratteri non si possono utilizzare.

              "\C-u": universal-argument
              "\C-x\C-r": re-read-init-file
              "\e[11~": "Function Key 1"

       In questo esempio, C-u viene ancora collegato alla funzione universal-argument. C-x C-r  viene  collegato
       alla  funzione  re-read-init-file, e ESC [ 1 1 ~ viene collegato all'inserimento del testo ``Function Key
       1''.

       L'insieme completo delle sequenze di protezione (escape) in stile GNU Emacs è
              \C-    prefisso control
              \M-    prefisso meta
              \e     un carattere di escape
              \\     barra inversa
              \"     il carattere "
              \'     il carattere '

       In aggiunta alle sequenze di protezione che iniziano col tasto escape in stile GNU Emacs,  è  disponibile
       un secondo insieme di sequenze di protezione che iniziano con la barra inversa:
              \a     avviso (segnale acustico)
              \b     backspace
              \d     cancella [delete - tasto Del o Canc]
              \f     salto pagina
              \n     newline [su una nuova riga]
              \r     ritorno carrello
              \t     tabulazione orizzontale
              \v     tabulazione verticale
              \nnn   il carattere a otto bit il cui valore è il valore ottale nnn (da una a tre cifre)
              \xHH   il  carattere  a  otto  bit  il  cui  valore  è  il  valore esadecimale HH (una o due cifre
                     esadecimali)

       Quando si inserisce il testo di una macro, apostrofi o virgolette devono essere usati  per  indicare  una
       definizione di macro. Un testo non quotato si suppone che sia un nome di funzione. Nel corpo della macro,
       i segni di protezione \ idescritti  prima  vengono  espansi.  La  barra  inversa  quota  qualsiasi  altro
       carattere nel testo della macro, inclusi " e '.

       Bash  permette  di  mostrare  o  modificare le associazioni correnti dei tasti di readline con il comando
       incorporato bind. La modalità di modifica può essere cambiata durante l'uso interattivo usando  l'opzione
       -o del comando incorporato set (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).

   Variabili readline
       Readline   ha  delle  variabili  che  possono  essere  usate  per  personalizzare  ulteriormente  il  suo
       comportamento. Una variabile può essere impostata nel file inputrc con un'istruzione della forma

              set nome-variabile valore
       o usando il comando incorporato bind (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).

       Tranne dove diversamente indicato, le variabili di readline possono  avere  i  valori  On  o  Off  (senza
       distinzione  fra  maiuscole  e  minuscole). I nomi di variabile non riconosciuti vengono ignorati. Quando
       viene letto un valore di variabile, i valori vuoti o nulli,  "on"  (senza  distinzione  fra  maiuscole  e
       minuscole)  o  "1" sono equivalenti a On. Tutti gli altri valori sono equivalenti a Off. Le variabili e i
       loro valori predefiniti sono:

       bell-style (audible)
              Controlla cosa succede se readline vuole usare il segnalatore acustico del terminale. Se impostato
              a  none,  readline  non  emette alcun segnale. Se impostato a visible, readline usa un segnalatore
              visivo se disponibile. Se impostato a audible, readline tenta di attivare il segnalatore  acustico
              del terminale.
       bind-tty-special-chars (On)
              Se  impostato a On, readline tenta di associare i caratteri di controllo trattati in modo speciale
              dal driver del terminale nel kernel agli equivalenti degli stessi come descritti da readline.
       blink-matching-paren (Off)
              Se impostato a On, readline tenta di muovere rapidamente il  cursore  verso  una  paretesi  aperta
              quando è inserita una parentesi chiusa.
       colored-completion-prefix (Off)
              Se  impostato  a  On,  quando elenca i completamenti, readline visualizza il prefisso comune della
              serie dei possibili completamenti usando un colore diverso. La definizione dei colori viene  presa
              dal valore della variabile d'ambiente LS_COLORS.
       colored-stats (Off)
              Se  impostata  a  On,  readline  visualizza  i  possibili  completamenti usando colori diversi per
              indicare il tipo di file.   Le definizioni  dei  colori  sono  prese  dalla  variabile  d'ambiente
              LS_COLORS.
       comment-begin (“#”)
              La  stringa che è inserita quando è eseguito il comando insert-comment. Questo comando è associato
              a M-# in modalità comandi Emacs e a # in modalità comandi di vi.
       completion-display-width (-1)
              Il numero di colonne sullo schermo per visualizzare le possibili corrispondenze quando si effettua
              il completamento. Il valore è ignorato se è minore di 0 o maggiore della dimensione dello schermo.
              Con un valore di 0 viene visualizzata una corrispondenza per riga. Il valore predefinito è -1.
       completion-ignore-case (Off)
              Se impostato a On, readline effettua l'individuazione  dei  nomi-file  e  il  completamento  senza
              distinguere le lettere maiuscole dalle lettere minuscole.
       completion-map-case (Off)
              Se  impostato  a  On,  e  completion-ignore-case  è  abilitato, readline tratta i trattini (-) e i
              trattini bassi (_) come equivalenti quando effettua una ricerca e completamento di nomifile  senza
              distinzione di minuscolo/maiuscolo.
       completion-prefix-display-length (0)
              La  lunghezza  in  caratteri  del  prefisso  comune  di una lista di possibili completamenti che è
              visualizzata senza modifiche.  Quando è impostata a un valore maggiore di zero, i prefissi  comuni
              più  lunghi  di questo valore sono rimpiazzati da un'ellissi quando vengono visualizzati possibili
              completamenti.
       completion-query-items (100)
              Questo determina a che punto interpellare l'utente  per  visualizzare  i  possibili  completamenti
              generati  dal  comando  possible-completions.  Può  essere impostato a un numero intero maggiore o
              uguale a zero. Se il numero di possibili completamenti è maggiore o uguale  al  valore  di  questa
              variabile, readline chiederà se l'utente desidera vederli o no; altrimenti essi sono semplicemente
              elencati sul terminale.
       convert-meta (On)
              Se impostato a On, readline converte i caratteri con l'ottavo bit uguale a 1  a  una  sequenza  di
              caratteri ASCII eliminando l'ottavo bit e aggiungendo come prefisso un carattere di protezione (in
              pratica, usando l'escape come il prefisso meta).  Il predefinito è Off, ma readline lo imposterà a
              On se la localizzazione contiene caratteri a otto bit.
       disable-completion (Off)
              Se  impostato  a On, readline inibisce il completamento della parola. I caratteri di completamento
              saranno inseriti nella riga come se fossero stati mappati come self-insert.
       echo-control-characters (On)
              Quando è impostato a On,  sui  sistemi  operativi  che  lo  suppportano,  readline  visualizza  un
              carattere corrispondente a un segnale generato dalla tastiera.
       editing-mode (emacs)
              Controlla  se  readline  parte  con  un  insieme  di  associazioni  di  tasti simile a Emacs o vi.
              editing-mode (modalità di modifica) può essere impostato a emacs o a vi.
       emacs-mode-string (@)
              If the show-mode-in-prompt variable is enabled, this string is displayed  immediately  before  the
              last  line  of the primary prompt when emacs editing mode is active.  The value is expanded like a
              key binding, so the standard set of meta- and control prefixes and backslash escape  sequences  is
              available.  Use the \1 and \2 escapes to begin and end sequences of non-printing characters, which
              can be used to embed a terminal control sequence into the mode string.
       enable-bracketed-paste (On)
              When set to On, readline will configure the terminal in a way that will enable it to  insert  each
              paste into the editing buffer as a single string of characters, instead of treating each character
              as if it had been read  from  the  keyboard.   This  can  prevent  pasted  characters  from  being
              interpreted as editing commands.
       enable-keypad (Off)
              Quando  impostato  a  On,  readline tenta di abilitare il tastierino numerico se viene utilizzato.
              Alcuni sistemi richiedono questo per abilitare i tasti-freccia.
       enable-meta-key (On)
              Quando è impostato a On, readline tenta di abilitare qualsiasi  meta  tasto  modificatore  che  il
              terminale  dichiara  di supportare quando viene chiamato. Su molti terminali il meta tasto è usato
              per inviare caratteri a otto bit.
       expand-tilde (Off)
              Se impostato a On, l'espansione della tilde è effettuata quando readline  tenta  il  completamento
              della parola.
       history-preserve-point (Off)
              Se  impostato  a On, il codice che implementa la cronologia tenta di piazzare il cursore nel punto
              in cui si trovava su ogni riga della cronologia visualizzata con previous-history o next-history.
       history-size (unset)
              Definisce il numero massimo di voci salvate  nella  cronologia.   Se  impostata  a  zero,  vengono
              cancellate  tutte  le voci esistenti e nessuna nuova voce viene salvata.  Se impostata a un numero
              minore di zero, il numero di registrazioni è illimitato.  Come impostazione predefinita, il numero
              di  voci  di  cronologia è impostato al valore della variabile di shell HISTSIZE .  Se si tenta di
              impostare history-size a un valore non numerico, il numero massimo di voci della  cronologia  sarà
              500.
       horizontal-scroll-mode (Off)
              Quando  impostato a On, richiede a readline di usare una sola riga per la visualizzazione, facendo
              scorrere l'input in orizzontale su una sola riga dello schermo quando essa risulti più lunga della
              larghezza  dello  schermo,  invece  che  andando  a  capo  su  una nuova riga. Qust'impostazione è
              abilitata automaticamente nei terminali di altezza 1.
       input-meta (Off)
              Se impostato a On, readline abilita l'input  a  otto  bit  (cioè,  non  toglie  l'ottavo  bit  dai
              caratteri che legge), indipendentemente da quello che il terminale dichiara di supportare. Il nome
              meta-flag è un sinonimo per questa variabile.  Il predefinito è Off, ma readline lo imposterà a On
              se la localizzazione contiene caratteri a otto bit.
       isearch-terminators (“C-[C-J”)
              Una  stringa di caratteri che fa terminare una ricerca incrementale senza eseguire successivamente
              il carattere come se fosse un comando. Se a questa  variabile  non  è  stato  dato  un  valore,  i
              caratteri ESC e C-J fanno terminare una ricerca incrementale.
       keymap (emacs)
              Imposta  la  mappa corrente dei tasti di readline. Il set dei nomi validi per le mappe dei tasti è
              emacs, emacs-standard, emacs-meta, emacs-ctlx, vi, vi-command e  vi-insert.  vi  è  equivalente  a
              vi-command;  emacs  è  equivalente  a  emacs-standard. Il valore predefinito è emacs; il valore di
              editing-mode determina anche la mappa dei tasti predefiniti.
       keyseq-timeout (500)
              Specifica quanto tempo readline attenderà un carattere quando legge una sequenza di tasti  ambigua
              (una  che  può formare una sequenza di tasti completa usando l'input letto finora, o può accettare
              un input aggiuntivo per completare una sequenza di tasti più lunga).  Se non riceve  nessun  input
              entro  il  tempo  limite,  readline  userà la sequenza di tasti più corta tra quelle possibili. Il
              valore è specificato in millisecondi, cosicché un valore di 1000 vuol dire che readline  attenderà
              un secondo per un input aggiuntivo.  Se questa variabile è impostata a un valore minore o uguale a
              zero, o a un valore non numerico, readline attenderà fino a che non sia premuto un altro tasto per
              decidere quale sequenza di tasti completare.
       mark-directories (On)
              Se impostata a On, ai nomi delle directory completate è aggiunta una barra [/] alla fine.
       mark-modified-lines (Off)
              Se  impostato a On, le righe della cronologia che sono state modificate sono mostrate precedute da
              un asterisco (*).
       mark-symlinked-directories (Off)
              Se impostato a On, i nomi completati che sono collegamenti simbolici a directory hanno  una  barra
              [/] alla fine (se richiesto tramite mark-directories).
       match-hidden-files (On)
              Questa  variabile,  se  impostata a On, fa sì che readline mostri anche i file i cui nomi iniziano
              con un `.' (file nascosti) quando effettua il completamento del nome-file. Se impostata a Off,  il
              `.' iniziale dev'essere fornito dall'utente come parte del nome-file da completare.
       menu-complete-display-prefix (Off)
              Se  impostato  a  On,  il  completamento  del  menù  visualizza  il prefisso comune della lista di
              possibili completamenti (che può essere vuota) prima di scorrere ciclicamente la lista.
       output-meta (Off)
              Se impostato a On, readline mostra i caratteri con l'ottavo bit impostato direttamente,  piuttosto
              che con una sequenza di protezione avente come prefisso meta. Il predefinito è Off, ma readline lo
              imposterà a On se la localizzazione contiene caratteri a otto bit.
       page-completions (On)
              Se impostato a On, readline usa un paginatore interno simile  a  more  per  mostrare  i  possibili
              completamenti una schermata alla volta.
       print-completions-horizontally (Off)
              Se  impostato a On, readline mostra i completamenti ordinati in ordine alfabetico orizzontalmente,
              piuttosto che dall'alto in basso.
       revert-all-at-newline (Off)
              Se impostato a On, readline annulla tutte le  modifiche  alle  righe  della  cronologia  prima  di
              ritornare,  quando  viene  eseguito  accept-line.  In  modo predefinito, le righe della cronologia
              possono essere modificate e mantengono liste dei singoli anullamenti mediante chiamate a readline.
       show-all-if-ambiguous (Off)
              Questo cambia il comportamento predefinito delle funzioni di completamento. Se impostato a On,  le
              parole  che  hanno  più di un possibile completamento provocano la visualizzazione immediata delle
              coincidenze invece che l'attivazione del segnalatore acustico.
       show-all-if-unmodified (Off)
              Questo cambia il comportamento predefinito delle funzioni di completamento  in  maniera  simile  a
              show-all-if-ambiguous.  Se  impostato  a On, le parole che hanno più di un possibile completamento
              senza alcun possibile completamento parziale (ovvero i possibili  completamenti  non  hanno  alcun
              prefisso   in  comune)  sono  elencate  immediatamente  invece  che  provocare  l'attivazione  del
              segnalatore acustico.
       show-mode-in-prompt (Off)
              Se impostata a On, aggiunge una stringa all'inizio del prompt che indica la modalità di  modifica:
              emacs  (@),  vi  comando  (:)  o  vi inserimento (+).  Le stringhe della modalità sono impostabili
              dall'utente (p.es. emacs-mode-string).
       skip-completed-text (Off)
              Se impostato a On, altera il comportamento predefinito del completamento quando viene inserita una
              corrispondenza nella riga. È attivo solo quando si effettua il completamento a metà di una parola.
              Se abilitato, readline non inserisce, dopo il completamento della  parola,  caratteri  provenienti
              dal completamento che corrispondono ai caratteri della parola da completare che si trovano dopo il
              cursore; in tal modo porzioni di parola che seguono il cursore non vengono duplicati.
       vi-cmd-mode-string ((cmd))
              If the show-mode-in-prompt variable is enabled, this string is displayed  immediately  before  the
              last  line of the primary prompt when vi editing mode is active and in command mode.  The value is
              expanded like a key binding, so the standard set of  meta-  and  control  prefixes  and  backslash
              escape  sequences  is  available.   Use  the  \1  and  \2  escapes  to  begin and end sequences of
              non-printing characters, which can be used to embed a terminal  control  sequence  into  the  mode
              string.
       vi-ins-mode-string ((ins))
              If  the  show-mode-in-prompt  variable is enabled, this string is displayed immediately before the
              last line of the primary prompt when vi editing mode is active and in insertion mode.   The  value
              is  expanded  like  a key binding, so the standard set of meta- and control prefixes and backslash
              escape sequences is available.  Use  the  \1  and  \2  escapes  to  begin  and  end  sequences  of
              non-printing  characters,  which  can  be  used to embed a terminal control sequence into the mode
              string.
       visible-stats (Off)
              Se impostato a On, un carattere che denota un tipo di file come riportato da stat(2) è accodato al
              nome-file durante l'elencazione dei possibili completamenti.

   Costrutto condizionale di readline
       Readline  implementa  un  servizio  simile,  nello  spirito, a quello della compilazione condizionale nel
       preprocessore C, e che permette di effettuare associazioni di tasti e impostazioni di variabili  in  base
       al risultato di test. Vi sono tre direttive di controllo usate.

       $if    Il  costrutto  $if  permette che le associazioni siano fatte in base alla modalità di modifica, al
              terminale in uso o all'applicazione che fa uso di readline. Il testo da verificare, dopo qualsiasi
              operatore  di  confronto,  arriva  fino  alla  fine  della  riga;  a meno che non sia diversamente
              specificato, nessun  carattere che lo delimiti è richiesto.

              mode   La forma mode= della direttiva $if è usata per verificare se readline è in modo emacs o vi.
                     Questo  può  essere  usato  in  congiunzione  con  il  comando set keymap, per esempio, per
                     impostare le associazioni delle mappe dei tasti di  emacs-standard  e  emacs-ctlx  solo  se
                     readline è avviata in modo emacs.

              term   La  forma  term=  può  essere  usata  per includere associazioni di tasti specifiche per un
                     terminale, magari per associare  le  sequenze  di  tasti  emesse  dai  tasti  funzione  dei
                     terminali.  La parola a destra dell' = viene confrontata con il nome completo del terminale
                     e la parte del nome del terminale che precede il primo -. Questo permette,  ad  esempio,  a
                     sun di trovare una corrispondenza sia con sun che con sun-cmd.

              version
                     The  version  test  may  be used to perform comparisons against specific readline versions.
                     The version expands to the current readline  version.   The  set  of  comparison  operators
                     includes  =, (and ==), !=, <=, >=, <, and >.  The version number supplied on the right side
                     of the operator consists of a major version number,  an  optional  decimal  point,  and  an
                     optional minor version (e.g., 7.1). If the minor version is omitted, it is assumed to be 0.
                     The operator may be separated from the string version and from the version number  argument
                     by whitespace.

              application
                     Il costrutto application è usato per includere impostazioni specifiche per un'applicazione.
                     Ogni programma che usa la libreria readline imposta il nome  applicazione,  e  un  file  di
                     inizializzazione  può  poi  fare un test per un particolare valore. Questo può essere usato
                     per associare sequenze di tasti a funzioni utili per uno specifico programma. Per  esempio,
                     il comando seguente aggiunge una sequenza di tasti che quota la parola corrente o la parola
                     precedente in bash:

                     $if Bash
                     # Quota la parola corrente o precedente
                     "\C-xq": "\eb\"\ef\""
                     $endif

              variabile
                     The variable construct provides simple equality tests for readline  variables  and  values.
                     The  permitted comparison operators are =, ==, and !=.  The variable name must be separated
                     from the comparison operator by whitespace; the operator may be separated from the value on
                     the  right  hand  side  by  whitespace.   Both  string and boolean variables may be tested.
                     Boolean variables must be tested against the values on and off.

       $endif Questo comando, come si è visto nell'esempio precedente, fa terminare un comando $if.

       $else  I comandi in questa parte della direttiva $if sono eseguiti se il test non risulta verificato.

       $include
              Questa direttiva prende un unico nome-file come argomento e legge comandi e associazioni  da  quel
              file. Per esempio, la seguente direttiva legge /etc/inputrc:

              $include  /etc/inputrc

   Ricerca
       Readline  è  dotato  di  comandi per cercare nella cronologia dei comandi (si veda CRONOLOGIA più avanti)
       righe contenenti una stringa specifica. Ci sono due modalità di ricerca: incrementale e non-incrementale.

       La ricerca incrementale inizia prima che l'utente abbia finito di immettere la stringa di ricerca. Mentre
       ogni  carattere  della  stringa di ricerca viene battuto, readline mostra la prima linea dalla cronologia
       che corrisponde alla stringa battuta finora. Una ricerca incrementale richiede solamente il numero minimo
       di  caratteri  necessari  per  trovare  l'elemento  della cronologia desiderato. I caratteri presenti nel
       valore della variabile isearch-terminators sono usati per  delimitare  una  ricerca  incrementale.  Se  a
       quella  variabile  non è stato assegnato un valore, i caratteri di Escape e Control-J fanno arrestare una
       ricerca incrementale. Control-G interrompe una ricerca  incrementale  e  ripristina  la  riga  originale.
       Quando  è  terminata  la ricerca, l'elemento della cronologia contenente la stringa di ricerca diventa la
       riga corrente.

       Per trovare altri elementi nell'elenco della cronologia, battere Control-S o Control-R secondo  il  caso.
       Viene  eseguita  così  una  ricerca all'indietro o in avanti nella cronologia del successivo elemento che
       corrisponde alla stringa di ricerca che è stata immessa. Ogni altra sequenza  di  tasti  associata  a  un
       comando  readline  pone  termine  alla ricerca ed esegue il comando presente nella linea. Per esempio, un
       newline provoca l'interruzione della ricerca e accetta la riga, eseguendo  così  il  comando  proveniente
       dall'elenco della cronologia.

       Readline  ricorda  l'ultima  stringa  di ricerca incrementale. Se due Control-R vengono battuti senza che
       siano intervenuti caratteri che definiscono una nuova stringa di ricerca, viene utilizzata la stringa  di
       ricerca memorizzata al momento.

       Le  ricerche  non  incrementali  leggono  l'intera  stringa  di  ricerca  prima di avviare la ricerca per
       individuare righe nella cronologia. La stringa di ricerca può essere battuta dall'utente o  essere  parte
       del contenuto della riga corrente.

   Nomi di comando readline
       La  seguente  è  una  lista  di  nomi  dei  comandi e delle sequenze di tasti predefiniti a cui essi sono
       collegati. Nomi di comando senza una  sequenza  di  tasti  collegata  a  essi  sono  scollegati  in  modo
       predefinito.  Nelle  descrizioni seguenti, punto si riferisce alla posizione corrente del cursore e marca
       alla posizione del cursore salvata col comando set-mark. Il testo fra il punto e la marca è indicato come
       regione.

   Comandi di movimento
       beginning-of-line (C-a)
              Si sposta all'inizio della riga corrente.
       end-of-line (C-e)
              Si sposta alla fine della riga.
       forward-char (C-f)
              Si sposta avanti di un carattere.
       backward-char (C-b)
              Si sposta indietro di un carattere.
       forward-word (M-f)
              Si  sposta  in avanti fino alla fine della parola successiva. Le parole sono composte di caratteri
              alfanumerici (lettere e cifre).
       backward-word (M-b)
              Si sposta indietro all'inizio della parola corrente o  precedente.  Le  parole  sono  composte  di
              caratteri alfanumerici (lettere e cifre).
       shell-forward-word
              Si  sposta  in  avanti  fino  alla  fine  della  parola  successiva.  Le parole sono delimitate da
              metacaratteri di shell non quotati.
       shell-backward-word
              Si sposta indietro all'inizio della parola corrente o precedente. Le  parole  sono  delimitate  da
              metacaratteri di shell non quotati.
       previous-screen-line
              Attempt  to  move  point  to the same physical screen column on the previous physical screen line.
              This will not have the desired effect if the current Readline line does not take up more than  one
              physical line or if point is not greater than the length of the prompt plus the screen width.
       next-screen-line
              Attempt  to  move  point to the same physical screen column on the next physical screen line. This
              will not have the desired effect if the current Readline line does  not  take  up  more  than  one
              physical  line or if the length of the current Readline line is not greater than the length of the
              prompt plus the screen width.
       clear-display (M-C-l)
              Clear the screen and, if possible, the terminal's scrollback buffer, then redraw the current line,
              leaving the current line at the top of the screen.
       clear-screen (C-l)
              Pulisce  lo  schermo,  poi  riproduce  la  riga  corrente, lasciando la riga corrente in cima allo
              schermo. Con un argomento, rilegge la riga corrente senza ripulire lo schermo.
       redraw-current-line
              Rinfresca la riga corrente.

   Comandi per manipolare la cronologia
       accept-line (Newline, Return)
              Accetta la riga senza curarsi di dove sia il cursore. Se questa riga non è vuota, è aggiunta  alla
              lista  della cronologia in accordo con lo stato della variabile HISTCONTROL. Se la riga è una riga
              di cronologia modificata, allora ripristina la riga di cronologia al suo stato originale.
       previous-history (C-p)
              Prende il precedente comando dalla lista della cronologia, spostandosi indietro nella lista.
       next-history (C-n)
              Prende il successivo comando dalla lista della cronologia, spostandosi avanti nella lista.
       beginning-of-history (M-<)
              Si sposta alla prima riga nella cronologia.
       end-of-history (M->)
              Si sposta alla fine della cronologia dell'input, cioè, alla riga che si sta inserendo.
       reverse-search-history (C-r)
              Cerca all'indietro partendo dalla riga corrente spostandosi in `su' attraverso la cronologia  come
              necessario. Questa è una ricerca incrementale.
       forward-search-history (C-s)
              Cerca  in avanti partendo dalla riga corrente e spostandosi in `giù' attraverso la cronologia come
              necessario. Questa è una ricerca incrementale.
       non-incremental-reverse-search-history (M-p)
              Cerca all'indietro attraverso la cronologia, partendo dalla riga  corrente,  una  stringa  fornita
              dall'utente, usando una ricerca non incrementale.
       non-incremental-forward-search-history (M-n)
              Cerca  in  avanti attraverso la cronologia una stringa fornita dall'utente, usando una ricerca non
              incrementale.
       history-search-forward
              Cerca in avanti attraverso la cronologia una stringa di caratteri tra l'inizio della riga corrente
              e il punto del cursore. Questa è una ricerca non incrementale.
       history-search-backward
              Cerca  all'indietro  attraverso  la  cronologia  una  stringa di caratteri tra l'inizio della riga
              corrente e il punto del cursore. Questa è una ricerca non incrementale.
       history-substring-search-backward
              Cerca all'indietro attraverso la cronologia una stringa  di  caratteri  tra  l'inizio  della  riga
              corrente  e  la  posizione  corrente  del  cursore  (il  punto). La stringa di ricerca può cercare
              corrispondenze dovunque in una riga della cronologia. Questa è una ricerca non incrementale.
       history-substring-search-forward
              Cerca in avanti attraverso la cronologia una stringa di caratteri tra l'inizio della riga corrente
              e  il  punto  del  cursore.  La stringa di ricerca può cercare corrispondenze dovunque in una riga
              della cronologia. Questa è una ricerca non incrementale.
       yank-nth-arg (M-C-y)
              Inserisce il primo argomento del comando precedente (generalmente la  seconda  parola  sulla  riga
              precedente) alla posizione del cursore. Con un argomento n, inserisce la n-sima parola del comando
              precedente (le parole nel comando precedente iniziano con la  parola  0).  Un  argomento  negativo
              inserisce  la  n-sima  parola  dalla  fine  del  comando precedente. Una volta che l'argomento n è
              calcolato,  l'argomento  è  estratto  come  se  l'espansione  della  cronologia  "!n"  sia   stata
              specificata.
       yank-last-arg (M-., M-_)
              Inserisce  l'ultimo  argomento  del  comando  precedente (l'ultima parola della precedente riga di
              cronologia). Con un argomento  numerico,  si  comporta  esattamente  come  yank-nth-arg.  Chiamate
              consecutive  a  yank-last-arg  percorrono  l'elenco  della cronologia all'indietro, inserendo ogni
              volta l'ultima parola (o la parola specificata dall'argomento della prima chiamata) di ogni  riga.
              Qualsiasi  argomento  numerico  fornito  a  queste  chiamate  successive determina la direzione di
              scorrimento  nella  cronologia.  Un  argomento  negativo  commuta  la  direzione  di   scorrimento
              (all'indietro  o  in  avanti).  I servizi dell'espansione della cronologia sono usati per estrarre
              l'ultima parola, come se fosse stata specificata l'espansione della cronologia "!$".
       shell-expand-line (M-C-e)
              Espande la riga nello stesso modo in cui lo fa la shell. Questo espande gli alias e la  cronologia
              così  come  tutte  le  parole  della shell. Si veda ESPANSIONE DELLA CRONOLOGIA più avanti per una
              descrizione dell'espansione della cronologia.
       history-expand-line (M-^)
              Effettua l'espansione della cronologia sulla riga corrente. Si veda  ESPANSIONE  DELLA  CRONOLOGIA
              più avanti per una descrizione dell'espansione della cronologia.
       magic-space
              Effettua  l'espansione  della  cronologia  sulla  riga  corrente  e  inserisce uno spazio. Si veda
              ESPANSIONE DELLA CRONOLOGIA più avanti per una descrizione dell'espansione della cronologia.
       alias-expand-line
              Effettua l'espansione degli alias sulla riga corrente. Si veda ALIAS  sopra  per  una  descrizione
              dell'espansione degli alias.
       history-and-alias-expand-line
              Espande la cronologia e gli alias sulla riga corrente.
       insert-last-argument (M-., M-_)
              Un sinonimo di yank-last-arg.
       operate-and-get-next (C-o)
              Accetta  la  riga  corrente per l'esecuzione e prende dalla cronologia la riga successiva a quella
              corrente, per la  modifica.  Un  argomento  numerico,  se  presente,  specifica  l'elemento  della
              cronologia da usare al posto della riga corrente.
       edit-and-execute-command (C-x C-e)
              Invoca un editor sulla riga di comando corrente ed esegue il risultato come comandi di shell. Bash
              tenta di invocare $VISUAL, $EDITOR e emacs come editor, in quest'ordine.

   Comandi per cambiare il testo
       fine-del-file (generalmente C-e)
              Il carattere che indica fine-del-file  come  impostato,  per  esempio,  da  ``stty''.   Se  questo
              carattere viene letto quando non ci sono caratteri sulla riga, e il punto è all'inizio della riga,
              Readline lo interpreta come fine dell'input non vi è alcun carattere nella riga, e ritorna EOF.
       delete-char (C-d)
              Cancella il carattere nel punto del cursore.  Se questa funzione è associata allo stesso carattere
              come il carattere EOF della tty, come C-d normalmente è, si veda sopra per gli effetti.
       backward-delete-char (Rubout)
              Cancella  il  carattere  dopo  il  cursore.  Quando  è  dato un argomento numerico, salva il testo
              cancellato sul kill-ring.
       forward-backward-delete-char
              Cancella il carattere sotto il cursore, a meno che il cursore non sia alla fine  della  riga,  nel
              qual caso il carattere dietro al cursore viene cancellato.
       quoted-insert (C-q, C-v)
              Aggiunge  il  successivo  carattere  battuto  sulla  riga  in modo letterale. Questo è il modo per
              inserire caratteri come C-q, per esempio.
       tab-insert (C-v TAB)
              Inserisce un carattere tab.
       self-insert (a, b, A, 1, !, ...)
              Inserisce il carattere battuto.
       transpose-chars (C-t)
              Trascina il carattere prima del punto  del  cursore  in  avanti  sopra  il  carattere  nel  punto,
              spostando  anche  il punto in avanti. Se il punto è alla fine della riga, traspone i due caratteri
              prima del punto. Argomenti negativi non hanno effetto.
       transpose-words (M-t)
              Trascina la parola prima del punto del cursore dopo la parola oltre il punto, spostando inoltre il
              punto  sopra  quella  parola.  Se  il  punto è alla fine della riga, allora traspone le ultime due
              parole sulla riga.
       upcase-word (M-u)
              Rende maiuscola la parola corrente (o seguente). Con un argomento  negativo,  opera  sulla  parola
              precedente, ma non sposta il punto del cursore.
       downcase-word (M-l)
              Rende  minuscola  la  parola  corrente (o seguente). Con un argomento negativo, opera sulla parola
              precedente, ma non sposta il punto del cursore.
       capitalize-word (M-c)
              Rende maiuscola la prima lettera della parola corrente (o seguente). Con  un  argomento  negativo,
              opera sulla parola precedente, ma non sposta il punto del cursore.
       overwrite-mode
              Alterna fra modalità inserimento e modalità di sovrascrittura. Con un argomento numerico esplicito
              positivo passa alla modalità sovrascrittura. Con un  argomento  numerico  esplicito  non  positivo
              passa  alla  modalità  inserimento. Questo comando riguarda solo la modalità emacs; la modalità vi
              sovrascrive in modo diverso. Ogni chiamata a readline() viene avviata in modalità inserimento.  In
              modalità  sovrascrittura  i caratteri associati a self-insert sostituiscono il testo nel punto del
              cursore  piuttosto  che  sospingere   il   testo   verso   destra.   I   caratteri   associati   a
              backward-delete-char  sostituiscono  il carattere prima del punto con uno spazio. Questo comando è
              non associato in modo predefinito.

   Eliminazione e recupero
       kill-line (C-k)
              Elimina il testo dal punto del cursore fino alla fine della riga.
       backward-kill-line (C-x Rubout)
              Elimina all'indietro fino all'inizio della riga.
       unix-line-discard (C-u)
              Elimina all'indietro dal punto del cursore fino all'inizio della riga. Il  testo  eliminato  viene
              salvato nel kill-ring.
       kill-whole-line
              Elimina tutti i caratteri sulla riga corrente, non importa dove sia il punto del cursore.
       kill-word (M-d)
              Elimina  dal  punto  del  cursore fino alla fine della parola corrente o, se tra parole, fino alla
              fine della successiva parola. I delimitatori di parola sono gli stessi usati da forward-word.
       backward-kill-word (M-Rubout)
              Elimina la parola dietro il punto del cursore. I delimitatori di parole sono gli stessi  usati  da
              forward-word.
       shell-kill-word
              Elimina  dal  punto  del  cursore fino alla fine della parola corrente o, se tra parole, fino alla
              fine  della  parola  successiva.  I  delimitatori   di   parola   sono   gli   stessi   usati   da
              shell-forward-word.
       shell-backward-kill-word
              Elimina  la  parola dietro il punto del cursore. I delimitatori di parola sono gli stessi usati da
              shell-backward-word.
       unix-word-rubout (C-w)
              Elimina la parola dietro il punto del cursore, usando  gli  spazi  bianchi  come  delimitatori  di
              parola. Il testo eliminato è salvato nel kill-ring.
       unix-filename-rubout
              Elimina  la  parola prima del punto del cursore, usando uno spazio bianco e il carattere barra [/]
              come delimitatori di parola. Il testo eliminato è salvato nel kill-ring.
       delete-horizontal-space (M-\)
              Cancella tutti gli spazi e i tab attorno al punto del cursore.
       kill-region
              Elimina il testo nella regione corrente.
       copy-region-as-kill
              Copia il testo nella regione sul kill buffer.
       copy-backward-word
              Copia la parola prima del punto del cursore sul kill buffer. I delimitatori  di  parola  sono  gli
              stessi di backward-word.
       copy-forward-word
              Copia  la  parola  dopo  il  punto  del cursore sul kill buffer. I delimitatori di parola sono gli
              stessi di forward-word.
       yank (C-y)
              Copia il contenuto in cima al kill-ring e lo pone nel buffer nel punto del cursore.
       yank-pop (M-y)
              Ruota il kill-ring, e copia la nuova cima. Funziona solo dopo yank o yank-pop.

   Argomenti numerici
       digit-argument (M-0, M-1, ..., M--)
              Aggiunge questa cifra all'argomento che sta già accumulando, o  inizia  un  nuovo  argomento.  M--
              avvia un argomento negativo.
       universal-argument
              neitherneitherQuesto  è un altro modo per specificare un argomento. Se il comando è seguito da una
              o più cifre, opzionalmente con un segno meno iniziale, queste cifre definiscono l'argomento. Se il
              comando è seguito da cifre, eseguendo universal-argument di nuovo termina l'argomento numerico, ma
              a parte questo viene ignorato. Come caso speciale, se questo comando è seguito  immediatamente  da
              un  carattere che non è né una cifra né un segno meno, il contatore degli argomenti per il comando
              successivo è moltiplicato per quattro. Il contatore è  inizialmente  uno,  così  eseguendo  questa
              funzione  la  prima  volta  il  contatore  diventa  quattro, la seconda volta il contatore diventa
              sedici, e così via.

   Completamento
       complete (TAB)
              Tenta di effettuare il completamento del testo che precede il punto del  cursore.  Bash  tenta  il
              completamento  trattando il testo, rispettivamente, come una variabile (se il testo inizia con $),
              nome di utente (se il testo comincia con ~), nome di host (se il testo comincia con @)  o  comando
              (inclusi  alias  e  funzioni).  Se  nessuno  di  questi  produce  un  risultato,  viene tentato il
              completamento del nome-file.
       possible-completions (M-?)
              Elenca i possibili completamenti del testo che precede il punto del cursore.
       insert-completions (M-*)
              Inserisce tutti i completamenti del testo che precede il punto del  cursore  che  sarebbero  stati
              generati da possible-completions.
       menu-complete
              Simile  a  complete,  ma  sostituisce la parola da completare con una corrispondenza singola dalla
              lista dei possibili completamenti. Un'esecuzione ripetuta di menu-complete  scorre  la  lista  dei
              possibili  completamenti,  inserendo  una  corrispondenza  alla  volta.  Alla fine della lista dei
              completamenti viene emesso un segnale acustico (dipendente dall'impostazione di bell-style)  e  il
              testo  originale è ripristinato. Con un argomento n si sposta di n posizioni in avanti nella lista
              dei completamenti individuati; può essere usato un argomento negativo per  spostarsi  all'indietro
              nella lista. Questo comando è da associare normalmente al tasto TABP, però non è associato in modo
              predefinito.
       menu-complete-backward
              Identico a menu-complete, ma si muove in senso inverso nella lista  dei  possibili  completamenti,
              come  se  menu-complete  avesse  ricevuto  un  argomento negativo. Come comportamento predefinito,
              questo comando non ha restrizioni.
       delete-char-or-list
              Cancella il carattere sotto il cursore se non si trova all'inizio o alla fine della riga (simile a
              delete-char). Se è alla fine della riga, si comporta in modo identico a possible-completions. Come
              comportamento predefinito, questo comando non è associato.
       complete-filename (M-/)
              Tenta il completamento del nome del file sul testo che precede il punto del cursore.
       possible-filename-completions (C-x /)
              Elenca i possibili completamenti del testo che precede il punto del cursore, trattandolo  come  un
              nome-file.
       complete-username (M-~)
              Tenta  il  completamento  del  testo che precede il punto del cursore, trattandolo come un nome di
              utente.
       possible-username-completions (C-x ~)
              Elenca i possibili completamenti del testo che precede il punto del cursore, trattandolo  come  un
              nome di utente.
       complete-variable (M-$)
              Tenta  il completamento del testo che precede il punto del cursore, trattandolo come una variabile
              di shell.
       possible-variable-completions (C-x $)
              Elenca i possibili completamenti del testo che precede il punto del cursore, trattandolo come  una
              variabile di shell.
       complete-hostname (M-@)
              Tenta  il  completamento  del  testo che precede il punto del cursore, trattandolo come un nome di
              host.
       possible-hostname-completions (C-x @)
              Elenca i possibili completamenti del testo che precede il punto del cursore, trattandolo  come  un
              nome di host.
       complete-command (M-!)
              Tenta  il completamento del testo che precede punto del cursore, trattandolo come nome di comando.
              Il completamento di comando tenta di far combaciare il  testo  confrontandolo  con  alias,  parole
              riservate,  funzioni di shell, comandi incorporati di shell e, da ultimo, nomi-file eseguibili, in
              quest'ordine.
       possible-command-completions (C-x !)
              Elenca i possibili completamenti del testo che precede il punto del cursore, trattandolo  come  un
              nome di comando.
       dynamic-complete-history (M-TAB)
              Tenta  il completamento del testo che precede il cursore, confrontando il testo con le righe della
              cronologia cercando le possibili corrispondenze di completamento.
       dabbrev-expand
              Tenta il completamento del menù sul testo che precede il punto del cursore, confrontando il  testo
              con le righe della lista della cronologia cercando le possibili corrispondenze di completamento.
       complete-into-braces (M-{)
              Effettua il completamento del nome-file e insericse la lista dei possibili completamenti racchiusi
              tra parentesi graffe, rendendo la lista  disponibile  per  la  shell  (si  veda  Espansione  delle
              parentesi graffe sopra).

   Macro di tastiera
       start-kbd-macro (C-x ()
              Inizia a salvare i caratteri battuti nella corrente macro di tastiera.
       end-kbd-macro (C-x ))
              Smette di salvare i caratteri battuti nella corrente macro di tastiera e memorizza la definizione.
       call-last-kbd-macro (C-x e)
              Riesegue l'ultima macro di tastiera definita, facendo sì che i caratteri nella macro appaiano come
              se fossero stati battuti sulla tastiera.
       print-last-kbd-macro ()
              Stampa l'ultima macro di tastiera definita in un formato adatto per il file inputrc.

   Varie
       re-read-init-file (C-x C-r)
              Legge il contenuto del file inputrc, e incorpora ogni associazione o assegnamento di variabile che
              trova.
       abort (C-g)
              Annulla  il  corrente comando di mmodifica ed emette il segnale acustico del terminale (dipendente
              dall'impostazione di bell-style).
       do-lowercase-version (M-A, M-B, M-x, ...)
              Se il carattere x battuto assieme al tasto Meta  è  maiuscolo,  esegue  il  comando  collegato  al
              corrispondente carattere minuscolo.  Il comportamento è indefinito se x è già minuscolo.
       prefix-meta (ESC)
              Definisce come tasto Meta il successivo carattere battuto.  ESC f è equivalente a Meta-f.
       undo (C-_, C-x C-u)
              Undo incrementale, memorizzato separatamente per ogni riga.
       revert-line (M-r)
              Annulla tutti i cambiamenti fatti su questa riga. Questo è come eseguire il comando undo un numero
              di volte sufficiente a riportare la riga al suo stato iniziale.
       tilde-expand (M-&)
              Effettua l'espansione della tilde sulla parola corrente.
       set-mark (C-@, M-<space>)
              Imposta la marca in corrispondenza del punto del cursore. Se viene fornito un  argomento  numerico
              la marca viene impostato a quella posizione.
       exchange-point-and-mark (C-x C-x)
              Scambia  il  punto  del  cursore  con la marca. La posizione corrente del cursore è impostata alla
              posizione salvata, e la vecchia posizione del cursore è salvata come marca.
       character-search (C-])
              Viene letto un carattere e il punto del cursore  è  spostato  all'occorrenza  successiva  di  quel
              carattere. Un contatore negativo cerca occorrenze precedenti.
       character-search-backward (M-C-])
              Viene  letto  un  carattere  e  il  punto del cursore è spostato all'occorrenza precedente di quel
              carattere. Un contatore negativo cerca occorrenze successive.
       skip-csi-sequence
              Legge abbastanza caratteri da esaurire una sequenza di combinazione di tasti come quelle  definite
              per  tasti  quali  Home  e  End. Queste sequenze iniziano con un Control Sequence Indicator (CSI),
              generalmente ESC-[. Se questa sequenza è collegata a "\[", i tasti che producono tali sequenze non
              hanno  alcun  effetto, a meno che non siano collegati esplicitamente a un comando readline, invece
              di inserire caratteri sparsi nel buffer di modifica. Come impostazione predefinita, questo comando
              non ha restrizioni, ma in genere è collegato a ESC-[.
       insert-comment (M-#)
              Senza un argomento numerico il valore della variabile readline comment-begin è inserito all'inizio
              della  riga  corrente.  Se  è  fornito  un  argomento  numerico  questo  comando  agisce  come  un
              interruttore:  se  i caratteri all'inizio della riga non corrispondono al valore di comment-begin,
              il valore viene inserito, altrimenti i caratteri in comment-begin vengono  cancellati  dall'inizio
              della  riga.  In  entrambi i casi la riga viene accettata come se fosse stato battuto un codice di
              fine riga (newline). Il valore predefinito di comment-begin fa sì che questo comando trasformi  la
              riga corrente in un commento di shell. Se un argomento numerico provoca la rimozione del carattere
              di commento, la riga verrà eseguita dalla shell.
       glob-complete-word (M-g)
              La parola prima del punto del cursore è trattata come un modello per  l'espansione  del  percorso,
              con  un  asterisco  aggiunto alla fine implicitamente. Questo modello viene usato per generare una
              lista di nomi di file corrispondenti a possibili completamenti.
       glob-expand-word (C-x *)
              La parola prima del punto del cursore è trattata come un modello per l'espansione del percorso,  e
              la  lista  dei  nomi-file  individuati  viene inserita, sostituendo la parola. Se viene fornito un
              argomento numerico viene aggiunto alla fine un asterisco prima dell'espansione del percorso.
       glob-list-expansions (C-x g)
              Viene mostrata la lista delle espansioni che sarebbero state generate  da  glob-expand-word  e  la
              riga  è  ridisegnata.  Se  viene  fornito  un  argomento  numerico,  un asterisco è aggiunto prima
              dell'espansione del percorso.
       dump-functions
              Stampa tutte le funzioni e le loro associazioni di tasti sul file di  output  di  readline.  Se  è
              fornito  un  argomento numerico, l'output è formattato in modo tale da poter essere inserito in un
              file inputrc.
       dump-variables
              Stampa tutte le variabili readline impostabili e i loro valori sul file di output di readline.  Se
              viene fornito un argomento numerico l'output è formattato in modo tale da poter essere inserito in
              un file inputrc.
       dump-macros
              Stampa tutte le sequenze di tasti readline associate a macro e le stringhe da  loro  prodotte.  Se
              viene fornito un argomento numerico l'uscita è formattata in modo tale da poter essere inserito in
              un file inputrc.
       display-shell-version (C-x C-v)
              Mostra l'informazione sulla versione della corrente istanza di bash.

   Completamento programmabile
       Quando viene tentato il completamento della parola per un argomento  di  un  comando  per  il  quale  una
       specifica  di  completamento  (una  compspec)  è stata definita col comando incorporato complete (si veda
       COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti), vengono invocati i servizi di completamento programmabile.

       Per prima cosa viene identificato il nome del comando. Se la  parola  del  comando  è  la  stringa  vuota
       (completamento tentato all'inizio di una riga vuota), viene usato ogni compspec definito con l'opzione -E
       di complete. Se un comspec è stato definito per quel comando, il comspec è usato per  generare  la  lista
       dei  possibili  completamenti per la parola. Se il nome del comando è un percorso completo di file, viene
       ricercato per primo un comspec per il percorso completo. Se non  viene  trovato  nessun  comspec  per  il
       percorso  completo viene fatto un tentativo per trovare un comspec per la porzione che segue la barra [/]
       finale. Se queste ricerche non risultano in un compspec,  viene  usato  come  predefinito  ogni  compspec
       definito  con  l'opzione  -D  di  complete.  Se  non  c'è un comspec predefinito, bash tenta l'espansione
       dell'alias sulla parola di comando come ultima alternativa, e tenta di trovare un comspec per  la  parola
       di comando da ogni espansione andata a buon fine.

       Un  volta  trovato  un  comspec, questo è usato per generare la lista delle parole corrispondenti. Se non
       viene trovato un comspec, viene effettuato  il  completamento  di  bash  predefinito  come  descritto  in
       precedenza, sotto Completamento.

       Per  prima cosa, sono usate le azioni specificate dal comspec. Sono restituite solo le corrispondenze che
       iniziano con la parola  che  dev'essere  completata.  Quando  viene  usata  l'opzione  -f  o  -d  per  il
       completamento  del  nome-file  o  della  directory, la variabile di shell FIGNORE è usata per filtrare le
       corrispondenze.

       In seguito, viene generato qualsiasi completamento specificato da un modello di espansione  del  nome  di
       percorso  all'opzione  -G.  Le  parole generate dal modello non devono necessariamente corrispondere alla
       parola che dev'essere completata.  La  variabile  di  shell  GLOBIGNORE  non  è  usata  per  filtrare  le
       corrispondenze, ma viene usata la variabile FIGNORE.

       In  seguito,  viene  considerata la stringa specificata come argomento all'opzione -W. La stringa è prima
       suddivisa usando i caratteri nella variabile speciale IFS come delimitatori. È  rispettata  la  quotatura
       della  shell.  Ogni  parola  viene poi espansa usando espansione delle parentesi graffe, espansione della
       tilde, espansione di parametro e di variabile, sostituzione di comando  ed  espansione  aritmetica,  come
       descritto  in  precedenza,  sotto ESPANSIONE. I risultati sono suddivisi usando le regole sopra descritte
       sotto Suddivisione in parole. I risultati dell'espansione sono confrontati con la  parte  iniziale  della
       parola che dev'essere completata, e quelli che corrispondono diventano i possibili completamenti.

       Dopo  che queste corrispondenze sono state generate, viene invocata qualsiasi funzione di shell o comando
       specificato con le opzioni -F e  -C.  Quando  il  comando  o  funzione  viene  invocata,  alle  variabili
       COMP_LINE,  COMP_POINT,  COMP_KEY  e  COMP_TYPE sono assegnati valori come descritto in precedenza, sotto
       Variabili di shell. Quando una funzione di shell sta per  essere  invocata,  le  variabili  COMP_WORDS  e
       COMP_CWORD  sono pure impostate. Quando viene invocata una funzione o comando, il primo argomento ( $1) è
       il nome del comando i cui argomenti sono stati completati, il secondo argomento (  $2)  è  la  parola  da
       completare  e  il  terzo  argomento  ( $3) è la parola che precede  la parola da completare sulla riga di
       comando corrente. Non viene eseguita nessuna azione di filtro sui completamenti  generati  confrontandoli
       con la parola da completare; la funzione o comando ha libertà completa nel generare le corrispondenze.

       Qualsiasi  funzione  specificata con -F viene invocata per prima. La funzione può usare uno qualsiasi dei
       servizi di shell,  incluso  il  comando  incorporato  compgen  descritto  più  avanti,  per  generare  le
       corrispondenze.  la  funzione deve mettere i possibili completamenti della variabile array COMPREPLY, uno
       per elemento di array.

       In seguito, qualsiasi comando specificato con l'opzione -C viene invocato in un ambiente equivalente alla
       sostituzione  di  comando.  Questo  dovrebbe  stampare  una  lista  di completamenti, uno per riga, sullo
       standard output. Una barra inversa può essere usata per proteggere un newline, se necessario.

       Una volta generati tutti i possibili completamenti,  ogni  filtro  specificato  con  l'opzione  -X  viene
       applicato  alla  lista.  Il filtro è un modello come quello usato per l'espansione di percorso; una & nel
       modello è sostituita col testo della parola da completare. Una & letterale si può indicare con una  barra
       inversa  di  protezione;  la  barra inversa viene rimossa prima della ricerca di una corrispondenza. Ogni
       completamento che corrisponde al modello viene rimosso dalla lista. Un ! iniziale  nega  il  modello;  in
       questo  caso  ogni  completamento  non  corrispondente  al modello viene rimosso.   Se l'opzione di shell
       nocasematch è abilitata, il confronto è effettuato  senza  distinzione  fra  maiuscole  e  minuscole  nei
       caratteri alfabetici.

       Infine,  qualsiasi  prefisso  e suffisso specificato dalle opzioni -P e -S è aggiunto a ogni membro della
       lista di completamento e il risultato è restituito al codice di  completamento  readline  come  lista  di
       completamenti possibili.

       Se  le  azioni  precedentemente  applicate  non  generano  corrispondenze, e a complete era stata fornita
       l'opzione -o dirnames quando era stato definito comspec, viene tentato  il  completamento  come  nome  di
       directory.

       Se a complete era stata fornita l'opzione -o plusdirs quando era stato definito comspec, viene tentato il
       completamento come nomi di directory e qualunque corrispondenza  è  aggiunta  ai  risultati  delle  altre
       azioni.

       Come  comportamento  predefinito,  se viene trovato un comspec, qualsiasi cosa generi viene restituito al
       codice di completamento come insieme  completo  di  completamenti  possibili.  I  completamenti  di  bash
       predefiniti   non  vengono  tentati,  e  la  readline  predefinita  del  completamento  del  nome-file  è
       disabilitata. Se l'opzione -o bashdefault era stata fornita a complete al momento  della  definizione  di
       comspec,  i completamenti predefiniti di bash vengono tentati se il comspec non genera corrispondenze. Se
       l'opzione -o  default  era  stata  fornita  a  complete  al  momento  della  definizione  di  comspec,  i
       completamenti  predefiniti  di readline vengono effettuati se il comspec (e, se tentato, il completamento
       predefinito di bash) non genera corrispondenze.

       Quando un comspec indica che è desiderato il  completamento  come  nome  di  directory,  le  funzioni  di
       completamento  programmabile  forzano  readline  ad  aggiungere una barra [/] ai nomi completati che sono
       collegamenti simbolici a directory, dipendente dal valore della variabile di  readline  mark-directories,
       indipendentemente dall'impostazione della variabile di readline mark-symlinked-directories.

       Ci  sono  alcuni  metodi  per modificare dinamicamente i completamenti. Ciò è molto utile quando usato in
       combinazione con un completamento predefinito specificato con complete  -D.  Per  le  funzioni  di  shell
       eseguite  come  manipolatori  di  completamento  è  possibile  richiedere  di  ritentare il completamento
       indicando il ritorno di uno stato d'uscita di 124. Se una funzione di shell  ritorna  124,  e  cambia  il
       compspec  associato  al  comando sul quale si sta tentando il completamento (fornito come primo argomento
       quando viene eseguita la funzione), il completamento programmabile riparte dall'inizio, col tentativo  di
       trovare  un  nuovo  compspec  per  quel  comando.  Questo  permette a una serie di completamenti di venir
       costruiti dinamicamente al tentativo di completamento, piuttosto che essere caricati tutti in una volta.

       Per esempio, ponendo che ci sia una libreria di compspec, ognuno tenuto in un file corrispondente al nome
       del   comando,   la   seguente   funzione  di  completamento  predefinita  caricherebbe  i  completamenti
       dinamicamente:

       _completion_loader()
       {
            . "/etc/bash_completion.d/$1.sh" >/dev/null 2>&1 && return 124
       }
       complete -D -F _completion_loader -o bashdefault -o default

STORIA

       Quando l'opzione -o history del comando incorporato set è abilitata, la  shell  fornisce  l'accesso  alla
       cronologia  dei comandi, la lista dei comandi precedentemente battuti. Il valore della variabile HISTSIZE
       è usata come numero di comandi da salvare nell'elenco della cronologia. Il testo  degli  ultimi  HISTSIZE
       comandi  (predefinito  500) viene salvato. La shell immagazzina ogni comando nella lista della cronologia
       prima dell'espansione di parametro e di variabile  (si  veda  ESPANSIONE  sopra)  ma  dopo  che  è  stata
       effettuata  l'espansione  della  cronologia,  dipendente dai valori delle variabili di shell HISTIGNORE e
       HISTCONTROL.

       All'avvio, la cronologia  è  inizializzata  dal  file  indicato  dalla  variabile  HISTFILE  (predefinita
       ~/.bash_history).  Il  file  indicato dal valore di HISTFILE viene troncato, se necessario, per contenere
       non più del numero di righe specificate dal valore di HISTFILESIZE. Se HISTFILESIZE non  è  impostata,  o
       impostata  a  null,  a  un valore non numerico o a un valore minore di zero, il file della cronologia non
       viene troncato. Quando viene letto il file della cronologia, le righe che iniziano con  un  carattere  di
       commento,  seguito  immediatamente  da una cifra, sono interpretate come marcatura oraria per la riga che
       segue. Queste informazioni di data e ora vengono visualizzate opzionalmente a seconda  del  valore  della
       variabile  HISTTIMEFORMAT.  Quando  una shell con la cronologia abilitata esce, le ultime $HISTSIZE righe
       vengono copiate dalla lista della cronologia su $HISTFILE. Se l'opzione di shell histappend  è  abilitata
       (si  veda  la  descrizione  di  shopt sotto COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti), le righe vengono
       accodate al file della cronologia, in caso contrario il file  della  cronologia  viene  sovrascritto.  Se
       HISTFILE non è impostato o il file della cronologia è non scrivibile, la cronologia non viene salvata. Se
       la variabile HISTTIMEFORMAT è impostata, le informazioni di data e ora vengono  scritte  nel  file  della
       cronologia,  contrassegnate  col  carattere  di  commento  della  cronologia, in modo da venir preservate
       durante le sessioni di shell. Il carattere di commento viene usato per  distinguere  le  informazioni  di
       data  e  ora  dalle altre righe. Dopo il salvataggio della cronologia il file della cronologia è troncato
       per contenere non più di HISTFILESIZE righe. Se HISTFILESIZE non è impostata, o impostata a  null,  a  un
       valore non numerico o a un valore numerico minore di zero, il file della cronologia non viene troncato.

       Il  comando  incorporato  fc  (si  veda  COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti) può essere usato per
       elencare o editare e rieseguire una parte della lista della cronologia. Il  comando  incorporato  history
       può  essere usato per mostrare o modificare la lista della cronologia e manipolare il file di cronologia.
       Quando si usa la modifica della riga di comando, sono disponibili comandi di ricerca in ciascuna modalità
       di modifica che fornisce accesso alla lista della cronologia.

       La  shell  permette  il  controllo  su  quali  comandi salvare nella lista della cronologia. Le variabili
       HISTCONTROL e HISTIGNORE possono essere definite in modo tale che la shell salvi solo un sottoinsieme dei
       comandi  immessi. L'opzione di shell cmdhist, se abilitata, fa sì che la shell tenti di salvare ogni riga
       di un comando multiriga nello stesso elemento della cronologia, aggiungendo  dei  punti  e  virgola  dove
       necessario  per  preservare  le  correttezza  sintattica. L'opzione di shell lithist chiede alla shell di
       salvare i comandi con i codici di fine riga (newline) inclusi invece che separare i comandi con dei punti
       e  virgola.  Si  veda  la descrizione del comando incorporato shopt più avanti, sotto COMANDI INCORPORATI
       DELLA SHELL per informazioni su come definire e annullare le opzioni di shell.

ESPANSIONE DELLA CRONOLOGIA

       La shell ha la capacità di espandere la cronologia in maniera simile all'espansione della  cronologia  in
       csh.  Questa  sezione  descrive le possibilità di sintassi disponibili. Questa possibilità è abilitata in
       modo predefinito per le shell interattive, e può essere disabilitata  usando  l'opzione  +H  del  comando
       incorporato  set  (si  veda  COMANDI  INCORPORATI  DELLA SHELL più avanti).  Le shell non interattive non
       effettuano l'espansione della cronologia come comportamento predefinito.

       Le espansioni della cronologia inseriscono parole dall'elenco  della  cronologia  nel  flusso  di  input,
       agevolando  la  ripetizione  di  comandi,  l'inserimento di argomenti di comandi precedenti nella riga di
       input corrente, o la correzione rapida di errori in comandi già immessi.

       L'espansione della cronologia è effettuata immediatamente dopo che una riga completa è stata letta, prima
       che  la  shell  la  divida  in parole, ed è effettuata su ciascuna riga senza tener conto delle quotatute
       sulle righe precedenti. Essa ha luogo in due parti. La prima è per  determinare  quale  riga  dall'elenco
       della  cronologia  usare  durante  la  sostituzione. La seconda è per selezionare parti di quella riga da
       includere nella riga corrente. La riga selezionata dalla cronologia è l'evento, e la parte di quella riga
       su  cui  si  agisce  sono  le  parole.  Diversi  modificatori  sono  disponibili per manipolare le parole
       selezionate. La riga è spezzata in parole allo stesso modo di quando è  letta  in  input,  così  che  più
       parole  separate  da  metacaratteri  circondate  da caratteri di quotatura sono considerate come una sola
       parola. Le espansioni della cronologia iniziano con la comparsa  di  un  carattere  di  espansione  della
       cronologia,  che  è  !  in  modo predefnito. Solo la barra inversa (\) e gli apostrofi possono quotare il
       carattere di espansione della cronologia, ma il carattere di espansione della cronologia è trattato  come
       quotato se esso precede immediatamente le virgolette di chiusura in una stringa tra virgolette.

       Diversi  caratteri  inibiscono  l'espansione  della  cronologia  quando  trovati  immediatamente  dopo il
       carattere di espansione della cronologia,  anche  se  non  quotato:  spazio,  carattere  di  tabulazione,
       newline, carriage return e =. Se l'opzione di shell estglob è abilitata, anche ( inibisce l'espansione.

       Diverse  opzioni  di shell impostabili col comando incorporato shopt possono essere usate per influenzare
       il comportamento dell'espansione della cronologia. Se l'opzione di shell histverify è abilitata (si  veda
       la descrizione del comando incorporato shopt più avanti), e si sta usando readline, le sostituzioni della
       cronologia non vengono passate immediatamente all'analizzatore della shell. Invece,  la  riga  espansa  è
       ricaricata  nel  buffer  di  modifica di readline per ulteriori modifiche. Se si sta usando readline ed è
       abilitata l'opzione di shell histreedit, una sostituzione di cronologia non completata con successo viene
       ricaricata  nel  buffer  di modifica di readline per essere corretta. L'opzione -p al comando incorporato
       history può essere usata per vedere cosa farebbe un'espansione della cronologia prima di usarla  davvero.
       L'opzione  -s  del  comando  incorporato  history può essere usata per aggiungere comandi alla fine della
       lista della cronologia senza eseguirli veramente, in modo che siano disponibili per essere richiamati  in
       un secondo tempo.

       La shell permette il controllo dei vari caratteri usati dal meccanismo di espansione della cronologia (si
       veda la precedente descrizione di histchars sotto Variabili di shell).  La  shell  usa  il  carattere  di
       commento per contrassegnare le informazioni di data e ora quando scrive il file della cronologia.

   Designatore di evento
       Un  designatore di evento è un riferimento a un elemento di riga di comando nella lista della cronologia.
       A meno che il riferimento non sia assoluto, gli eventi sono relativi alla posizione corrente  nell'elenco
       della cronologia.

       !      Inizia  una  sostituzione  di  cronologia,  tranne  quando  seguita da un blank, newline, carriage
              return, = o ( (quando l'opzione di shell extglob è abilitata usando il comando incorporato shopt).
       !n     Designa la riga di comando n.
       !-n    Designa il comando corrente meno n.
       !!     Designa il comando precedente. Questo è un sinonimo per `!-1'.
       !stringa
              Designa il comando più recente che precede la posizione corrente nell'elenco della cronologia  che
              inizia con stringa.
       !?stringa[?]
              Designa  il comando più recente che precede la posizione corrente nell'elenco della cronologia che
              contiene stringa. Il ? finale può essere omesso se stringa è seguita immediatamente da  un  codice
              di  fine  riga (newline). Se stringa manca, viene usata la stringa dalla ricerca più recente; è un
              errore se non ci sono precedenti stringhe di ricerca.
       ^stringa1^stringa2^
              Sostituzione  rapida.   Ripete  il  comando  precedente,  rimpiazzando  stringa1   con   stringa2.
              Equivalente a “!!:s^stringa1^stringa2^”  (si veda Modificatori più avanti).
       !#     L'intera riga di comando battuta fino a questo punto.

   Designatori di parola
       I  designatori  di parola sono usati per selezionare parole dall'evento. Un : separa la specificazione di
       evento dal designatore di parola. Esso può essere omesso se il designatore di parola inizia con un ^,  $,
       *,  -  o  %.  Le  parole  sono numerate dall'inizio della riga, la prima parola essendo denotata da uno 0
       (zero). Le parole sono inserite nella riga corrente separate da spazi singoli.

       0 (zero)
              La parola numero zero. Per la shell, questa è la parola che costituisce il nome del comando.
       n      La n-esima parola.
       ^      Il primo argomento. Cioè, la parola 1.
       $      L'ultima parola. Normalmente questo è l'ultimo argomento, ma si espanderà alla parola numero  zero
              se c'è una sola parola nella riga.
       %      La  prima  parola che combacia con `?stringa?' nella più recente ricerca, se la stringa di ricerca
              inizia con un carattere che è parte di una parola .
       x-y    Un intervallo di parole; `-y' abbrevia `0-y'.
       *      Tutte le parole tranne la numero zero. Questo è un sinonimo per `1-$'. Non è un errore usare *  se
              vi è solo una parola nell'evento; in quel caso il risultato è una stringa vuota.
       x*     Abbrevia x-$.
       x-     Abbrevia x-$ come x*, ma omette l'ultima parola. Se manca x , il valore predefinito è 0.

       Se  un  designatore  di  parola è fornito senza una specificazione di evento, il comando precedente viene
       usato come evento.

   Modificatori
       After the optional word designator, there may  appear  a  sequence  of  one  or  more  of  the  following
       modifiers,  each  preceded  by a `:'.  These modify, or edit, the word or words selected from the history
       event.

       h      Rimuove un componente finale in un nome-file, lasciando solo la testa.
       t      Rimuove tutti i componenti iniziali in un nome-file, lasciando la coda.
       r      Rimuove un suffisso finale della forma .xxx, lasciando il nome base (basename).
       e      Rimuove tutto tranne il suffisso finale.
       p      Stampa il nuovo comando ma non lo esegue.
       q      Quota le parole sostituite, prevenendo ulteriori sostituzioni.
       x      Quota le parole sostituite, come con q, ma spezza in parole sui blank e newline. I modificatori  q
              e x sono mutualmente esclusivi; viene usato l'ultimo fornito.
       s/vecchio/nuovo/
              Sostituisce  nuovo  alla prima occorrenza di vecchio nella riga di evento. Qualsiasi carattere può
              essere usato come delimitatore al posto di /.  Il  delimitatore  finale  è  opzionale  se  esso  è
              l'ultimo carattere della riga di evento. Il delimitatore può essere quotato in vecchio e nuovo con
              una singola barra inversa. Se compare & in nuovo, esso è sostituito da vecchio. Una barra  inversa
              singola quota il carattere &. Se vecchio è nullo, viene impostato all'ultimo vecchio sostituito o,
              se nessuna sostituzione di cronologia è avvenuta, l'ultima stringa in una ricerca di  !?string[?].
              Se nuovo è nullo, ogni corrispondenza di vecchio viene cancellata.
       &      Ripete la precedente sostituzione.
       g      Fa  sì che i cambiamenti siano applicati sull'intera riga di evento. Questo si usa in congiunzione
              con `:s' (p.es., `:gs/vecchio/nuovo/') o `:&'. Se  usato  con  `:s',  qualsiasi  delimitatore  può
              essere  usato  al  posto  di /, e il delimitatore finale è opzionale se è l'ultimo carattere della
              riga di evento. Un a può essere usato come sinonimo di g.
       G      Applica il modificatore che segue `s'  o `&'  una volta a ogni parola nella riga di evento.

COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL

       Se non diversamente indicato, ogni comando incorporato documentato in questa sezione,  il  quale  accetti
       opzioni  precedute  da  -,  accetta -- per indicare la fine delle opzioni. I comandi incorporati :, true,
       false, e test non accettano opzioni e non trattano -- in  modo  speciale.  I  comandi  incorporati  exit,
       logout,  return,  break,  continue, let e shift accettano ed elaborano argomenti che iniziano con - senza
       richiedere --. Altri comandi incorporati che accettano argomenti, ma per i quali  non  viene  specificato
       che accettano opzioni, interpretano gli argomenti che iniziano con - come opzioni non valide e richiedono
       -- per impedire questa interpretazione.
       : [argomenti]
              Nessun effetto; il comando non fa niente, tranne l'espansione degli argomenti e l'effettuazione di
              ogni ridirezione specificata.  Lo stato di ritorno è zero.

        .  nome-file [argomenti]
       source nome-file [argomenti]
              Read  and  execute  commands  from  filename  in the current shell environment and return the exit
              status of the last command executed  from  filename.   If  filename  does  not  contain  a  slash,
              filenames  in  PATH  are used to find the directory containing filename.  The file searched for in
              PATH need not be executable.  When bash is not in posix mode, the current directory is searched if
              no  file  is  found in PATH.  If the sourcepath option to the shopt builtin command is turned off,
              the PATH is not searched.  If any arguments are supplied, they become  the  positional  parameters
              when  filename  is executed.  Otherwise the positional parameters are unchanged.  If the -T option
              is enabled, source inherits any trap on DEBUG; if it is not, any DEBUG trap string  is  saved  and
              restored  around the call to source, and source unsets the DEBUG trap while it executes.  If -T is
              not set, and the sourced file changes the DEBUG trap,  the  new  value  is  retained  when  source
              completes.   The return status is the status of the last command exited within the script (0 if no
              commands are executed), and false if filename is not found or cannot be read.

       alias [-p] [nome[=valore] ...]
              Alias senza argomenti o con l'opzione -p stampa la lista degli alias nella forma alias nome=valore
              sullo  standard  output.  Quando sono forniti argomenti, viene definito un alias per ogni nome per
              cui è dato il valore. Uno spazio finale a valore fa sì che la parola seguente sia controllata  per
              la  sostituzione di alias quando l'alias è espanso. Per ogni nome nella lista di argomenti per cui
              nessun valore è fornito, è stampato il nome e il valore dell'alias. Alias ritorna 0 (vero) a  meno
              che non venga dato un nome per il quale nessun alias è stato definito.

       bg [jobspec ...]
              Riprende ogni job sospeso jobspec in background, come se fosse stato avviato con &. Se jobspec non
              è presente, è usato quello che la shell considera essere il job corrente.  bg  jobspec  ritorna  0
              tranne  quando  viene  eseguito  con il job-control disabilitato o, se eseguito con il job-control
              abilitato, se jobspec non è stato trovato o è stato avviato senza usare job-control.

       bind [-m keymap] [-lpsvPSVX]
       bind [-m keymap] [-q funzione] [-u funzione] [-r keyseq]
       bind [-m keymap] -f nome-file
       bind [-m keymap] -x keyseq:comando di shell
       bind [-m keymap] keyseq:nome-funzione
       bind [-m mappa-tasti] sequenza-tasti:comando readline
              Mostra le correnti associazioni di tasti e funzioni di readline, associa una sequenza di  tasti  a
              una  funzione  o  macro  di  readline o imposta una variabile readline. Ogni argomento che non sia
              un'opzione è un comando come apparirebbe in .inputrc, ma ciascuna associazione deve essere passata
              come  argomento  separato;  per  esempio, '"\C-x\C-r": re-read-init-file'. Le opzioni, se fornite,
              hanno i seguenti significati:
              -m keymap
                     Usa keymap come mappatura della tastiera da modificare  nelle  successive  associazioni.  I
                     nomi  accettabili  per  keymap  sono  emacs,  emacs-standard,  emacs-meta,  emacs-ctlx, vi,
                     vi-move, vi-command e vi-insert.  vi  è  equivalente  a  vi-command  (anche  vi-move  è  un
                     sinonimo) ; emacs è equivalente a emacs-standard.
              -l     Elenca i nomi di tutte le funzioni di readline.
              -p     Mostra i nomi delle funzioni di readline e delle loro associazioni in modo tale che possano
                     essere riletti.
              -P     Elenca i nomi delle funzioni di readline correnti e le loro associazioni.
              -s     Mostra sequenze di tasti di readline associati a macro e le  stringhe  risultanti  in  modo
                     tale che possano essere rilette.
              -S     Mostra sequenze di tasti di readline associate a macro e le stringhe risultanti.
              -v     Mostra  i  nomi delle variabili di readline e i loro valori in modo tale che possano essere
                     riletti.
              -V     Elenca i nomi delle variabili di readline correnti e i loro valori.
              -f nome-file
                     Legge le associazioni dei tasti dal file nome-file.
              -q funzione
                     Chiede quali tasti invocano la funzione indicata.
              -u funzione
                     Dissocia tutti i tasti associati alla funzione indicata.
              -r keyseq
                     Rimuove qualsiasi associazione corrente per keyseq.
              -x keyseq:comando di shell
                     Provoca l'esecuzione di comando di shell  ogni  volta  che  viene  immesso  keyseq.  Quando
                     comando  di  shell viene eseguito, la shell imposta la variabile READLINE_LINE al contenuto
                     del buffer di riga readline e le variabili READLINE_POINT  e READLINE_MARK  rispettivamente
                     alla  posizione  corrente  del  punto  di  inserzione  e al punto di inserzione salvato (la
                     marcatura). Se il comando eseguito cambia il  valore  di  READLINE_LINE,  READLINE_POINT  o
                     READLINE_MARK, i nuovi valori saranno portati nello stato di modifica.
              -X     Elenca  tutte le sequenze di tasti associati a comandi di shell e i comandi associati in un
                     formato che può essere riusato come input.

              Il valore di ritorno è 0 tranne quando si specifica un'opzione non riconosciuta o  è  avvenuto  un
              errore.

       break [n]
              Esce  dall'interno  di  un  ciclo  for,  while,  until  o select. Se n è specificato, interrompe n
              livelli. n deve essere ≥ 1. Se n è più grande  del  numero  di  cicli  racchiusi,  tutti  i  cicli
              racchiusi vengono terminati. Il valore di ritorno è 0 tranne quando n non è maggiore o uguale a 1.

       builtin comando-incorporato [argomenti]
              Esegue  il  comando  incorporato  specificato,  passandogli  gli argomenti, e ritorna il suo stato
              d'uscita. Questo è utile quando si desidera definire una funzione il cui nome è lo  stesso  di  un
              comando  incorporato  della shell, ottenendo la funzionalità del comando incorporato attraverso la
              funzione. Il comando incorporato cd è comunemente ridefinito in questo modo. Lo stato di ritorno è
              falso se comando-incorporato non è un comando incorporato della shell.

       caller [espr]
              Restituisce  il  contesto  di qualsiasi chiamata di subroutine attiva (una funzione di shell o uno
              script eseguito coi comandi incorporati . o source. Senza espr, il caller mostra il numero di riga
              e  il  nome  di file di origine della chiamata di subroutine corrente. Se un intero non negativo è
              fornito come espr, caller mostra il numero di riga, il nome di subroutine e  il  file  di  origine
              corrispondente  a  quella  posizione nello stack delle chiamate di esecuzione. Questa informazione
              aggiuntiva può essere usata, per esempio, per stampare una traccia dello stack. Il frame  corrente
              è  il  frame  0. Il valore di ritorno è 0 tranne quando la shell non sta eseguendo una chiamata di
              subroutine o quando espr non corrisponde a una posizione valida nello stack delle chiamate.

       cd [-L|[-P [-e]] [-@]] [dir]
              Change the current directory to dir.  if dir is not supplied, the value of the HOME shell variable
              is  the default.  Any additional arguments following dir are ignored.  The variable CDPATH defines
              the search path for the directory containing dir: each directory name in CDPATH  is  searched  for
              dir.   Alternative  directory names in CDPATH are separated by a colon (:).  A null directory name
              in CDPATH is the same as the current directory, i.e., “.”.  If dir begins with a slash  (/),  then
              CDPATH  is not used.  The -P option causes cd to use the physical directory structure by resolving
              symbolic links while traversing dir and before processing instances of .. in dir (see also the  -P
              option  to  the  set  builtin  command);  the  -L  option  forces symbolic links to be followed by
              resolving the link after processing instances of ..  in  dir.   If  ..   appears  in  dir,  it  is
              processed by removing the immediately previous pathname component from dir, back to a slash or the
              beginning of dir.  If the -e option is supplied with -P, and the current working directory  cannot
              be  successfully  determined  after  a successful directory change, cd will return an unsuccessful
              status.  On systems that support it, the -@ option presents  the  extended  attributes  associated
              with  a file as a directory.  An argument of - is converted to $OLDPWD before the directory change
              is attempted.  If a non-empty directory name from CDPATH is used, or if - is the  first  argument,
              and  the  directory  change  is  successful, the absolute pathname of the new working directory is
              written to the standard output.  The return value  is  true  if  the  directory  was  successfully
              changed; false otherwise.

       command [-pVv] comando [arg ...]
              Esegue  comando  con  gli  argomenti sopprimendo la normale ricerca tra le funzione di shell. Sono
              eseguiti solo i comandi incorporati o comandi trovati in PATH. Se è specificata l'opzione  -p,  la
              ricerca  di  comando  viene  effettuata  usando  un  valore predefinito per PATH usando il quale è
              garantito che siano trovate tutte le utilità standard. Se è  fornita  l'opzione  -V  o  -v,  viene
              stampata una descrizione di comando. L'opzione -v provoca la visualizzazione di una singola parola
              che indica il comando o il  nome-file  usato  per  invocare  comando;  l'opzione  -V  produce  una
              descrizione più completa. Se è fornita l'opzione -V o -v, lo stato d'uscita è 0 se comando è stato
              trovato, e 1 altrimenti. Se nessuna delle due opzioni è fornita e avviene un errore o comando  non
              può essere trovato, lo stato d'uscita è 127. Altrimenti, lo stato d'uscita del comando incorporato
              command è lo stato d'uscita di comando.

       compgen [opzione] [parola]
              Genera possibili corrispondenze di completamento per parola in accordo con le opzioni, che possono
              essere  qualsiasi  opzione  accettata  dal comando incorporato complete ad eccezione di -p e -r, e
              scrive le corrispondenze sullo standard output. Quando si usano le opzioni -F  o  -C,  le  diverse
              variabili di shell impostate dai servizi di completamento programmabile, anche se disponibili, non
              conterranno valori utili.

              Le corrispondenze saranno generate come se il codice  di  completamento  programmabile  le  avesse
              generate  direttamente da una specifica di completamento con gli stessi flag. Se viene specificata
              parola, vengono mostrati solo i completamenti disponibili per parola.

              Il valore di ritorno è 0 (vero), tranne quando viene fornita un'opzione non valida,  o  non  viene
              generata alcuna corrispondenza.

       complete [-abcdefgjksuv] [-o comp-option] [-DEI] [-A azione] [-G globpat] [-W lista_di_parole]
              [-F funzione] [-C comando] [-X filterpat] [-P prefisso] [-S suffisso] nome [nome ...]
       complete -pr [-DEI] [nome ...]
              Specify  how  arguments  to each name should be completed.  If the -p option is supplied, or if no
              options are supplied, existing completion specifications are printed in a way that allows them  to
              be  reused  as  input.   The -r option removes a completion specification for each name, or, if no
              names are supplied, all completion specifications.  The -D option indicates  that  other  supplied
              options  and  actions  should  apply  to  the  “default”  command  completion; that is, completion
              attempted on a command for which no  completion  has  previously  been  defined.   The  -E  option
              indicates that other supplied options and actions should apply to “empty” command completion; that
              is, completion attempted on a blank line.  The -I option indicates that other supplied options and
              actions  should  apply  to  completion  on the initial non-assignment word on the line, or after a
              command delimiter such as ; or |, which is usually command name completion.  If  multiple  options
              are supplied, the -D option takes precedence over -E, and both take precedence over -I.  If any of
              -D, -E, or -I are supplied, any other name arguments are ignored; these completions only apply  to
              the case specified by the option.

              Il  processo  per  applicare  queste  specifiche di completamento quando si tenta il completamento
              della parola è descritto in precedenza, sotto Completamento programmabile.

              Altre opzioni, se specificate, hanno i seguenti significati. Gli argomenti alle opzioni  -G, -W, e
              -X  (e,  se  necessario  alle  opzioni   -P  e  -S)  dovrebbero  essere  quotati  per  proteggerli
              dall'espansione prima che venga invocato il comando incorporato complete.
              -o comp-option
                      L'opzione comp-option controlla diversi aspetti del  comportamento  di  comspec  oltre  la
                      semplice generazione di completamenti. comp-option può essere uno di questi:
                      bashdefault
                              Effettua  il  resto  dei  completamenti  predefiniti di bash se comspec non genera
                              corrispondenze.
                      default Usa il completamento del nome-file predefinito di readline se comspec  non  genera
                              corrispondenze.
                      dirnames
                              Effettua   il   completamento   del  nome  di  directory  se  comspec  non  genera
                              corrispondenze.
                      filenames
                              Dice a readline che il comspec genera nomi-file, consentendo  così  di  effettuare
                              qualsiasi  elaborazione  di uno specifico nome-file (come aggiungere una barra [/]
                              ai nomi di directory, quotare caratteri speciali o sopprimere gli  spazi  finali).
                              Fatto per essere usato con le funzioni di shell.
                      noquote Dice  a  readline  di  non  quotare  le  parole  completate  se sono nomi-file (la
                              quotatura dei nomi-file è il comportamento predefinito).
                      nosort  Dice a readline di non ordinare la lista dei  possibili  completamenti  in  ordine
                              alfabetico.
                      nospace Dice  a  readline  di  non  aggiungere  uno  spazio  (che  viene  aggiunto in modo
                              predefinito) alle parole completate alla fine della riga.
                      plusdirs
                              Dopo che le corrispondenze definite da comspec sono state generate, viene  tentato
                              il  completamento dei nomi di directory e il risultato viene aggiunto ai risultati
                              delle altre azioni.
              -A azione
                      L'azione può essere una delle seguenti per generare una lista di possibili completamenti:
                      alias   Nome di alias. Può anche essere specificata come -a.
                      arrayvar
                              Nomi di variabili di array.
                      binding Nomi di associazioni di tasti Readline.
                      builtin Nomi di comandi incorporati della shell. Può anche essere specificata come -b.
                      command Nomi di comandi. Può anche essere specificata come -c.
                      directory
                              Nomi di directory.  Può anche essere specificata come -d.
                      disabled
                              Nomi di comandi incorporati della shell disabilitati.
                      enabled Nomi di comandi incorporati della shell abilitati.
                      export  Nomi di variabili di shell esportate. Può anche essere specificata come -e.
                      file    Nomi di file. Può anche essere specificata come -f.
                      function
                              Nomi di funzioni di shell.
                      group   Nomi di gruppo. Può anche essere specificata come -g.
                      helptopic
                              Argomenti di aiuto come accettati dal comando incorporato help.
                      hostname
                              Nomi di host, come presi dal file specificato dalla variabile di shell HOSTFILE.
                      job     Nomi di job, se il job-control è attivo. Può anche essere specificata come -j.
                      keyword Parole riservate della shell. Può anche essere specificata come -k.
                      running Nomi di job in esecuzione, se il job-control è attivo.
                      service Nome di servizi. Può anche essere specificata come -s.
                      setopt  Argomenti validi per l'opzione -o del comando incorporato set.
                      shopt   Nomi di opzioni di shell come accettati dal comando incorporato shopt.
                      signal  Nomi di segnali.
                      stopped Nomi di job sospesi, se il job-control è attivo.
                      user    Nomi di utente. Può anche essere specificata come -u.
                      variable
                              Nomi di variabili di shell. Può anche essere specificata come -v.
              -C comando
                      comando viene eseguito in un ambiente di subshell, e il suo output viene usato come  lista
                      di possibili completamenti.
              -F funzione
                      La  funzione  di shell function viene eseguita nell'ambiente di shell corrente.  Quando la
                      funzione è eseguita, il primo argomento  ($1)  è il  nome  del  comando  i  cui  argomenti
                      devono essere completati, il secondo argomento  ($2) è la parola da completare, e il terzo
                      argomento ($3) è la parola che precede la parola  da  completare  sulla  riga  di  comando
                      corrente. Al termine, i completamenti possibili sono recuperati dal valore della variabile
                      array COMPREPLY .
              -G globpat
                      Il modello di espansione dei nomi  di  percorso  globpat  viene  espanso  per  generare  i
                      possibili completamenti.
              -P prefisso
                      prefisso  è  aggiunto  all'inizio  di  ogni  possibile  completamento  dopo che sono state
                      applicate tutte le altre opzioni.
              -S suffisso
                      suffisso è aggiunto alla  fine  di  ogni  possibile  completamento  dopo  che  sono  state
                      applicate tutte le altre opzioni.
              -W wordlist
                      The  wordlist is split using the characters in the IFS special variable as delimiters, and
                      each resultant word is expanded.  Shell quoting is honored within wordlist,  in  order  to
                      provide  a  mechanism  for  the words to contain shell metacharacters or characters in the
                      value of IFS.  The possible completions are the members of the resultant list which  match
                      the word being completed.
              -X filterpat
                      filterpat   è  un  modello  come  quelli  usati  per  l'espansione del nome di percorso. È
                      applicato all'elenco dei possibili completamenti generati dalle opzioni e dagli  argomenti
                      precedenti, e ogni completamento che corrisponde a filterpat viene rimosso dall'elenco. Un
                      ! iniziale in filterpat nega il  modello;  in  questo  caso  ogni  completamento  che  non
                      concorda con filterpat viene rimosso.

              Il  valore  di ritorno è 0 (vero) tranne quando viene fornita un'opzione non valida, viene fornita
              un'opzione all'infuori di -p o -r senza un argomento nome, viene fatto un tentativo  di  rimuovere
              una  specifica  di completamento per un nome per il quale non vi sono specifiche, o se si verifica
              un errore aggiungendo una specifica di completamento.

       compopt [-o opzione] [-DEI] [+o opzione] [nome]
              Modify completion options for each name according to the options, or for  the  currently-executing
              completion  if no names are supplied.  If no options are given, display the completion options for
              each name or the current completion.  The possible values  of  option  are  those  valid  for  the
              complete  builtin  described  above.   The  -D option indicates that other supplied options should
              apply to the “default” command completion; that is, completion attempted on a command for which no
              completion  has  previously  been  defined.   The  -E option indicates that other supplied options
              should apply to “empty” command completion; that is, completion attempted on a blank line.  The -I
              option  indicates  that  other  supplied  options  should  apply  to  completion  on  the  initial
              non-assignment word on the line, or after a command delimiter such as ; or  |,  which  is  usually
              command name completion.

              Il  valore  di  ritorno è vero, a meno che non venga fornita un'opzione non valida, venga fatto un
              tentativo per modificare le opzioni per un nome per  il  quale  non  esiste  alcuna  specifica  di
              completamento, o accada un errore di output.

       continue [n]
              Riprende la successiva iterazione del ciclo for, while, until o select dentro cui si trova. Se n è
              specificato, riprende all'n-esima nidificazione del ciclo. n deve essere ≥ 1. Se n  è  più  grande
              del  numero  di  cicli  nidificati,  riprende  dall'ultimo  ciclo  esistente  (il ciclo a più alto
              livello). Il valore di ritorno è 0 tranne quando n non è maggiore o uguale a 1.

       declare [-aAfFgiIlnrtux] [-p] [nome[=valore] ...]
       typeset [-aAfFgiIlnrtux] [-p] [nome[=valore] ...]
              Declare variables and/or give them attributes.  If no names are given then display the  values  of
              variables.   The  -p  option will display the attributes and values of each name.  When -p is used
              with name arguments, additional options, other than -f and -F, are ignored.  When -p  is  supplied
              without  name  arguments,  it  will  display the attributes and values of all variables having the
              attributes specified by the additional options.  If no other options are supplied with -p, declare
              will  display  the  attributes and values of all shell variables.  The -f option will restrict the
              display to shell functions.  The -F option inhibits the display of function definitions; only  the
              function  name  and  attributes are printed.  If the extdebug shell option is enabled using shopt,
              the source file name and line number where each name is defined are displayed  as  well.   The  -F
              option  implies -f.  The -g option forces variables to be created or modified at the global scope,
              even when declare is executed in a shell function.  It is ignored in  all  other  cases.   The  -I
              option  causes local variables to inherit the attributes (except the nameref attribute)  and value
              of any existing variable with the same name at a surrounding  scope.   If  there  is  no  existing
              variable,  the  local  variable is initially unset.  The following options can be used to restrict
              output to variables with the specified attribute or to give variables attributes:
              -a     Ogni nome è una variabile array indicizzata (si veda Array sopra).
              -A     Ogni nome è una variabile array associativa (si veda Array sopra).
              -f     Usa solo nomi di funzioni.
              -i     La variabile è trattata come un intero; la  valutazione  aritmetica  (si  veda  VALUTAZIONE
                     ARITMETICA sopra) è effettuata quando alla variabile è assegnato un valore.
              -l     Quando alla variabile è assegnato un valore, tutti i caratteri maiuscoli sono convertiti in
                     minuscolo. L'attributo upper-case è disabilitato.
              -n     Dà a ogni nome  l'attributo  nameref,  rendendolo  un  riferimento  a  un'altra  variabile.
                     Quest'altra   variabile  è  definita  dal  valore  di  nome.    Tutti  i  riferimenti,  gli
                     assegnamenti e le modifiche degli attributi a nome, tranne quelli che usano o  cambiano  lo
                     stesso  attributo  -n,  sono  effettuati  sulla  variabile referenziata dal valore di nome.
                     L'attributo -n non può essere applicato alle variabili array.
              -r     Rende nomi accessibili in sola lettura. A questi nomi non possono quindi  essere  assegnati
                     valori  da  successive  istruzioni di assegnamento, e i valori assegnati non possono essere
                     rimossi.
              -t     Dà a ogni nome l'attributo trace. Le funzioni tracciate ereditano  i  segnali  intercettati
                     DEBUG  e RETURN dalla shell chiamante. L'attributo trace non ha un significato speciale per
                     le variabili.
              -u     Quando alla variabile è assegnato un valore, tutti i caratteri minuscoli sono convertiti in
                     maiuscolo. L'attributo lower-case è disabilitato.
              -x     Marca nomi per l'esportazione ai successivi comandi attraverso l'ambiente.

              Usare  `+'  invece  di  `-' disattiva l'attributo, con l'eccezione che +a  e +A non possono essere
              usati per eliminare una variabile array e +r non rimuove l'attributo di sola lettura. Quando usate
              in una funzione, declare e typeset rendono ogni nome locale, come con il comando local, a meno che
              non venga fornita l'opzione -g.  Se un nome di variabile è seguito da  =valore,  il  valore  della
              variabile  è  impostato  a  valore.   Il  valore  di  ritorno  è  0 tranne quando viene incontrata
              un'opzione non valida, viene fatto un tentativo di definire una funzione usando ``-f foo=bar'', un
              tentativo  per  assegnare un valore a una variabile in sola lettura, un tentativo per assegnare un
              valore a una variabile array senza usare la sintassi  di  assegnamento  composto  (si  veda  Array
              sopra)  -  uno dei nomi non è un nome valido di variabile di shell -, un tentativo per disattivare
              lo stato di sola lettura per una variabile in sola lettura, un tentativo per disattivate lo  stato
              di array per una variabile array, o un tentativo per mostrare una funzione non esistente con -f.

       dirs [-clpv] [+n] [-n]
              Senza  opzioni,  mostra  la  lista  delle  directory correntemente memorizzate. La visualizzazione
              predefinita è su un singola riga coi nomi di  directory  separate  da  spazi.  Le  directory  sono
              aggiunte  alla  lista  con  il  comando  pushd;  il  comando popd rimuove elementi dalla lista. La
              directory corrente è sempre la prima directory nello stack.
              -c     Svuota lo stack delle directory cancellando tutti gli elementi.
              -l     Produce un elenco usando il percorso completo; il formato predefinito per l'elencazione usa
                     un carattere tilde per indicare la home directory.
              -p     Stampa lo stack delle directory con un elemento per riga.
              -v     Stampa lo stack delle directory con un elemento per riga,anteponendo a ogni elemento il suo
                     indice nello stack.
              +n     Mostra l'n-esimo elemento contando dalla sinistra della lista mostrata  da  dirs  quando  è
                     chiamato senza opzioni, partendo da zero.
              -n     Mostra  l'n-esimo  elemento  contando  dalla  destra  della lista mostrata da dirs quando è
                     chiamato senza opzioni, partendo da zero.

              Il valore di ritorno è 0 tranne quando viene fornita un'opzione non valida o n un indice oltre  la
              fine dello stack delle directory.

       disown [-ar] [-h] [jobspec ... | pid ... ]
              Senza opzioni, rimuove ogni jobspec dalla tabella dei job attivi. Se jobspec non è presente, e non
              viene fornita né l'opizone -a né l'opzione  -r,  viene  usato  il  job  corrente.  Se  viene  data
              l'opzione  -h,  ogni  jobspec non viene rimosso dalla tabella, ma è marcato in modo che SIGHUP non
              venga inviato al job se la shell riceve un SIGHUP. Se non è specificata alcuna  jobspec  l'opzione
              -a  richiede  la rimozione o il marcamento di tutti i job; l'opzione -r senza un argomento jobspec
              restringe l'operazione ai job in esecuzione. Il valore di ritorno è 0 tranne  quando  jobspec  non
              specifica un job valido.

       echo [-neE] [arg ...]
              Emette gli arg, separati da spazi, seguiti da un newline. Lo stato di ritorno è  0, a meno che non
              si verifichi un errore di scrittura. Se è specificato -n, il newline finale è soppresso. Se è data
              l'opzione  -e,  viene abilitata l'interpretazione dei successivi caratteri preceduti dal carattere
              di protezione della barra inversa. L'opzione -E disabilita l'interpretazione di  questi  caratteri
              di  protezione,  anche  su  sistemi  dove essi sono interpretati in modo predefinito. L'opzione di
              shell xpg_echo può essere usata per determinare dinamicamente se echo espande questi caratteri  di
              protezione  in  modo  predefinito  oppure no. echo non interpreta -- come fine delle opzioni. echo
              interpreta le seguenti sequenze di protezione:
              \a     avviso (segnale acustico)
              \b     backspace
              \c     elimina ulteriore output
              \e
              \E     un carattere di escape
              \f     salto pagina
              \n     codice di fine riga (newline)
              \r     ritorno carrello
              \t     tabulazione orizzontale
              \v     tabulazione verticale
              \\     barra inversa
              \0nnn  il carattere a otto bit il cui valore è il valore ottale nnn (da zero a tre cifre ottali)
              \xHH   il carattere a otto bit il cui  valore  è  il  valore  esadecimale  HH  (una  o  due  cifre
                     esadecimali)
              \uHHHH il  carattere  Unicode (ISO/IEC 10646) il cui valore è il valore esadecimale HHHH (da una a
                     quattro cifre esadecimali)
              \UHHHHHHHH
                     il carattere Unicode (ISO/IEC 10646) il cui valore è il valore esadecimale HHHHHHHH (da una
                     a otto cifre esadecimali)

       enable [-a] [-dnps] [-f nome-file] [nome ...]
              Abilita  e  disabilita  i  comandi  incorporati  della  shell. Disabilitare un comando incorporato
              permette l'esecuzione di un  comando  residente  su  disco  con  lo  stesso  nome  di  un  comando
              incorporato  della  shell  senza  dover  specificare  un  percorso  completo,  anche  se  la shell
              normalmente cerca i comandi incorporati prima di quelli su disco. Se  è  usato  -n,  ogni  nome  è
              disabilitato;  altrimenti,  nomi  sono abilitati. Per esempio, per usare il programma binario test
              trovato attraverso il PATH, invece della versione incorporata nella shell, si esegue  ``enable  -n
              test''.   L'opzione  -f  richiede  di  caricare  il  nuovo  comando  incorporato nome dall'oggetto
              condiviso nome-file, sui sistemi che supportano il caricamento dinamico. L'opzione -d  elimina  un
              comando  incorporato precedentemente caricato con -f. Se nessun argomento nome è specificato, o se
              viene fornita l'opzione -p viene stampata una lista di tutti i comandi  incorporati  della  shell.
              Senza  altri  argomenti  di  opzione la lista è formata da tutti i comandi incorporati della shell
              abilitati. Se è fornito -n, vengono stampati solo i comandi incorporati disabilitati. Se è fornito
              -a,  la  lista  stampata  include tutti i comandi incorporati, con l'indicazione per ciascuno se è
              abilitato o no. Se viene fornito -s, l'output è ristretto ai comandi incorporati  speciali  POSIX.
              Il valore di ritorno è 0 tranne quando nome non è un comando incorporato della shell o si verifica
              un errore nel caricamento di un nuovo comando incorporato da un oggetto condiviso.

       eval [arg ...]
              Gli arg sono letti e concatenati insieme formando un singolo  comando.  Questo  comando  è  quindi
              letto  ed eseguito dalla shell, e il suo stato di uscita è ritornato come valore del comando eval.
              Se non vi è alcun arg, o vi sono solo argomenti nulli, eval ritorna 0.

       exec [-cl] [-a nome] [comando [argomenti]]
              Se comando è specificato, esso sostituisce la shell.  Nessun  nuovo  processo  viene  creato.  Gli
              argomenti  diventano  gli  argomenti  per  comando. Se viene fornita l'opzione -l la shell pone un
              trattino all'inizio dell'argomento numero zero passato a comando. Questo è quello che fa login(1).
              L'opzione  -c  provoca l'esecuzione di comando con un ambiente vuoto. Se viene fornita -a la shell
              passa nome come argomento numero zero del comando eseguito. Se comando non può essere eseguito per
              qualche  ragione,  una  shell  non  interattiva termina, a meno che non sia abilitata l'opzione di
              shell execfail, nel qual caso restituisce insuccesso. Una shell interattiva restituisce insuccesso
              se  il  file  non può essere eseguito.  Una subshell esce incondizionatamente se exec fallisce. Se
              comando non è specificato, qualsiasi ridirezione ha effetto nella shell corrente, e  lo  stato  di
              ritorno è 0. Se si verifica un errore di ridirezione lo stato di ritorno è 1.

       exit [n]
              Causa  l'uscita  della  shell  con uno stato d'uscita n. Se n è omesso, lo stato d'uscita è quello
              dell'ultimo comando eseguito. Un'intercettazione di segnale su EXIT è eseguita prima che la  shell
              termini.

       export [-fn] [nome[=parola]] ...
       export -p
              I  nomi  forniti  sono marcati per l'esportazione automatica nell'ambiente dei comandi eseguiti in
              seguito. Se è specificata l' opzione -f, i nomi si riferiscono a funzioni. Se il nome è  omesso  o
              se  se  è  fornita l'opzione -p, viene stampata una lista di nomi di tutte le variabili esportate.
              L'opzione -n provoca la rimozione della proprietà di esportazione da ogni  nome.  Se  un  nome  di
              variabile è seguito da =parola, il valore della variabile è impostato a parola. export ritorna uno
              stato d'uscita di 0 tranne quando viene trovata un'opzione non valida, uno dei nomi non è un  nome
              valido  di  variabile  di shell, o viene fornita l'opzione -f con un nome che non è il nome di una
              funzione.

       fc [-e nome-editor] [-lnr] [primo] [ultimo]
       fc -s [pat=rep] [cmd]
              The first form selects a range of commands from first to last from the history list  and  displays
              or  edits  and  re-executes them.  First and last may be specified as a string (to locate the last
              command beginning with that string) or as a number (an  index  into  the  history  list,  where  a
              negative  number  is used as an offset from the current command number).  When listing, a first or
              last of 0 is equivalent to -1 and -0  is  equivalent  to  the  current  command  (usually  the  fc
              command);  otherwise 0 is equivalent to -1 and -0 is invalid.  If last is not specified, it is set
              to the current command for listing (so that ``fc -l -10'' stampa gli ultimi 10 comandi) e a  primo
              altrimenti.  Se  primo non è specificato è impostato al precedente comando per la modifica e a -16
              per l'elencazione.

              L'opzione -n sopprime i numeri dei comandi quando li elenca. L'opzione  -r  inverte  l'ordine  dei
              comandi. Se è specificata l'opzione -l, i comandi sono elencati sullo standard output. Altrimenti,
              è invocato l'editor indicato da ename su un file che contiene questi comandi. Se ename è omesso, è
              usato  il  valore  della  variabile FCEDIT, e il valore di EDITOR se FCEDIT non è impostata. Se né
              l'una né l'altra variabile è impostata, è usato vi Quando la  modifica  è  completata,  i  comandi
              modificati sono listati ed eseguiti.

              Nella  seconda  forma,  comando  è  rieseguito  dopo  che ogni istanza di pat è sostituita da rep.
              Comando è interpretato come primo.Un utile alias da usare con questo è  ``r="fc  -s"'',  così  che
              digitando  ``r  cc'' si esegue l'ultimo comando che inizia con ``cc'' e battendo ``r'' si riesegue
              l'ultimo comando.

              Se è usata la prima forma, il valore di ritorno è 0 a  meno  che  sia  incontrata  un'opzione  non
              valida  o  primo  o  ultimo specifichino righe di cronologia fuori dall'intervallo esistente. Se è
              fornita l'opzione -e, il valore di ritorno è il valore dell'ultimo comando eseguito, o  insuccesso
              se  avviene un errore con il file temporaneo dei comandi. Se è usata la seconda forma, lo stato di
              ritorno è quello del comando rieseguito, tranne quando cmd non specifica una  riga  di  cronologia
              valida, nel qual caso fc ritorna insuccesso.

       fg [jobspec]
              Riprende jobspec in primo piano, e lo rende il job corrente. Se jobspec non è presente, è usata la
              nozione della shell di job corrente. Il valore di ritorno è quello  del  comando  posto  in  primo
              piano,  o  insuccesso  se  eseguito  mentre  il  job-control è disabilitato o, quando eseguito col
              job-control abilitato, se jobspec non specifica un job valido o jobspec specifica un job  che  era
              stato avviato senza job-control.

       getopts optstring nome [arg ...]
              getopts  è  usato  dalle  procedure  di  shell  per  analizzare i parametri posizionali. optstring
              contiene i caratteri delle opzioni che devono essere riconosciuti; se un carattere  è  seguito  da
              due  punti,  l'opzione si aspetta di avere un argomento, che dovrà essere separato dalla stessa da
              spazi bianchi. I due punti e il punto interrogativo non possono essere  usati  come  caratteri  di
              opzione.  Ogni  volta  che è invocato, getopts pone la successiva opzione nella variabile di shell
              nome, inizializzando nome se non esiste, e l'indice del  prossimo  argomento  da  elaborare  nella
              variabile  OPTIND.  OPTIND è inizializzato a 1 ogni volta che la shell o uno script di shell viene
              invocato. Quando un'opzione richiede un argomento, getopts pone  quell'argomento  nella  variabile
              OPTARG.  La  shell  non reimposta OPTIND automaticamente; questa variabile deve essere manualmente
              reimpostata tra più chiamate a getopts dentro la stessa esecuzione della  shell,  se  deve  essere
              usato un nuovo insieme di parametri.

              Quando  viene  raggiunta  la  fine delle opzioni getopts esce con un valore di ritorno maggiore di
              zero.  OPTIND è impostato all'indice del primo argomento senza opzioni e nome viene impostato a ?.

              getopts normalmente analizza i parametri posizionali,  ma  se  più  argomenti  vengono  dati  come
              valori arg, getopts analizza solo quelli.

              getopts può informare degli errori in due modi. Se il primo carattere di optstring è un due punti,
              è usata un'informazione di errore silenziosa. Normalmente i messaggi diagnostici vengono  stampati
              quando vengono trovate opzioni non valide o mancano argomenti alle opzioni. Se la variabile OPTERR
              è impostata a 0, nessun messaggio di errore  viene  mostrato,  anche  se  il  primo  carattere  di
              optstring non è due punti.

              Se  è  incontrata  un'opzione  non valida, getopts pone ? nel nome e, se non silenziosa, stampa un
              messaggio di errore e annulla OPTARG. Se getopts è silenziosa, il carattere di opzione  trovato  è
              posto in OPTARG e nessun messaggio diagnostico è stampato.

              Se  un argomento richiesto non è trovato, e getopts non è silenziosa, un punto interrogativo (?) è
              posto in nome, OPTARG viene annullato, e viene stampato un messaggio  diagnostico.  Se  getopts  è
              silenziosa, allora un carattere di due punti (:) è posto in nome e OPTARG è impostato al carattere
              di opzione trovato.

              getopts ritorna 0 (vero) se viene trovata un'opzione, specificata o non specificata. Ritorna falso
              se viene incontrata la fine delle opzioni o avviene un errore.

       hash [-lr] [-p nome-file] [-dt] [nome]
              Ogni volta che hash viene invocata, il percorso completo del comando nome è determinato ricercando
              le directory in $PATH e viene memorizzato. Ogni nome di percorso precedentemente memorizzato viene
              perso. Se viene fornita l'opzione -p, non viene effettuata nessuna ricerca di percorso e nome-file
              è usato come nome completo del comando. L'opzione -r  fa  sì  che  la  shell  dimentichi  tutti  i
              percorsi  memorizzati.  L'opzione  -d fa sì che la shell dimentichi i percorsi memorizzati di ogni
              nome. Se viene fornita l'opzione -t è stampato il percorso  completo  al  quale  corrisponde  ogni
              nome.  Se  vengono  forniti  argomenti  multipli  di nome con -t, il nome viene stampato prima del
              percorso completo indicizzato. L'opzione -l provoca la visualizzazione dell'output in  un  formato
              riutilizzabile  come  input.   Se  nessun  argomento  è  dato,  ed  è  fornito solo -l, è stampata
              l'informazione circa i comandi memorizzati. Lo stato di ritorno è 0 (vero) tranne  quando  nome  è
              irreperibile o viene fornita un'opzione non valida.

       help [-dms] [modello]
              Mostra  utili  informazioni  sui i comandi incorporati. Se modello è specificato, help fornisce un
              aiuto dettagliato su tutti i comandi che corrispondono al modello; altrimenti è  stampato  l'aiuto
              per tutti i comandi incorporati e le strutture di controllo della shell.
              -d     Visualizza una breve descrizione di ogni modello
              -m     Visualizza la descrizione di ogni modello in un formato simile a manpage
              -s     Visualizza solo una breve sintassi d'uso per ogni modello

              Lo stato di ritorno è 0 tranne quando nessun comando è individuato dal modello.

       history [n]
       history -c
       history -d scostamento
       history -d iniziofine
       history -anrw [nome-file]
       history -p arg [arg ...]
       history -s arg [arg ...]
              Senza  opzioni,  mostra  la  lista  della  cronologia  dei  comandi con i numeri di riga. Le righe
              elencate con un * sono state modificate. Con l'argomento n elenca solo le ultime n  righe.  Se  la
              variabile  di  shell  HISTTIMEFORMAT  è  impostata e non nulla, è usata come stringa di formato di
              strftime(3) per mostrare la data/ora associata a ogni elemento della cronologia. Nessuno spazio  è
              interposto fra la data/ora formattata e la riga della cronologia. Se è fornito nome-file, questo è
              usato come nome del file di cronologia; altrimenti, è usato il valore di HISTFILE. Le opzioni,  se
              fornite, hanno i seguenti significati:
              -c     Svuota l'elenco della cronologia eliminando tutti gli elementi.
              -d scostamento
                     Delete  the  history entry at position offset.  If offset is negative, it is interpreted as
                     relative to one greater than the last history position, so negative indices count back from
                     the end of the history, and an index of -1 refers to the current history -d command.
              -d inizio-fine
                     Cancella  gli  elementi  della  cronologia  tra le posizioni inizio e fine, incluse. Valori
                     positivi e nagativi per  inizio e fine sono interpretati come descritto in precedenza.
              -a     Accoda le “nuove” righe al file  della  cronologia.  Queste  sono  righe  della  cronologia
                     inserite  dall'inizio  della  corrente  sessione di bash, ma non ancora aggiunte al file di
                     cronologia.
              -n     Inserisce le righe della cronologia non ancora lette dal file di cronologia nella  corrente
                     lista  della  cronologia.  Queste  sono le righe accodate al file di cronologia dall'inizio
                     della corrente sessione di bash.
              -r     Legge il contenuto del file  di  cronologia  e  lo  aggiunge  alla  fine  della  cronologia
                     corrente.
              -w     Scrive  la cronologia corrente sul file di cronologia, sovrascrivendo il contenuto del file
                     di cronologia.
              -p     Effettua la sostituzione della cronologia sui seguenti arg  e  mostra  il  risultato  sullo
                     standard  output.  Non  conserva  il  risultato  nell'elenco  della  cronologia.  Ogni  arg
                     dev'essere quotato per disabilitare la normale espansione della cronologia.
              -s     Memorizza gli arg nell'elenco della cronologia come un singolo  comando.  L'ultimo  comando
                     nell'elenco della cronologia viene rimosso prima che gli arg vengano aggiunti.

              Se  la  variabile  HISTTIMEFORMAT  è  impostata, l'informazione data/ora associata a ogni elemento
              della cronologia viene scritta nel file della  cronologia,  marcato  col  carattere  di  commento.
              Quando  viene  letto  il file della cronologia, le righe che iniziano con un carattere di commento
              seguito immediatamente da una cifra sono interpretate come data e ora  della  voce  di  cronologia
              seguente.  Il  valore di ritorno è 0 tranne quando viene incontrata un'opzione non valida, avviene
              un errore mentre si legge o si scrive il file della cronologia, viene fornito uno scostamento  non
              valido  come  argomento  a  -d  o l'espansione della cronologia fornita come argomento a -p non ha
              successo.

       jobs [-lnprs] [ jobspec ... ]
       jobs -x comando [ args ... ]
              La prima forma elenca i job attivi. Le opzioni hanno i seguenti significati:
              -l     Elenca gli ID dei processi in aggiunta alle normali informazioni.
              -n     Mostra le informazioni solo sui job che hanno cambiato stato dall'ultima notifica di  stato
                     mostrata all'utente.
              -p     Elenca solo l'ID di processo del principale job del gruppo di processo.
              -r     Mostra solo i job in esecuzione.
              -s     Mostra solo i job sospesi.

              Se jobspec è specificato, l'output è limitato alle informazioni su quel job. Lo stato di ritorno è
              0 a meno che venga incontrata un'opzione non valida o sia fornito un jobspec non valido.

              Se è fornita l'opzione -x, jobs sostituisce qualsiasi jobspec trovato in comando  o  args  con  il
              corrispondente  ID del gruppo di processo, ed esegue comando passandogli args, e ritornando il suo
              stato d'uscita.

       kill [-s sigspec | -n signum | -sigspec] [pid | jobspec] ...
       kill -l|-L [sigspec | exit_status]
              Manda il segnale indicato da sigspec o signum al processo indicato da pid o jobspec. sigspec  è  o
              un  nome  di  segnale,  senza distinzione tra maiuscole e minuscole, come SIGKILL, (con o senza il
              prefisso SIG) o un numero di segnale; signum è un numero di segnale. Se sigspec non è presente, si
              suppone essere SIGTERM. Un argomento -l elenca i nomi dei segnali. Se sono forniti degli argomenti
              quando è specificata l'opzione -l, sono elencati i nomi dei segnali corrispondenti agli argomenti,
              e  lo stato di ritorno è 0. L'argomento stato d'uscita di -l è un numero che specifica o un numero
              di segnale o lo stato d'uscita di un processo terminato da un segnale.  L'opzione -L è equivalente
              a  -l.  kill  restituisce  0  (vero) se almeno un segnale è stato inviato con successo, o falso se
              avviene un errore o se è incontrata un'opzione non valida.

       let arg [arg ...]
              Ogni arg è un'espressione aritmetica che deve essere  valutata  (si  veda  VALUTAZIONE  ARITMETICA
              sopra). Se l'ultimo arg viene valutato 0, let ritorna 1; altrimenti è ritornato 0.

       local [opzione] [nome[=valore] ... | - ]
              For  each argument, a local variable named name is created, and assigned value.  The option can be
              any of the options accepted by declare.  When local is used  within  a  function,  it  causes  the
              variable name to have a visible scope restricted to that function and its children.  If name is -,
              the set of shell options is made local to the function in which local is  invoked:  shell  options
              changed  using  the set builtin inside the function are restored to their original values when the
              function returns.  The restore is effected as if a series of set commands were executed to restore
              the values that were in place before the function.  With no operands, local writes a list of local
              variables to the standard output.  It is an error to use local when not within  a  function.   The
              return  status  is 0 unless local is used outside a function, an invalid name is supplied, or name
              is a readonly variable.

       logout Termina una shell di login.

       mapfile [-d delim] [-n numero] [-O origine] [-s numero] [-t] [-u fd] [-C callback] [-c quantum] [array]
       readarray [-d delim] [-n numero] [-O origine] [-s numero] [-t] [-u fd] [-C callback] [-c quantum] [array]
              Legge righe dallo standard input all'interno  della  variabile  array  indicizzata  array,  o  dal
              descrittore  di file fd se viene fornita l'opzione -u. La variabile MAPFILE è l'array predefinito.
              Le opzioni, se fornite, hanno il seguente significato:
              -d     The first character of delim is used to terminate each input line, rather than newline.  If
                     delim is the empty string, mapfile will terminate a line when it reads a NUL character.
              -n     Copia al massimo numero righe. Se numero è 0 vengono copiate tutte le righe.
              -O     Inizia assegnando array all'indice origine. L'indice predefinito è 0.
              -s     Ignora le prime numero righe lette.
              -t     Rimuove il delimitatore (il predefinito è "newline") finale da ogni riga letta.
              -u     Legge le righe dal descrittore di file fd invece che dallo standard input.
              -C     Valuta callback ogni volta che vengono lette quantum righe. L'opzione -c specifica quantum.
              -c     Specifica il numero di righe lette tra una chiamata e l'altra di callback.

              Se  -C  è  specificato  senza -c, il quantum predefinito è 5000. Quando callback è valutato, viene
              fornito l'indice del successivo elemento  di  array  da  assegnare  e  la  riga  da  attribuire  a
              quell'elemento  come argomenti aggiuntivi. callback viene valutato dopo che la riga è stata letta,
              ma prima che l'elemento di array sia stato assegnato.

              Se non è fornito con un'origine esplicita, mapfile azzera array prima della relativa assegnazione.

              mapfile ritorna successo, a meno che non vengano forniti un'opzione o un argomento di opzione  non
              validi, array sia non valido o non assegnabile, oppure se array non è un array indicizzato.

       popd [-n] [+n] [-n]
              Rimuove  degli elementi dallo stack delle directory. Senza argomenti, rimuove la directory in cima
              allo stack, ed effettua un cd verso la nuova directory in  cima  allo  stack.  Gli  argomenti,  se
              forniti, hanno il seguente significato:
              -n     Sopprime  il  normale  cambiamento di directory quando rimuove directory dallo stack, ossia
                     viene manipolato solo lo stack.
              +n     Rimuove l'n-esimo elemento contando dalla sinistra della lista mostrata da  dirs,  partendo
                     da zero. Per esempio: ``popd +0'' rimuove la prima directory, ``popd +1'' la seconda.
              -n     Rimuove  l'n-esimo elemento contando dalla destra della lista mostrata da dirs, partendo da
                     zero. Per esempio: ``popd -0'' Rimuove l'ultima directory, ``popd -1'' la penultima.

              Se il comando popd ha successo, viene anche effettuato un dirs, e lo stato di ritorno  è  0.  popd
              ritorna  falso  se  viene  incontrata  un'opzione  non valida, lo stack delle directory è vuoto, è
              specificato un elemento non esistente nello stack delle directory, o il cambio di directory non ha
              successo.

       printf [-v var] formato [argomenti]
              Scrive  gli  argomenti  formattati  sullo  standard  output  sotto  il  controllo del formato. Con
              l'opzione -v l'output viene assegnato alla variabile  var  piuttosto  che  essere  stampato  sullo
              standard output.

              Il  formato  è  una  stringa  di caratteri che contiene tre tipi di oggetti: caratteri semplici, i
              quali sono semplicemente copiati sullo standard output, sequenze di protezione dei caratteri,  che
              sono  convertite  e  copiate  sullo  standard  output, e specifiche di formato, ognuna delle quali
              provoca la stampa dell'argomento seguente. Oltre alle specifiche di  formato  printf(1)  standard,
              printf interpreta le seguenti estensioni:
              %b     fa  sì  che  printf  espanda sequenze di protezione tramite la barra inversa nell'argomento
                     corrispondente nello stesso modo di echo -e.
              %q     fa sì che printf stampi sull'output l'argomento corrispondente in un formato riutilizzabile
                     come input di shell.
              %(datefmt)T
                     causes  printf  to  output  the  date-time  string resulting from using datefmt as a format
                     string for strftime(3).  The corresponding argument is an integer representing  the  number
                     of  seconds  since  the  epoch.  Two special argument values may be used: -1 represents the
                     current time, and -2 represents the  time  the  shell  was  invoked.   If  no  argument  is
                     specified,  conversion  behaves as if -1 had been given.  This is an exception to the usual
                     printf behavior.

              The %b, %q, and %T directives all use the field width and  precision  arguments  from  the  format
              specification and write that many bytes from (or use that wide a field for) the expanded argument,
              which usually contains more characters than the original.

              Argomenti alle specifiche di formato non stringa sono trattati come costanti  C,  con  l'eccezione
              che  un  segno  meno  o  più  iniziale  è permesso, e che se il carattere iniziale coincide con un
              apostrofo o con delle virgolette, il valore è quello ASCII del carattere che segue.

              Il formato è riutilizzato più volte fino all'esaurimento degli argomenti. Se il  formato  richiede
              più  argomenti di quelli forniti, le specifiche di formato extra si comportano come se fosse stato
              fornito, a seconda del caso, il valore zero o una stringa nulla. Il valore di ritorno è 0 in  caso
              di successo, diverso da zero in caso di insuccesso.

       pushd [-n] [+n] [-n]
       pushd [-n] [dir]
              Aggiunge  una  directory  in  cima allo stack delle directory, o ruota lo stack, rendendo la nuova
              cima dello stack la corrente directory di lavoro. Senza argomenti, pushd scambia le due  directory
              in cima e ritorna 0, a meno che lo stack delle directory non sia vuoto. Gli argomenti, se forniti,
              hanno il seguente significato:
              -n     Sopprime il normale cambio di directory quando si ruotano o si  aggiungono  directory  allo
                     stack, cosicché viene manipolato solo lo stack.
              +n     Ruota  lo stack così che la n-esima directory (contando dalla sinistra della lista mostrata
                     da dirs, partendo da zero) vada in cima.
              -n     Ruota lo stack così che la n-esima directory (contando da destra della  lista  mostrata  da
                     dirs, partendo da zero) vada in cima.
              dir    Aggiunge  dir  in  cima allo stack delle directory, rendendola la nuova directory di lavoro
                     corrente come se fosse stato fornito come argomento al comando incorporato cd.

              Se il comando pushd ha successo, viene anche effettuato un dirs. Se è usata la prima forma,  pushd
              ritorna  0  a  meno  che il cd verso dir non abbia successo. Con la seconda forma, pushd ritorna 0
              tranne quando lo stack delle directory è vuoto, è specificato  un  elemento  non  esistente  nello
              stack delle directory, o il cambiamento di directory verso la nuova directory corrente specificata
              non ha successo.

       pwd [-LP]
              Stampa il percorso assoluto della corrente directory di lavoro. Il percorso stampato non  contiene
              alcun  collegamento  simbolico  se  è  fornita  l'opzione  -P  o  l'opzione -o physical al comando
              incorporato set è abilitata. Se viene usata  l'opzione  -L  il  percorso  stampato  può  contenere
              collegamenti simbolici. Lo stato di ritorno è 0 tranne quando avviene un errore mentre si legge il
              percorso della directory corrente o viene fornita un'opzione non valida.

       read [-ers] [-a aname] [-d delim] [-i testo] [-n nchars] [-N nchars] [-p prompt]  [-t  tempo_limite]  [-u
       fd] [nome ...]
              One  line  is read from the standard input, or from the file descriptor fd supplied as an argument
              to the -u option, split into words as described above under Word Splitting, and the first word  is
              assigned  to  the  first  name,  the second word to the second name, and so on.  If there are more
              words than names, the remaining words and their intervening delimiters are assigned  to  the  last
              name.   If  there  are  fewer words read from the input stream than names, the remaining names are
              assigned empty values.  The characters in IFS are used to split the line into words using the same
              rules  the  shell  uses  for  expansion  (described  above  under  Word Splitting).  The backslash
              character (\) may be used to remove any special meaning for the next character read and  for  line
              continuation.  Options, if supplied, have the following meanings:
              -a aname
                     Le  parole  sono assegnate a indici sequenziali della variabile array aname, partendo da 0.
                     aname viene annullata prima  dell'assegnamento  dei  nuovi  valori.  Altri  argomenti  nome
                     vengono ignorati.
              -d delim
                     The  first character of delim is used to terminate the input line, rather than newline.  If
                     delim is the empty string, read will terminate a line when it reads a NUL character.
              -e     Se lo standard input viene da un terminale, readline (si veda READLINE sopra) è  usato  per
                     ottenere  la riga. Readline usa le impostazioni correnti per la modifica (o predefinite, se
                     la modifica di riga non era precedentemente attiva), ma usa il completamento del  nome-file
                     predefinito di Readline.
              -i testo
                     Se  readline  è  in uso per leggere la riga, testo viene messo nel buffer di modifica prima
                     che inizi la correzione.
              -n nchars
                     read è considerata completata dopo aver letto nchars caratteri invece di aspettare una riga
                     di input completa, ma rispetta un delimitatore se prima del delimitatore sono letti meno di
                     nchars caratteri.
              -N nchars
                     read returns after reading exactly nchars characters rather than  waiting  for  a  complete
                     line  of  input,  unless  EOF  is  encountered  or  read  times  out.  Delimiter characters
                     encountered in the input are not treated specially and do not cause read  to  return  until
                     nchars  characters  are read.  The result is not split on the characters in IFS; the intent
                     is that the variable is assigned  exactly  the  characters  read  (with  the  exception  of
                     backslash; see the -r option below).
              -p prompt
                     Visualizza  prompt  sullo  standard  error,  senza  un  newline finale, prima di tentare di
                     leggere qualsiasi input. Il prompt è mostrato solo se l'input proviene da un terminale.
              -r     La barra inversa non fa da carattere di protezione. La barra  inversa  è  considerata  come
                     parte della riga. In particolare, una coppia barra_inversa-newline non può essere usata poi
                     come una continuazione di riga.
              -s     Modalità silenziosa. Se l'input viene da un  terminale  i  caratteri  immessi  non  vengono
                     visualizzati sul terminale.
              -t tempo_limite
                     Cause  read  to  time  out  and  return failure if a complete line of input (or a specified
                     number of characters)  is not read within timeout seconds.  timeout may be a decimal number
                     with  a  fractional  portion following the decimal point.  This option is only effective if
                     read is reading input from a terminal, pipe, or other special file; it has no  effect  when
                     reading  from regular files.  If read times out, read saves any partial input read into the
                     specified variable name.  If timeout is 0, read returns immediately, without trying to read
                     any  data.   The  exit  status is 0 if input is available on the specified file descriptor,
                     non-zero otherwise.  The exit status is greater than 128 if the timeout is exceeded.
              -u fd  Legge l'input dal descrittore di file fd.

              If no names are supplied, the line read, without the ending delimiter but otherwise unmodified, is
              assigned  to the variable REPLY.  The exit status is zero, unless end-of-file is encountered, read
              times out (in which case the status is greater than 128), a variable  assignment  error  (such  as
              assigning  to  a  readonly  variable)  occurs,  or  an  invalid file descriptor is supplied as the
              argument to -u.

       readonly [-aAf] [-p] [nome[=parola] ...]
              I nomi dati sono da considerare in sola lettura; i  valori  di  questi  nomi  non  possono  essere
              cambiati  dagli  assegnamenti successivi. Se è fornita l'opzione -f, sono così marcate le funzioni
              corrispondenti ai nomi. L'opzione -a restringe le variabili agli array indicizzati;  l'opzione  -A
              restringe  le  variabili  agli array associativi. Se vengono fornite entrambe le opzioni, -A ha la
              precedenza. Se nessun argomento nome è dato, o se è fornita l'opzione -p, viene stampata una lista
              di  tutti i nomi in sola lettura. Le altre opzioni possono essere usate per restringere l'output a
              una sotto-serie della serie di nomi in sola  lettura.  L'opzione  -p  provoca  la  visualizzazione
              dell'output  in un formato riutilizzabile come input. Se un nome di variabile è seguito da =parola
              il valore della variabile è impostato a parola. Lo stato di ritorno è 0 tranne quando è incontrata
              un'opzione  non  valida,  uno dei nomi non è un nome di variabile di shell valido, o viene fornita
              l'opzione -f con un nome che non è una funzione.

       return [n]
              Causes a function to stop executing and return the value specified by n to its caller.   If  n  is
              omitted,  the  return status is that of the last command executed in the function body.  If return
              is executed by a trap handler, the last command used to determine the status is the  last  command
              executed  before  the  trap  handler.  If return is executed during a DEBUG trap, the last command
              used to determine the status is the last command executed by the trap handler  before  return  was
              invoked.  If return is used outside a function, but during execution of a script by the . (source)
              command, it causes the shell to stop executing that script and return either n or the exit  status
              of  the  last  command  executed  within  the  script  as  the exit status of the script.  If n is
              supplied, the return value is its least significant 8 bits.  The  return  status  is  non-zero  if
              return  is supplied a non-numeric argument, or is used outside a function and not during execution
              of a script by . or source.  Any command associated  with  the  RETURN  trap  is  executed  before
              execution resumes after the function or script.

       set [--abefhkmnptuvxBCEHPT] [-o opzione-nome] [arg ...]
       set [+abefhkmnptuvxBCEHPT] [+o opzione-nome] [arg ...]
              Senza  opzioni,  il nome e il valore di ogni variabile di shell vengono visualizzati in un formato
              riutilizzabile come input per impostare o  reimpostare  le  variabili  attualmente  impostate.  Le
              variabili  in sola lettura non possono essere reimpostate. In modalità posix sono elencate solo le
              variabili di shell. L'output  è  ordinato  in  base  alla  localizzazione  corrente.  Quando  sono
              specificate  opzioni, queste impostano o annullano attributi di shell. Gli argomenti che rimangono
              dopo che le opzioni sono state elaborate sono trattati come valori per i parametri  posizionali  e
              vengono  assegnati,  nell'ordine,  a  $1, $2, ... $n. Le opzioni, se specificate, hanno i seguenti
              significati:
              -a      Each variable or function that is created or modified is given the  export  attribute  and
                      marked for export to the environment of subsequent commands.
              -b      Riporta  immediatamente  lo  stato  dei  job  in background terminati, invece che prima di
                      stampare il prossimo prompt primario. Questo è applicabile  solo  quando  è  abilitato  il
                      job-control.
              -e      Exit  immediately if a pipeline (which may consist of a single simple command), a list, or
                      a compound command (see SHELL GRAMMAR above), exits with a  non-zero  status.   The  shell
                      does  not exit if the command that fails is part of the command list immediately following
                      a while or until keyword, part of the test following the if or elif reserved  words,  part
                      of  any  command  executed in a && or || list except the command following the final && or
                      ||, any command in a pipeline but the last, or if the  command's  return  value  is  being
                      inverted  with  !.   If a compound command other than a subshell returns a non-zero status
                      because a command failed while -e was being ignored, the shell does not exit.  A  trap  on
                      ERR,  if  set,  is  executed  before  the  shell  exits.  This option applies to the shell
                      environment and each subshell environment separately (see  COMMAND  EXECUTION  ENVIRONMENT
                      above), and may cause subshells to exit before executing all the commands in the subshell.

                      e  un  comando  composto  o  una  funzione  di shell è eseguito in un contesto in cui -e è
                      ignorato, nessuno dei comandi eseguiti all'interno di un comando composto o nel  corpo  di
                      una  funzione  verrà  influenzato  dall'impostazione  di  -e, anche se -e è impostato e un
                      comando ritorna uno stato di insucesso.  Se un comando composto o una  funzione  di  shell
                      imposta  -e  durante l'esecuzione in un contesto in cui -e è ignorato, quelle impostazioni
                      non avranno alcun effetto finché il comando composto o il comando contenente  la  chiamata
                      di funzione sia completato.
              -f      Disabilita l'espansione di percorso.
              -h      Ricorda  la  posizione  dei comandi man mano che sono ritrovati per l'esecuzione. Questa è
                      abilitata in modo predefinito.
              -k      Tutti gli argomenti nella forma di istruzioni di assegnamento sono posti nell'ambiente per
                      un comando, non solo quelli che precedono il nome del comando stesso.
              -m      Modo  monitor.  Il job-control è abilitato. Quest'opzione è attiva in modo predefinito per
                      le shell interattive, su sistemi che lo supportano (si veda JOB-CONTROL  sopra).  Tutti  i
                      processi  sono  eseguiti  in un gruppo di processo separato. Quando un job in background è
                      completato, la shell stampa una riga che contiene il suo stato d'uscita.
              -n      Legge i comandi ma non li esegue. Questo può essere usato per controllare  uno  script  di
                      shell per errori di sintassi. Questo viene ignorato se la shell è interattiva.
              -o nome-opzione
                      Il nome-opzione può essere uno dei seguenti:
                      allexport
                              Lo stesso di -a.
                      braceexpand
                              Lo stesso di -B.
                      emacs   Usa  una  interfaccia  di  modifica della riga di comando in stile emacs. Questo è
                              abilitato in modo predefinito quando la shell è interattiva, a meno che  la  shell
                              non   sia   avviata   con   l'opzione   --noediting.   Questo   inoltre  influisce
                              sull'interfaccia di modifica usata per read -e.
                      errexit Lo stesso di -e.
                      errtrace
                              Lo stesso di -E.
                      functrace
                              Lo stesso di -T.
                      hashall Lo stesso di -h.
                      histexpand
                              Lo stesso di -H.
                      history Abilita la cronologia dei comandi, come descritto in precedenza, sotto CRONOLOGIA.
                              Questa opzione è attiva in modo predefinito nelle shell interattive.
                      ignoreeof
                              L'effetto  è  lo  stesso  come  se  fosse  stato  eseguito  il  comando  di  shell
                              ``IGNOREEOF=10'' (si veda Variabili di shell sopra).
                      keyword Lo stesso di -k.
                      monitor Lo stesso di -m.
                      noclobber
                              Lo stesso di -C.
                      noexec  Lo stesso di -n.
                      noglob  Lo stesso di -f.
                      nolog   Attualmente ignorato.
                      notify  Lo stesso di -b.
                      nounset Lo stesso di -u.
                      onecmd  Lo stesso di -t.
                      physical
                              Lo stesso di -P.
                      pipefail
                              Se impostato, il valore di ritorno di una pipeline è il valore dell'ultimo comando
                              (quello  più  a destra) che esce con uno stato d'uscita diverso da zero, o zero se
                              tutti  i  comandi  nella  pipeline  escono  con   successo.   Come   comportamento
                              predefinito, questa opzione è disabilitata.
                      posix   Cambia  il comportamento di bash dove le operazioni predefinite differiscono dallo
                              standard POSIX, in modo da corrispondere allo standard (modalità posix).   Si veda
                              più  avanti  VEDERE  ANCHE dove viene citato un documento che spiega nel dettaglio
                              come la modalità posix influenza il comportamento di bash.
                      privileged
                              Lo stesso di -p.
                      verbose Lo stesso di -v.
                      vi      Usa un'interfaccia di modifica della riga di comando in stile vi.  Questo  inoltre
                              influisce sull'interfaccia di modifica usata per read -e.
                      xtrace  Lo stesso di -x.
                      Se -o è fornito con nessun nome-opzione, sono stampati i valori delle opzioni correnti. Se
                      +o è  fornito  con  nessun  nome-opzione,  una  serie  di  comandi  set  per  ricreare  le
                      impostazioni dell'opzione corrente viene visualizzata sullo standard output.
              -p      Attiva  il  modo  privilegiato.  In  questo  modo,  i  file  $ENV  e $BASH_ENV non vengono
                      elaborati, le funzioni di shell non sono ereditate dall'ambiente e le variabili SHELLOPTS,
                      BASHOPTS, CDPATH e GLOBIGNORE se appaiono in un ambiente, vengono ignorate.  Se la shell è
                      avviata  con  l'id  (gruppo)  effettivo  dell'utente  non  uguale  all'id  (gruppo)  reale
                      dell'utente,  e  non  viene  fornita  l'opzione  -p, queste azioni vengono eseguite e l'id
                      effettivo dell'utente è impostato all'id reale dell'utente. Se viene fornita l'opzione  -p
                      all'avvio,  l'id effettivo dell'utente non è reimpostato. Disattivare questa opzione fa sì
                      che gli id effettivi dell'utente e del gruppo siano impostati agli id reali dell'utente  e
                      del gruppo.
              -t      Esce dopo aver letto ed eseguito un comando.
              -u      Tratta le variabili e i parametri non impostati, diversi dai parametri speciali "@" e "*",
                      come un errore quando effettua l'espansione di parametro. Se l'espansione è tentata su una
                      variabile  o  parametro  non  impostato,  la shell stampa un messaggio di errore e, se non
                      interattiva, esce con uno stato diverso da zero.
              -v      Stampa le righe in input alla shell appena sono lette.
              -x      Dopo l'espansione di ogni comando semplice, comando for, comando case,  comando  select  o
                      comando  for  aritmetico,  mostra il valore espanso di PS4, seguito dal comando e dai suoi
                      argomenti espansi o dall'elenco di parole associate.
              -B      La shell effettua l'espansione delle parentesi graffe (si veda Espansione delle  parentesi
                      graffe sopra). Questo è attivo in modo predefinito.
              -C      Se  impostato,  bash non sovrascrive un file esistente con gli operatori di ridirezione >,
                      >& e <>. Una sovrascrittura può ancora essere ottenuta creando i  file  di  output  usando
                      l'operatore di ridirezione >| al posto di >.
              -E      Se  impostato,  ogni  segnale  intercettato  ERR  è  ereditato  dalle  funzioni  di shell,
                      sostituzioni di comando e  comandi  eseguiti  in  un  ambiente  di  subshell.  Il  segnale
                      intercettato ERR non viene normalmente ereditato in questi casi.
              -H      Abilita  la  sostituzione  della  cronologia  in  stile  !. Quest'opzione è attiva in modo
                      predefinito quando la shell è interattiva.
              -P      Se impostato, non risolve i collegamenti simbolici  quando  esegue  comandi  come  cd  che
                      cambiano la directory di lavoro corrente. È invece usata la struttura di directory fisica.
                      Come comportamento predefinito, bash segue la successione logica delle directory quando si
                      eseguono comandi che cambiano la directory corrente.
              -T      Se  impostata,  i  comandi  sui  segnali  intercettati DEBUG e RETURN sono ereditati dalle
                      funzioni di shell, dalle sostituzioni di comando e dai comandi eseguiti in un ambiente  di
                      subshell.  I  segnali  intercettati  DEBUG  e  RETURN normalmente non vengono ereditati in
                      questi casi.
              --      Se nessun argomento segue questa opzione, allora i  parametri  posizionali  sono  assenti.
                      Altrimenti,  i  parametri  posizionali  sono  impostati  agli arg, anche se alcuni di loro
                      iniziano con un -.
              -       Segnala la fine delle opzioni, e fa sì che  tutti  i  rimanenti  arg  siano  assegnati  ai
                      parametri  posizionali.  Le  opzioni  -x  e  -v sono disattivate. Se non vi è alcun arg, i
                      parametri posizionali rimangono inalterati.

              Le opzioni sono disattivate in modo predefinito se non specificato diversamente. Usare + piuttosto
              che  - causa la disattivazione di queste opzioni. Le opzioni possono anche essere specificate come
              argomenti a un'invocazione della shell. Il corrente insieme di opzioni può essere trovato  in  $-.
              Lo stato di ritorno è sempre 0 (vero) a meno che non si incontri un'opzione non valida.

       shift [n]
              I parametri posizionali da n+1 ... sono rinominati $1 .... I parametri rappresentati dai numeri $#
              fino a $#-n+1 non sono impostati. n dev'essere un numero non negativo minore o uguale a $#. Se n è
              0,  nessun  parametro  viene cambiato. Se n è omesso, è considerato valere 1. Se n è più grande di
              $#, i parametri posizionali non sono cambiati. Lo stato di ritorno è più grande di 0 se  n  è  più
              grande di $# o minore di 0; altrimenti 0.

       shopt [-pqsu] [-o] [nome-opzione ...]
              Attiva/disattiva  i  valori  delle  impostazioni  che controllano il comportamento opzionale della
              shell. Le impostazioni possono essere o quelle elencate sotto o,  se  viene  usata  l'opzione  -o,
              quelle disponibili con l'opzione -o al comando incorporato set. Senza opzioni, o con l'opzione -p,
              viene mostrata una lista di tutte  le  opzioni  impostabili,  con  una  indicazione  se  ognuna  è
              impostata  o no; se vengono forniti nomi-opzioni, l'output è ristretto a queste opzioni. L'opzione
              -p fa sì che l'output sia mostrato in una forma che può  essere  riutilizzata  come  input.  Altre
              opzioni hanno il seguente significato:
              -s     Abilita (attiva) ogni optname.
              -u     Disabilita (disattiva) ogni optname.
              -q     Sopprime  il normale output (modalità silenziosa); lo stato di ritorno indica se il optname
                     è attivato o non attivato. Se sono dati argomenti optname multipli  con  -q,  lo  stato  di
                     ritorno è 0 se tutti gli optname sono attivati; diverso da zero altrimenti.
              -o     Restringe  i  valori  di optname a quelli definiti per l'opzione -o del comando incorporato
                     set.

              Se una delle opzioni -s o -u viene usata senza argomenti optname, shopt mostra solo quelle opzioni
              che  sono, rispettivamente, attivate o non attivate. Se non diversamente indicato le opzioni shopt
              sono disabilitate (non attivate) in modo predefinito.

              Lo stato di ritorno quando vengono elencate delle opzioni è 0 se tutti gli optname sono abilitati,
              altrimenti  è diverso da zero. Quando si impostano o si rimuovono opzioni, lo stato di ritorno è 0
              tranne quando optname non è una valida opzione di shell.

              L'elenco delle opzioni di shopt è:

              assoc_expand_once
                      If set, the shell suppresses multiple evaluation of associative  array  subscripts  during
                      arithmetic  expression  evaluation,  while  executing  builtins  that can perform variable
                      assignments, and while executing builtins that perform array dereferencing.
              autocd  Se impostato, viene eseguito un nome di comando che è il nome di  una  directory  come  se
                      fosse  un  argomento  del  comando  cd.  Questa  opzione  viene  usata  solo  dalle  shell
                      interattive.
              cdable_vars
                      Se impostata, un argomento  al  comando  incorporato  cd  che  non  sia  una  directory  è
                      considerato come il nome di una variabile il cui valore è la directory verso cui cambiare.
              cdspell Se impostata, vengono corretti errori minori nell'ortografia di un componente di directory
                      in un comando cd. Gli errori ricercati sono caratteri invertiti, mancanza di un  carattere
                      e  un  carattere  in  più.  Se  viene  trovata  una correzione il nome-file corretto viene
                      stampato e il comando prosegue. Quest'opzione è usata solo dalle shell interattive.
              checkhash
                      Se impostata, bash controlla che un comando trovato in una tabella hash  esista  prima  di
                      tentarne  l'esecuzione.  Se un comando la cui posizione è disponibile in un elemento della
                      tabella hash non esiste più, viene effettuata una normale ricerca di percorso.
              checkjobs
                      Se impostato, bash elenca lo stato dei job in esecuzione e di quelli  terminati  prima  di
                      uscire  da  una  shell interattiva. Se vi sono job in esecuzione, l'uscita verrà rimandata
                      fino a quando non viene tentata una seconda uscita senza che  intervenga  un  comando  (si
                      veda  JOB  CONTROL  sopra).  La  shell  ritarda  sempre l'uscita se un qualsiasi job viene
                      fermato.
              checkwinsize
                      Se impostata, bash controlla la dimensione della finestra dopo ogni comando  esterno  (non
                      incorporato)  e,  se  necessario,  aggiorna  i valori di LINES e COLUMNS.  Quest'opzione è
                      abilitata in modo predefinito.
              cmdhist Se impostata, bash tenta di salvare tutte le righe di un comando  a  riga  multipla  nello
                      stesso  elemento  di  cronologia.  Questo  facilita  la  ripetizione di comandi multiriga.
                      Ques'opzione è abilitata in modo predefinito,  ma  ha  effetto  solo  se  è  abilitata  la
                      cronologia dei comandi, come descritto sopra in CRONOLOGIA.
              compat31
              compat32
              compat40
              compat41
              compat42
              compat43
              compat44
                      These  control  aspects  of  the  shell's compatibility mode (see SHELL COMPATIBILITY MODE
                      below).

              complete_fullquote
                      Se impostata, bash quota tutti i metacaratteri di  shell  nei  nomi-file  e  di  directory
                      quando  effettua il completamento.  Se non è impostata,  bash rimuove i metacaratteri come
                      il segno del dollaro dal set di caratteri che saranno  quotati  nei  nomi-file  completati
                      quando  questi  metacaratteri appaiono in riferimenti a variabili di shell nelle parole da
                      completare. Questo vuol dire che i  segni  del  dollaro  nei  nomi  di  variabile  che  si
                      espandono  a directory non verranno quotati; comunque, non saranno quotati neanche i segni
                      del dollaro che appaiono nei nomi-file.  Questo è attivo solo quando  bash  usa  le  barre
                      inverse  per  quotare  i  nomi-file  completati.  Questa  variabile  è  impostata  in modo
                      predefinito, che è il comportamento predefinito di bash nelle versioni fino alla 4.2.

              direxpand
                      Se impostata, bash sostituisce i nomi di directory  con  i  risultati  dell'espansione  di
                      parola  mentre  effettua il completamento del nome di file.  Questo cambia i contenuti del
                      buffer di modifica di readline.  Se non è impostata, bash tenta di conservare ciò  che  ha
                      scritto l'utente.

              dirspell
                      Se  impostata,  bash  tenta la correzione dell'ortografia sui nomi di directory durante il
                      completamento di parola se il nome di directory fornito inizialmente non esiste.

              dotglob Se  impostata,  bash  include  i  nomi-file  che  iniziano  con  un  `.'   nel   risultato
                      dell'espansione  del  percorso.  I nomi-file  “.” e “..”  devono essere sempre confrontati
                      esplicitamente, anche se dotglob è impostato.

              execfail
                      Se impostata, una shell non interattiva non esce se non può eseguire il  file  specificato
                      come  argomento al comando incorporato exec. Una shell interattiva non esce se exec non ha
                      successo.

              expand_aliases
                      Se impostata, gli alias vengono espansi  come  descritto  in  precedenza,  sotto  ALIASES.
                      Questa opzione è abilitata in modo predefinito per le shell interattive.

              extdebug
                      Se  impostata  all'invocazione  della  shell,  o in un file di avvio della shell, provvede
                      all'esecuizone del "debugger profile" prima che la shell venga avviata, allo  stesso  modo
                      dell'opzione  --debugger.Se  impostata  dopo  l'invocazione, il comportamento previsto per
                      poter usare dei debugger è abilitato:

                      1.     L'opzione -F al comando incorporato declare mostra il nome di file di origine e  il
                             numero di riga corrispondente a ogni nome di funzione fornita come argomento.

                      2.     Se  il  comando eseguito nella gestione del segnale DEBUG ritorna un valore diverso
                             da zero, il comando successivo viene saltato e non è eseguito.

                      3.     Se il comando eseguito nella gestione del segnale DEBUG ritorna il valore 2,  e  la
                             shell  è  in  esecuzione  in  una subroutine (una funzione di shell o uno script di
                             shell eseguito dai comandi incorporati . o source), la shell simula una chiamata  a
                             return.

                      4.     BASH_ARGC  e  BASH_ARGV sono aggiornati come descritto nelle loro descrizioni viste
                             sopra.

                      5.     Il tracciamento delle funzioni è abilitato: sostituzione di  comando,  funzioni  di
                             shell,  e subshell invocate con ( comando ) ereditano le intercettazione di segnale
                             DEBUG e RETURN.

                      6.     Il tracciamento degli errori è abilitato:  sostituzione  di  comando,  funzioni  di
                             shell,  e subshell invocate con ( comando ) ereditano le intercettazione di segnale
                             ERR.

              extglob Se impostata,  le  caratteristiche  di  corrispondenza  estesa  di  modelli  descritte  in
                      precedenza, sotto Espansione di percorso, sono abilitate.

              extquote
                      Se impostato, la quotatura $'string' e $"string" è effettuata all'interno delle espansioni
                      di ${parametro} racchiuse tra virgolette. Quest'opzione è abilitata in modo predefinito.

              failglob
                      Se impostata, i modelli che non generano nomi validi  di  file  durante  l'espansione  del
                      percorso danno come risultato un errore di espansione.

              force_fignore
                      Se  impostata,  i suffissi specificati dalla variabile di shell FIGNORE fanno si che delle
                      parole vengano ignorate quando viene effettuato il completamento delle parole anche se  le
                      parole  ignorate  sono i soli possibili completamenti. Si veda VARIABILI DELLA SHELL sopra
                      per una descrizione di FIGNORE. Quest'opzione è abilitata in modo predefinito.

              globasciiranges
                      Se impostata, le espressioni di intervallo nelle espressioni tra  parentesi  graffe  nella
                      ricerca  di corrispondenze (si veda Modelli di ricerca più sopra) si comportano come nella
                      localizzazione  tradizionale  C  quando  effettuano  confronti.   Cioè,  la  sequenza   di
                      collazione della localizzazione corrente non viene presa in considerazione, cosicché b non
                      collazionerà fra A e B , e i caratteri ASCII maiuscolo e minuscolo  verranno  collazionati
                      insieme.

              globstar
                      Se  impostata, il modello ** usato in un contesto di espansione del nome di percorso trova
                      tutti i file e zero o più directory e sottodirectory che soddisfano i criteri di  ricerca.
                      Se  il modello è seguito da una /, trova solo le directory e sottodirectory che soddisfano
                      i criteri di ricerca.

              gnu_errfmt
                      Se impostata, i messaggi di errore della shell vengono scritti nel  formato  GNU  standard
                      dei messaggi di errore.

              histappend
                      Se  impostata,  l'elenco  della  cronologia  è  accodato  al file indicato dalla variabile
                      HISTFILE all'uscita della shell, invece che sostituire il file preesistente.

              histreedit
                      Se impostata, e readline è in uso, viene data l'opportunità a un utente  di  ripetere  una
                      sostituzione della cronologia che non ha avuto successo.

              histverify
                      Se  impostata,  e  readline  è in uso, i risultati della sostituzione della cronologia non
                      sono immediatamente passati all'analizzatore della shell. Invece, la riga risultante viene
                      caricata nel buffer di modifica readline, permettendo ulteriori modifiche.

              hostcomplete
                      Se  impostata,  e readline è in uso, bash tenta di effettuare il completamento del nome di
                      host quando una parola contenente un @ è in corso di completamento (si veda  Completamento
                      in precedenza, sotto READLINE. Questa è abilitata in modo predefinito.

              huponexit
                      Se  impostata,  bash  invia  SIGHUP  a  tutti  i  job  all'uscita  di  una  shell di login
                      interattiva.

              inherit_errexit
                      If set, command substitution  inherits  the  value  of  the  errexit  option,  instead  of
                      unsetting  it  in  the  subshell  environment.   This option is enabled when posix mode is
                      enabled.

              interactive_comments
                      Se impostata, fa sì che, se una parola inizia con #, quella parola  e  tutti  i  caratteri
                      rimanenti su quella riga siano ignorati in una shell interattiva (si veda COMMENTI sopra).
                      Quest'opzione è abilitata in modo predefinito.

              lastpipe
                      Se impostata, e job control non è attivo, la shell esegue l'ultimo comando di una pipeline
                      non eseguita in background nell'ambiente di shell corrente.

              lithist Se  impostata,  e  l'opzione  cmdhist  è abilitata, i comandi multiriga sono salvati nella
                      cronologia includendo i newline, piuttosto che usando come separatori il punto e  virgola,
                      dove possibile.

              localvar_inherit
                      If  set,  local  variables inherit the value and attributes of a variable of the same name
                      that exists at a previous scope before any new value is assigned.  The  nameref  attribute
                      is not inherited.

              localvar_unset
                      If  set,  calling  unset  on  local  variables  in  previous function scopes marks them so
                      subsequent lookups find them unset until that function returns. This is identical  to  the
                      behavior of unsetting local variables at the current function scope.

              login_shell
                      La  shell  imposta quest'opzione se viene avviata come shell di login (si veda INVOCAZIONE
                      sopra). Il valore non può essere cambiato.

              mailwarn
                      Se impostata, e un file sul quale bash sta ricercando della  posta  ha  avuto  un  accesso
                      dall'ultima  volta  che  è  stato controllato, viene visualizzato il messagio “The mail in
                      mailfile has been read”.

              no_empty_cmd_completion
                      Se impostata, e readline è in uso, bash  non  tenta  di  cercare  il  PATH  per  possibili
                      completamenti quando viene tentato il completamento di una riga vuota.

              nocaseglob
                      Se  impostata,  bash  individua i nomi-file senza distinguere le maiuscole dalle minuscole
                      quando effettua l'espansione del percorso (si veda Espansione del percorso sopra).

              nocasematch
                      Se impostata, bash confronta modelli senza distinguere le maiuscole dalle minuscole quando
                      ricerca  corrispondenze  durante  l'esecuzione  dei comandi condizionali case o [[, quando
                      effettua espansioni di parola in una sostituzione di modello, o  quando  filtra  possibili
                      completamenti come parte di un completamento programmabile.

              nullglob
                      Se impostata, bash permette ai modelli che non individuano nessun file (si veda Espansione
                      del percorso sopra) di espandere come  una  stringa  nulla,  piuttosto  che  essere  presi
                      letteralmente.

              progcomp
                      Se   impostata,   i   servizi   di  completamento  programmabile  (si  veda  Completamento
                      programmabile sopra) vengono abilitati. Quest'opzione è abilitata in modo predefinito.

              progcomp_alias
                      If set, and programmable completion is enabled, bash treats a command  name  that  doesn't
                      have any completions as a possible alias and attempts alias expansion. If it has an alias,
                      bash attempts programmable completion using the command word resulting from  the  expanded
                      alias.

              promptvars
                      Se  impostata,  le  stringhe  di prompt subiscono espansione di parametro, sostituzione di
                      comando, espansione aritmetica e rimozione dei segni di  quotatura  dopo  che  sono  stati
                      espansi  come  descritto  in  STRINGHE  DI PROMPT sopra. Quest'opzione è abilitata in modo
                      predefinito.

              restricted_shell
                      La shell imposta quest'opzione se è stata avviata in modalità  ristretta  (si  veda  SHELL
                      RISTRETTA  più  avanti).  Il  valore non può essere cambiato. Questo non viene reimpostato
                      quando i file di avvio vengono eseguiti, permettendo ai file di avvio di accertare se  una
                      shell è ristretta o meno.

              shift_verbose
                      Se  impostata, il comando incorporato shift stampa un messaggio di errore quando il numero
                      di comandi shift effettuati eccede il numero dei parametri posizionali.

              sourcepath
                      Se impostata, il comando incorporato source (.) usa il  valore  di  PATH  per  trovare  la
                      directory  contenente  il  file  fornito come argomento. Quest'opzione è abilitata in modo
                      predefinito.

              xpg_echo
                      Se impostata, il comando incorporato echo espande sequenze di protezione tramite la  barra
                      inversa in modo predefinito.

       suspend [-f]
              Sospende l'esecuzione di questa shell fino a che non riceve un segnale SIGCONT. Una shell di login
              non può essere sospesa; l'opzione -f può essere usata per non tener conto di questo e  forzare  la
              sospensione.  Lo  stato di ritorno è 0 tranne quando la shell è una shell di login e non è fornito
              -f, o se il job-control non è abilitato.

       test expr
       [ expr ]
              Return a status of 0 (true) or 1 (false) depending on the evaluation of the conditional expression
              expr.   Each  operator  and  operand must be a separate argument.  Expressions are composed of the
              primaries described above under CONDITIONAL EXPRESSIONS.  test does not accept  any  options,  nor
              does it accept and ignore an argument of -- as signifying the end of options.

              Le  espressioni  possono  essere  combinate  usando  i  seguenti  operatori,  elencati  in  ordine
              decrescente di precedenza. La valutazione dipende dal numero di argomenti; si veda più avanti.  La
              precedenza degli operatori è usata quando ci sono cinque o più argomenti.
              ! expr Vero se expr è falso.
              ( expr )
                     Ritorna  il  valore  di  expr. Questo può essere usato per modificare la normale precedenza
                     degli operatori.
              expr1 -a expr2
                     Vero se sia expr1 che expr2 sono vere.
              expr1 -o expr2
                     Vero se o expr1 o expr2 è vera.

              test e [ valutano espressioni condizionali usando  una  serie  di  regole  basate  sul  numero  di
              argomenti.

              0 argomenti
                     L'espressione è falsa.
              1 argomento
                     L'espressione è vera se e solo se l'argomento non è nullo.
              2 argomenti
                     Se  il primo argomento è !, l'espressione è vera se e solo se il secondo argomento è nullo.
                     Se il primo argomento è uno degli operatori  condizionali  elencati  in  precedenza,  sotto
                     ESPRESSIONI  CONDIZIONALI,  l'espressione  è  vera  se  il  test unario è vero. Se il primo
                     argomento non è un operatore condizionale unario valido, l'espressione è falsa.
              3 argomenti
                     Le seguenti condizioni sono applicate nell'ordine elencato. Se il secondo argomento  è  uno
                     degli operatori binari condizionali elencati in precedenza, sotto ESPRESSIONI CONDIZIONALI,
                     il risultato dell'espressione è il risultato del test binario che usa gli argomenti primo e
                     terzo  come  operandi.  Quando  ci  sono  tre argomenti, -a e -o sono considerati operatori
                     binari. Se il primo argomento è !, il valore è la negazione  del  test  con  due  argomenti
                     costituito  dagli  argomenti  secondo  e  terzo. Se il primo argomento è esattamente ( e il
                     terzo argomento è esattamente ), il risultato è il  test,  con  1  argomento,  del  secondo
                     argomento. Altrimenti, l'espressione è falsa.
              4 argomenti
                     Se  il  primo  argomento  è  !,  il  risultato è la negazione dell'espressione composta dai
                     rimanenti  argomenti.  Altrimenti,  l'espressione  è  analizzata  e  valutata  secondo   le
                     precedenze usando le regole elencate sopra.
              5 o più argomenti
                     L'espressione  è  analizzata  e  valutata  secondo  le precedenze usando le regole elencate
                     sopra.

              Quando sono usati con test o [, gli operatori < e > vengono ordinati  lessicograficamente  secondo
              l'ordinamento ASCII.

       times  Stampa  i  tempi  spesi  come  utente  e come sistema per la shell e per i processi eseguiti dalla
              shell. Lo stato di ritorno è 0.

       trap [-lp] [[arg] sigspec ...]
              Il comando arg dev'essere letto e eseguito quando la shell riceve il segnale(i) sigspec. Se arg  è
              assente  (e  c'è  un  singolo  sigspec)  o  -,  ogni  segnale  specificato  è  riportato  alla sua
              configurazione originale (il valore che aveva al momento dell'ingresso nella shell). Se arg  è  la
              stringa nulla il segnale specificato da ogni sigspec è ignorato dalla shell e dai comandi che essa
              invoca. Se arg non è presente e -p è stato fornito, allora i comandi di intercettazione di segnale
              associati  a  ogni  sigspec vengono visualizzati. Se non viene fornito alcun argomento o se è dato
              solo -p, trap stampa la lista dei comandi associati a ogni segnale. L'opzione  -l  fa  sì  che  la
              shell  stampi  una  lista di nomi di segnale e i numeri a loro corrispondenti. Ogni sigspec è o un
              nome di segnale definito in <signal.h>, o un numero di segnale. I nomi di segnale  possono  essere
              scritti sia in minuscolo che in maiuscolo e il prefisso SIG è opzionale.

              Se  un sigspec è EXIT (0) il comando arg è eseguito all'uscita della shell. Se un sigspec è DEBUG,
              il comando arg viene eseguito prima di ogni comando semplice, comando for, comando  case,  comando
              select, ogni comando for aritmetico, e prima di eseguire il primo comando in una funzione di shell
              (si veda GRAMMATICA DELLA SHELL sopra). Fare riferimento alla  descrizione  dell'opzione  extdebug
              del comando incorporato shopt per dettagli sul suo effetto nella gestione del segnale DEBUG. Se un
              sigspec è RETURN, il comando arg viene eseguito ogni volta che una funzione di shell o uno  script
              eseguito coi comandi incorporati . o source completa l'esecuzione.

              If  a  sigspec  is  ERR,  the  command arg is executed whenever a pipeline (which may consist of a
              single simple command), a list, or a compound command returns a non-zero exit status,  subject  to
              the  following  conditions.   The  ERR  trap  is not executed if the failed command is part of the
              command list immediately following a while or until keyword, part of the test in an if  statement,
              part of a command executed in a && or || list except the command following the final && or ||, any
              command in a pipeline but the last, or if the command's return value is being  inverted  using  !.
              These are the same conditions obeyed by the errexit (-e) option.

              I  segnali  ignorati  al  momento  dell'ingresso  della  shell  non  possono essere intercettati o
              resettati. I segnali intercettati non ignorati sono riportati al  loro  valore  originale  in  una
              subshell o in un ambiente di subshell quando ne è stato creato uno. Lo stato di ritorno è falso se
              un sigspec non è valido; altrimenti trap ritorna 0 (vero).

       type [-aftpP] nome [nome ...]
              Senza opzioni, indica come dovrà essere interpretato  ciascun  nome  se  usato  come  un  nome  di
              comando.  Se è usata l'opzione -t, type stampa una stringa che è una fra alias, keyword, function,
              builtin o file se nome è, rispettivamente,  un  alias,  una  parola  riservata  della  shell,  una
              funzione, un comando incorporato, o un file su disco. Se il nome non è trovato, non viene stampato
              nulla, ed è ritornato uno stato d'uscita di falso Se viene usata l'opzione -p, type ritorna  o  il
              nome  del  file  su  disco  che  dovrebbe  essere  eseguito se nome fosse specificato come nome di
              comando, o nulla se ``type -t name''  non  avesse  ritornato  file.  L'opzione  -P  forza  PATH  a
              ricercare  ogni  nome, anche se ``type -t name'' non dovesse ritornare file. Se un comando è nella
              tabella hash, -p e -P stampano il valore nella tabella hash, che non necessariamente è il file che
              appare  per  primo  in  PATH.  Se  viene  usata  l'opzione  -a, type stampa tutti le posizioni che
              corrispondono a un eseguibile chiamato nome. Questo include alias e funzioni, se  e  solo  se  non
              viene  usata  anche  l'opzione  -p. La tabella hash dei comandi non è consultata quando si usa -a.
              L'opzione -f sopprime la ricerca della funzione di shell, come col  comando  incorporato  command.
              type ritorna 0 [vero] se tutti argomenti vengono trovati, falso se non ne viene trovato alcuno.

       ulimit [-HS] -a
       ulimit [-HS] [-bcdefiklmnpqrstuvxPRT [limite]]
              Fornisce  controllo  sulle  risorse disponibili per la shell e per i processi avviati da essa, sui
              sistemi che consentono un tale controllo. Le opzioni -H e -S specificano che  viene  impostato  il
              limite  hard  o  limite  soft  per  la data risorsa. Un limite hard non può essere aumentato da un
              utente comune una volta impostato; un limite soft può essere aumentato fino al valore  del  limite
              hard. Se né -H-S sono specificati, vengono impostati entrambi i limiti, hard e soft. Il valore
              di limite può essere un numero nell'unità specificata per la risorsa, o uno  dei  valori  speciali
              hard,  soft o unlimited. che stanno rispettivamente per limite hard corrente, limite soft corrente
              e nessun limite. Se limite è omesso, viene stampato il  valore  corrente  del  limite  soft  della
              risorsa,  a meno che non venga data l'opzione -H. Quando è specificata più di una risorsa, il nome
              del limite e l'unità, se appropriati, vengono stampati prima del valore.  Le  altre  opzioni  sono
              interpretate come segue:
              -a     Sono riportati tutti i limiti correnti; nessun limite viene impostato
              -b     La dimensione massima del buffer del socket
              -c     la dimensione massima dei file core creati
              -d     la dimensione massima del segmento dati di un processo
              -e     La priorità massima di schedulazione dei processi ("nice")
              -f     la dimensione massima dei file scritti dalla shell e dai suoi figli
              -i     Il numero massimo di segnali pendenti
              -k     Il numero massimo di kqueue (code degli eventi del kernel) che possono essere allocate
              -l     la dimensione massima di memoria che può essere bloccata
              -m     la dimensione massima della memoria occupata (molti sistemi non rispettano questo limite)
              -n     il  numero massimo di descrittori di file aperti (la maggior parte dei sistemi non permette
                     che questo valore sia cambiato)
              -p     la dimensione delle pipe in blocchi da 512 byte (questo non può essere cambiato)
              -q     Il numero massimo di byte nelle code dei messaggi POSIX
              -r     La priorità massima di schedulazione dei processi in tempo reale
              -s     la dimensione massima dello stack
              -t     il massimo quantitativo di tempo macchina utilizzabile, in secondi
              -u     il numero massimo di processi disponibili per un singolo utente
              -v     Il massimo ammontare di memoria virtuale disponibile per la shell e, su  alcunisistemi,  ai
                     suoi figli
              -x     Il numero massimo di file lock
              -P     Il numero massimo di pseudoterminali
              -R     The maximum time a real-time process can run before blocking, in microseconds
              -T     Il numero massimo di thread

              Se  limite  è  dato,  e  non  viene  usata  l'opzione  -a, limite  è il nuovo valore della risorsa
              specificata.  Se nessuna opzione è data, si considera impostata l'opzione -f.  I  valori  sono  in
              multipli  di  1024 byte, tranne  che per -t, che è in secondi, -R, che è in microsecondi;-p, che è
              in unità di blocchi da 512 byte; -P, -T, -b , -k, -n e -u, che sono numeri puri e , quando si è in
              modalità  posix,  -c e -f, che sono in multipli di 512 byte. Lo stato di ritorno è 0 tranne quando
              viene incontrata un'opzione o un argomento non valido, o avvenga un errore mentre  si  imposta  un
              nuovo limite.

       umask [-p] [-S] [modo]
              La  maschera di creazione dei file dell'utente è impostata a modo. Se modo inizia con una cifra, è
              interpretato come numero ottale; altrimenti è interpretato come una maschera in modalità simbolica
              simile  a  quelle accettate da chmod(1). Se modo è omesso, viene stampato il valore corrente della
              maschera. L'opzione -S fa sì che  la  maschera  venga  stampata  in  formato  simbolico;  l'output
              predefinito  è  un numero ottale. Se viene fornita l'opzione -p e modo è omesso, l'output è in una
              forma riutilizzabile come input. Lo stato di ritorno è 0 se il modo è stato cambiato con  successo
              o se nessun argomento modo era stato fornito, e falso altrimenti.

       unalias [-a] [nome ...]
              Rimuove  ciascun  nome dalla lista degli alias definiti. Se si specifica -a, sono rimosse tutte le
              definizioni di alias. Il valore di ritorno è 0 (vero) tranne quando un nome fornito non è un alias
              attualmente definito.

       unset [-fv] [-n] [nome ...]
              Per  ciascun  nome, rimuove la corrispondente variabile o funzione. Se è specificata l'opzione -v,
              ogni nome designa una variabile di shell, e quella variabile viene rimossa.  Le  variabili in sola
              lettura  non  possono  essere  rimosse. Se viene specificata -f, ogni nome designa una funzione di
              shell, e la definizione di funzione viene rimossa.   Se è impostata l'opzione -n,  e  nome  è  una
              variabile  con  l'attributo  nameref,  verrà  annullata  nome  piuttosto che la variabile a cui fa
              riferimento. -n non ha nessun effetto se è impostata l'opzione -f.  Se non viene impostata nessuna
              opzione,  ogni  nome  fa riferimento a una variabile; se non ci sono variabili con quel nome, ogni
              funzione con  quel  nome  viene  annullata.  Ogni  variabile  o  funzione  annullata  è  eliminata
              dall'ambiente  passato  ai  comandi  successivi.  Se  una  qualsiasi fra BASH_ALIASES, BASH_ARGV0,
              BASH_CMDS,  BASH_COMMAND,  BASH_SUBSHELL,  BASHPID,  COMP_WORDBREAKS,   DIRSTACK,   EPOCHREALTIME,
              EPOCHSECONDS,  FUNCNAME,  GROUPS, HISTCMD, LINENO, RANDOM, SECONDS o SRANDOM è annullata, perde la
              sua speciale proprietà, anche se viene successivamente ridefinita.  Lo stato d'uscita è 0 (vero) a
              meno che un nome non sia in sola lettura.

       wait [-fn] [-p varname] [id ...]
              Wait for each specified child process and return its termination status.  Each id may be a process
              ID or a job specification; if a job spec is given, all processes in that job's pipeline are waited
              for.  If id is not given, wait waits for all running background jobs and the last-executed process
              substitution, if its process id is the same as $!, and the return  status  is  zero.   If  the  -n
              option  is  supplied, wait waits for a single job from the list of ids or, if no ids are supplied,
              any job, to complete and returns its exit status.  If none of the supplied arguments is a child of
              the  shell,  or  if no arguments are supplied and the shell has no unwaited-for children, the exit
              status is 127.  If the -p option is supplied, the process or job identifier of the job  for  which
              the exit status is returned is assigned to the variable varname named by the option argument.  The
              variable will be unset initially, before any assignment.  This is useful only when the  -n  option
              is  supplied.  Supplying the -f option, when job control is enabled, forces wait to wait for id to
              terminate before returning its status, instead  of  returning  when  it  changes  status.   If  id
              specifies  a  non-existent process or job, the return status is 127.  Otherwise, the return status
              is the exit status of the last process or job waited for.

MODALITÀ COMPATIBILE DELLA SHELL

       Bash-4.0 introduced the concept of a `shell compatibility level', specified as a set of  options  to  the
       shopt  builtin  compat31,  compat32,  compat40,  compat41,  and  so  on).   There  is  only  one  current
       compatibility level -- each option is mutually exclusive.  The compatibility level is intended  to  allow
       users  to  select  behavior  from  previous  versions that is incompatible with newer versions while they
       migrate scripts to use current features and behavior. It's intended to be a temporary solution.

       This section does not mention behavior that is standard for a particular version (e.g., setting  compat32
       means  that quoting the rhs of the regexp matching operator quotes special regexp characters in the word,
       which is default behavior in bash-3.2 and above).

       If a user enables, say, compat32, it may affect the behavior of other  compatibility  levels  up  to  and
       including  the  current compatibility level.  The idea is that each compatibility level controls behavior
       that changed in that version of bash, but that behavior may have been present in earlier  versions.   For
       instance,  the  change  to use locale-based comparisons with the [[ command came in bash-4.1, and earlier
       versions used ASCII-based comparisons, so enabling compat32 will enable ASCII-based comparisons as  well.
       That  granularity  may  not be sufficient for all uses, and as a result users should employ compatibility
       levels carefully.  Read the documentation for a particular feature to find out the current behavior.

       Bash-4.3 introduced a new shell variable: BASH_COMPAT.  The value assigned to this  variable  (a  decimal
       version  number  like  4.2,  or  an integer corresponding to the compatNN option, like 42) determines the
       compatibility level.

       Starting with bash-4.4, Bash has begun deprecating older compatibility levels.  Eventually,  the  options
       will be removed in favor of BASH_COMPAT.

       Bash-5.0  is  the  final  version  for  which  there  will be an individual shopt option for the previous
       version. Users should use BASH_COMPAT on bash-5.0 and later versions.

       The following table describes the behavior changes controlled by each compatibility level  setting.   The
       compatNN  tag  is  used as shorthand for setting the compatibility level to NN using one of the following
       mechanisms.  For versions prior to bash-5.0, the compatibility level may be set using  the  corresponding
       compatNN shopt option.  For bash-4.3 and later versions, the BASH_COMPAT variable is preferred, and it is
       required for bash-5.1 and later versions.

       compat31
              •      quoting the rhs of the [[ command's regexp matching operator (=~)  has no special effect

       compat32
              •      interrupting a command list such as "a ; b ; c" causes the execution of the next command in
                     the  list  (in bash-4.0 and later versions, the shell acts as if it received the interrupt,
                     so interrupting one command in a list aborts the execution of the entire list)

       compat40
              •      the < and > operators to the [[ command do not consider the current locale  when  comparing
                     strings;  they use ASCII ordering.  Bash versions prior to bash-4.1 use ASCII collation and
                     strcmp(3); bash-4.1 and later use the current locale's collation sequence and strcoll(3).

       compat41
              •      in posix mode, time may be followed by options and still be recognized as a  reserved  word
                     (this is POSIX interpretation 267)
              •      in  posix  mode, the parser requires that an even number of single quotes occur in the word
                     portion of  a  double-quoted  parameter  expansion  and  treats  them  specially,  so  that
                     characters  within  the  single  quotes are considered quoted (this is POSIX interpretation
                     221)

       compat42
              •      the replacement string  in  double-quoted  pattern  substitution  does  not  undergo  quote
                     removal, as it does in versions after bash-4.2
              •      in  posix  mode,  single quotes are considered special when expanding the word portion of a
                     double-quoted parameter expansion and can be used to quote a closing brace or other special
                     character  (this is part of POSIX interpretation 221); in later versions, single quotes are
                     not special within double-quoted word expansions

       compat43
              •      the shell does not print a warning message if an attempt is made to use a  quoted  compound
                     assignment  as  an  argument  to declare (declare -a foo='(1 2)'). Later versions warn that
                     this usage is deprecated
              •      word expansion errors are considered non-fatal errors that cause  the  current  command  to
                     fail,  even in posix mode (the default behavior is to make them fatal errors that cause the
                     shell to exit)
              •      when executing a shell function, the loop state (while/until/etc.)  is not reset, so  break
                     or  continue in that function will break or continue loops in the calling context. Bash-4.4
                     and later reset the loop state to prevent this

       compat44
              •      the shell sets up the values used by BASH_ARGV and BASH_ARGC so  they  can  expand  to  the
                     shell's positional parameters even if extended debugging mode is not enabled
              •      a  subshell  inherits  loops  from  its parent context, so break or continue will cause the
                     subshell to exit.  Bash-5.0 and later reset the loop state to prevent the exit
              •      variable assignments preceding builtins  like  export  and  readonly  that  set  attributes
                     continue  to  affect  variables  with  the same name in the calling environment even if the
                     shell is not in posix mode

       compat50
              •      Bash-5.1 changed the way $RANDOM is generated to introduce slightly more randomness. If the
                     shell compatibility level is set to 50 or lower, it reverts to the method from bash-5.0 and
                     previous versions, so seeding the random number generator by assigning a  value  to  RANDOM
                     will produce the same sequence as in bash-5.0
              •      If  the  command  hash  table  is  empty,  bash  versions  prior  to  bash-5.1  printed  an
                     informational message to that effect, even when producing output  that  can  be  reused  as
                     input. Bash-5.1 suppresses that message when the -l option is supplied.

SHELL RISTRETTA

       Se  bash  è  avviata  col  nome  rbash,  o  l'opzione  -r viene fornita all'invocazione, la shell diventa
       ristretta. Una shell ristretta è usata per impostare un ambiente più controllato di  quello  della  shell
       standard.  Si  comporta  identicamente  a  bash con l'eccezione che quel che segue è o non permesso o non
       effettuato:

       •      cambiare le directory con cd

       •      impostare o rimuovere i valori di SHELL, PATH, HISTFILE, ENV o BASH_ENV

       •      specificare nomi di comando contenenti una /

       •      specificare un nome di file contenente una / come argomento al comando incorporato .

       •      specificare un nome-file contenente una  barra  obliqua  come  argomento  al  comando  incorporato
              history

       •      specificare  un  nome  di  file contenente una barra [/] come argomento all'opzione -p del comando
              incorporato hash

       •      importare definizioni di funzione dall'ambiente della shell all'avvio

       •      analizzare il valore di SHELLOPTS dall'ambiente di shell all'avvio

       •      ridirigere l'output usando gli operatori di ridirezione >, >|, <>, >&, &> e >>

       •      usare il comando incorporato exec per sostituire la shell con un altro comando

       •      aggiungere o eliminare comandi incorporati con le opzioni -f e -d del comando incorporato enable

       •      usare il comando incorporato enable  per  abilitare  comandi  incorporati  della  shell  che  sono
              disabilitati

       •      specificare l'opzione -p al comando incorporato command

       •      disattivare la modalità ristretta con set +r o set +o restricted.

       Queste restrizioni sono imposte dopo aver letto eventuali file di avvio.

       When  a  command  that  is  found  to  be a shell script is executed (see COMMAND EXECUTION above), rbash
       rimuove ogni restrizione nella shell creata dalla shell genitrice per eseguire lo script.

VEDERE ANCHE

       Bash Reference Manual, Brian Fox e Chet Ramey
       The Gnu Readline Library, Brian Fox e Chet Ramey
       The Gnu History Library, Brian Fox e Chet Ramey
       Portable Operating System Interface (POSIX) Part 2: Shell and Utilities, IEEE --
              http://pubs.opengroup.org/onlinepubs/9699919799/
       http://tiswww.case.edu/~chet/bash/POSIX -- una descrizione della modalità posix
       sh(1), ksh(1), csh(1)
       emacs(1), vi(1)
       readline(3)

FILE

       /bin/bash
              L'eseguibile bash
       /etc/profile
              Il file di inizializzazione generale di sistema, eseguito per le shell di login
       /etc/bash.bashrc
              Il file di inizializzazione generale di sistema per ogni shell interattiva
       /etc/bash.bash.logout
              Il file di pulizia della shell di login generale di sistema, eseguito quando una  shell  di  login
              termina
       ~/.bash_profile
              Il file di inizializzazione personale, eseguito per le shell di login
       ~/.bashrc
              Il file di inizializzazione individuale per ogni shell interattiva
       ~/.bash_logout
              Il file di pulizia della shell di login individuale, eseguito quando una shell di login termina
       ~/.inputrc
              Il file di inizializzazione individuale per readline

AUTORI

       Brian Fox, Free Software Foundation
       bfox@gnu.org

       Chet Ramey, Case Western Reserve University
       chet.ramey@case.edu

NOTIFICA DEI "BUG"

       Se  trovate  un  "bug"  in bash, dovreste segnalarlo. Ma prima, dovreste assicurarvi che sia veramente un
       "bug", e che appaia nella versione più recente  di  bash.  L'ultima  versione  è  sempre  disponibile  da
       ftp://ftp.gnu.org/pub/gnu/bash/.

       Una  volta determinato che avete individuato realmente un "bug", usate il comando bashbug per inviare una
       notifica del "bug". Se avete una correzione, siete  invitati  a  inviare  anche  quella!  Suggerimenti  e
       rapporti su "bug" 'filosofici' possono essere inviati a bug-bash@gnu.org o inviati al newsgroup su Usenet
       gnu.bash.bug.

       TUTTI i rapporti sui "bug" dovranno includere:

       Il numero di versione di bash
       L'hardware e il sistema operativo
       Il compilatore usato per compilare
       Una descrizione del comportamento anomalo
       Un breve script o `ricetta' che produca il "bug"

       bashbug inserisce le prime tre voci automaticamente nel modello che fornisce per compilare  una  notifica
       di "bug".

       Commenti  e  notifiche  su  "bug"  riguardanti  questa  pagina  di  manuale dovranno essere indirizzati a
       chet.ramey@case.edu.

BUG

       È troppo grande e troppo lenta.

       Vi sono alcune sottili differenze tra bash e le versioni tradizionali di sh, soprattutto  per  via  delle
       specifiche POSIX.

       In alcuni casi gli alias possono essere causa di confusione.

       Comandi incorporati della shell e funzioni non sono sospendibili/riavviabili.

       Comandi composti e sequenze di comandi nella forma di `a ; b ; c' non sono trattati in modo completamente
       corretto quando viene richiesta la sospensione di un processo. Quando un processo viene sospeso, la shell
       esegue  immediatamente  il comando che lo segue immediatamente. Basta mettere una sequenza di comandi fra
       parentesi per forzarla in una subshell, che può essere sospesa come se fosse un'unica entità.

       Le variabili di array non possono essere esportate (per il momento).

       Ci può essere solo un coprocesso attivo alla volta.

TRADUZIONE

       La  traduzione  italiana  di  questa  pagina   di   manuale   è   stata   creata   da   Augusto   Lenardi
       <augusto@comune.modena.it>,    Antonio    Giovanni    Colombo    <azc100@gmail.com>,    Silvano   Sallese
       <silvano@pluto.it> e Marco Curreli <marcocurreli@tiscali.it>

       Questa  traduzione  è  documentazione  libera;  leggere  la  GNU  General  Public  License   Versione   3
       ⟨https://www.gnu.org/licenses/gpl-3.0.html⟩  o  successiva  per  le  condizioni  di  copyright.   Non  ci
       assumiamo alcuna responsabilità.

       Per segnalare errori nella traduzione  di  questa  pagina  di  manuale  inviare  un  messaggio  a  pluto-
       ildp@lists.pluto.it ⟨⟩.