oracular (2) vfork.2.gz

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NOME

       vfork - crea un processo figlio e blocca il processo genitore

LIBRERIA

       Libreria C standard (libc, -lc)

SINTASSI

       #include <unistd.h>

       pid_t vfork(void);

   Macro per test di funzionalità per glibc (vedere feature_test_macros(7)):

       vfork():
           Since glibc 2.12:
               (_XOPEN_SOURCE >= 500) && ! (_POSIX_C_SOURCE >= 200809L)
                   || /* Since glibc 2.19: */ _DEFAULT_SOURCE
                   || /* glibc <= 2.19: */ _BSD_SOURCE
           Before glibc 2.12:
               _BSD_SOURCE || _XOPEN_SOURCE >= 500

DESCRIZIONE

   Descrizione standard
       (Da  POSIX.1) La funzione vfork() ha lo stesso effetto di fork(2), con l'eccezione che il comportamento è
       indefinito se il processo creato da vfork() modifica un dato qualsiasi che non sia una variabile di  tipo
       pid_t  usata per archiviare il valore restituito da vfork(), o torna dalla funzione nella quale vfork() è
       stato chiamato, o chiama qualunque altra funzione prima di chiamare con successo  _exit(2)  o  una  delle
       funzioni della famiglia di exec(3).

   Descrizione Linux
       vfork(),  proprio  come  fork(2), crea un processo figlio del processo chiamante. Per dettagli sui valori
       restituiti e sugli errori, vedere fork(2).

       vfork() è un caso speciale di clone(2). Si usa per creare nuovi processi  senza  copiare  le  tabelle  di
       paginazione  del processo genitore. Può essere utile in applicazioni con necessità di prestazioni elevate
       nelle quali verrà creato un figlio che emette immediatamente un execve(2).

       vfork() è diverso da fork(2) nel senso che il processo chiamante rimane  sospeso  finché  il  figlio  non
       termina  (sia normalmente, chiamando _exit(2), che in modo anormale, dopo aver inviato un segnale fatal),
       o finchè non esegue una chiamata a execve(2). Fino a quel momento, il figlio condivide la memoria con  il
       genitore,  incluso  lo  stack. Il figlio non deve tornare dalla funzione in esecuzione o chiamare exit(3)
       (che avrebbe l'effetto di attivare i gestori di exit stabiliti dal processo  genitore  e  di  svuotare  i
       buffer stdio(3) del genitore), ma può chiamare _exit(2).

       Come  in  fork(2),  il  processo  figlio  creato  da vfork() eredita copie di vari attributi del processo
       chiamante (p.es., descrittori di file, predisposizioni di segnale e la directory di lavoro corrente);  la
       chiamata  vfork()  differisce  solo  per  la  gestione  dello  spazio  di  indirizzi virtuale, come sopra
       descritto.

       I segnali inviati al genitore gli arrivano dopo che il figlio ha liberato la memoria del  genitore  (cioè
       dopo che il figlio termina o chiama execve(2)).

   Descrizione storica
       Sotto  Linux,  fork(2) è implementato usando pagine copy-on-write, così che la sola penalizzazione in cui
       incorre fork(2) è il tempo e la memoria richiesti per duplicare le tabelle di paginazione del genitore, e
       per  creare  un'unica  struttura  di  task  per  il  figlio.  Tuttavia,  anticamente  fork(2)  richiedeva
       l'effettuazione di una copia completa dello spazio dati del chiamante, spesso senza reale  necessità,  di
       solito  immediatamente  dopo  l'esecuzione  di  exec(3).  Quindi,  per  una  maggiore  efficienza, BSD ha
       introdotto la chiamata di sistema vfork(), che non copiava completamente lo spazio di indirizzamento  del
       processo  genitore,  ma  utilizzava  la  memoria  del genitore e le sue strutture di controllo fino a una
       chiamata a execve(2) o un exit. Il processo genitore era sospeso  mentre  il  figlio  utilizzava  le  sue
       risorse.  L'uso di vfork() non era semplice: per esempio, per non modificare i dati nel processo genitore
       occorreva sapere quali variabili erano conservate in un registro.

VERSIONI

       I requisiti indicati per vfork() dagli standard sono più deboli di  quelli  indicati  per  fork(2),  così
       un'implementazione  dove i due sono sinonimi è conforme. In particolare, il programmatore non può contare
       sul fatto che il genitore rimanga bloccato fino a che il figlio termini o chiami  execve(2),  e  non  può
       contare su alcuno specifico comportamento relativo alla memoria condivisa.

       Some  consider  the semantics of vfork()  to be an architectural blemish, and the 4.2BSD man page stated:
       “This system call will be eliminated when proper system sharing mechanisms are implemented.  Users should
       not  depend  on  the  memory  sharing  semantics of vfork as it will, in that case, be made synonymous to
       fork.” However, even though modern memory management hardware has decreased  the  performance  difference
       between  fork(2)   and  vfork(),  there  are  various  reasons  why Linux and other systems have retained
       vfork():

       •  Alcune applicazioni in cui le prestazioni sono essenziali richiedono il piccolo vantaggio  in  termini
          di prestazioni garantito da vfork().

       •  vfork()  can be implemented on systems that lack a memory-management unit (MMU), but fork(2)  can't be
          implemented on such systems.  (POSIX.1-2008 removed vfork()  from the standard;  the  POSIX  rationale
          for  the posix_spawn(3)  function notes that that function, which provides functionality equivalent to
          fork(2)+ exec(3), is designed to be implementable on systems that lack an MMU.)

       •  Su sistemi con memoria limitata, vfork() evita la necessità di impegnare memoria  temporaneamente  (si
          veda  la  descrizione  di  /proc/sys/vm/overcommit_memory  in  proc(5))  per  l'esecuzione di un nuovo
          progamma. (Questo può essere particolarmente vantaggioso nel caso di un grosso processo  genitore  che
          voglia  eseguire un piccolo programma di supporto in un processo figlio.) Per contrasto, usare fork(2)
          in questo scenario richiede l'impegno di una quantità di memoria pari  alla  dimensione  del  processo
          genitore  (se è attivo lo strict overcommitting) oppure una sovrallocazione di memoria col rischio che
          un processo venga terminato dal processo killer out-of-memory (OOM).

   Note Linux
       I gestori di fork definiti usando pthread_atfork(3) non sono chiamati quando un programma multithread che
       impiega  le  chiamate  alla  libreria  di  threading  NPTL  chiama vfork(). I gestori di fork sono invece
       chiamati da un programma che usi la libreria di  threading  LinuxThreads.  (Vedere  pthreads(7)  per  una
       descrizione delle librerie di threading di Linux).

       Una chiamata a vfork() è equivalente a una chiamata a clone(2) con flag definite come:

            CLONE_VM | CLONE_VFORK | SIGCHLD

CONFORME A

       None.

STORIA

       4.3BSD; POSIX.1-2001 (ma segnato come OBSOLETO). POSIX.1-2008 rimuove le specifiche per vfork().

       The  vfork()   system  call  appeared in 3.0BSD.  In 4.4BSD it was made synonymous to fork(2)  but NetBSD
       introduced it again; see ⟨http://www.netbsd.org/Documentation/kernel/vfork.html⟩.  In Linux, it has  been
       equivalent  to fork(2)  until Linux 2.2.0-pre6 or so.  Since Linux 2.2.0-pre9 (on i386, somewhat later on
       other architectures) it is an independent system call.  Support was added in glibc 2.0.112.

CAVEATS

       Il processo figlio dovrebbe far attenzione di non modificare la memoria in maniera non  permessa,  poiché
       tali  modifiche  saranno  utilizzabili  dal  processo genitore una volta che il processo figlio termina o
       esegue un altro  programma.  A  tal  riguardo,  i  gestori  di  segnale  possono  essere  particolarmente
       problematici: se un gestore di segnale che è invocato nel processo figlio di vfork() modifica la memoria,
       questi cambiamenti possono determinare uno stato del processo contradditorio, visto dalla prospettiva del
       processo  genitore  (p.es.,  le  modifiche  di  memoria  sarebbero  visibili  nel processo genitore, ma i
       cambiamenti allo stato dei descrittori di file aperti non sarebbero visibili).

       Quando vfork() viene chiamato in un  processo  multithread,  viene  sospeso  solo  il  thread  (processo)
       chiamante fino a quando il processo figlio non termina o esegue un nuovo programma.  Questo significa che
       il processo figlio sta condividendo uno spazio di indirizzamento con altro codice in  esecuzione.  Questo
       può  essere  pericoloso  se  un  altro thread nel processo genitore cambia le credenziali di accesso alle
       risorse (usando setuid(2) o simili), poiché a quel punto ci sono due processi con differenti  livelli  di
       privilegio  in  esecuzione in un unico spazio di indirizzamento. Come esempio dei rischi, si supponga che
       un programma multithread in esecuzione come root crei un processo figlio usando vfork(). Dopo il vfork(),
       un  thread  nel  processo  genitore  cambia  l'autorizzazione  del  processo  a quella di un utente senza
       privilegi per eseguire del codice non sicuro (p.es., eseguendo  un  plug-in  aperto  con  dlopen(3)).  In
       questo  caso,  sono possibili attacchi in cui il processo genitore usa mmap(2) per mappare del codice che
       sarà quindi eseguito dal processo figlio in modalità privilegiata.

BUG

       I dettagli sulla gestione del segnale sono oscuri e diversi da sistema a sistema. La pagina di manuale di
       BSD  afferma: "Per evitare una possibile situazione di stallo, ai processi che sono figli non vengono mai
       inviati, nel mezzo di un vfork(), segnali SIGTTOU o SIGTTIN; invece, output o ioctls sono  permessi  e  i
       tentativi di input restituiscono come risultato un'indicazione di fine file."

VEDERE ANCHE

       clone(2), execve(2), _exit(2), fork(2), unshare(2), wait(2)

TRADUZIONE

       La  traduzione  italiana  di questa pagina di manuale è stata creata da Giulio Daprelà <giulio@pluto.it>,
       Elisabetta  Galli  <lab@kkk.it>,  Antonio   Giovanni   Colombo   <azc100@gmail.com>   e   Marco   Curreli
       <marcocurreli@tiscali.it>

       Questa   traduzione   è  documentazione  libera;  leggere  la  GNU  General  Public  License  Versione  3
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