plucky (1) bash.1.gz

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NOME

       bash - GNU Bourne-Again SHell

SINTASSI

       bash [opzioni] [stringa_di_comando | file]

       Bash is Copyright (C) 1989-2022 by the Free Software Foundation, Inc.

DESCRIZIONE

       Bash  è  un  interprete di linguaggio di comandi sh-compatibile che esegue i comandi letti dallo standard
       input o da un file. Bash inoltre incorpora utili caratteristiche delle shell Korn e C (ksh e csh).

       Bash è progettata per essere un'implementazione conforme alla parte Shell and Utilities della IEEE  POSIX
       specification (IEEE Standard 1003.1). Bash può essere configurata per essere conforme allo standard POSIX
       in modo predefinito.

OPZIONI

       Tutte le opzioni monocarattere della shell documentate nella descrizione  del  comando  incorporato  set,
       compreso   -o,  possono  essere  usate  come  opzioni  quando la  shell è invocata. In aggiunta, quando è
       invocata, bash interpreta le seguenti opzioni:

       -c        Se è presente  l'opzione  -c,  i  comandi  sono  letti  dal  primo  argomento  non  di  opzione
                 stringa_di_comando.  Se  vi  sono  argomenti dopo la stringa_di_comando, essi sono assegnati ai
                 parametri posizionali, partendo da $0, e i rimanenti argomenti vengono assegnati  ai  parametri
                 posizionali.   L'assegnamento  a   $0  imposta il nome della shell, che è usato nei messaggi di
                 avvertimento e di errore.
       -i        Se è presente l'opzione -i, la shell è interattiva.
       -l        fa sì che bash funzioni come se  fosse  stata  invocata  come  una  shell  di  login  (si  veda
                 INVOCAZIONE più avanti).
       -r        Se l'opzione -r è presente, la shell diventa ristretta (si veda SHELL RISTRETTA più avanti).
       -s        Se  è  presente  l'opzione -s, o se non rimane alcun argomento dopo che sono state esaminate le
                 opzioni, i comandi sono letti dallo standard  input.  Quest'opzione  permette  di  impostare  i
                 parametri  posizionali  quando  si  invoca una shell interattiva o si legge l'input tramite una
                 pipe.
       -v        Stampa le righe in input alla shell appena sono lette.
       -x        Stampa comandi e loro argomenti così come vengono eseguiti.
       -D        Una lista di tutte le stringhe fra virgolette doppie preceduta da $ è stampata  sullo  standard
                 output.  Queste  sono  le  stringhe  che  sono  soggette  a  traduzione  di  lingua  quando  la
                 localizzazione corrente non è C o POSIX. Questo implica  l'opzione  -n;  nessun  comando  verrà
                 eseguito.
       [-+]O [opzione_shopt]
                 opzione_shopt  è  una  delle  opzioni di shell accettate dal comando incorporato shopt (si veda
                 COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti). Se opzione_shopt è presente, -O imposta il  valore
                 di  quella  opzione;  +O  lo  rimuove.  Se opzione_shopt non è fornita, i nomi e i valori delle
                 opzioni della shell accettati da shopt sono stampati sullo standard  output.  Se  l'opzione  di
                 invocazione è +O, l'output è mostrato in un formato riutilizzabile come input.
       --        Un  --  segna  la  fine  delle  opzioni  e  disabilita l'ulteriore elaborazione di opzioni. Gli
                 argomenti dopo il -- sono trattati come nomi-file e argomenti. Un argomento - è  equivalente  a
                 --.

       Bash  interpreta  anche  un  certo numero di opzioni multicarattere. Queste opzioni devono apparire nella
       riga di comando prima delle opzioni a carattere singolo.

       --debugger
              Dispone l'esecuzione del debugger profile prima dell'avvio della shell. Attiva la modalità  estesa
              di debug (si veda la descrizione dell'opzione extdebug al comando incorporato shopt più avanti).
       --dump-po-strings
              Equivalente a -D, ma l'output è nel formato file GNU gettext po (portable object).
       --dump-strings
              Equivalente a -D.
       --help Mostra sullo standard output un messaggio sull'uso ed esce con stato di uscita 0.
       --init-file file
       --rcfile file
              Esegue  comandi  letti  da  file  invece  che  dal  file  d'inizializzazione  generale  di sistema
              /etc/bash.bashrc e dal file personale  di  inizializzazione  standard  ~/.bashrc  se  la  shell  è
              interattiva (si veda INVOCAZIONE più avanti).

       --login
              Equivalente a -l.

       --noediting
              Non usa la libreria GNU readline per leggere righe di comando quando la shell è interattiva.

       --noprofile
              Non  legge  né  il  file  di  inizializzazione generico di sistema /etc/profile né alcuno dei file
              personali di  inizializzazione  ~/.bash_profile,  ~/.bash_login  o  ~/.profile.  Per  impostazione
              predefinita  bash legge questi file quando è invocata come shell di login (si veda INVOCAZIONE più
              avanti).

       --norc Non legge né esegue il file d'inizializzazione generale di  sistema  /etc/bash.bashrc  e  il  file
              personale  di  inizializzazione  ~/.bashrc  se  la shell è interattiva. Quest'opzione è attiva per
              impostazione predefinita se la shell è invocata come sh.

       --posix
              Cambia il comportamento di bash dove le operazioni predefinite differiscono dallo standard  POSIX,
              in  modo  da  corrispondere allo standard (modalità posix).   Si veda più avanti VEDERE ANCHE dove
              viene citato  un  documento  che  spiega  nel  dettaglio  come  la  modalità  posix  influenza  il
              comportamento di bash.

       --restricted
              La  shell diventa ristretta (si veda SHELL RISTRETTA più avanti).

       --verbose
              Equivalente a -v.

       --version
              Mostra  informazioni  sulla  versione  di questa istanza di bash sullo standard output ed esce con
              stato d'uscita 0.

ARGOMENTI

       Se rimangono argomenti dopo che sono state elaborate le opzioni, e né l'opzione -c né l'opzione  -s  sono
       state specificate, il primo argomento si assume sia il nome di un file che contiene dei comandi di shell.
       Se bash è invocata in questo modo, $0 è impostato al nome  del  file,  e  i  parametri  posizionali  sono
       impostati  agli argomenti che lo seguono. Bash legge ed esegue comandi da questo file, poi esce. Lo stato
       d'uscita di Bash è lo stato d'uscita dell'ultimo comando eseguito nello script. Se non è  eseguito  alcun
       comando  lo  stato  d'uscita  è  0.  Viene  fatto  un  primo tentativo per aprire il file nella directory
       corrente, e se non viene trovato il file la shell lo cerca nelle directory in PATH.

INVOCAZIONE

       Una shell di login è quella in cui il primo carattere dell'argomento numero zero è un -, o una che  venga
       avviata con l'opzione --login.

       Una  shell  è  detta interattiva se è stata avviata senza argomenti diversi dalle opzioni (a meno che non
       venga specificato -s) e senza l'opzione -c, i cui standard input e standard error sono entrambi inviati a
       terminali  (come  determinato  da  isatty(3)), o se viene avviata con l'opzione -i.  PS1 è impostato e $-
       include i se bash è interattiva, permettendo a uno script di shell o a un  file  di  inizializzazione  di
       verificare questo stato.

       I  seguenti  paragrafi  descrivono come bash esegue i suoi file di inizializzazione. Se qualcuno dei file
       esiste ma non può essere letto bash riporta un errore. Le tilde sono espanse nei nomi-file come descritto
       più avanti in Espansione della tilde nella sezione ESPANSIONE.

       Quando bash è invocata come una shell di login interattiva o come una shell non interattiva con l'opzione
       --login, prima legge ed esegue comandi dal file /etc/profile, se quel file esiste. Dopo aver  letto  quel
       file,  cerca  ~/.bash_profile, ~/.bash_login e ~/.profile, in quest'ordine, e legge ed esegue comandi dal
       primo file che trova e che è leggibile. L'opzione --noprofile può essere usata quando si avvia  la  shell
       per inibire questo comportamento.

       Quando  una  shell  di  login  interattiva  esce,  o una shell di login non interattiva esegue il comando
       incorporato exit, bash legge ed esegue comandi dal file ~/.bash_logout, se esiste.

       Quando una shell interattiva che non è una shell di login è avviata, bash  legge  ed  esegue  comandi  da
       /etc/bash.bashrc e ~/.bashrc, se quei file esistono. Ciò può essere inibito utilizzando l'opzione --norc.
       Con l'opzione --rcfile file bash legge ed esegue  comandi  da  file  invece  che  da  /etc/bash.bashrc  e
       ~/.bashrc.

       Quando  bash  è  avviata in modo non interattivo, per eseguire uno script di shell, per esempio, cerca la
       variabile di ambiente BASH_ENV, espande il suo valore se questo esiste, e utilizza il valore espanso come
       il  nome  di  un  file da leggere ed eseguire. Bash si comporta come se fossero stati eseguiti i seguenti
       comandi:
              if [ -n "$BASH_ENV" ]; then . "$BASH_ENV"; fi
       ma il valore della variabile PATH non è usato per cercare il nome-file.

       Se bash è invocata col nome sh, tenta di imitare  il  comportamento  di  inizializzazione  delle  vecchie
       versioni  di  sh il più fedelmente possibile, e allo stesso tempo si conforma allo standard POSIX. Quando
       invocata come una shell di login interattiva, o una shell interattiva con l'opzione  --login,  per  prima
       cosa  tenta  di  leggere  ed  eseguire i comandi da /etc/profile e ~/.profile, in quest'ordine. L'opzione
       --noprofile può essere usata per inibire questo comportamento. Quando invocata come una shell interattiva
       col  nome  sh,  bash  cerca la variabile ENV, espande il suo valore se questo è definito, e usa il valore
       espanso come nome di un file da leggere ed eseguire. Poiché una shell  invocata  come  sh  non  tenta  di
       leggere  ed eseguire comandi da qualsiasi altro file di inizializzazione, l'opzione --rcfile non ha alcun
       effetto. Una shell non interattiva invocata col nome sh  non  tenta  di  leggere  nessun  altro  file  di
       inizializzazione.  Quando  invocata  come  sh,  bash  lavora  in  modalità  posix  dopo  che  i  file  di
       inizializzazione sono stati letti.

       Quando bash è avviata in modalità posix come con l'opzione --posix della riga di comando, essa  segue  lo
       standard  POSIX  per  i  file  di  inizializzazione.   In questa modalità la shell interattiva espande la
       variabile ENV e i comandi sono letti ed eseguiti dal file il cui nome è il valore espanso.  Nessun  altro
       file di inizializzazione viene letto.

       Bash cerca di determinare quando la si sta eseguendo col suo standard input connesso a una connessione di
       rete, come quando è eseguita dallo storico demone di shell remota, solitamente  rshd,  o  dal  demone  di
       shell  sicura  sshd.  Se  bash  stabilisce  che  è  eseguita  in  questo modo, legge ed esegue comandi da
       /etc/bash.bashrc e ~/.bashrc, se questi file esistono e sono leggibili. Non fa questo se è invocata  come
       sh.  L'opzione  --norc può essere usata per inibire questo comportamento, e l'opzione --rcfile può essere
       usata per forzare la lettura di un altro file, ma né rshdsshd  solitamente  invocano  la  shell  con
       queste opzioni o permettono che siano specificate.

       Se  la  shell  è  avviata  con  l'id  effettivo  dell'utente (gruppo) non uguale all'id reale dell'utente
       (gruppo), e non viene fornita l'opzione -p, nessun file di inizializzazione viene letto, le  funzioni  di
       shell  non  vengono  ereditate  dall'ambiente,  le variabili SHELLOPTS, BASHOPTS, CDPATH e GLOBIGNORE, se
       esistono nell'ambiente,  vengono  ignorate,  e  l'id  effettivo  dell'utente  è  impostato  all'id  reale
       dell'utente. Se l'opzione -p è fornita all'invocazione, il comportamento all'avvio è il medesimo, ma l'id
       effettivo dell'utente non viene reimpostato.

DEFINIZIONI

       Le seguenti definizioni sono usate nel resto di questo documento.
       blank  Uno spazio o carattere di tabulazione (tab).
       parola Una sequenza di caratteri considerata come una singola unità dalla shell. Nota anche come token.
       nome   Una parola che consiste solo di caratteri alfanumerici e trattini di  sottolineatura,  e  comincia
              con un carattere alfabetico o un trattino di sottolineatura. Definita anche un identificatore.
       metacarattere
              Un carattere che, quando non quotato, separa le parole. Uno dei seguenti:
              |  & ; ( ) < > space tab newline
       operatore di controllo
              Un token che realizza una funzione di controllo. È uno dei seguenti simboli:
              || & && ; ;; ;& ;;& ( ) | |& <newline>

PAROLE RISERVATE

       Le  parole  riservate sono parole che hanno un significato speciale per la shell. Le seguenti parole sono
       riconosciute come riservate quando non quotate e sono o la prima parola di un comando (si veda GRAMMATICA
       DELLA  SHELL  più  avanti),  o la terza parola di un comando case o select (è valida solo in), o la terza
       parola di un comando for (sono valide solo in e do):

       ! case  coproc  do done elif else esac fi for function if in select then until while { } time [[ ]]

GRAMMATICA DELLA SHELL

       Questa sezione descrive la sintassi delle varie forme dei comandi shell.

   Comandi semplici
       Un comando semplice è una sequenza opzionale di assegnamenti di variabile seguita da parole, separate  da
       blank,  e ridirezioni, e terminata da un operatore di controllo. La prima parola specifica il comando che
       deve essere eseguito, ed è passata come argomento zero. Le rimanenti parole sono passate  come  argomenti
       al comando invocato.

       Il  valore  di  ritorno  di  un  comando semplice è il suo stato di uscita, o 128+n se il comando è fatto
       terminare da un segnale n.

   Pipeline
       Una pipeline è una sequenza di uno o più comandi separati da uno degli operatori di controllo | o |&.  Il
       formato per una pipeline è:

              [time [-p]] [ ! ] comando1 [ [||&] comando2 ... ]

       Lo  standard  output  di  comando1 è connesso attraverso una pipe allo standard input di comando2. Questa
       connessione è effettuata prima di qualsiasi ridirezione specificata da comando1 (si veda RIDIREZIONE  più
       avanti). Se viene usato |&, lo standard error di comando1, in aggiunta al suo standard output, è connesso
       allo standard input di comando2 tramite la pipe; è una notazione breve per  2>&1  |.  Questa  ridirezione
       implicita  dello  standard error allo standard output è effettuata dopo qualsiasi ridirezione specificata
       da comando1.

       Lo stato di ritorno di una pipeline è lo  stato  d'uscita  dell'ultimo  comando,  a  meno  che  l'opzione
       pipefail  non  sia  abilitata.  Se  pipefail  è abilitata, lo stato di ritorno della pipeline è il valore
       dell'ultimo comando (il più a destra) che esce con uno stato diverso da zero o zero se  tutti  i  comandi
       escono  con successo. Se la parola riservata ! precede una pipeline, lo stato d'uscita di quella pipeline
       è la negazione logica dello stato d'uscita come sopra descritto. La shell aspetta  che  tutti  i  comandi
       nella pipeline terminino prima di ritornare un valore.

       Se  la  parola riservata time precede una pipeline, quando la pipeline termina vengono notificati i tempi
       impiegati dall'utente e dal sistema per la sua esecuzione. L'opzione -p cambia il formato di  output  con
       quello  specificato  da  POSIX.  Quando  la shell è in modalità posix, non riconosce time come una parola
       riservata se il token successivo inizia con un `-'. La variabile TIMEFORMAT può essere  impostata  a  una
       stringa  di  formato  che  specifica  come le informazioni sui tempi dovranno essere mostrate; si veda la
       descrizione di TIMEFORMAT sotto Variabili di shell più avanti.

       Quando la shell è in modalità posix, time può essere seguito da un newline.   In  questo  caso  la  shell
       visualizza  il  tempo  totale  dell'utente  e del sistema utilizzato dalla shell e dai suoi figli. Si può
       usare la variabile TIMEFORMAT per specificare il formato dell'informazione sul tempo.

       Ogni comando in una pipeline, nella quale vengano create pipe, è eseguito come un processo separato (cioè
       in  una  subshell).  Si  veda  AMBIENTE  DI ESECUZIONE DEI COMANDI per la descrizione di subshell e di un
       ambiente di subshell. Se è abilitata l'opzione lastpipe usando il comando incorporato shopt (si veda  più
       avanti  la  descrizione  di shopt), l'ultimo elemento di una pipeline può essere eseguito dal processo di
       shell quando il controllo dei job non è attivo.

   Liste
       Una lista è una sequenza di una o più pipeline separate  da  uno  degli  operatori  ;,  &,  &&  o  ||,  e
       facoltativamente fatta terminare da uno fra ;, & o <newline>.

       Di  questi  operatori  di  lista,  &&  e  ||  hanno uguale precedenza, seguiti da ; e &, che hanno uguale
       precedenza.

       Per delimitare i comandi in una lista si può usare una sequenza di uno o più newline al posto di un punto
       e virgola.

       Se  un comando è terminato dall'operatore di controllo &, la shell esegue il comando in background in una
       subshell. La shell non aspetta che il comando finisca, e lo stato di  ritorno  è  0.  Questi  sono  detti
       comandi  asincroni.  I  comandi separati da un ; sono eseguiti sequenzialmente; la shell aspetta che ogni
       comando, in sequenza, termini. Lo stato di ritorno è lo stato d'uscita dell'ultimo comando eseguito.

       Le liste AND e OR sono sequenze di una o più  pipeline  separate,  rispettivamente,  dagli  operatori  di
       controllo  &&  e ||. Le liste AND e OR vengono eseguite con associatività a sinistra. Una lista AND ha la
       forma

              comando1 && comando2

       comando2 è eseguito se, e solo se, comando1 restituisce uno stato d'uscita di zero (successo).

       Una lista OR ha la forma

              comando1 || comando2

       comando2 è eseguito se e solo se comando1 ritorna uno stato d'uscita diverso da zero. Lo stato di ritorno
       di liste AND e OR è lo stato d'uscita dell'ultimo comando eseguito nella lista.

   Comandi composti
       Un  comando  composto  è  uno dei seguenti.  Nella maggior parte dei casi una lista in una descrizione di
       comando può essere separata dal resto del comando da uno o più  newline,  e  può  essere  seguita  da  un
       newline al posto di un punto e virgola.

       (lista)
              lista  è  eseguita  in  un  ambiente  di  subshell (si veda AMBIENTE DI ESECUZIONE DEI COMANDI più
              avanti). Assegnamenti di variabili e comandi incorporati che influenzano  l'ambiente  della  shell
              non  hanno  effetto  dopo  che il comando è completato. Lo stato di ritorno è lo stato d'uscita di
              lista.

       { lista; }
              lista è semplicemente eseguita nell'ambiente di shell corrente. lista deve essere fatta  terminare
              con un newline o un punto e virgola. Questo è conosciuto come group command. Lo stato di ritorno è
              lo stato d'uscita di lista. Da notare che diversamente dai metacaratteri ( e ), { e } sono  parole
              riservate e devono essere usati quando una parola riservata è ammissibile. Poiché esse non causano
              una divisione  delle  parole,  devono  essere  separate  da  lista  con  uno  spazio  o  un  altro
              metacarattere di shell.

       ((espressione))
              L'espressione  è  valutata  in  accordo  con  le  regole  descritte  più  avanti sotto VALUTAZIONE
              ARITMETICA. Se il valore dell'espressione è diverso da zero, lo stato di ritorno è  0;  altrimenti
              lo  stato  di  ritorno  è  1.  L'espressione  sottostà  alle  stesse  espansioni come se fosse tra
              virgolette doppie, ma i caratteri di virgolette doppie presenti in espressione non  sono  trattati
              in maniera speciale e sono rimossi.

       [[ espressione ]]
              Ritorna uno stato di 0 o 1 a seconda della valutazione della espressione condizionale espressione.
              Le espressioni sono composte dalle primitive descritte più avanti sotto ESPRESSIONI  CONDIZIONALI.
              La suddivisione in parole e l'espansione del nome di percorso non sono effettuate sulle parole fra
              la [[ e ]]; espansione della tilde, espansione di parametro e di variabile, espansione aritmetica,
              sostituzione  di  comando,  sostituzione  di  processo, e rimozione degli apici (le espansioni che
              sarebbero occorse se le parole fossero state racchiuse tra doppie  virgolette)  vengono  eseguite.
              Gli  operatori  condizionali  come  -f  devono  essere  senza  apici  per essere riconosciuti come
              primitive.

              Quando vengono usati  con  [[,  gli  operatori  <  e  >  ordinano  lessicograficamente  usando  la
              localizzazione corrente.

       Si  veda la descrizione del comando incorporato test (sezione COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti)
       per la gestione di parametri (cioè parametri mancanti).

       Quando vengono usati gli operatori == e !=, la  stringa  alla  destra  dell'operatore  è  considerata  un
       modello  ed è confrontata in accordo con le regole descritte più avanti sotto Modelli di ricerca, come se
       fosse abilitata l'opzione di shell extglob. L'operatore = è equivalente  a  ==.  Se  l'opzione  di  shell
       nocasematch  è  abilitata,  il  confronto  è  effettuato  senza distinzione fra maiuscole e minuscole nei
       caratteri alfabetici. Il valore di ritorno è 0 se la stringa corrisponde (==) o non corrisponde  (!=)  al
       modello, e 1 altrimenti. Ogni parte del modello può essere quotata per forzarla a essere considerata come
       una stringa.

       Un ulteriore operatore binario, =~, è disponibile con la stessa precedenza  di  ==  e  !=.  Quando  viene
       usato,  la  stringa  alla  destra  dell'operatore  è  considerata  un'espressione regolare estesa POSIX e
       confrontata come tale (usando le interfacce POSIX regcomp e regexec usualmente descritte in regex(3)). Il
       valore  di  ritorno è 0 se la stringa corrisponde al modello, e 1 altrimenti. Se l'espressione regolare è
       sintatticamente scorretta, il valore di ritorno dell'espressione condizionale è 2. Se l'opzione di  shell
       nocasematch  è  abilitata,  il  confronto è effettuato senza distinguere le maiuscole dalle minuscole nei
       caratteri alfabetici. Se una parte  qualsiasi  del  modello  viene  quotata,  questa  parte  viene  usata
       letteralmente.  Questo  vuol  dire  che ogni carattere nella parte quotata corrisponde a se stesso. Se il
       modello  è  memorizzato  in  una  variabile  shell,  quotare  l'espansione  della  variabile  forza   una
       corrispondenza  letterale  dell'intero  modello.  Le espressioni fra parentesi nelle espressioni regolari
       devono essere trattate  con  attenzione,  poiché  i  normali  caratteri  di  quotatura  perdono  il  loro
       significato quando sono fra parentesi graffe.

       Il  modello corrisponderà se corrisponde ad una parte qualsiasi della stringa. Si può ancorare il modello
       usando gli operatori delle espressioni regolari ^ e $ in modo  da  fare  una  corrispondenza  sull'intera
       stringa.  La  variabile vettore BASH_REMATCH registra quali parti della stringa corrispondono al modello.
       L'elemento di BASH_REMATCH con indice 0 contiene  la  porzione  di  stringa  che  corrisponde  all'intero
       modello.  Le sotto stringhe che corrispondono a sotto espressioni tra parentesi dell'espressione regolare
       sono salvate negli indici rimanenti di BASH_REMATCH. L'elemento BASH_REMATCH con indice n è  la  porzione
       di  stringa  che  corrisponde  alla  n-esima  sotto  espressione tra parentesi. Bash imposta BASH_REMATCH
       nell'ambiente globale; dichiararla come variabile locale porterà a risultati imprevisti.

       Le espressioni possono essere combinate usando i  seguenti  operatori,  elencati  in  ordine  inverso  di
       precedenza:

              ( espressione )
                     Ritorna  il  valore  di  espressione.  Questo  può  essere  usato per modificare la normale
                     precedenza degli operatori.
              ! espressione
                     Vero se espressione è falsa.
              espressione1 && espressione2
                     Vero se entrambe espressione1 e espressione2 sono vere.
              espressione1 || espressione2
                     Vero se almeno una fra espressione1 o espressione2 è vera.

              Gli operatori && e || non valutano espressione2 se il valore di  espressione1  è  sufficiente  per
              determinare il valore di ritorno dell'intera espressione condizionale.

       for nome [ [ in [ parola ... ] ] ; ] do lista ; done
              La  lista di parole che seguono in è espansa, generando una lista di elementi. La variabile nome è
              impostata, di volta in volta, a ciascun elemento di questa lista e lista è eseguita ogni volta. Se
              la  parola  in  è  omessa,  il  comando  for esegue lista una volta per ogni parametro posizionale
              esistente (si veda PARAMETRI più avanti). Lo stato di ritorno  è  lo  stato  d'uscita  dell'ultimo
              comando  eseguito. Se l'espansione degli elementi che seguono in risulta in una lista vuota, non è
              eseguito alcun comando, e lo stato di ritorno è 0.

       for (( espr1 ; espr2 ; espr3 )) ; do lista ; done
              Prima viene valutata l'espressione aritmetica espr1 in accordo con le regole descritte più  avanti
              sotto  VALUTAZIONE  ARITMETICA. Viene quindi valutata ripetutamente l'espressione aritmetica espr2
              finché non assume il valore zero. Ogni volta che espr2 è diverso da zero, lista viene  eseguita  e
              l'espressione  aritmetica  espr3  viene  valutata. Se qualche espressione è omessa, si suppone che
              abbia il valore 1. Il valore di ritorno è lo stato d'uscita dell'ultimo comando  in  lista  che  è
              eseguito, o falso se una qualsiasi delle espressioni non è valida.

       select nome [ in parola ] ; do lista ; done
              La lista di parole che segue in è espansa, generando una lista di elementi. L'insieme delle parole
              espanse è stampato sullo standard error, ognuna preceduta da un numero. Se  in  parola  è  omesso,
              sono  stampati i parametri posizionali (si veda PARAMETRI più avanti). Poi select mostra il prompt
              PS3 e viene letta una riga dallo standard input. Se la riga consiste di un numero corrispondente a
              una  delle  parole  mostrate,  allora  il valore di nome è impostato a quella parola. Se la riga è
              vuota, le parole e il prompt sono mostrati di nuovo. Se viene immesso  EOF  [CTRL-D],  il  comando
              termina  e  restituisce  1.  Qualsiasi  altro  valore letto fa sì che nome sia impostato al valore
              nullo. La riga letta è salvata nella variabile REPLY. La lista è eseguita dopo ciascuna  selezione
              fino  a  che  non  sia  eseguito un comando break. Lo stato d'uscita di select è lo stato d'uscita
              dell'ultimo comando eseguito in lista, o zero se nessun comando è stato eseguito.

       case parola in [ [(] modello [ | modello ] ... ) lista ;; ] ... esac
              Un comando case prima espande parola, e poi prova a confrontarla, di volta in  volta,  con  ognuno
              dei modelli, usando le regole di confronto descritte più avanti in Modelli di ricerca. La parola è
              espansa usando espansione  della  tilde,  espansione  di  parametro  e  di  variabile,  espansione
              aritmetica,  sostituzione  di  comando, sostituzione di processo e rimozione della quotatura. Ogni
              modello esaminato è espanso usando espansione della tilde, espansione di parametro e di variabile,
              espansione  aritmetica,  sostituzione  di  comando,  sostituzione  di  processo  e rimozione della
              quotatura. Se l'opzione di  shell  nocasematch  è  abilitata,  il  confronto  è  effettuato  senza
              distinzione  fra  maiuscole  e  minuscole  nei  caratteri  alfabetici.  Quando  viene  trovata una
              corrispondenza, viene eseguita la lista ad essa abbinata. Se viene usato l'operatore ;;,  dopo  il
              primo  confronto riuscito non ne viene tentato nessun altro. Usando ;& al posto di ;; l'esecuzione
              continua con la lista associata alla successiva serie di modelli. Se si usa ;;& al posto di ;;  la
              shell  analizza  il  successivo  modello  di  lista nell'istruzione, se ce n'è qualcuno, ed esegue
              qualsiasi lista associata su una corrispondenza  andata  a  buon  fine,  continuando  l'esecuzione
              dell'istruzione  case  come  se  il  modello  di lista non avesse trovato corrispondenze. Lo stato
              d'uscita è zero se nessun modello corrisponde. Altrimenti, è lo stato d'uscita dell'ultimo comando
              eseguito in lista.

       if lista; then lista; [ elif lista; then lista; ] ... [ else lista; ] fi
              La  lista  dopo  if  è  eseguita.  Se  il  suo  stato d'uscita è 0, è eseguita la lista dopo then.
              Altrimenti, è eseguita a turno ciascuna lista dopo elif, e  se  il  suo  stato  d'uscita  è  0,  è
              eseguita  la  corrispondente  lista  dopo  then  e  il comando termina. Altrimenti, se presente, è
              eseguita, la lista dopo else. Lo stato d'uscita è lo stato d'uscita dell'ultimo comando  eseguito,
              o zero se nessuna delle condizioni considerate è risultata essere vera.

       while lista-1; do lista-2; done
       until lista-1; do lista-2; done
              Il comando while esegue ripetutamente la lista lista-2 finché l'ultimo comando nella lista lista-1
              ritorna uno stato di uscita di zero. Il comando until è identico al comando  while,  con  la  sola
              differenza  che  il  risultato  del  test  è negato: lista-2 è eseguita finché l'ultimo comando in
              lista-1 ritorna uno stato d'uscita diverso da zero. Lo stato d'uscita dei comandi while e until  è
              lo  stato  d'uscita  dell'ultimo  comando  eseguito  in lista-2, o zero se non ne è stato eseguito
              alcuno.

   Coprocessi
       Un coprocesso è un comando di shell preceduto dalla parola riservata coproc. Un coprocesso viene eseguito
       in  modo asincrono in una subshell, come se il comando fosse stato terminato con l'operatore di controllo
       &, con una pipe a due vie stabilita fra la shell in esecuzione e il coprocesso.

       La sintassi per un coprocesso è:

              coproc [NOME] comando [ridirezioni]

       Questo crea un coprocesso chiamato NOME. comando può essere un comando semplice o composto (vedi  sopra).
       NOME è un nome di variabile shell. Se NOME non è indicato, il nome predefinito è COPROC.

       La forma raccomandata per un coprocesso è

              coproc [NOME] { comando [ridirezioni]; }

       Questa  forma  è  consigliata  perché  il  comando  semplice risulta essere un coprocesso sempre chiamato
       COPROC, ed è più semplice da usare e più completo che gli altri comandi composti.

       Se comando è un comando composto, NOME è opzionale.  La  parola  che  segue  coproc  determina  se  viene
       interpretata  come  nome  di variabile o meno: è interpretata come NOME se non è una parola riservata che
       introduce un comando composto. Se comando è un comando semplice, allora NOME non è permesso;  questo  per
       evitare confusione tra NOME e la prima parola di un comando semplice.

       Quando  il  coprocesso  viene  eseguito, la shell crea una variabile vettore (si veda Vettori più avanti)
       chiamata NOME nel contesto della shell in esecuzione. Lo standard output di comando  è  connesso  tramite
       una  pipe  a  un  descrittore  di  file nella shell in esecuzione, e il descrittore di file è assegnato a
       NOME[0]. Lo standard input di comando è connesso tramite una pipe a un descrittore di file nella shell in
       esecuzione,  e  tale  descrittore  è  assegnato  a  NOME[1]. Questa pipe è costituita prima che qualsiasi
       ridirezione venga specificata dal comando (si veda RIDIREZIONE più avanti). I descrittori di file possono
       essere utilizzati come argomenti per i comandi di shell e ridirezioni usando comuni espansioni di parola.
       Oltre a quelli creati per eseguire comandi e sostituzioni di processo, i descrittori  di  file  non  sono
       disponibili nelle subshell.

       L'ID  del  processo  della shell figlia creata per eseguire il coprocesso è disponibile come valore della
       variabile NOME_PID. Il comando incorporato wait può essere usato per  attendere  che  il  coprocesso  sia
       terminato.

       Poiché  il  coprocesso è creato come comando asincrono, il comando coproc restituisce sempre successo. Lo
       stato di ritorno di un coprocesso è lo stato di ritorno di comando.

   Definizioni della funzione di shell
       Una funzione di shell è un oggetto che viene chiamato come un  comando  semplice  ed  esegue  un  comando
       composto  con  una  nuova  serie di parametri posizionali. Le funzioni di shell sono dichiarate in questo
       modo:

       nomef () comando-composto [ridirezione]
       function nomef [()] comando-composto [ridirezione]
              Qui sopra si definisce una funzione chiamata nomef. La parola riservata function è  opzionale.  Se
              la  parola riservata function è fornita, le parentesi sono opzionali. Il corpo della funzione è il
              comando composto comando-composto (si veda Comandi composti sopra). Questo  comando  è  usualmente
              una lista di comandi fra { e }, ma potrebbe essere qualsiasi comando elencato in precedenza, sotto
              Comandi composti, con una eccezione: se viene usata la parola riservata function  ma  non  vengono
              fornite  le  parentesi, sono richieste le parentesi graffe. comando-composto è eseguito ogni volta
              che nomef è specificato come nome di un comando semplice. Quando si è  in  modalità  posix,  nomef
              dev'essere  un  nome  di shell valido e non può essere il nome di uno dei comandi interni speciali
              POSIX. Nella modalità predefinita, un nome di funzione può essere qualsiasi parola  di  shell  non
              quotata  che  non contiene $. Ogni ridirezione (si veda RIDIREZIONE più avanti) specificata quando
              una funzione è definita viene effettuata quando quella funzione viene eseguita. Lo stato  d'uscita
              di  una definizione di funzione è 0 tranne quando si verifica un errore di sintassi o una funzione
              in sola lettura con lo stesso nome è già esistente. Quando eseguita,  lo  stato  d'uscita  di  una
              funzione  è  lo  stato  d'uscita  dell'ultimo  comando  eseguito  nel corpo. (Si veda FUNZIONI più
              avanti).

COMMENTI

       In una shell non interattiva, o in una  shell  interattiva  in  cui  l'opzione  interactive_comments  del
       comando  incorporato  shopt  è abilitata (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti), una parola
       che inizia con # fa sì che la parola e tutti i rimanenti caratteri di quella  riga  siano  ignorati.  Una
       shell  interattiva  senza  l'opzione  interactive_comments  abilitata  non permette i commenti. L'opzione
       interactive_comments è attiva in modo predefinito nelle shell interattive.

QUOTATURA

       La quotatura è usata per togliere il significato speciale, per la shell, di certi caratteri o parole.  La
       quotatura  può  essere  usata  per  disabilitare  il  trattamento  speciale per i caratteri speciali, per
       impedire che le parole riservate siano riconosciute come tali, e per prevenire l'espansione di parametro.

       Ciascuno dei metacaratteri elencati prima sotto DEFINIZIONI ha un significato speciale  per  la  shell  e
       deve essere quotato se esso deve rappresentare se stesso.

       Quando  vengono  usati  i servizi per l'espansione della cronologia dei comandi (si veda ESPANSIONE DELLA
       CRONOLOGIA più avanti), il carattere di espansione della cronologia, in genere !, dev'essere quotato  per
       prevenire l'espansione della cronologia.

       Vi sono tre meccanismi di quotatura: caratteri di protezione (escape), apostrofi e virgolette doppie.

       Una  barra  inversa (\) non quotata è il carattere di protezione. Esso attribuisce il valore letterale al
       successivo carattere, con l'eccezione di <newline>. Se vi è una coppia \<newline>, e la barra inversa non
       è quotata, il \<newline> è trattato come una continuazione di riga (cioè, è rimosso dal flusso di input e
       viene realmente ignorato).

       Racchiudendo dei caratteri tra apostrofi si conserva il valore letterale di  ogni  carattere  all'interno
       degli  apostrofi.  Un  apostrofo  non  può  essere inserito tra apostrofi, nemmeno preceduto da una barra
       inversa.

       Racchiudere  caratteri  tra  doppie  virgolette  conserva  il  valore  letterale  di  tutti  i  caratteri
       all'interno,  con  le eccezioni di $, `, \ e, quando l'espansione della cronologia è abilitata, !. Quando
       la shell è in modalità posix, ! non ha un significato speciale quando  è  tra  doppie  virgolette,  anche
       quando  l'espansione  della  cronologia  è  abilitata.  I  caratteri $ e ` conservano il loro significato
       speciale anche tra doppie virgolette. La barra inversa mantiene il suo significato speciale  solo  quando
       seguita  da  uno  dei  seguenti  caratteri:  $, `, ", \, o <newline>. Le doppie virgolette possono essere
       contenute in una stringa fra doppie virgolette facendole precedere da una barra  inversa.  Se  abilitata,
       l'espansione  della  cronologia viene effettuata a meno che un ! tra doppie virgolette non venga protetto
       da una barra inversa. La barra inversa che precede il ! non viene rimossa.

       I parametri speciali * e @ hanno un significato speciale quando  sono  tra  doppie  virgolette  (si  veda
       PARAMETRI più avanti).

       Parole  della  forma  $'stringa' sono trattate come varianti della quotatura con apice singolo. La parola
       espande in stringa, coi caratteri protetti  da  una  barra  inversa  sostituiti  come  specificato  dallo
       standard  ANSI C. Le sequenze di protezione tramite la barra inversa, se presenti, sono decodificate come
       segue:
              \a     avviso (segnale acustico)
              \b     backspace
              \e
              \E     un carattere di escape
              \f     salto pagina
              \n     codice di fine riga (newline)
              \r     ritorno carrello
              \t     tabulazione orizzontale
              \v     tabulazione verticale
              \\     barra inversa
              \'     apostrofo
              \"     virgolette
              \?     punto interrogativo
              \nnn   il carattere a otto bit il cui valore è il valore ottale nnn (da una a tre cifre ottali)
              \xHH   il carattere a otto bit il cui  valore  è  il  valore  esadecimale  HH  (una  o  due  cifre
                     esadecimali)
              \uHHHH il  carattere  Unicode (ISO/IEC 10646) il cui valore è il valore esadecimale HHHH (da una a
                     quattro cifre esadecimali)
              \UHHHHHHHH
                     il carattere Unicode (ISO/IEC 10646) il cui valore è il valore esadecimale HHHHHHHH (da una
                     a otto cifre esadecimali)
              \cx    un carattere control-x

       Il risultato espanso è racchiuso fra apostrofi come se il segno del dollaro non fosse presente.

       Una  stringa  fra doppie virgolette preceduta dal segno del dollaro ($"string") causa la traduzione della
       stringa conformemente alla localizzazione corrente. L'infrastruttura gettext effettua  la  ricerca  e  la
       traduzione  usando  le  variabili  di shell LC_MESSAGES, TEXTDOMAINDIR e TEXTDOMAIN. Se la localizzazione
       corrente è C o POSIX, o se non ci sono traduzioni disponibili,  il  segno  del  dollaro  viene  ignorato.
       Poiché  questa  è una forma di quotatura con doppie virgolette, la stringa rimarrà tra doppie virgolette,
       che sia o meno tradotta e sostituita. Se l'opzione noexpand_translation è  abilitata  usando  il  comando
       incorporato  shopt,  allora  le  stringhe  tradotte  saranno trattate come tra virgolette singole anziché
       doppie. Vedere la descrizione di shopt più avanti sotto COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL.

PARAMETRI

       Un parametro è una entità che contiene valori. Può essere un nome, un numero o uno dei caratteri speciali
       elencati  più  avanti  sotto  Parametri  speciali.  Una variabile è un parametro indicato da un nome. Una
       variabile ha un valore e zero o più attributi.  Gli  attributi  sono  assegnati  utilizzando  il  comando
       incorporato declare (si veda declare più avanti in COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL).

       Un parametro è impostato se a esso è stato assegnato un valore. La stringa nulla è un valore valido.  Una
       volta che una variabile è impostata, essa può essere rimossa solo usando il comando incorporato unset (si
       veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).

       Una variabile può essere assegnata da una istruzione della forma

              nome=[valore]

       Se  valore  è  omesso,  alla  variabile  è  assegnata  la stringa nulla. Tutti i valori sono sottoposti a
       espansione della tilde,  espansione  di  parametro  e  variabile,  sostituzione  di  comando,  espansione
       aritmetica  e rimozione dei caratteri di quotatura (si veda ESPANSIONE più avanti). Se la variabile ha il
       suo attributo integer impostato, allora  valore  è  valutato  come  un'espressione  aritmetica  anche  se
       l'espansione  del  $((...))  non è utilizzata (si veda Espansione aritmetica più avanti). La suddivisione
       in parole e l'espansione di percorso non sono effettuati. Le istruzioni  di  assegnamento  possono  anche
       apparire  come  argomenti  per  i  comandi  incorporati alias, declare, typeset, export, readonly e local
       (comandi di dichiarazione). Quando è in modalità posix, questi comandi incorporati possono apparire in un
       comando  dopo  una  o  più  istanze  del  comando  incorporato  command  e  mantengono  queste  proprietà
       dell'istruzione di assegnamento.

       Nel contesto in cui un'istruzione di assegnamento sta assegnando un valore a una variabile di shell  o  a
       un  indice  di  vettore,  l'operatore  += può essere usato per accodare o aggiungere al precedente valore
       della variabile. Questo comprende argomenti a comandi incorporati come declare che  accettano  istruzioni
       di  assegnamento  (comandi  di  dichiarazione).  Quando  +=  è  applicato  a  una  variabile per la quale
       l'attributo integer è stato impostato, valore è valutato come un'espressione  aritmetica  e  aggiunto  al
       valore  corrente  della  variabile,  che  è  a  sua volta valutata. Quando += è applicato a una variabile
       vettore usando un assegnamento composto (si veda Vettori più avanti), il valore  della  variabile  non  è
       rimosso (com'è quando si usa =), e nuovi valori sono aggiunti alla fine del vettore iniziando dal massimo
       indice di vettore aumentato di uno (per vettori indicizzati) o  aggiunti  come  coppie  supplementari  di
       valore-chiave in un vettore associativo. Quando applicato a una variabile valutata come stringa, valore è
       espanso e accodato al valore della variabile.

       A una variabile può essere assegnato l'attributo nameref con l'opzione -n dei comandi incorporati declare
       o  local (si veda più avanti la descrizione di declare e local) per creare un nameref, o un riferimento a
       un'altra variabile. Questo permette  di  manipolare  le  variabili  indirettamente.  Ogni  volta  che  la
       variabile nameref è referenziata o ha avuto un assegnamento, l'operazione è eseguita effettivamente sulla
       variabile specificata dal valore della variabile nameref. Un nameref è usato comunemente  all'interno  di
       funzioni di shell per far riferimento a una variabile il cui nome è passato come argomento alla funzione.
       Per esempio, se un nome di variabile è passato alla funzione  di  shell  come  il  suo  primo  argomento,
       eseguendo
              declare -n ref=$1
       all'interno della funzione crea una variabile nameref ref il cui valore è il nome della variabile passato
       al primo argomento. Riferimenti e assegnamenti a ref sono trattati come riferimenti e assegnamenti   alla
       variabile  il  cui  nome  è  stato  passato  come  $1.  Se  la  variabile di controllo in un ciclo for ha
       l'attributo nameref, la lista di parole può essere una lista di variabili di shell, e verrà costituito un
       riferimento  nome  per  ogni parola della lista, a turno, quando viene eseguito il ciclo.  Alle variabili
       vettore non è possibile dare l'attributo -n. Comunque, le variabili nameref  possono  far  riferimento  a
       variabili  vettore e a variabili vettore indicizzate. I nameref possono essere annullati usando l'opzione
       -n del comando incorporato unset.  Altrimenti, se unset viene eseguito col nome di una variabile  nameref
       come argomento, la variabile a cui fa riferimento la variabile nameref verrà annullata.

   Parametri posizionali
       Un  parametro posizionale è un parametro il cui nome è indicato da una o più cifre, diverse dalla singola
       cifra 0. I parametri posizionali sono assegnati dagli argomenti della shell quando questa è  invocata,  e
       possono  essere riassegnati usando il comando incorporato set. I parametri posizionali non possono essere
       assegnati con istruzioni di assegnamento. I parametri posizionali sono temporaneamente sostituiti  quando
       è eseguita una funzione di shell (si veda FUNZIONI più avanti).

       Quando  si espande un parametro posizionale composto da più di una sola cifra, esso deve essere racchiuso
       tra parentesi graffe (si veda ESPANSIONE più avanti).

   Parametri speciali
       La shell tratta molti parametri in modo speciale. Questi parametri possono solo essere  referenziati;  la
       loro modifica non è permessa.
       *      Si  espande  nei  parametri posizionali, a partire dal primo. Quando l'espansione non è tra doppie
              virgolette, ogni parametro posizionale si espande in una parola separata. In  contesti  in  cui  è
              effettuata,  queste  parole  sono  soggette  a  successiva suddivisione in parole ed espansione di
              percorso. Quando l'espansione avviene tra doppie virgolette, si  espande  in  una  singola  parola
              contenente il valore di ciascun parametro separato dagli altri dal primo carattere della variabile
              speciale IFS. Cioè, "$*" è equivalente a "$1c$2c...", dove c è il primo carattere del valore della
              variabile  IFS.  Se  IFS  viene  annullata,  i parametri sono separati da spazi. Se IFS è nulla, i
              parametri sono uniti senza alcun separatore.
       @      Si espande nei parametri posizionali, a partire dal primo. In contesti  in  cui  è  effettuata  la
              suddivisone  in parole, questo espande ogni parametro posizionale in una parola separata; se non è
              tra doppie virgolette, queste parole sono soggette a suddivisione in parole. In  contesti  in  cui
              non  è  effettuata  la  suddivisione  in  parole.  questo  si  espande una parola singola con ogni
              parametro posizionale separato da spazio. Quando l'espansione avviene tra doppie virgolette,  ogni
              parametro  si  espande  in  una  parola  separata.  Cioè,  "$@"  è  equivalente a "$1" "$2" ... Se
              l'espansione fra doppie virgolette avviene all'interno  di  una  parola,  l'espansione  del  primo
              parametro  è  unita  con  la  parte  iniziale  della  parola originale, e l'espansione dell'ultimo
              parametro è unita con la parte finale della parola originale. Quando  non  vi  è  alcun  parametro
              posizionale, "$@" e $@ si espandono come stringa nulla (cioè, sono rimossi).
       #      Si espande nel numero di parametri posizionali espresso come numero decimale.
       ?      Si  espande  nello  stato  di  uscita della pipeline eseguita più recentemente senza rilasciare il
              controllo del terminale.
       -      Si espande nei flag di opzione correnti come specificato  in  base  all'invocazione,  dal  comando
              incorporato set, o in quelli impostati dalla shell stessa (come l'opzione -i).
       $      Si  espande nell'ID di processo della shell. In una subshell, si espande nell'ID di processo della
              shell corrente, non in quello della subshell.
       !      Si espande nell'ID di processo del job più recentemente messo  in  background,  se  eseguito  come
              comando asincrono o usando il comando incorporato bg (si veda JOB CONTROL più avanti).
       0      Si  espande nel nome della shell o script di shell. Questo è impostato alla inizializzazione della
              shell. Se bash è chiamata con un file di comandi, $0 è impostato al nome di quel file. Se  bash  è
              avviata con l'opzione -c, allora $0 è impostato al primo argomento dopo la stringa che deve essere
              eseguita, se presente. Altrimenti, è impostato al nome-file usato per  chiamare  bash,  come  dato
              dall'argomento zero.

   Variabili di shell
       Le seguenti variabili sono impostate dalla shell:

       _      All'avvio  della  shell,  impostato al nome di percorso usato per invocare la shell o lo script di
              shell che è eseguito come passato nell'ambiente o nella lista di  argomenti.  Successivamente,  si
              espande  nell'ultimo  argomento  del  precedente  comando  semplice  eseguito in primo piano, dopo
              l'espansione. È anche impostato al nome completo usato per invocare ogni comando eseguito e  messo
              nell'ambiente  esportato  verso  quel  comando.  Mentre  si  controlla  la posta, questo parametro
              contiene il nome del file del messaggio attualmente in esame.
       BASH   Si espande al nome-file completo usato per chiamare questa istanza di bash.
       BASHOPTS
              Una lista di opzioni di shell abilitate separate da un due punti. Ogni parola  della  lista  è  un
              argomento valido per l'opzione -s del comando incorporato shopt (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA
              SHELL più avanti). Le opzioni che appaiono in BASHOPTS  sono  quelle  contrassegnate  come  on  da
              shopt.  Se questa variabile è nell'ambiente quando bash viene avviato, ogni opzione di shell nella
              lista sarà abilitata prima della lettura di qualsiasi file di avvio. Questa variabile  è  di  sola
              lettura.
       BASHPID
              Espande  all'ID  del processo dell'attuale bash. In determinate circostanze, ciò differisce da $$,
              come nel caso di subshell che non richiedono che bash sia reinizializzato. Assegnamenti a  BASHPID
              non  hanno  alcun effetto. Se BASHPID viene annullata, perde le sue proprietà speciali, anche se è
              poi reimpostata.
       BASH_ALIASES
              Una variabile vettore associativo i cui elementi corrispondono alla lista interna  di  alias  come
              conservati  dal  comando  incorporato alias. Gli elementi aggiunti a questo vettore appaiono nella
              lista degli alias; comunque, togliendo elementi al  vettore  attualmente  gli  alias  non  vengono
              rimossi  dalla lista. Se BASH_ALIASES viene annullata, perde le sue proprietà speciali, anche se è
              poi reimpostata.
       BASH_ARGC
              Una variabile vettore i cui valori sono il numero di parametri in ogni frame  del  corrente  stack
              delle  chiamate  di esecuzione di bash. Il numero di parametri della subroutine corrente (funzione
              di shell o script eseguito con . o source) è  in  cima  allo  stack.  Quando  viene  eseguita  una
              subroutine, il numero di parametri passati è messo in cima a BASH_ARGC. La shell imposta BASH_ARGC
              solo quando è in modalità estesa di debugging (si veda la descrizione dell'opzione extdebug per il
              comando incorporato shopt più avanti). Impostare extdebug dopo che la shell ha iniziato a eseguire
              uno script, o referenziare questa variabile quando extdebug non  è  impostato,  può  dar  luogo  a
              valori incongruenti.
       BASH_ARGV
              Una variabile vettore contenente tutti i parametri nel corrente stack delle chiamate di esecuzione
              di bash. Il parametro finale dell'ultima chiamata di subroutine è in cima  allo  stack;  il  primo
              parametro  della  chiamata  iniziale è in fondo. Quando una subroutine viene eseguita, i parametri
              forniti sono messi in cima a BASH_ARGV. La shell imposta  BASH_ARGV  solo  quando  è  in  modalità
              estesa di debugging (si veda la descrizione dell'opzione extdebug al comando incorporato shopt più
              avanti). Impostare extdebug dopo che la shell ha iniziato a eseguire uno  script,  o  referenziare
              questa variabile quando extdebug non è impostato, può dar luogo a valori incongruenti.
       BASH_ARGV0
              Quando  referenziata,  questa variabile espande nel nome della shell o script di shell (identico a
              $0; si veda sopra la descrizione del parametro speciale 0). L'assegnamento a BASH_ARGV0 fa sì  che
              il  valore  assegnato  sia  assegnato  anche  a  $0.  Se  BASH_ARGV0 viene annullata, perde le sue
              proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
       BASH_CMDS
              Una variabile vettore associativo i cui  elementi  corrispondono  alla  tabella  hash  interna  di
              comandi  come  memorizzati  dal  comando  incorporato hash. Gli elementi aggiunti a questo vettore
              appaiono nella tabella hash; comunque, togliendo elementi  al  vettore  i  nomi  dei  comandi  non
              saranno rimossi dalla tabella hash. Se BASH_CMDS viene annullata, perde le sue proprietà speciali,
              anche se è successivamente reimpostata.
       BASH_COMMAND
              Il comando attualmente in esecuzione o in procinto di essere eseguito, a meno  che  la  shell  non
              stia  eseguendo un comando come risultato di un'intercettazione di segnale (trap), nel qual caso è
              il comando in esecuzione al momento dell'intercettazione. Se BASH_COMMAND viene  annullata,  perde
              le sue proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
       BASH_EXECUTION_STRING
              L'argomento dell'opzione -c all'invocazione del comando.
       BASH_LINENO
              Una  variabile vettore i cui elementi sono i numeri di riga nei file di origine dove ogni elemento
              corrispondente di FUNCNAME è stato chiamato. ${BASH_LINENO[$i]} è il numero di riga  nel  file  di
              origine  (${BASH_SOURCE[$i+1]})  dove  ${FUNCNAME[$i]} è stato chiamato (o ${BASH_LINENO[$i-1]} se
              referenziato all'interno di un'altra funzione di shell). Usare LINENO per ottenere  il  numero  di
              riga corrente.
       BASH_LOADABLES_PATH
              Un  elenco  di  directory, separate da due punti, nelle quali la shell cerca i comandi incorporati
              caricabili dinamicamente specificati dal comando enable.
       BASH_REMATCH
              Una variabile vettore i  cui  elementi  sono  assegnati  dall'operatore  binario  =~  del  comando
              condizionale  [[.  L'elemento  con indice 0 è la porzione della stringa che corrisponde all'intera
              espressione regolare. L'elemento con indice n è la porzione della  stringa  che  corrisponde  alla
              n-sima sottoespressione fra parentesi.
       BASH_SOURCE
              Una  variabile  vettore  i  cui  elementi  sono  i  nomi-file  dove  sono  definiti  i  nomi delle
              corrispondenti funzioni di shell nella variabile FUNCNAME. La funzione di shell ${FUNCNAME[$i]}  è
              definita nel file ${BASH_SOURCE[$i]} ed è chiamata da ${BASH_SOURCE[$i+1]}.
       BASH_SUBSHELL
              Incrementato di uno all'interno di ciascuna subshell o ambiente di subshell quando la shell inizia
              a essere eseguita in quell'ambiente. Il valore iniziale è 0.  Se  BASH_SUBSHELL  viene  annullata,
              perde le sue proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
       BASH_VERSINFO
              Una  variabile  vettore  in  sola  lettura  i  cui  elementi  danno informazioni sulla versione di
              quest'istanza di bash. I valori assegnati ai membri del vettore sono come segue:
              BASH_VERSINFO[0]        Il numero di versione principale (la release).
              BASH_VERSINFO[1]        Il numero di versione secondario (la versione).
              BASH_VERSINFO[2]        Il livello di aggiornamento tramite patch.
              BASH_VERSINFO[3]        Il numero di compilazione.
              BASH_VERSINFO[4]        Lo stato della release (ad es., beta1).
              BASH_VERSINFO[5]        Il valore di MACHTYPE.
       BASH_VERSION
              Si espande in una stringa che descrive la versione di questa istanza di bash.
       COMP_CWORD
              Un indice in ${COMP_WORDS} della parola contenente  la  posizione  corrente  del  cursore.  Questa
              variabile  è  disponibile  solo  nelle  funzioni  di shell invocate dalle risorse di completamento
              programmabile (si veda Completamento programmabile più avanti).
       COMP_KEY
              Il tasto (o il tasto finale di una sequenza) usato  per  invocare  la  funzione  di  completamento
              corrente.
       COMP_LINE
              La  riga  di  comando  corrente. Questa variabile è disponibile solo nelle funzioni di shell e nei
              comandi esterni invocati  dai  servizi  di  completamento  programmabile  (si  veda  Completamento
              programmabile più avanti).
       COMP_POINT
              L'indice  della  posizione  corrente  del  cursore relativa all'inizio del comando corrente. Se la
              posizione corrente del cursore è alla fine del comando corrente, il valore di questa  variabile  è
              uguale  a  ${#COMP_LINE}.  Questa  variabile  è disponibile solo nelle funzioni di shell e comandi
              esterni invocati dai servizi di completamento programmabile (si veda  Completamento  programmabile
              più avanti).
       COMP_TYPE
              Impostata  a  un  valore  intero corrispondente al tipo di completamento tentato che ha causato la
              chiamata di una funzione di completamento: TAB, per il completamento normale, ?, per l'elenco  dei
              completamenti  dopo  tabulazioni successive, !, per l'elenco delle alternative di completamento di
              una parte di parola, @, per elencare i completamenti se la parola non ha subito  modifiche,  o  %,
              per  il  menù del completamento. Questa variabile è disponibile solo nelle funzioni di shell e nei
              comandi esterni invocati  dai  servizi  di  completamento  programmabile  (si  veda  Completamento
              programmabile più avanti).
       COMP_WORDBREAKS
              L'insieme  dei caratteri che la libreria readline tratta come separatori di parola nell'effettuare
              il completamento di parola. Se COMP_WORDBREAKS viene annullata, perde le sue  proprietà  speciali,
              anche se è poi reimpostata.
       COMP_WORDS
              Una  variabile vettore (si veda Vettori più avanti) che è composta dalle singole parole nella riga
              di  comando  corrente.  La  riga  è  divisa  in  parole  come  readline  la   dividerebbe   usando
              COMP_WORDBREAKS come descritto precedentemente. Questa variabile è disponibile solo nelle funzioni
              di shell  e  comandi  esterni  invocati  dai  servizi  di  completamento  programmabile  (si  veda
              Completamento programmabile più avanti).
       COPROC Una  variabile  vettore (si veda Vettori più avanti) creata per contenere i descrittori di file di
              uscita e di entrata di un coprocesso senza nome (si veda Coprocessi più avanti).
       DIRSTACK
              Una variabile vettore (si veda Vettori più avanti) che contiene il contenuto corrente dello  stack
              delle  directory.  Le  directory appaiono nello stack nell'ordine in cui sono mostrate dal comando
              incorporato dirs. L'assegnamento agli elementi di questa variabile vettore può  essere  usato  per
              modificare le directory già nello stack, ma i comandi incorporati pushd e popd devono essere usati
              per aggiungere e rimuovere directory. L'assegnamento a questa variabile non  cambia  la  directory
              corrente.  Se  DIRSTACK  viene  annullata,  perde  le  sue  proprietà  speciali,  anche  se  è poi
              reimpostata.
       EPOCHREALTIME
              Ogni volta che questo parametro è referenziato, espande al numero di secondi a partire  dall'epoca
              Unix  (si veda time(3)) come valore in virgola mobile con grado di precisione di microsecondi. Gli
              assegnamenti a EPOCHREALTIME vengono ignorati. Se EPOCHREALTIME  viene  annullata,  perde  le  sue
              proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
       EPOCHSECONDS
              Ogni  volta  che  questo  parametro  è  referenziato,  espande  a  un  numero di secondi trascorsi
              dall'epoca Unix (si veda time(3)). Assegnamenti a EPOCHSECONDS vengono ignorati. Se EPOCHSECONDS è
              annullata, perde le sue proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
       EUID   Espande  all'ID-utente effettivo dell'utente corrente, inizializzata all'avvio della shell. Questa
              variabile è in sola lettura.
       FUNCNAME
              Una variabile vettore contenente i nomi di tutte le funzioni  di  shell  attualmente  nello  stack
              delle  chiamate  di  esecuzione.  L'elemento  con  indice  0  è  il  nome  della funzione di shell
              attualmente in esecuzione. L'elemento più in basso di tutti  (quello  con  l'indice  più  alto)  è
              "main".  Questa variabile esiste solo quando è in esecuzione una funzione di shell. Assegnamenti a
              FUNCNAME non hanno alcun effetto. Se FUNCNAME viene annullata, perde le  sue  proprietà  speciali,
              anche se è poi reimpostata.

              Questa  variabile  può  essere  usata  con BASH_LINENO e BASH_SOURCE. Ogni elemento di FUNCNAME ha
              elementi corrispondenti in BASH_LINENO e BASH_SOURCE per descrivere lo stack delle  chiamate.  Per
              esempio,  ${FUNCNAME[$i]}  è  stato  chiamato  dal  file  ${BASH_SOURCE[$i+1]}  al  numero di riga
              ${BASH_LINENO[$i]}. Il comando incorporato caller visualizza  lo  stack  corrente  delle  chiamate
              usando questa informazione.
       GROUPS Una  variabile  vettore  contenente  l'elenco  dei  gruppi  dei  quali è membro l'utente corrente.
              Assegnamenti a GROUPS non hanno alcun effetto. Se GROUPS viene annullata, perde le  sue  proprietà
              speciali, anche se è poi reimpostata.
       HISTCMD
              Il  numero  di  cronologia,  o  indice  nella  lista  della  cronologia,  del comando corrente. Gi
              assegnamenti a HISTCMD vengono ignorati. Se  HISTCMD  viene  annullata,  perde  le  sue  proprietà
              speciali, anche se è poi reimpostata.
       HOSTNAME
              Automaticamente impostata al nome dell'host corrente.
       HOSTTYPE
              Automaticamente  impostata a una stringa che univocamente descrive il tipo di macchina su cui bash
              è in esecuzione. Il valore predefinito è dipendente dal sistema.
       LINENO Ogni volta che questo parametro è referenziato, la  shell  gli  assegna  un  numero  decimale  che
              rappresenta  il numero di sequenza della riga corrente (partendo da 1) all'interno di uno script o
              funzione. Quando non in uno script o funzione, non  è  garantito  che  il  valore  restituito  sia
              significativo.  Se  LINENO  viene  annullata,  perde  le  sue  proprietà  speciali, anche se è poi
              reimpostata.
       MACHTYPE
              Automaticamente impostata a una stringa che descrive completamente il tipo di  sistema  sul  quale
              bash  è  in  esecuzione,  nel  formato  standard  GNU  cpu-company-system. Il valore predefinito è
              dipendente dal sistema.
       MAPFILE
              Una variabile vettore (si veda Vettori più avanti) creata per contenere il testo letto dal comando
              incorporato mapfile quando non viene fornito un nome di variabile.
       OLDPWD La precedente directory di lavoro come impostata dal comando cd.
       OPTARG Il  valore  dell'ultimo  argomento  opzione  elaborato  dal  comando  incorporato getopts (si veda
              NCORPORATI DELLA SHELL più avanti).
       OPTIND L'indice del prossimo argomento che dev'essere elaborato dal comando incorporato getopts (si  veda
              COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).
       OSTYPE Automaticamente  impostata  a  una  stringa  che  descrive  il  sistema operativo su cui bash è in
              esecuzione. Il valore predefinito è dipendente dal sistema.
       PIPESTATUS
              Una variabile vettore (si veda Vettori più  avanti)  contenente  un  elenco  di  valori  di  stato
              d'uscita  dai  processi  nelle  pipeline  eseguite  più  recentemente  in  primo piano [cioè senza
              rilasciare il controllo del terminale] (può contenere anche un solo comando).
       PPID   L'ID di processo del genitore della shell. Questa variabile è in sola lettura.
       PWD    La directory di lavoro corrente come impostata dal comando cd.
       RANDOM Ogni volta che questo parametro è referenziato, si espande a un numero  intero  casuale  fra  0  e
              32767.  Assegnando un valore a RANDOM viene inizializzata (seed) la sequenza di numeri casuali. Se
              RANDOM viene annullata, perde le sue proprietà speciali, anche se è poi reimpostata.
       READLINE_ARGUMENT
              Qualsiasi argomento numerico che è stato dato al comando readline definito usando  "bind  -x"  (si
              veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti) quando è stato richiamato.
       READLINE_LINE
              Il  contenuto  del  buffer  di  riga readline per l'uso con "bind -x" (si veda COMANDI INCORPORATI
              DELLA SHELL più avanti).
       READLINE_MARK
              La posizione della marcatura (punto di inserzione) nel buffer di riga readline per l'uso con "bind
              -x"  (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti). I caratteri tra il punto d'inserzione e
              la marcatura vengono spesso chiamati cumulativamente regione.
       READLINE_POINT
              La posizione del punto di inserzione nel buffer di riga readline per l'uso con "bind -x" (si  veda
              COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).
       REPLY  Impostata  alla  riga  di  input  letta  dal  comando  incorporato  read quando nessun argomento è
              specificato.
       SECONDS
              Ogni volta che questo parametro è referenziato, viene restituito il numero  di  secondi  trascorsi
              dall'avvio  della  shell.  Se  un  valore  è  assegnato a SECONDS, il valore restituito in base ai
              riferimenti successivi è il numero di secondi trascorsi dall'assegnamento più il valore assegnato.
              Il  numero  di  secondi all'invocazione della shell e il tempo corrente sono sempre determinati da
              una richiesta all'orologio di  sistema.  Se  SECONDS  viene  annullata,  perde  le  sue  proprietà
              speciali, anche se è poi reimpostata.
       SHELLOPTS
              Una  lista,  separata  da  due  punti, di opzioni di shell abilitate. Ogni parola nella lista è un
              argomento valido per l'opzione -o al comando incorporato set (si veda  COMANDI  INCORPORATI  DELLA
              SHELL più avanti). Le opzioni che appaiono in SHELLOPTS sono quelle indicate come on da set -o. Se
              questa variabile è nell'ambiente quando bash viene avviata, ogni  opzione  di  shell  nella  lista
              viene abilitata prima di leggere un qualsiasi file di avvio. Questa variabile è in sola lettura.
       SHLVL  È incrementata di uno ogni volta che una istanza di bash viene avviata.
       SRANDOM
              Questa  variabile  viene  espansa  con  un  numero  pseudo  casuale di 32 bit ogni volta che viene
              referenziata. Su sistemi che supportano /dev/urandom o arc4random il generatore di numeri  casuali
              non  è  lineare, quindi ogni numero restituito non ha relazione con i precedenti. Il generatore di
              numeri casuali non accetta un seme, quindi assegnamenti a questa variabile non hanno  effetto.  Se
              SRANDOM  viene  annullata,  perde  le  sue  proprietà  speciali  anche  se  viene  successivamente
              reimpostata.
       UID    Si espande  all'ID-utente  dell'utente  corrente,  inizializzato  all'avvio  della  shell.  Questa
              variabile è in sola lettura.

       Le  seguenti  variabili  sono usate dalla shell. In alcuni casi, bash assegna un valore predefinito a una
       variabile; questi casi sono elencati più avanti.

       BASH_COMPAT
              Il valore è usato per impostare  il  livello  di  compatibilità  della  shell.  Si  veda  MODALITÀ
              COMPATIBILE  DELLA  SHELL  per  una  descrizione  dei  diversi livelli di compatibilità e dei loro
              effetti. Il valore può essere un numero decimale (p.es., 4.2) o intero (p.es., 42)  corrispondente
              al  livello di compatibilità desiderato. Se BASH_COMPAT non è impostato o è impostato alla stringa
              vuota, il livello di compatibilità è impostato a quello predefinito per la versione  corrente.  Se
              BASH_COMPAT  è  impostato  a un valore che non è uno dei livelli di compatibilità validi, la shell
              stampa un messaggio di errore e imposta il livello di compatibilità a quello  predefinito  per  la
              versione  corrente. I valori validi corrispondono ai livelli di compatibilità descritti più avanti
              in MODALITÀ COMPATIBILE DELLA SHELL. Per esempio, 4.2 e 42 sono valori  validi  che  corrispondono
              all'opzione  shopt  compat42  e impostano il livello di compatibilità a 42. La versione corrente è
              anch'esso un valore valido.
       BASH_ENV
              Se questo parametro è impostato quando bash sta eseguendo uno script di shell,  il  suo  valore  è
              interpretato  come  un nome-file contenente comandi per inizializzare la shell, come in ~/.bashrc.
              Il valore di BASH_ENV è soggetto a espansione di parametro, sostituzione di comando ed  espansione
              aritmetica  prima  di  essere  interpretato  come  un  nome-file.  PATH non è usato per cercare il
              nome-file risultante.
       BASH_XTRACEFD
              Se impostata a un valore intero corrispondente a un descrittore  di  file  valido,  bash  scriverà
              l'output  della  traccia  generata  quando  set  -x  è  abilitato  a  quel descrittore di file. Il
              descrittore di file viene chiuso quando BASH_XTRACEFD non è impostata  o  le  viene  assegnato  un
              nuovo  valore.  Annullando  BASH_XTRACEFD  o assegnandole una stringa vuota l'output della traccia
              verrà inviato allo standard error. Da notare che impostando BASH_XTRACEFD a 2 (il  descrittore  di
              file  dello  standard  error)  e, successivamente, azzerandola il risultato sarà la chiusura dello
              standard error.
       CDPATH Il percorso di ricerca per il comando cd. Questo è un elenco di directory, separate da due  punti,
              nelle  quali  la shell cerca le directory di destinazione specificate dal comando cd. Un valore di
              esempio è ".:~:/usr".
       CHILD_MAX
              Imposta il numero di valori dello stato di uscita delle shell figlie da tenere  in  memoria.  Bash
              non  permette  che questo valore scenda al di sotto di un minimo imposto da POSIX, e c'è un valore
              massimo (attualmente 8192) che non può essere superato. Il valore minimo è dipendente dal sistema.
       COLUMNS
              Usata dal comando composto select per determinare il numero di colonne del terminale nella  stampa
              delle  liste  di selezione. Automaticamente impostata se l'opzione checkwinsize è abilitata o è in
              una shell interattiva al ricevimento di un segnale SIGWINCH.
       COMPREPLY
              Una variabile vettore dalla quale bash legge i possibili completamenti generati da una funzione di
              shell  invocata  dal  servizio di completamento programmabile (si veda Completamento programmabile
              più avanti). Ogni elemento di vettore contiene un completamento possibile.
       EMACS  Se bash trova questa variabile d'ambiente alla partenza della shell col valore "t", presume che la
              shell sia in esecuzione in un buffer di shell Emacs e disabilita la modifica della riga.
       ENV    È  espansa  ed  eseguita  similarmente  a  BASH_ENV  (si  veda INVOCAZIONE sopra) quando una shell
              interattiva viene invocata in modalità posix.
       EXECIGNORE
              Una lista separata da virgole di modelli di shell (si  veda  Modelli  di  ricerca)  che  definisce
              l'elenco  dei  nomi  di file da ignorare durante la ricerca dei comandi che usa PATH. I file per i
              quali il percorso completo corrisponde  ad  uno  di  questi  modelli  non  sono  considerati  file
              eseguibili  per lo scopo di completare il comando o per l'esecuzione di comandi tramite ricerca in
              PATH. Questo non cambia il comportamento dei comandi [, test, e  [[.  I  percorsi  completi  nella
              tabella  hash dei comandi non sono soggetti a EXECIGNORE. Usare questa variabile per ignorare file
              di librerie condivise che hanno il  bit  eseguibile  attivo,  ma  non  sono  file  eseguibili.  La
              corrispondenza al modello fa uso dell'opzione di shell extglob.
       FCEDIT L'editor predefinito per il comando incorporato fc.
       FIGNORE
              Una  lista di suffissi, separati da due punti, da ignorare quando si effettua il completamento del
              nome-file (si veda READLINE più avanti). Un nome-file il cui suffisso corrisponde a una delle voci
              in  FIGNORE  è  escluso  dalla  lista dei nomi-file individuati. Un valore di esempio è ".o:~" (La
              quotatura è necessaria quando si assegna un valore a questa variabile, che contiene delle tilde).
       FUNCNEST
              Se impostato a un valore numerico maggiore di 0, definisce un livello massimo di nidificazione per
              una  funzione.  Invocazioni  di funzione eccedenti questo livello provocheranno l'interruzione del
              comando corrente.
       GLOBIGNORE
              Una lista di modelli, separati da due punti, che  definiscono  l'insieme  dei  nomi  di  file  che
              l'espansione  del  nome di percorso deve ignorare. Se un nome di file individuato da un modello di
              espansione del percorso corrisponde anche a uno dei modelli  in  GLOBIGNORE  viene  rimosso  dalla
              lista dei nomi da individuare.
       HISTCONTROL
              Una  lista  di  valori,  separati  da  due  punti,  che controllano come i comandi vengono salvati
              nell'elenco della cronologia. Se la lista di valori include ignorespace, le righe che iniziano con
              un  carattere  di spazio non vengono salvate nell'elenco della cronologia. Un valore di ignoredups
              fa sì che non venga salvata ogni riga uguale all'elemento precedente della cronologia.  Un  valore
              di  ignoreboth  è  la  combinazione  di ignorespace e ignoredups. Un valore di erasedups fa sì che
              tutte le righe uguali alla riga corrente vengano rimosse dall'elenco della cronologia prima che la
              riga venga salvata. Qualsiasi valore che non è nella lista di cui sopra è ignorato. Se HISTCONTROL
              non è impostato o non include un valore valido, tutte le righe lette dall'analizzatore  sintattico
              della  shell  sono  salvate  nell'elenco  della  cronologia,  a meno che non sia stato specificato
              HISTIGNORE. La seconda riga  e  le  successive  di  un  comando  composto  multiriga  non  vengono
              controllate, e sono aggiunte alla cronologia indipendentemente dal valore di HISTCONTROL.
       HISTFILE
              Il nome del file nel quale è salvata la cronologia dei comandi (si veda CRONOLOGIA più avanti). Il
              valore predefinito è ~/.bash_history. Se è annullato la cronologia dei comandi non  è  salvata  al
              termine di una shell.
       HISTFILESIZE
              Il  numero  massimo  di  righe  contenute  nel  file della cronologia. Quando a questa variabile è
              assegnato un valore, il file della cronologia è accorciato, se necessario, per contenere  non  più
              di  quel  numero  di  righe  rimuovendo  le  voci  più vecchie. Il file della cronologia è inoltre
              troncato a questa dimensione dopo la scrittura al termine di una shell. Se il valore è 0, il  file
              della  cronologia è troncato alla dimensione zero. Valori non numerici e valori numerici minori di
              zero inibiscono il troncamento. La shell imposta il valore predefinito al valore di HISTSIZE  dopo
              la lettura di un file di avvio.
       HISTIGNORE
              Una lista di modelli separati da due punti usata per decidere quali righe di comando devono essere
              salvate nell'elenco  della  cronologia.  Ogni  modello  comincia  all'inizio  della  riga  e  deve
              corrispondere alla riga completa (nessun `*' implicito è aggiunto). Ogni modello è confrontato con
              la riga dopo che i controlli specificati da HISTCONTROL  sono  stati  applicati.  In  aggiunta  ai
              normali  modelli  di  shell  che  confrontano  caratteri,  `&'  designa  la linea precedente della
              cronologia. `&' può essere protetto usando una barra inversa; la barra inversa è rimossa prima  di
              eseguire  un  confronto.  La  seconda  riga  e  le successive di un comando composto multiriga non
              vengono controllate, e sono aggiunte alla cronologia indipendentemente dal valore  di  HISTIGNORE.
              Il modello di ricerca rispetta l'impostazione dell'opzione di shell extglob .
       HISTSIZE
              Il  numero  di  comandi  da  tenere  in  memoria nella cronologia dei comandi (si veda HISTORY più
              avanti). Se il valore è 0, i comandi non vengono salvati nell'elenco della cronologia. Con  valori
              numerici  minori  di  zero  ogni  comando  viene salvato nell'elenco della cronologia (non ci sono
              limiti). La shell imposta il valore predefinito a 500 dopo aver letto i file d'inizializzazione.
       HISTTIMEFORMAT
              Se questa variabile è impostata e non nulla, il suo valore è usato come  stringa  di  formato  per
              strftime(3)  per  stampare la marcatura oraria associata a ogni voce della cronologia mostrata dal
              comando incorporato history. Se questa variabile è impostata, data e ora verranno scritte nel file
              della  cronologia  in  modo  da  essere  disponibili anche in successive sessioni della shell. Per
              distinguere la marcatura oraria dalle altre righe della cronologia viene  usato  il  carattere  di
              commento.
       HOME   La  home directory dell'utente corrente; l'argomento predefinito per il comando incorporato cd. Il
              valore di questa variabile è anche usata quando si effettua l'espansione della tilde.
       HOSTFILE
              Contiene il nome di un file nello stesso formato di /etc/hosts che dovrà essere  letto  quando  la
              shell  ha  bisogno  di completare un nome di host. La lista dei possibili completamenti di nome di
              host può essere cambiata mentre la shell è in esecuzione; alla prossima occasione in cui si  tenta
              il  completamento  del  nome di host dopo che è cambiato il valore, bash aggiunge il contenuto del
              nuovo file alla lista esistente. Se HOSTFILE è impostato ma non ha alcun valore, o non contiene il
              nome  di  un  file leggibile, bash tenta di leggere /etc/hosts per ottenere la lista dei possibili
              completamenti del nome di host. Quando HOSTFILE viene annullata, la lista dei nomi di  host  viene
              pure annullata.
       IFS    L'Internal  Field  Separator  (separatore  di campo interno) è usato per la suddivisione in parole
              dopo l'espansione e per dividere le righe in parole quando si esegue il comando incorporato  read.
              Il valore predefinito è “<space><tab><newline>”.
       IGNOREEOF
              Controlla l'azione della shell al ricevimento di un carattere EOF come unico contenuto di una riga
              di input. Se impostato, il valore è il numero di caratteri EOF consecutivi da battere  come  primo
              carattere  su  una  riga  di input prima che bash esca. Se la variabile esiste ma non ha un valore
              numerico, o non ha alcun valore, il valore predefinito è 10. Se non esiste,  EOF  indica  la  fine
              dell'input per la shell.
       INPUTRC
              Il  nome-file per il file di avvio di readline che prevale sul valore predefinito che è ~/.inputrc
              (si veda READLINE più avanti).
       INSIDE_EMACS
              Se questa variabile appare nell'ambiente quando la shell viene avviata, bash  assume  che  sia  in
              esecuzione dentro un buffer shell Emacs e potrebbe disabilitare l'editor della riga, a seconda dal
              valore di TERM.
       LANG   Usata per determinare la categoria di localizzazione per qualsiasi categoria non  specificatamente
              indicata da una delle variabili che iniziano con LC_.
       LC_ALL Questa  variabile prevale sul valore di LANG e su qualsiasi altra variabile LC_ che specifichi una
              categoria di localizzazione.
       LC_COLLATE
              Questa variabile determina l'ordine di  collazione  usato  quando  vengono  ordinati  i  risultati
              dell'espansione  di  nome  di percorso, e determina il comportamento di espressioni di intervallo,
              classi di equivalenza e sequenze di ordinamento all'interno dell'espansione di nome di percorso  e
              della corrispondenza tra stringhe.
       LC_CTYPE
              Questa  variabile  determina  l'interpretazione  di  caratteri  e  il  comportamento  di classi di
              caratteri all'interno dell'espansione di nome di percorso e della corrispondenza tra stringhe.
       LC_MESSAGES
              Questa variabile determina la localizzazione usata per tradurre  stringhe  tra  doppie  virgolette
              precedute da un $.
       LC_NUMERIC
              Questa variabile determina la categoria di localizzazione usata per la formattazione dei numeri.
       LC_TIME
              Questa  variabile  determina  la  categoria di localizzazione usata per la formattazione di data e
              ora.
       LINES  Usato dal comando composto select per determinare il numero di linee del  terminale  nella  stampa
              delle liste di selezione. Automaticamente impostata se l'opzione checkwinsize è abilitata o in una
              shell interattiva al ricevimento di un segnale SIGWINCH.
       MAIL   Se questo parametro è impostato a un nome di file o di directory e la  variabile  MAILPATH  non  è
              impostata,  bash  informa l'utente dell'arrivo di posta nel file specificato o nella directory del
              formato Maildir.
       MAILCHECK
              Specifica la frequenza (in secondi) con cui bash controlla la posta. Il valore  predefinito  è  60
              secondi.  Quando  è il momento di controllare la posta, la shell lo fa prima di mostrare il prompt
              primario. Se questa variabile non è impostata o è impostata a un valore  che  non  sia  un  numero
              maggiore o uguale a zero, la shell disabilita il controllo della posta.
       MAILPATH
              Una  lista di nomi-file separati da due punti, da usare per il controllo della posta. Il messaggio
              che deve essere stampato all'arrivo dei messaggi in un particolare  file  può  essere  specificato
              separando  il  nome-file dal messaggio con un `?'. Quando viene usato nel testo del messaggio $_ è
              espanso al nome del file di posta corrente. Per esempio:
              MAILPATH='/var/mail/bfox?"You have mail":~/shell-mail?"$_ has mail!"'
              Bash può essere configurato per fornire un valore predefinito per questa variabile (non c'è nessun
              valore  predefinito),  ma il posizionamento dei file di posta degli utenti utilizzato è dipendente
              dal sistema (per esempio, /var/mail/$USER).
       OPTERR Se impostato al valore 1, bash mostra i  messaggi  di  errore  generati  dal  comando  incorporato
              getopts  (si  veda  COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).  OPTERR è inizializzato ad 1 ogni
              volta che viene invocata la shell o viene eseguito uno script di shell.
       PATH   Il percorso di ricerca dei comandi. È un elenco di directory separate da due punti, nelle quali la
              shell  cerca  i  comandi  (si  veda  ESECUZIONE  DEI  COMANDI più avanti). Un nome di directory di
              lunghezza zero (nulla) nel valore di PATH indica la directory corrente. Un nome di directory nullo
              può  apparire  come  una serie di due punti adiacenti, o come due punti all'inizio o alla fine. Il
              percorso predefinito è dipendente dal sistema ed  è  impostato  dall'amministratore  che  installa
              bash. Un valore frequente è ``/usr/local/bin:/usr/local/sbin:/usr/bin:/usr/sbin:/bin:/sbin''.
       POSIXLY_CORRECT
              Se questa variabile è presente nell'ambiente quando viene avviata bash, la shell entra in modalità
              posix prima di leggere i file di avvio, come se  l'opzione  di  invocazione  --posix  fosse  stata
              specificata.  Se è impostata mentre la shell è in esecuzione, bash abilita la modalità posix, come
              se il comando set -o posix fosse stato eseguito. Quando la shell entra in modalità posix,  imposta
              questa variabile se non fosse già impostata.
       PROMPT_COMMAND
              Se  questa  variabile  è  impostata  ed  è  un vettore, il valore di ogni elemento impostato viene
              eseguito come comando prima di stampare un prompt principale. Se è impostata, ma non è un vettore,
              il suo valore è usato come comando da eseguire.
       PROMPT_DIRTRIM
              Se  impostata  a  un numero maggiore di zero, il valore è usato come il numero di componenti della
              directory finale da conservare quando si espandono i caratteri protetti della stringa di prompt \w
              e  \W  (si  veda  PROMPTING  più  avanti).  I  caratteri  rimossi  sono  sostituiti  da puntini di
              sospensiones.
       PS0    Il valore di questo parametro è espanso (si veda STRINGHE DI PROMPT  più  avanti)  e  visualizzato
              dalle shell interattive dopo aver letto un comando e prima che il comando venga eseguito.
       PS1    Il  valore  di  questo  parametro  è  espanso (si veda STRINGHE DI PROMPT più avanti) e usato come
              stringa del prompt primario. Il valore predefinito è “\s-\v\$”.
       PS2    Il valore di questo parametro è espanso allo stesso modo di PS1 ed è usato come stringa di  prompt
              secondario. Il valore predefinito è “> ”.
       PS3    Il  valore di questo parametro è usato come prompt per il comando select (si veda GRAMMATICA DELLA
              SHELL sopra).
       PS4    Il valore di questo parametro è espanso allo stesso modo di PS1 ed il valore è stampato  prima  di
              ogni comando che bash mostra durante un trace di esecuzione. Il primo carattere del valore espanso
              di PS4 è replicato tante volte, quanto necessario, per indicare livelli multipli  di  indirezione.
              Il valore predefinito è “+”.
       SHELL  Questa  variabile  si espande al percorso completo della shell. Se non è impostata quando la shell
              viene avviata, bash le assegna il percorso completo della shell di login dell'utente corrente.
       TIMEFORMAT
              Il valore di questo parametro è usato come stringa di formato per specificare  come  dovrà  essere
              mostrata  l'informazione su data e ora per pipeline aventi come prefisso la parola riservata time.
              Il carattere % introduce una sequenza di formattazione che è espansa a un valore di data e  ora  o
              ad  altre  informazioni.  Le  sequenze  di formattazione e il loro significato sono i seguenti; le
              parentesi quadre denotano parti opzionali.
              %%        Una % letterale.
              %[p][l]R  Il tempo trascorso in secondi.
              %[p][l]U  Il numero di secondi di utilizzo della CPU in modalità utente.
              %[p][l]S  Il numero di secondi di utilizzo della CPU in modalità sistema.
              %P        La percentuale di utilizzo della CPU, calcolata come (%U + %S) / %R.

              La parte opzionale p è una cifra che specifica la precisione, il numero di cifre  frazionali  dopo
              il  separatore  decimale. Un valore pari a 0 fa sì che nessun separatore decimale o frazione venga
              inserito nell'output. Possono essere specificate al  massimo  tre  posizioni  dopo  il  separatore
              decimale;  valori  di  p  maggiori di 3 sono cambiati in 3. Se p non è specificato è utilizzato il
              valore 3.

              La parte opzionale l specifica un formato più lungo, inclusi i minuti, nella forma  MMmSS.FFs.  Il
              valore di p determina se la frazione è inclusa o meno.

              Se    questa   variabile   non   è   impostata,   bash   agisce   come   se   avesse   il   valore
              $'\nreal\t%3lR\nuser\t%3lU\nsys\t%3lS'.  Se  il  valore  è  nullo,  non  viene   mostrata   alcuna
              informazione di tempo. Una newline finale è aggiunta quando la stringa di formato è visualizzata.
       TMOUT  Se  impostata  a  un  valore  maggiore  di  zero,  TMOUT è trattata come il tempo limite (timeout)
              predefinito per il comando incorporato read. Il comando select viene terminato se non riceve input
              dopo  TMOUT  secondi quando l'input proviene da un terminale. In una shell interattiva il valore è
              interpretato come il numero di secondi di attesa per l'input dopo l'emissione del prompt primario.
              Bash  termina  dopo  aver  aspettato per quel numero di secondi se non arriva una riga completa di
              input.
       TMPDIR Se impostata, bash usa il suo valore  come  nome  della  directory  nella  quale  bash  crea  file
              temporanei a uso della shell.
       auto_resume
              Questa variabile controlla il modo con cui la shell interagisce con l'utente e con il job-control.
              Se questa variabile  è  impostata,  dei  comandi  semplici  composti  da  una  sola  parola  senza
              ridirezioni  sono  considerati come candidati per la ripresa di un job in esecuzione che sia stato
              sospeso. Non è possibile alcuna ambiguità; se vi è più di un  job  che  comincia  con  la  stringa
              digitata,  è  scelto  il  job su cui si è effettuato l'accesso più recentemente. Il nome di un job
              sospeso, in questo contesto, è la riga di comando usata  per  avviarlo.  Se  impostata  al  valore
              exact,  la  stringa fornita deve essere esattamente uguale al nome di un job fermo; se impostata a
              substring, la stringa fornita deve combaciare con una sottostringa del nome di un job sospeso.  Il
              valore substring fornisce funzionalità analoghe all'identificatore del job %? (si veda JOB CONTROL
              più avanti). Se impostata a qualsiasi altro valore, la stringa fornita deve essere un prefisso del
              nome di un job sospeso; questo consente funzionalità analoghe all'identificatore di job %string.
       histchars
              Sono  i  due  o  tre  caratteri che controllano l'espansione della cronologia e la suddivisione in
              token (si veda ESPANSIONE DELLA CRONOLOGIA più avanti). Il  primo  carattere  è  il  carattere  di
              espansione della cronologia, il carattere che segnala l'inizio di una espansione della cronologia,
              normalmente `!'. Il secondo carattere è il carattere di sostituzione  rapida,  che  è  usato  come
              scorciatoia  per  rieseguire  il  comando  precedentemente  inserito,  sostituendo una stringa con
              un'altra nel comando. Il valore predefinito è `^'. Il terzo carattere, opzionale, è  il  carattere
              che  indica  che  il  resto della riga è un commento, quando è trovato come primo carattere di una
              parola, normalmente `#'. Il carattere di commento della cronologia fa sì che la sostituzione della
              cronologia  venga  saltata  per le rimanenti parole sulla riga. Esso non fa necessariamente sì che
              l'analizzatore della shell tratti il resto della riga come un commento.

   Vettori
       Bash fornisce variabili vettore monodimensionali indicizzate e associative.  Ogni  variabile  può  essere
       usata come un vettore indicizzato; il comando incorporato declare dichiara esplicitamente un vettore. Non
       c'è un limite massimo per la dimensione di un  vettore,  né  alcuna  richiesta  che  gli  elementi  siano
       indicizzati  o  assegnati  in modo contiguo. I vettori indicizzati sono referenziati usando numeri interi
       (incluse le espressioni  aritmetiche)  e  cominciano  con  l'indice  zero.  I  vettori  associativi  sono
       referenziati utilizzando stringhe arbitrarie. Salvo che sia diversamente indicato, gli indici dei vettori
       indicizzati devono essere interi non negativi.

       Un vettore indicizzato è creato automaticamente se l'assegnamento  ad  una  qualsiasi  variabile  usa  la
       sintassi  nome[deponente]=valore.  Il  deponente  (indice  del  vettore)  è  trattato come un'espressione
       aritmetica che deve risultare un numero. Per dichiarare  esplicitamente  un  vettore  indicizzato,  usare
       declare  -a  nome  (si  veda  COMANDI  INCORPORATI  DELLA SHELL più avanti). È anche accettato declare -a
       nome[deponente]; il deponente viene ignorato.

       Vettori associativi sono creati usando declare -A nome.

       Per una variabile vettore possono essere specificati degli attributi utilizzando  i  comandi  incorporati
       declare e readonly. Ogni attributo si applica a tutti gli elementi di un vettore.

       Agli elementi del vettore vengono assegnati valori usando assegnamenti composti della forma nome=(valore1
       ... valoren), dove ogni valore può essere della forma [deponente]=stringa.  Le  assegnazioni  di  vettori
       indicizzati  non  richiedono  nient'altro  che stringa. Ogni valore nella lista è espanso usando tutte le
       espansioni della shell descritte più avanti  in  ESPANSIONE.  Quando  si  fanno  assegnamenti  a  vettori
       indicizzati,  se  vengono  fornite  le  parentesi  opzionali e il deponente, l'elemento viene assegnato a
       quell'indice; altrimenti l'indice dell'elemento assegnato è l'ultimo indice già utilizzato  aumentato  di
       uno. L'indicizzazione parte da zero.

       Quando si assegna ad un vettore associativo, le parole di un assegnamento composto possono essere comandi
       d'assegnamento, per i quali l'indice è obbligatorio, o una lista di parole che è  interpretata  come  una
       sequenza  alternata di chiavi e valori: nome=( chiave1 valore1 chiave2 valore2 ...). Queste sono trattate
       come nome=( [chiave1]=valore1 [chiave2]=valore2 ...). La prima  parola  della  lista  determina  come  le
       successive  verranno  interpretate;  tutti gli assegnamenti in una lista devono essere dello stesso tipo.
       Quando si usano coppie chiave/valore le chiavi non possono essere  assenti  o  vuote;  un  valore  finale
       mancante o vuoto è interpretato come stringa vuota.

       Questa sintassi è accettata anche dal comando incorporato declare. Elementi singoli di un vettore possono
       essere  assegnati  con  la  sintassi  nome[deponente]=valore  introdotta  più  sopra.  Quando  si   fanno
       assegnamenti  a  un  vettore  indicizzato,  se  nome  è  indicizzato da un numero negativo, quel numero è
       interpretato come relativo all' indice massimo di nome  aumentato  di  uno,  perciò  indici  negativi  si
       conteggiano dalla fine del vettore all'indietro, e un indice -1 corrisponde all'ultimo elemento.

       L'operatore  +=  farà  aggiungere  ad  una  variabile  vettore  quando  utilizzato  con la sintassi di un
       assegnamento composto; vedere PARAMETRI più su.

       Qualsiasi elemento di un vettore può  essere  referenziato  con  ${nome[deponente]}.  Le  parentesi  sono
       richieste  per  evitare conflitti con l'espansione di percorso. Se deponente è @ o *, la parola espande a
       tutti gli elementi di nome. Questi deponenti differiscono solo quando la parola appare inclusa fra doppie
       virgolette.  Se  la  parola  è quotata con doppie virgolette, ${nome[*]} espande a una singola parola col
       valore di ogni elemento del vettore  separato  dal  primo  carattere  della  variabile  speciale  IFS,  e
       ${nome[@]}  espande  ogni  elemento  di  nome  come  una parola separata. Quando non ci sono elementi nel
       vettore, ${nome[@]} è espanso alla stringa nulla. Se l'espansione quotata con doppie virgolette si  trova
       dentro  una  parola,  l'espansione  del  primo  parametro  è  legato  con  la parte iniziale della parola
       originale, e l'espansione dell'ultimo parametro è legato  con  l'ultima  parte  della  parola  originale.
       Questo  è  analogo  all'espansione  dei  parametri  speciali  *  e  @ (si veda Parametri speciali sopra).
       ${#nome[deponente]} espande alla lunghezza di ${nome[deponente]}. Se deponente è * o @, l'espansione è il
       numero  di  elementi  del  vettore.  Se  il  deponente  usato  per referenziare un elemento di un vettore
       indicizzato risulta, dopo l'espansione, un numero minore di zero, è interpretato come relativo all'indice
       massimo  del  vettore  aumentato  di  uno,  perciò  indici negativi si conteggiano dalla fine del vettore
       all'indietro, e un indice -1 corrisponde all'ultimo elemento.

       Referenziare una variabile vettore senza specificare un deponente equivale a referenziare il vettore  con
       un  deponente  pari  a  zero. Ogni riferimento a una variabile usando un deponente valido è consentito, e
       bash creerà un vettore se necessario.

       Una variabile vettore è considerata impostata se ad un deponente è stato assegnato un valore. La  stringa
       nulla è un valore valido.

       È  possibile  ottenere  sia  le  chiavi  (indici)  che  i valori di un vettore. ${!nome[@]} e ${!nome[*]}
       espandono agli indici assegnati  nella  variabile  vettore  nome.  Quando  è  fra  doppie  virgolette  il
       trattamento è simile all'espansione dei parametri speciali @ e * posti tra doppie virgolette.

       Il comando incorporato unset è usato per annullare i vettori. unset nome[deponente] annulla l'elemento di
       vettore all'indice deponente, sia per  i  vettori  indicizzati  sia  per  quelli  associativi.  Deponenti
       negativi  di  vettori  indicizzati  vengono interpretati come descritto in precedenza. Annullare l'ultimo
       elemento di un vettore non annulla la variabile. unset nome, dove nome è  un  vettore,  rimuove  l'intero
       vettore. unset nome[deponente] dove deponente è * o @, si comporta diversamente a seconda che nome sia un
       vettore indicizzato o associativo. Se nome  è  un  vettore  associativo  questo  rimuove  l'elemento  con
       deponente * o @. Se nome è un vettore indicizzato, rimuove tutti gli elementi, ma non il vettore stesso.

       Quando  si usa un nome di variabile con un deponente come argomento di un comando, come ad esempio unset,
       senza utilizzare la sintassi per l'espansione  della  parola  descritta  sopra,  l'argomento  è  soggetto
       all'espansione del percorso. Se l'espansione del percorso non è desiderabile, l'argomento va quotato.

       Ciascuno  dei  comandi  incorporati  declare,  local  e readonly accetta un'opzione -a per specificare un
       vettore indicizzato e un'opzione -A per specificare un vettore associativo. Se vengono  fornite  entrambe
       le  opzioni,  -A  ha  la precedenza. Il comando incorporato read accetta un'opzione -a per assegnare a un
       vettore una lista di parole lette dallo standard input. I comandi incorporati set e  declare  mostrano  i
       valori di vettore in modo da essere riutilizzabili come assegnamenti.

ESPANSIONE

       L'espansione  è eseguita sulla riga di comando dopo che essa è stata divisa in parole. Vi sono sette tipi
       di espansione effettuati: espansione delle  parentesi  graffe,  espansione  della  tilde,  espansione  di
       parametro  e  variabile,  sostituzione  di  comando,  espansione  aritmetica,  suddivisione  in  parole e
       espansione di percorso.

       L'ordine di espansione è: espansione delle  parentesi  graffe,  espansione  della  tilde,  espansione  di
       parametro  e di variabile, espansione aritmetica, e sostituzione di comando (fatta da sinistra a destra);
       suddivisione in parole; ed espansione di percorso.

       Sui sistemi che la supportano, è disponibile  un'espansione  aggiuntiva:  la  sostituzione  di  processo.
       Questa  è  effettuata  contemporaneamente  come  espansione  della  tilde,  di  parametro, di variabile e
       aritmetica, e come sostituzione di comando.

       Una volta effettuale queste espansioni, i caratteri di quotatura presenti nella parola originale  vengono
       rimossi, a meno che siano essi stessi quotati (rimozione dei segni di quotatura)

       Solo  l'espansione  delle  parentesi graffe, la suddivisione in parole e l'espansione di percorso possono
       cambiare il numero di parole dell'espansione; le altre espansioni espandono una  singola  parola  in  una
       singola  parola. La sola eccezione a questo sono le espansioni di “$@” e "${nome[@]}", e in molti casi $*
       and ${name[*]} come spiegato sopra (si vedi PARAMETRI).

   Espansione delle parentesi graffe
       Espansione delle parentesi graffe  è  un  meccanismo  con  il  quale  possono  essere  generate  stringhe
       arbitrarie.  Questo meccanismo è simile all'espansione di percorso, ma non è necessario che i file il cui
       nome è generato esistano. I modelli cui si applica l'espansione delle parentesi graffe hanno la forma  di
       un  preambolo  opzionale,  seguito  da  una  serie  di  stringhe separate da virgola o una espressione di
       sequenza racchiusa fra parentesi graffe, seguite da un'appendice opzionale. Il  preambolo  è  preposto  a
       ogni  stringa  contenuta dentro le parentesi graffe e l'appendice è poi appesa a ogni stringa risultante,
       espandendo da sinistra a destra.

       Le espansioni delle parentesi graffe possono essere nidificate. Il risultato di ogni stringa espansa  non
       viene ordinato; è conservato l'ordine da sinistra a destra. Per esempio, a{d,c,b}e si espande in `ade ace
       abe'.

       Un'espressione di sequenza prende la forma {x..y[..incr]}, dove x e y sono o numeri  interi  o  caratteri
       singoli  e  incr,  un  incremento  opzionale,  è  un  numero  intero.  Se  si  specificano numeri interi,
       l'espressione espande a ogni numero fra x e y, inclusi. Ai numeri interi specificati può essere  aggiunto
       uno  0  iniziale  per costringere ogni termine ad avere la stessa ampiezza. Quando x o y iniziano con uno
       zero, la shell tenta di forzare tutti  i  termini  generati  a  contenere  lo  stesso  numero  di  cifre,
       aggiungendo  degli  zeri  ove  necessario.  Se  si  specificano  caratteri,  l'espressione espande a ogni
       carattere lessicograficamente compreso fra x e y inclusi, usando il locale C predefinito. Da  notare  che
       entrambi  x e y devono essere dello stesso tipo. Quando fornito, l'incremento è usato come differenza tra
       ogni termine. L'incremento predefinito è 1 o -1 a seconda del caso.

       L'espansione delle parentesi graffe è  effettuata  prima  di  qualsiasi  altra  espansione,  e  qualunque
       carattere  speciale  per  uso  delle  altre  espansioni  viene  lasciato  com'era  nel  risultato. Essa è
       strettamente testuale. Bash non applica alcuna interpretazione sintattica al contesto  dell'espansione  o
       al testo tra parentesi graffe.

       Un'espansione  delle  parentesi  graffe  correttamente  formata  deve  contenere  una parentesi graffa di
       apertura e una di chiusura non quotate, e almeno una virgola  non  quotata.  Qualunque  espansione  delle
       parentesi  graffe  erroneamente formata è lasciata inalterata. Una { o , può essere quotata con una barra
       inversa per evitare che venga considerata parte di  un'espressione  fra  parentesi  graffe.  Per  evitare
       conflitti  con  l'espansione  di  parametro,  la  stringa  ${ non dà luogo all'espansione delle parentesi
       graffe, e inibisce l'espansione delle parentesi graffe fino alla } di chiusura.

       Questo costrutto è tipicamente usato come abbreviazione quando  il  prefisso  comune  delle  stringhe  da
       generare è più lungo che negli esempi sopra:

              mkdir /usr/local/src/bash/{old,new,dist,bugs}
       o
              chown root /usr/{ucb/{ex,edit},lib/{ex?.?*,how_ex}}

       L'espansione  delle  parentesi graffe introduce una lieve incompatibilità con le versioni tradizionali di
       sh. sh non tratta le parentesi graffe aperte e chiuse, specialmente quando esse appaiono  come  parte  di
       una  parola,  e  le  conserva  in  uscita. Bash rimuove le parentesi graffe dalle parole come conseguenza
       dell'espansione delle parentesi graffe. Per esempio, una parola data a sh come file{1,2} appare  identica
       nell'output.  La stessa parola è data in output come file1 file2 dopo l'espansione operata da bash. Se si
       desidera una stretta compatibilità con sh si avvia bash con l'opzione +B  o  si  disabilita  l'espansione
       delle  parentesi  graffe  con  l'opzione  +B  al comando set (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più
       avanti).

   Espansione della tilde
       Se una parola comincia con un carattere tilde (`~') non quotato, tutti i caratteri che precedono la prima
       barra [/] non quotata (o tutti i caratteri, se non vi è alcuna barra) sono considerati un prefisso tilde.
       Se nessuno dei caratteri nel prefisso tilde è quotato, i caratteri nel prefisso tilde che segue la  tilde
       sono  trattati  come  un  possibile nome di login. Se questo nome di login è la stringa nulla, la tilde è
       sostituita con il valore del parametro HOME. Se  HOME  viene  annullato,  è  invece  sostituita  la  home
       directory  dell'utente che sta eseguendo la shell. Altrimenti, il prefisso tilde è sostituito con la home
       directory associata al nome di login specificato.

       Se il prefisso tilde è un `~+' il valore della variabile di shell PWD sostituisce il prefisso  tilde.  Se
       il  prefisso  tilde è un `~-', il valore della variabile di shell OLDPWD, se impostato, viene sostituito.
       Se il carattere che segue la tilde nel prefisso tilde è un numero N, con un prefisso opzionale `+' o `-',
       il prefisso tilde è sostituito dal corrispondente elemento dallo stack di directory, come dovrebbe essere
       mostrato dal comando incorporato dirs invocato col prefisso tilde come argomento.  Se  il  carattere  che
       segue la tilde nel prefisso tilde è un numero non preceduto da un segno `+' o `-', viene assunto `+'.

       Se il nome di login non è valido o l'espansione della tilde non ha successo, la parola rimane invariata.

       Ogni assegnamento di variabile è controllato per prefissi tilde non quotati che seguono immediatamente un
       : o il primo =. In questi casi viene effettuata l'espansione della  tilde.  Di  conseguenza,  si  possono
       usare  nomi  di  file con delle tilde negli assegnamenti a PATH, MAILPATH e CDPATH, e la shell assegna il
       valore espanso.

       Bash fa anche l'espansione della tilde per le parole che soddisfano le condizioni degli  assegnamenti  di
       variabile  (come  descritto prima su PARAMETRI) quando questi appaiono come argomenti a comandi semplici.
       Bash non lo fa, eccetto nei comandi dichiarazione elencati sopra, quando in modalità posix.

   Espansione di parametro
       Il carattere `$' introduce  l'espansione  di  parametro,  la  sostituzione  di  comando,  o  l'espansione
       aritmetica.  Il  nome  o  simbolo del parametro che dev'essere espanso può essere racchiuso tra parentesi
       graffe, che sono opzionali ma servono a proteggere la variabile che deve  essere  espansa  dai  caratteri
       immediatamente seguenti, che potrebbero essere interpretati come parte del nome della variabile stessa.

       Quando  vengono  usate  le parentesi graffe, la parentesi graffa finale corrispondente è la prima `}' non
       protetta da una barra inversa o da stringhe con  quotatura,  e  non  parte  di  un'espansione  aritmetica
       inclusa, di una sostituzione di comando o di un'espansione di parametro.

       ${parametro}
              Il  valore  di  parametro  è  sostituito. Le parentesi graffe sono richieste quando parametro è un
              parametro posizionale con più di una cifra, o quando parametro è seguito da un carattere  che  non
              deve  essere  interpretato  come  parte  del  suo  nome. Il parametro è un parametro di shell come
              descritto sopra (PARAMETRI) o un riferimento a un vettore (Vettori).

       Se il primo carattere di parametro è un punto esclamativo (!), e parametro non è un nameref, introduce un
       livello  di  indirezione.  Bash  usa  il  valore  formato  espandendo il resto di parametro come il nuovo
       parametro; questo è poi  espanso  e  quel  valore  è  usato  nel  resto  dell'espansione,  piuttosto  che
       l'espansione  del  parametro  originario.  Questa  è  conosciuta  come  espansione indiretta. Il valore è
       soggetto all'espansione della tilde, espansione di parametro,  sostituzione  di  comando,  ed  espansione
       aritmetica.  Se  parametro  è  un nameref, questo espande al nome del parametro referenziato da parametro
       invece di effettuare  l'espansione  indiretta  completa.  Le  eccezioni  a  ciò  sono  le  espansioni  di
       ${!prefisso*}  e  ${!nome[@]}  descritte  più avanti. Il punto esclamativo deve seguire immediatamente la
       parentesi graffa iniziale per introdurre l'indirezione.

       In ognuno dei casi sotto riportati, parola è soggetta a espansione della tilde, espansione di  parametro,
       sostituzione di comando ed espansione aritmetica.

       Quando  non  sta  effettuando  l'espansione  della  sottostringa,  usando le forme documentate più avanti
       (p.es., :-), Bash controlla se un parametro non è impostato o è nullo. L'omissione dei due punti  provoca
       il solo controllo di un parametro non impostato.

       ${parametro:-parola}
              Usa  i  valori  predefiniti.  Se parametro non è impostato o è nullo, è sostituita l'espansione di
              parola. Altrimenti, il valore di parametro è sostituito.
       ${parametro:=parola}
              Assegna i valori predefiniti. Se parametro non è impostato o è nullo,  l'espansione  di  parola  è
              assegnata  a  parametro.  Il  valore di parametro è quindi sostituito. I parametri posizionali e i
              parametri speciali non possono essere assegnati in questo modo.
       ${parametro:?parola}
               una segnalazione di errore se è nullo o è stato annullato. Se  parametro  è  nullo  o  è  stato
              annullato, l'espansione di parola (o un messaggio di segnalazione, se parola non è presente) viene
              scritta sullo standard error e la shell, se non è interattiva, termina. Altrimenti,  è  sostituito
              il valore di parametro.
       ${parametro:+parola}
              Se  parametro  è  nullo  o  è  stato  annullato,  non è sostituito niente, altrimenti è sostituita
              l'espansione di parola.
       ${parametro:scostamento}
       ${parametro:scostamento:lunghezza}
              Espansione di sottostringa. Espande i caratteri del valore di parametro fino a lunghezza  partendo
              dal  carattere  specificato  da  scostamento.  Se  parametro  è  @ o *, un vettore indicizzato con
              deponente @ o *, o un nome di un vettore associativo, il risultato differisce come  descritto  più
              avanti.  Se lunghezza viene omesso, espande alla sottostringa del valore di parametro partendo dal
              carattere specificato da scostamento fino alla fine  del  valore.  lunghezza  e  scostamento  sono
              espressioni aritmetiche (si veda VALUTAZIONE ARITMETICA più avanti).

              Se  scostamento  è  un numero minore di zero, il valore viene usato come scostamento nei caratteri
              dalla fine del valore di parametro. Se lunghezza è un numero minore di  zero,  viene  interpretato
              come  uno  scostamento in caratteri dalla finedel valore di parametro piuttosto che come un numero
              di caratteri, e l'espansione è rappresentata dai caratteri fra lo scostamento e quel risultato. Si
              noti  che  uno  scostamento  negativo  dev'essere  separato dai due punti da almeno uno spazio per
              evitare che venga confuso con l'espansione di :-.

              Se parametro è @ o *, il risultato è un numero di parametri posizionali pari a lunghezza a partire
              da scostamento. Uno scostamento negativo è interpretato come relativo al parametro posizionale più
              grande aumentato  di  uno,  cosicché  uno  scostamento  di  -1  corrisponde  all'ultimo  parametro
              posizionale. È un errore di espansione se lunghezza risulta un numero minore di zero.

              Se  parametro  è  un  nome di vettore indicizzato con deponente @ o *, il risultato è un numero di
              elementi del vettore pari a lunghezza a  partire  da  ${parametro[scostamento]}.  Uno  scostamento
              negativo  è  inteso come relativo al massimo indice del vettore specificato aumentato di uno. È un
              errore di espansione se lunghezza è un numero minore di zero.

              L'espansione di sottostringa applicata a un vettore associativo produce risultati indefiniti.

              L'indicizzazione della sottostringa è a base zero  a  meno  che  non  vengano  usati  i  parametri
              posizionali,  nel  qual  caso  l'indicizzazione  parte  da  1  come  impostazione  predefinita. Se
              scostamento è 0, e vengono usati i parametri posizionali, alla lista è aggiunto il prefisso $0.

       ${!prefisso*}
       ${!prefisso@}
              Nomi corrispondenti al prefisso. Espande ai nomi delle variabili i cui nomi iniziano con prefisso,
              separati  dal  primo  carattere  della variabile speciale IFS. Quando viene usato @ e l'espansione
              appare tra doppie virgolette, ogni nome di variabile si espande in una parola separata.

       ${!nome[@]}
       ${!nome[*]}
              Lista delle chiavi di vettore. Se nome è una variabile vettore, espande alla lista degli indici di
              vettore (chiavi) assegnati in nome. Se nome non è un vettore, espande a 0 se nome è impostato ed è
              nullo in caso contrario. Quando @ è usato e l'espansione appare fra doppie virgolette, ogni chiave
              espande a una parola separata.

       ${#parametro}
              lunghezza  parametro} È sostituita la lunghezza in caratteri del valore di parametro. Se parametro
              è * o @, il valore sostituito è il numero di parametri posizionali. Se  parametro  è  un  nome  di
              vettore  contrassegnato  da  *  o  @  il valore sostituito è il numero di elementi nel vettore. Se
              parametro è un nome di vettore indicizzato con deponente negativo, quel numero è interpretato come
              relativo  al  massimo  indice di parametro aumentato di uno, perciò indici negativi si conteggiano
              dalla fine del vettore all'indietro, e un indice -1 corrisponde all'ultimo elemento.

       ${parametro#parola}
       ${parametro##parola}
              Rimozione del suffisso corrispondente al modello. La parola è  espansa  per  produrre  un  modello
              proprio  come nell'espansione di percorso, e confrontata col valore espanso di parametro usando le
              regole descritte più avanti in Modelli di ricerca. Se il modello corrisponde a  una  parte  finale
              del valore espanso di parametro, il risultato dell'espansione è il valore espanso di parametro con
              il più corto dei modelli corrispondenti cancellato (nel caso di “#” ) o il più lungo  dei  modelli
              corrispondenti  cancellato (nel caso di “##”). Se parametro è @ o *, l'operazione di rimozione del
              modello è applicata a ognuno dei parametri posizionali, e l'espansione è la lista  risultante.  Se
              parametro  è  una  variabile  vettore con deponente @ o *, l'operazione di rimozione del modello è
              applicata a ognuno degli elementi del vettore, e l'espansione è la lista risultante.

       ${parametro%parola}
       ${parametro%%parola}
              Rimozione del suffisso corrispondente al modello. La parola è  espansa  per  produrre  un  modello
              proprio  come nell'espansione di percorso, e confrontata col valore espanso di parametro usando le
              regole descritte più avanti in Modelli di ricerca. Se il modello corrisponde a  una  parte  finale
              del valore espanso di parametro, il risultato dell'espansione è il valore espanso di parametro con
              il più corto dei modelli corrispondenti cancellato (nel caso di “%” ) o il più lungo  dei  modelli
              corrispondenti  cancellato (nel caso di “%%”). Se parametro è @ o *, l'operazione di rimozione del
              modello è applicata a ognuno dei parametri posizionali, e l'espansione è la lista  risultante.  Se
              parametro  è  una  variabile  vettore con deponente @ o *, l'operazione di rimozione del modello è
              applicata a ognuno degli elementi del vettore, e l'espansione è la lista risultante.

       ${parameter/modello/stringa}
       ${parametro//modello/stringa}
       ${parametro/#modello/stringa}
       ${parametro/%modello/stringa}
              Sostituzione di modello. Il modello è espanso per produrre un modello proprio come nell'espansione
              di  percorso. Parametro è espanso e il suo valore più lungo che corrisponde a modello è sostituito
              con stringa. stringa viene sottoposta all'espansione della tilde, espansione  di  parametro  e  di
              variabile,  espansione aritmetica, sostituzione di comando e processo e rimozione di quotatura. Il
              confronto è effettuato usando le regole descritte più avanti in Modelli di  ricerca.  Nella  prima
              forma  sopraelencata  viene sostituita solo la prima occorrenza. Se ci sono due slash che separano
              parametro da modello (la seconda forma), tutte le corrispondenze di modello vengono sostituite con
              stringa.  Se  modello è preceduto da # (la terza forma) la corrispondenza deve avvenire all'inizio
              del valore espanso di parametro. Se modello è preceduto da % (la quarta forma)  la  corrispondenza
              deve  avvenire  alla  fine del valore espanso di parametro. Se l'espansione di stringa è nulla, le
              corrispondenza di modello vengono cancellate. Se stringa  è  nulla  allora  le  corrispondenze  di
              modello vengono cancellate e la / che segue modello può essere omessa.

              Se  l'opzione  di  shell  patsub_replacement  è  abilitata  usando  shopt, ogni istanza di & senza
              quotatura in stringa viene sostituita dalla porzione corrispondente di modello.

              Una qualsiasi parte di stringa senza quotatura  inibisce  la  sostituzione  nell'espansione  della
              parte con quotatura, comprese le stringhe di sostituzione memorizzate in variabili shell. La barra
              inversa farà perdere il valore speciale a & in stringa; la barra inversa  è  rimossa  in  modo  da
              permettere  un  carattere  letterale & nella stringa di sostituzione. La barra inversa viene usata
              anche per togliere il significato a se stesso; \\ risulta una semplice barra inversa nella stringa
              di  sostituzione.  Gli  utenti  devo  fare  attenzione se la stringa è tra doppi apici per evitare
              interazioni non richieste tra la barra inversa e le doppie virgolette, poiché la barra inversa  ha
              un  significato  particolare  all'interno  delle  doppie  virgolette.  La  sostituzione di modelli
              effettua un controllo su & non tra virgolette dopo aver espanso  stringa;  i  programmatore  shell
              dovrebbero  virgolettare  ogni occorrenza di & che vogliono sia presa letteralmente nella parte di
              sostituzione, e dovrebbero assicurarsi che ogni istanza di & che vogliono sia sostituita  non  sia
              virgolettata.

              Se  l'opzione  di  shell nocasematch è abilitata, la corrispondenza è effettuata senza distinguere
              maiuscole da minuscole nei caratteri alfabetici. Se parametro è @ o *, l'operazione è applicata  a
              ognuno  dei  parametri  posizionali,  e  l'espansione  è  la  lista risultante. Se parametro è una
              variabile vettore con deponente @ o *, l'operazione  è  applicata  a  ognuno  degli  elementi  del
              vettore, e l'espansione è la lista risultante.

       ${parametro^modello}
       ${parametro^^modello}
       ${parametro,modello}
       ${parametro,,modello}
              Modifica  minuscolo/maiuscolo.  Questa  espansione modifica in parametro i caratteri alfabetici da
              minuscolo a maiuscolo e viceversa. Il modello viene espanso per produrre un modello, proprio  come
              nell'espansione  del  nome  di  percorso.  Ciascun carattere nel valore espanso di parametro viene
              confrontato con modello e, se corrisponde al modello, le minuscole/maiuscole  vengono  convertite.
              Il  modello potrebbe non cercare corrispondenze con più di un carattere. L'operatore ^ converte le
              lettere minuscole che corrispondono a modello in lettere  maiuscole;  l'operatore  ,  converte  le
              lettere  maiuscole  trovate  in lettere minuscole. Le espansioni ^^ e ,, convertono ogni carattere
              trovato nel valore espanso; le espansioni ^ e , trovano e convertono solo il primo  carattere  nel
              valore  espanso.  Se  modello  è omesso, è trattato come un ?, che individua tutti i caratteri. Se
              parametro è @ o *, l'operazione di conversione minuscole/maiuscole è applicata a tutti i parametri
              posizionali successivi, e l'espansione è la lista risultante. Se parametro è una variabile vettore
              indicizzata con @ o *, l'operazione di conversione  minuscole/maiuscole  è  applicata  a  tutti  i
              successivi elementi del vettore, e l'espansione è la lista risultante.

       ${parametro@operatore}
              Trasformazione  di  parametro.  L'espansione  è  o  una  trasformazione  del valore di parametro o
              un'informazione su parametro stesso, a seconda del valore di operatore. Ogni operatore è una  sola
              lettera:

              U      L'espansione  è una stringa che è il valore di parametro coi caratteri alfabetici minuscoli
                     convertiti in maiuscolo.
              u      L'espansione è una stringa che è il valore di parametro con il primo  carattere  convertito
                     in maiuscolo, se è alfabetico.
              L      L'espansione  è una stringa che è il valore di parametro coi caratteri alfabetici maiuscoli
                     convertiti in minuscolo.
              Q      L'espansione  è  una  stringa  che  è  il  valore  di  parametro  quotato  in  un   formato
                     riutilizzabile come input.
              E      L'espansione  è  una  stringa  che  è il valore di parametro con sequenza di protezione con
                     barra inversa espansa come se fosse il meccanismo di quotatura $'...'.
              P      L'espansione è una stringa che è il risultato dell'espansione del valore di parametro  come
                     se fosse una stringa di prompt (si veda più avanti STRINGHE D PROMPT).
              A      L'espansione  è  una stringa nella forma di istruzione di assegnamento o di comando declare
                     che, se valutato, ricreerà parametro coi suoi attributi e col suo valore.
              K      Produce una versione eventualmente virgolettata del valore di parametro, ma stampa o valori
                     di  un  vettore  associativo  come  sequenza  di  coppie chiave/valore virgolettate (vedere
                     Vettori più su).
              a      L'espansione è una stringa consistente di valori di flag  che  rappresentano  attributi  di
                     parametro.
              k      Come  la  trasformazione K, ma espande chiavi e valori di vettori indicizzati e associativi
                     come parole distinte dopo la separazione delle parole.

              Se parametro è @ o *, l'operazione è applicata a ognuno dei parametri posizionali, e  l'espansione
              è  la  lista  risultante. Se parametro è una variabile vettore con deponente @ o *, l'operazione è
              applicata a ognuno degli elementi del vettore, e l'espansione è la lista risultante.

              Il risultato dell'espansione è soggetto alla suddivisione in parole e all'espansione  di  percorso
              come descritto più avanti..

   Sostituzione di comando
       La sostituzione di comando permette che l'output di un comando rimpiazzi il nome del comando. Vi sono due
       forme:

              $(comando)
       o
              `comando`

       Bash effettua l'espansione eseguendo il comando in un ambiente di subshell e rimpiazzando la sostituzione
       di  comando  con  lo standard output del comando, con ogni newline finale cancellato. I newline intermedi
       non vengono cancellati, ma possono essere rimossi durante la suddivisione in parole. La  sostituzione  di
       comando $(cat file) può essere sostituita dall'equivalente ma più veloce $(< file).

       Quando  è  usata  la  forma  di  sostituzione in vecchio stile con gli apici rovesciati, la barra inversa
       conserva il suo significato letterale tranne quando è seguita da $, `, o \. Il primo apice rovesciato non
       preceduto  da  una  barra  inversa  fa  terminare  la  sostituzione  di  comando.  Quando si usa la forma
       $(comando), tutti i caratteri tra le parentesi formano il comando; nessuno è considerato speciale.

       La sostituzione di comando può essere nidificata. Per nidificare quando si usa la  forma  con  gli  apici
       rovesciati, bisogna far precedere gli apici rovesciati più interni con una barra inversa di protezione.

       Se  la  sostituzione appare tra virgolette, la suddivisione in parole e l'espansione di percorso non sono
       effettuate sui risultati.

   Espansione aritmetica
       L'espansione aritmetica permette la valutazione di una  espressione  aritmetica  e  la  sostituzione  del
       risultato. Il formato per l'espansione aritmetica è:

              $((espressione))

       Il vecchio comando $[expression] è deprecato e verrà rimosso nelle prossime versioni di bash.

       L'espressione  è trattata come se fosse tra virgolette, ma le virgolette in espressione non sono trattate
       in modo speciale e sono rimosse. Tutti  i  token  dell'espressione  sono  assoggettati  a  espansione  di
       parametro  e di variabile, sostituzione di comando e rimozione dei caratteri di quotatura. Il risultato è
       trattato come espressione aritmetica da valutare. Le espansioni aritmetiche possono essere nidificate.

       Il calcolo è effettuato in accordo con le regole elencate più avanti  sotto  VALUTAZIONE  ARITMETICA.  Se
       espressione  non  è  valida,  bash  stampa un messaggio che indica l'errore e non viene effettuata alcuna
       sostituzione.

   Sostituzione di processo
       La sostituzione di processo consente di far riferimento a un input o a un output di  processo  usando  un
       nome-file.  Essa  prende  la  forma  di  <(lista) o >(lista). La lista di processi è eseguita in modalità
       asincrona, e il suo input o output appare come un nome-file. Il  nome  di  questo  file  è  passato  come
       argomento  al comando corrente come risultato dell'espansione. Se è usata la forma >(lista), la scrittura
       sul file fornisce input per la lista. Se è usata la  forma  <(lista),  il  file  passato  come  argomento
       dovrebbe essere letto per ottenere l'output di lista. La sostituzione di processo è supportata su sistemi
       che supportano le named pipe (FIFO) o il metodo /dev/fd per denominare i file aperti.

       Su  sistemi  che  la  supportano,  la  sostituzione  di  processo  è  effettuata  allo   stesso   momento
       dell'espansione di parametro e di variabile, della sostituzione di comando e dell'espansione aritmetica.

   Suddivisione in parole
       La  shell  scandisce  il  risultato  dell'espansione  di parametro, sostituzione di comando ed espansione
       aritmetica che non si trovano tra virgolette, per eseguire la suddivisione in parole.

       La shell tratta ogni carattere di IFS come un delimitatore, e suddivide in parole i risultati delle altre
       espansioni usando uno di questi caratteri come delimitatori di campo. Se il valore di IFS non è impostato
       o il suo valore è esattamente <space><tab><newline>, il valore predefinito, sequenze di <space>, <tab>  e
       <newline>  all'inizio e alla fine dei risultati delle precedenti espansioni vengono ignorate, e qualsiasi
       sequenza di caratteri IFS, che non siano all'inizio o alla fine, servono per delimitare le parole. Se IFS
       ha  un  valore  diverso  da  quello predefinito, allora sequenze di caratteri di spaziatura space e tab e
       newline sono ignorate all'inizio e alla fine della parola, se il carattere di spaziatura è  presente  nel
       valore  di  IFS  (un  carattere  di spaziatura IFS). Qualunque carattere in IFS che non è un carattere di
       spaziatura IFS, insieme con qualsiasi carattere di spaziatura  IFS  adiacente,  delimita  un  campo.  Una
       sequenza  di  caratteri  di  spaziatura  IFS è anche trattata come un delimitatore. Se il valore di IFS è
       nullo, non avviene alcuna suddivisione in parole.

       Argomenti esplicitamente nulli ("" o '') sono  conservati  e  passati  ai  comandi  come  stringa  vuota.
       Argomenti  non  quotati  implicitamente  nulli, risultanti dall'espansione di parametri con valore nullo,
       sono rimossi. Se un parametro con valore nullo è espanso fra virgolette, è considerato un argomento nullo
       ed  è conservato e passato a un comando come stringa vuota. Quando un argomento nullo quotato appare come
       parte di una parola la cui espansione è non-nulla, l'argomento nullo viene rimosso. Cioè, la parola  -d''
       diventa -d dopo la suddivisione della parola e la rimozione dell'argomento nullo.

       È da notare che se non avviene alcuna espansione non viene effettuata alcuna suddivisione.

   Espansione di percorso
       Dopo  la  suddivisione  in  parole,  a meno che non sia stata impostata l'opzione -f, bash scandisce ogni
       parola alla ricerca di caratteri *, ? e [. Se uno di questi caratteri è presente e non è tra  virgolette,
       allora  la  parola  è  considerata  come un modello, e sostituita con una lista, in ordine alfabetico, di
       nomi-file che corrispondono  al  modello  (vedere  Pattern  Matching  più  oltre).  Se  nessun  nome-file
       corrispondente  viene  trovato,  e  l'opzione  di  shell  nullglob  non è abilitata, la parola è lasciata
       inalterata. Se l'opzione nullglob è impostata, e nessuna corrispondenza è trovata, la parola  è  rimossa.
       Se  l'opzione di shell failglob è impostata, e non viene trovata alcuna corrispondenza, viene stampato un
       messaggio di errore e il comando non viene eseguito. Se l'opzione di shell  nocaseglob  è  abilitata,  il
       confronto  è  effettuato senza distinzione fra maiuscole e minuscole nei caratteri alfabetici. Notare che
       quando si usano espressioni di intervalli come in [a-z] (vedere  più  avanti),  le  lettere  maiuscole  e
       minuscole  possono  essere incluse, a seconda dalle impostazioni di LC_COLLATE. Quando un modello è usato
       per l'espansione di percorso, il carattere “.” all'inizio di un nome o immediatamente dopo una barra  [/]
       deve essere confrontato esplicitamente, a meno che l'opzione di shell globdot non sia impostata. Per fare
       corrispondere i nomi-file “.” e “..” il modello deve iniziare  con  “.”  (ad  esempio,  “.?”),  anche  se
       dotglob  è  impostata.  Se  l'opzione  di  shell  globskipdots  è  abilitata,  i nomi-file “.” e “..” non
       corrispondono mai, neppure se il modello  inizia  con  “.”.  Quando  non  si  confrontano  nomi-file,  il
       carattere “.” non è trattato in maniera speciale. Quando si confronta un percorso, il carattere barra [/]
       deve sempre essere confrontato esplicitamente. Negli altri casi, il carattere “.” non è trattato in  modo
       speciale.  Vedere  la  descrizione  di  shopt  più  avanti  sotto COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL per una
       descrizione delle opzioni di shell nocaseglob, nullglob, globskipdots, failglob e dotglob.

       La variabile di shell GLOBIGNORE può  essere  usata  per  restringere  la  serie  di  nomi  di  file  che
       corrispondono  a  un modello. Se GLOBIGNORE è impostato, ogni nome di file da confrontare che corrisponde
       anche a uno dei modelli in GLOBIGNORE è rimosso dalla lista dei nomi che corrispondono al modello.  Se  è
       impostata  l'opzione  nocaseglob  , il confronto coi modelli in GLOBIGNORE è effettuata senza distinzione
       tra minuscole e maiuscole. I nomi-file “.” e “..” sono sempre ignorati quando GLOBIGNORE  è  impostato  e
       non  nullo.  Comunque,  impostare GLOBIGNORE a un valore non nullo ha l'effetto di abilitare l'opzione di
       shell dotglob, così da cercare una corrispondenza con tutti gli altri nomi-file che iniziano con un  “.”.
       Per  ottenere  il  comportamento  (usato in precedenti versioni) di ignorare i nomi-file che iniziano con
       “.”, si deve fare un modello “.*” in GLOBIGNORE. L'opzione dotglob è disabilitata quando GLOBIGNORE viene
       annullato. Il modello di ricerca rispetta l'impostazione dell'opzione di shell extglob.

       Modelli di ricerca / espressioni regolari

       Ogni  carattere  che  appare  in  un modello (espressione regolare), tranne quelli speciali descritti qui
       sotto, corrisponde a se stesso. Il carattere NULL non può far parte di un'espressione regolare. Una barra
       inversa segnala come speciale il carattere che segue; la barra inversa è ignorata durante il confronto. I
       caratteri speciali del modello devono essere racchiusi tra apici se si vuole che siano  considerati  così
       come sono scritti.

       I caratteri speciali nelle espressioni regolari hanno i seguenti significati:

              *      Corrisponde  a qualsiasi stringa, inclusa la stringa nulla. Quando è abilitata l'opzione di
                     shell globstar, e in un contesto di espansione del nome di percorso viene usato  *,  due  *
                     adiacenti  usati  come  unico  criterio  di  ricerca  troveranno  tutti i file e zero o più
                     directory e sottodirectory. Se seguito da un /, due * adiacenti troveranno solo directory e
                     sottodirectory.
              ?      Corrisponde a qualsiasi carattere singolo.
              [...]  Corrisponde  a  uno  qualsiasi  dei caratteri racchiusi fra parentesi quadre. Una coppia di
                     caratteri separati da un segno meno denota un'espressione di intervallo, che individua ogni
                     carattere  che  si trova tra quei due caratteri, essi stessi inclusi, usando la sequenza di
                     ordinamento della localizzazione corrente. Se il primo carattere che segue il [ è un ! o un
                     ^  allora  qualsiasi  carattere  non  specificato  è  ritenuto  corrispondente. L'ordine di
                     ordinamento dei caratteri nell'espressione di intervallo è determinato dalla localizzazione
                     corrente  e  dai  valori  delle  variabili di shell LC_COLLATE o LC_ALL , se impostate. Per
                     ottenere l'interpretazione  tradizionale  delle  espressioni  d'intervallo,  dove  [a-d]  è
                     equivalente  a [abcd], impostare il valore della variabile di shell LC_ALL a C, o abilitare
                     l'opzione di shell globasciiranges. Un - può essere specificato includendolo come  primo  o
                     ultimo  carattere  nella  lista.  Una  ]  può  essere  specificata  includendola come primo
                     carattere nell'insieme.

                     All'interno di [ e ], possono essere specificate classi di  caratteri  usando  la  sintassi
                     [:classe:], dove classe è una delle seguenti classi definite nello standard POSIX:
                     alnum alpha ascii blank cntrl digit graph lower print punct space upper word xdigit
                     Una  classe  di  caratteri  trova una corrispondenza con qualsiasi carattere appartenente a
                     quella classe. La classe di caratteri word individua lettere, cifre e il carattere _.

                     All'interno di [ e ] può essere specificata una  classe  di  equivalenza  con  la  sintassi
                     [=c=],  che  individua  tutti i caratteri con lo stesso grado di ordinamento (come definito
                     dalla localizzazione corrente) del carattere c.

                     All'interno di [ e ] la sintassi [.symbol.] individua il simbolo di ordinamento symbol.

       Se l'opzione di shell extglob è abilitata col comando incorporato  shopt,  vengono  riconosciuti  diversi
       operatori estesi per la descrizione di modelli. Nella descrizione seguente, un elenco-modelli è una lista
       di uno o più modelli separati da una |. Possono essere formati modelli composti  usando  uno  o  più  dei
       seguenti sotto-modelli:

              ?(elenco-modelli)
                     Individua zero o una occorrenza dei modelli specificati
              *(elenco-modelli)
                     Individua zero o più occorrenze dei modelli specificati
              +(elenco-modelli)
                     Individua una o più occorrenze dei modelli specificati
              @(elenco-modelli)
                     Individua uno dei modelli specificati
              !(elenco-modelli)
                     Individua qualsiasi cosa eccetto uno dei modelli specificati

       L'opzione  extglob  cambia  il  comportamento del parser poiché le parentesi vengono trattate normalmente
       come operatori con significato sintattico. Per accertarsi che i  modelli  per  le  corrispondenze  estese
       siano  correttamente  definiti,  assicurarsi  che  extglob sia abilitata prima di effettuare il parse del
       costrutto che contiene i modelli, ivi incluse le funzioni shell e le sostituzioni di comando.

       Durante la corrispondenza con nomi-file, l'opzione di shell dotglob determina l'insieme dei nomi-file che
       sono  controllati:  quando  dotglob  è abilitata, l'insieme dei nomi-file include quelli che iniziano con
       “.”, ma“.” e “..” devono essere selezionati tramite un modello o sottomodello che inizi per punto; quando
       è disabilitata

       La corrispondenza con modelli estesi complessi su stringhe lunghe è lenta, specialmente quando il modello
       contiene alternative e le stringhe  contengono  più  corrispondenze.  Usare  corrispondenze  separate  su
       stringhe più corte, o usare vettori di stringhe anziché una unica stringa lunga, può essere più veloce.

   Rimozione dei caratteri di quotatura
       Dopo  le precedenti espansioni, tutte le occorrenze non virgolettate dei caratteri \, ' e " non originate
       da una delle espansioni di cui sopra sono rimosse.

RIDIREZIONE

       Prima che un comando sia eseguito, i suoi input e output possono essere  ridiretti  usando  una  speciale
       notazione  interpretata dalla shell. La ridirezione permette ai puntatori (handle) ai file del comando di
       essere duplicati, aperti, chiusi, fatti per riferire file differenti, e può cambiare i  file  da  cui  il
       comando  legge  o su cui scrive. La ridirezione può anche essere usata per modificare i puntatori ai file
       nell'ambiente di esecuzione della shell corrente. I seguenti operatori di ridirezione possono precedere o
       apparire  in  qualsiasi posizione all'interno di un comando semplice o possono venire dopo un comando. Le
       ridirezioni sono elaborate nell'ordine in cui compaiono, da sinistra a destra.

       Ogni ridirezione che può essere preceduta da un numero di descrittore di file può invece essere preceduta
       da  una  parola  della forma {nomevar}. In questo caso, per ogni operatore di ridirezione ad eccezione di
       >&- e <&-, la shell allocherà un descrittore di file maggiore o uguale a 10 e lo assegnerà a nomevar.  Se
       >&- o <&- è preceduto da {nomevar}, il valore di nomevar definisce il descrittore di file da chiudere. Se
       viene fornito {nomevar}, la ridirezione persiste oltre l'ambito del comando, consentendo al programmatore
       di  shell  di  gestire  da  sé  il descrittore di file. L'opzione di shell varredir_close gestisce questo
       comportamento.

       Nelle seguenti descrizioni, se il  numero  di  descrittore  di  file  è  omesso,  e  il  primo  carattere
       dell'operatore  di  ridirezione è <, la ridirezione si riferisce allo standard input (descrittore di file
       0). Se il primo carattere dell'operatore di ridirezione è >, la ridirezione si  riferisce  allo  standard
       output (descrittore di file 1).

       La  parola  che  segue  l'operatore  di  ridirezione  nelle  seguenti  descrizioni,  se  non diversamente
       specificato, è sottoposta a espansione delle parentesi graffe,  espansione  della  tilde,  espansione  di
       parametro  e  di  variabile,  sostituzione  di comando, espansione aritmetica, rimozione dei caratteri di
       quotatura, espansione dei percorsi e suddivisione in parole. Se si espande a più di una  parola  bash  dà
       una segnalazione di errore.

       È da notare che l'ordine delle ridirezioni è significativo. Per esempio, il comando

              ls > dirlist 2>&1

       dirige sia lo standard output che lo standard error sul file dirlist, mentre il comando

              ls 2>&1 > dirlist

       dirige  solo  lo  standard  output  sul  file  dirlist,  poiché lo standard error è stato duplicato dallo
       standard output prima che lo standard output fosse ridiretto su dirlist.

       Bash manipola parecchi nomi-file specialmente quando sono usati  in  ridirezioni,  come  descritto  nella
       tavola  seguente.  Se  il sistema operativo nel quale Bash è in esecuzione fornisce questi file speciali,
       bash userà quelli; altrimenti li emulerà internamente col comportamento descritto più avanti.

              /dev/fd/fd
                     Se fd è un intero valido, il descrittore di file fd è duplicato.
              /dev/stdin
                     Il descrittore di file 0 è duplicato.
              /dev/stdout
                     Il descrittore di file 1 è duplicato.
              /dev/stderr
                     Il descrittore di file 2 è duplicato.
              /dev/tcp/host/porta
                     Se host è un nome di host valido o un indirizzo Internet, e porta è  un  numero  intero  di
                     porta o il nome di un servizio, bash tenta di aprire il socket TCP corrispondente.
              /dev/udp/host/porta
                     Se  host  è  un  nome di host valido o un indirizzo Internet, e porta è un numero intero di
                     porta o il nome di un servizio, bash tenta di aprire il socket UDP corrispondente.

       L'insuccesso nell'aprire o creare un file determina l'insuccesso della ridirezione.

       Ridirezioni con descrittori di file maggiori di 9 dovrebbero essere usate con attenzione, poiché  possono
       entrare in conflitto coi descrittori di file usati internamente dalla shell.

       Si noti che il comando incorporato e exec può fare ridirezioni che hanno effetto nella shell corrente.

   Ridirezione dell'input
       La ridirezione dell'input fa sì che il file il cui nome risulta dall'espansione di parola venga aperto in
       lettura sul descrittore di file n, o come standard input (descrittore di file 0) se n non è specificato.

       Il formato generico per ridirigere l'input è:

              [n]<parola

   Ridirezione dell'output
       La ridirezione dell'output fa sì che il file il cui nome risulta dall'espansione di parola  venga  aperto
       in  scrittura  sul  descrittore  di  file  n,  o  come standard output (descrittore di file 1) se n non è
       specificato. Se il file non esiste  viene  creato;  se  esiste  viene  sovrascritto,  come  se  fosse  di
       dimensione zero.

       Il formato generico per ridirigere l'output è:

              [n]>parola

       Se  l'operatore  di ridirezione è >, e l'opzione noclobber del comando incorporato set è stata abilitata,
       la ridirezione non ha successo se il file il cui nome risulta dall'espansione di parola esiste  ed  è  un
       file regolare. Se l'operatore di ridirezione è >|, o l'operatore di ridirezione è > e l'opzione noclobber
       del comando incorporato set non è abilitata, la ridirezione è tentata anche  se  il  file  denominato  da
       parola esiste.

   Accodare l'output ridiretto
       La  ridirezione  dell'output  in questo modalità fa sì che il file il cui nome risulta dall'espansione di
       parola venga aperto per accodare sul descrittore di file n, o sullo standard output (descrittore di  file
       1) se n non è specificato. Se il file non esiste viene creato.

       Il formato generico per accodare l'output è:

              [n]>>parola

   Ridirezione di standard output e standard error
       Con  questo  costrutto,  sia  l'uscita  dello  standard  output  (descrittore di file 1) che quella dello
       standard error (descrittore di file 2) sono ridirette sul file il cui  nome  risulta  dall'espansione  di
       parola.

       Vi sono due formati per ridirigere lo standard output e lo standard error:

              &>parola
       e
              >&parola

       Delle due forme, la prima è quella preferita. Questo è semanticamente equivalente a

              >parola 2>&1

       Usando  la seconda forma, parola potrebbe non espandersi a un numero o a -. Se capita, si applicano altri
       operatori di ridirezione  (vedi  Duplicazione  dei  descrittori  di  file  più  avanti)  per  ragioni  di
       compatibilità.

   Accodare Standard Output e Standard Error
       Con  questo  costrutto,  sia  l'uscita  dello  standard  output  (descrittore di file 1) che quella dello
       standard error (descrittore di file 2) viene accodata al file il cui nome è l'espansione di parola.

       Il formato per accodare lo standard output e lo standard error è:

              &>>parola

       Questo è semanticamente equivalente a

              >>parola 2>&1

       (si veda Duplicazione dei descrittori di file più avanti).

   Here Document
       Questo tipo di ridirezione istruisce la shell a leggere l'input dall'input  corrente,  finché  non  venga
       incontrata  una  riga  contenente  solo delimitatore (senza alcun carattere blank dopo la parola stessa).
       Tutte le righe lette fino a quel punto sono quindi usate come standard input (o descrittore di file n  se
       è specificato n) per un comando.

       Il formato degli here-document è il seguente:

              [n]<<[-]word
                      here-document
              delimitatore

       Nessuna  espansione  di  parametro  e  di  variabile,  sostituzione  di  comando, espansione aritmetica o
       espansione di percorso è  effettuata  su  parola.  Se  una  qualsiasi  parte  di  parola  è  quotata,  il
       delimitatore  è  il  risultato  della  rimozione  dei  caratteri  di  quotatura da parola, e le righe nel
       here-document non vengono espanse. Se parola non  è  quotata,  tutte  le  righe  del  here-document  sono
       soggette  a  espansione  di  parametro,  sostituzione  di  comando  ed espansione aritmetica, la sequenza
       \<newline> è ignorata, e \ deve essere usata per quotare i caratteri \, $ e `.

       e l'operatore di ridirezione è <<-, tutti i caratteri di tabulazione a inizio riga sono  eliminati  dalle
       righe  in  input  e dalla riga che contiene delimitatore. Questo permette che un here-document dentro uno
       script di shell possa essere indentato in maniera naturale.

   Here String
       Una variante degli here document, il formato è:

              [n]<<<parola

       La parola è sottoposta a espansione della tilde, espansione di parametro e di variabile, sostituzione  di
       comando,  espansione  aritmetica  e  rimozione  dei caratteri di quotatura. L'espansione di percorso e la
       suddivisione in parole non vengono effettuate. Il risultato è dato  come  una  stringa  singola,  con  un
       newline finale, al comando sul suo standard input (o sul descrittore di file n se viene specificato n.

   Duplicazione dei descrittori di file
       L'operatore di ridirezione

              [n]<&parola

       è  usato  per  duplicare  descrittori  di  file  di  input.  Se  parola si espande in una o più cifre, il
       descrittore di file indicato da n è fatto diventare una copia di quel descrittore di file. Se le cifre in
       parola  non  specificano un descrittore di file aperto per l'input, si verifica un errore di ridirezione.
       Se parola risulta essere, dopo l'espansione, -, il descrittore di  file  n  viene  chiuso.  Se  n  non  è
       specificato, è usato lo standard input (descrittore di file 0).

       L'operatore

              [n]>&parola

       è usato in modo analogo per duplicare i descrittori di file di output. Se n non è specificato, è usato lo
       standard output (descrittore di file 1). Se le cifre in parola non specificano  un  descrittore  di  file
       aperto  in  output, si verifica un errore di ridirezione. Se parola risulta essere, dopo l'espansione, -,
       il descrittore di file file n viene chiuso.Come caso speciale, se n è omesso, e parola non si espande  in
       una  o  più  cifre  o  in  -,  lo  standard  output  e lo standard error sono ridiretti come descritto in
       precedenza.

   Muovere i descrittori di file
       L'operatore di ridirezione

              [n]<&cifra-

       muove il descrittore di file cifra al descrittore di file n, o allo standard input (descrittore  di  file
       0) se n non è specificato. cifra è chiuso dopo essere stato duplicato in n.

       Analogamente l'operatore di ridirezione

              [n]>&cifra-

       muove  il descrittore di file cifra al descrittore di file n, o allo standard output (descrittore di file
       1) se n non è specificato.

   Apertura di descrittori di file per lettura e scrittura
       L'operatore di ridirezione

              [n]<>parola

       fa sì che il file il cui nome è l'espansione di parola venga aperto sia in lettura che in  scrittura  sul
       descrittore  di  file n, o sul descrittore di file 0 se n non è specificato. Se il file non esiste, viene
       creato.

ALIAS

       Gli alias consentono di sostituire una stringa con una parola se usata come prima parola  di  un  comando
       semplice.  La  shell  mantiene  una  lista  di alias che possono essere impostati e rimossi con i comandi
       incorporati alias e unalias (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti). La prima parola di ogni
       comando, se non virgolettata, viene controllata per vedere se a essa è associato un alias. Se è questo il
       caso, la parola è sostituita dal valore dell'alias. I caratteri /, $, ` e =, e ognuno  dei  metacaratteri
       della  shell o i caratteri di quotatura elencati sopra non possono apparire in un nome di alias. Il testo
       da sostituire può contenere qualunque input valido per la shell, inclusi i metacaratteri della shell.  La
       prima  parola  del  testo  così  sostituito è controllata per vedere se contiene alias, ma una parola che
       coincide con l'alias che si sta espandendo non viene espansa una seconda volta. Questo significa  che  si
       può  far  interpretare  ls  come ls -F, per esempio, e bash non tenta di espandere ulteriormente il testo
       così sostituito Se l'ultimo carattere del valore di un alias è un blank, allora la successiva  parola  di
       comando che segue l'alias è pure controllata per l'espansione di alias.

       Gli alias sono creati ed elencati con il comando alias e rimossi con il comando unalias.

       Non  vi  è  alcun  meccanismo per usare argomenti nel testo da sostituire. Se servono degli argomenti, si
       dovrà usare una funzione di shell (si veda FUNZIONI più avanti).

       Gli alias non  sono  espansi  quando  la  shell  non  è  interattiva,  a  meno  che  l'opzione  di  shell
       expand_aliases  non  sia  impostata  mediante  shopt  (si  veda  la  descrizione  di  shopt sotto COMANDI
       INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).

       Le regole che riguardano la definizione e l'uso degli alias possono facilmente generare confusione.  Bash
       legge  sempre  almeno una riga completa di input, e tutte le righe che costituiscono un comando composto,
       prima di eseguire qualsiasi comando di quella riga o il comanod composto. Gli alias sono  espansi  quando
       un  comando è letto, non quando è eseguito. Perciò, una definizione di alias che appaia sulla stessa riga
       che contiene già un altro comando non ha effetto fino a che non è  stata  letta  la  successiva  riga  di
       input. I comandi che seguono la definizione di un alias su una data riga non sono influenzati da un nuovo
       alias. Questo comportamento è un problema anche quando sono  eseguite  delle  funzioni.  Gli  alias  sono
       espansi  quando  viene  letta  una definizione di funzione, non quando la funzione è eseguita, poiché una
       definizione di funzione è essa stessa un comando. Come conseguenza, gli alias definiti  in  una  funzione
       sono  disponibili  solo dopo che quella funzione è eseguita. Per maggior sicurezza, conviene porre sempre
       le definizioni di alias su una riga separata e non usare alias in comandi composti.

       Quasi a tutti gli effetti, le finalità per cui sono usati  gli  alias  possono  essere  raggiunte  usando
       invece funzioni di shell.

FUNZIONI

       Una  funzione di shell, definita come descritto prima in GRAMMATICA DELLA SHELL, immagazzina una serie di
       comandi per una futura esecuzione. Quando il nome di una funzione di  shell  è  usato  come  un  nome  di
       comando  semplice,  la  lista  di comandi associati con quel nome di funzione viene eseguita. Le funzioni
       sono eseguite nel contesto della shell corrente; nessun nuovo processo  è  creato  per  interpretarle  (a
       differenza  di  quanto  avviene  eseguendo  uno  script  di  shell).  Quando una funzione è eseguita, gli
       argomenti passati alla funzione costituiscono i parametri posizionali della funzione stessa. Il parametro
       speciale  # viene aggiornato per riflettere il cambiamento. Il parametro speciale 0 rimane inalterato. Il
       primo elemento della variabile FUNCNAME è impostato al nome della  funzione  durante  l'esecuzione  della
       funzione.

       Tutti  gli  altri aspetti dell'ambiente di esecuzione della shell sono identici tra una funzione e il suo
       chiamante con queste eccezioni: la gestione dei segnali DEBUG  e  RETURN  (si  veda  la  descrizione  del
       comando  incorporato trap sotto COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti), i quali non sono ereditati a
       meno che alla funzione sia stato dato l'attributo trace (si veda la descrizione del  comando  incorporato
       declare  più  avanti)  o  l'opzione  di  shell  -o  functrace  sia  stata abilitata per mezzo del comando
       incorporato set (nel qual caso tutte le funzioni ereditano la gestione dei segnali DEBUG e RETURN)  e  la
       gestione  del  segnale  ERR  non  viene  ereditata  a  meno  che l'opzione di shell -o errtrace sia stata
       abilitata.

       Variabili locali alla funzione possono essere dichiarate con  il  comando  incorporato  local  (variabili
       locali).  Di  solito,  le variabili e i loro valori sono condivise tra la funzione e il suo chiamante. Se
       una variabile è dichiarata local, l'ambito visibile della variabile è ristretto a quella  funzione  e  ai
       suoi figli (comprese le funzioni che chiama).

       Nella descrizione che segue, il ambito corrente è la funzione attualmente eseguita. Gli ambiti precedenti
       sono quelli del chiamante della funzione e così via fino all'ambito  «globale»  dove  la  shell  non  sta
       eseguendo  nessuna  funzione.  Di  conseguenza, una variabile locale nell'ambito corrente è una variabile
       dichiarata usando i comandi incorporati local o declare nella funzione attualmente in esecuzione.

       Le variabili locali oscurano le variabili con lo stesso nome  dichiarate  negli  ambiti  precedenti.  Per
       esempio,  una  variabile  locale  dichiarata in una funzione nasconde una variabile globale con lo stesso
       nome; i riferimenti e gli assegnamenti fanno riferimento alla variabile locale,  lasciando  la  variabile
       globale  non  modificata.  Quando la funzione restituisce un risultato, la variabile globale è nuovamente
       visibile.

       La shell  usa  l'ambiente  dinamico  per  controllare  la  visibilità  delle  variabili  nelle  funzioni.
       Nell'ambiente dinamico le variabili visibili e i loro valori sono il risultato di sequenze di invocazioni
       di funzioni che hanno causato l'esecuzione della funzione attuale. Il  valore  della  variabile  che  una
       funzione  vede  dipende  dal  suo  valore nel chiamante, se presente, che sia o meno l'ambiente globale o
       quello di un'altra funzione. Questo è anche il valore che una dichiarazione di variabile locale oscura, e
       il valore che viene ripristinato quando la funzione ritorna.

       Per  esempio,  se una variabile locale var è dichiarata come locale in una funzione func1, e func1 chiama
       un'altra funzione func2, i riferimenti a var fatti dall'interno di func2 si risolveranno nella  variabile
       locale definita in func1, oscurando qualsiasi variabile globale denominata var.

       Il  comando  incorporato  unset  agisce  secondo  lo  stesso ambiente dinamico: se una variabile è locale
       all'ambiente corrente, unset l'annullerà; altrimenti di riferirà alla variabile  in  uno  degli  ambienti
       chiamanti  come  descritto sopra. Se una variabile nell'ambiente corrente è annullata, rimarrà così (cioè
       annullata) finché non viene ripristinata nello stesso ambiente o fino  al  ritorno  della  funzione.  Una
       volta  che la funzione ritorna, qualsiasi eventuale istanza di variabile dell'ambiente precedente tornerà
       ad essere visibile. Se l'annullamento agisce su una variabile di un ambiente precedente, verrà nuovamente
       resa  visibile  una  qualsiasi  variabile  che  era stata oscurata (si veda oltre come l'opzione di shell
       localvar_unset influenza questo comportamento).

       La variabile FUNCNEST, se impostata a un valore numerico maggiore di 0, definisce un livello  massimo  di
       nidificazione.  Le  invocazioni  di  funzione  eccedenti tale limite provocano l'interruzione dell'intero
       comando.

       Se il comando incorporato return è eseguito in una funzione, la funzione termina e l'esecuzione  riprende
       con il comando che viene subito dopo la chiamata di funzione. Qualsiasi comando associato con la gestione
       del segnale RETURN viene eseguito prima di riprendere l'esecuzione. Quando una funzione termina i  valori
       dei  parametri  posizionali  e  il  parametro  speciale  #  sono ripristinati ai valori che avevano prima
       dell'esecuzione della funzione.

       I nomi delle funzioni e le definizioni possono essere elencati con l'opzione -f dei  comandi  incorporati
       declare  o  typeset. L'opzione -F di declare o typeset elenca solo i nomi di funzione (e opzionalmente il
       file d'origine e il numero di riga, se l'opzione di shell extdebug  è  abilitata).  Le  funzioni  possono
       essere esportate, in modo che le shell figlie (quelle create eseguendo ulteriori invocazioni di shell) le
       trovino automaticamente già definite con l'opzione -f del comando incorporato export. Una definizione  di
       funzione può essere cancellata usando l'opzione -f del comando incorporato unset.

       Le  funzioni  possono essere ricorsive. La variabile FUNCNEST può essere usata per limitare la profondità
       dello stack della chiamata di funzione e restringere  il  numero  di  invocazioni  della  funzione.  Come
       impostazione predefinita, nessun limite è posto sul numero di chiamate ricorsive.

VALUTAZIONE ARITMETICA

       La  shell  permette  di  calcolare  espressioni  aritmetiche,  sotto certe circostanze (si veda i comandi
       incorporati let e declare, il comando composto (( e Espansione aritmetica). Il calcolo viene fatta usando
       interi  a  larghezza  fissa,  senza  controllo  di  supero della capacità, sebbene la divisione per 0 sia
       intercettata e segnalata come errore. Gli operatori e la loro precedenza, associatività  e  valori,  sono
       gli stessi del linguaggio C. La seguente lista di operatori è raggruppata per operatori di uguale livello
       di precedenza. I livelli sono elencati in ordine di precedenza decrescente.

       id++ id--
              post-incremento e post-decremento di una variabile
       - +    meno e più unari
       ++id --id
              pre-incremento e pre-decremento di una variabile
       ! ~    negazione logica e "bit a bit"
       **     elevamento a potenza
       * / %  moltiplicazione, divisione, modulo
       + -    addizione, sottrazione
       << >>  scorrimento "bit a bit" a sinistra e a destra
       <= >= < >
              confronto
       == !=  uguaglianza e differenza
       &      AND "bit a bit"
       ^      OR esclusivo "bit a bit"
       |      OR "bit a bit"
       &&     AND logico
       ||     OR logico
       espr?espr:espr
              operatore condizionale
       = *= /= %= += -= <<= >>= &= ^= |=
              assegnamento
       espr1 , espr2
              virgola

       Le variabili di shell possono essere usate come operandi; l'espansione di parametro  è  effettuata  prima
       della  valutazione  dell'espressione. All'interno di un'espressione, le variabili di shell possono essere
       referenziate anche per nome senza bisogno di usare la sintassi di espansione di parametro. Una  variabile
       di shell nulla o rimossa ha valore 0 se referenziata per nome senza l'uso della sintassi di espansione di
       parametro. Il valore di una variabile è valutato come un'espressione aritmetica quando è referenziata,  o
       quando a una variabile a cui è stato dato l'attributo integer con declare -i è stato assegnato un valore.
       Un valore nullo viene considerato come 0. Non c'è bisogno di dichiarare  come  intera  una  variabile  di
       shell per poterla usare in un'espressione.

       Le  costanti  intere  seguono  la  definizione  del  linguaggio  C,  senza  suffissi o o costanti di tipo
       carattere. Le costanti che iniziano per 0 sono interpretate come numeri ottali. Uno 0x o 0X  iniziale  si
       usa  per  indicare  numeri esadecimali. Altrimenti, i numeri prendono la forma [base#]n, dove l'opzionale
       base è un numero decimale tra 2 e 64 che definisce la base aritmetica, e n è un numero espresso in quella
       base.  Se  base# è omessa, è usata la base 10. Quando si specifica n, se è richiesto un carattere che non
       sia una cifra, le cifre  maggiori  di  9  sono  rappresentate  dalle  lettere  minuscole,  dalle  lettere
       maiuscole,  e  da  @  e  _,  in  quest'ordine.  Se la base è minore o uguale a 36, le lettere minuscole e
       maiuscole possono essere usate indifferentemente per rappresentare numeri compresi tra 10 e 35.

       Gli operatori sono valutati in ordine di precedenza. Le subespressioni tra parentesi sono valutate  prima
       e possono prevalere sulle regole di precedenza di cui sopra.

ESPRESSIONI CONDIZIONALI

       Le  espressioni  condizionali  sono  usate dal comando composto [[ e dai comandi incorporati test e [ per
       verificare attributi di file ed effettuare comparazioni aritmetiche e fra stringhe. I comandi  test  e  [
       determinano il loro comportamento basato sul numero d argomenti; si veda la descrizione di questi comandi
       per ogni altra azione specifica del comando.

       Le espressioni sono formate dalle seguenti primitive unarie o binarie. Bash manipola  parecchi  nomi-file
       specialmente  quando  sono  usati  in espressioni. Se il sistema operativo nel quale Bash è in esecuzione
       fornisce questi file  speciali,  bash  userà  quelli;  altrimenti  li  emulerà  internamente  con  questo
       comportamento:  se  qualsiasi  argomento  di  file  di  una  delle  primitive è della forma /dev/fd/n, il
       descrittore di file n viene controllato. Se l'argomento  di  file  di  una  delle  primitive  è  uno  tra
       /dev/stdin,  /dev/stdout  o  /dev/stderr,  il  descrittore  di  file  0,  1  o  2, rispettivamente, viene
       controllato.

       Se non diversamente specificato, le primitive che  operano  su  file  utilizzano  eventuali  collegamenti
       simbolici  e  operano  sul file puntato dal collegamento simbolico, invece che sul collegamento simbolico
       stesso.

       Quando vengono usati con [[, gli operatori < e > ordinano lessicograficamente  usando  la  localizzazione
       corrente. Il comando test usa l'ordinamento ASCII.

       -a file
              Vero se file esiste.
       -b file
              Vero se file esiste ed è un file speciale a blocchi.
       -c file
              Vero se file esiste ed è un file speciale a caratteri.
       -d file
              Vero se file esiste ed è una directory.
       -e file
              Vero se file esiste.
       -f file
              Vero se file esiste ed è un file normale.
       -g file
              Vero se file esiste ed è impostato il suo bit set-group-id.
       -h file
              Vero se file esiste ed è un collegamento simbolico.
       -k file
              Vero se file ha il suo “sticky” bit impostato.
       -p file
              Vero se file esiste ed è una named pipe (FIFO).
       -r file
              Vero se file esiste ed è leggibile.
       -s file
              Vero se file esiste ed è di dimensione maggiore di zero byte.
       -t fd  Vero se il descrittore di file fd è aperto e si tratta di un terminale.
       -u file
              Vero se file esiste ed è impostato il suo bit set-user-id.
       -w file
              Vero se file esiste ed è scrivibile.
       -x file
              Vero se file esiste ed è eseguibile.
       -G file
              Vero se file esiste ed è di proprietà del gruppo effettivo dell'utente.
       -L file
              Vero se file esiste ed è un collegamento simbolico.
       -N file
              Vero se file esiste ed è stato modificato dall'ultima volta che è stato letto.
       -O file
              Vero se file esiste ed è di proprietà dell'id utente effettivo.
       -S file
              Vero se file esiste ed è un socket.
       file1 -ef file2
              Vero se file1 e file2 fanno riferimento allo stesso dispositivo e agli stessi numeri di inode.
       file1 -nt file2
              Vero se file1 è più recente (come data di modifica) di file2 o se file1 esiste e file2 no.
       file1 -ot file2
              Vero se file1 è più vecchio di file2, o se file2 esiste e file1 no.
       -o optname
              Vero  se  l'opzione  di  shell  optname  è  abilitata.  Si  veda  l'elenco  delle opzioni sotto la
              descrizione dell'opzione -o al comando incorporato set più avanti.
       -v varname
              Vero se la variabile di shell varname è impostata (le è stato assegnato un valore).
       -R varname
              Vero se la variabile di shell varname è impostata (le  è  stato  assegnato  un  valore)  ed  è  un
              riferimento a un nome.
       -z stringa
              Vero se la lunghezza di stringa è zero.
       stringa
       -n stringa
              Vero se la lunghezza di stringa è diversa da zero.

       stringa1 == stringa2
       stringa1 = stringa2
              Vero  se  le  stringhe sono uguali. Col comando test dovrebbe essere usato = per conformità con lo
              standard POSIX. Quando è usato  col  comando  [[,  effettua  la  ricerca  di  corrispondenze  come
              descritto precedentemente (Comandi composti).

       stringa1 != stringa2
              Vero se le stringhe non sono uguali.

       stringa1 < stringa2
              Vero se, lessicograficamente, stringa1 precede come ordine stringa2.

       stringa1 > stringa2
              Vero se, lessicograficamente, stringa1 segue come ordine stringa2.

       arg1 OP arg2
              OP  è  uno tra -eq, -ne, -lt, -le, -gt o -ge. Questi operatori aritmetici binari risultano veri se
              arg1 è, rispettivamente, uguale, non uguale, minore, minore  o  uguale,  maggiore,  o  maggiore  o
              uguale  ad  arg2. Arg1 e arg2 possono essere numeri interi positivi o negativi. Quando è usato col
              comando [[, Arg1 e Arg2 sono valutati come espressioni aritmetiche  (vedi  VALUTAZIONE  ARITMETICA
              sopra).

ESPANSIONE DI COMANDO SEMPLICE

       Quando  viene  eseguito  un  comando  semplice  la  shell effettua le seguenti espansioni, assegnamenti e
       ridirezioni, da sinistra a destra, nel seguente ordine.

       1.     Le parole che l'analizzatore ha individuato essere assegnamenti di variabile (quelle che precedono
              il nome di comando) oppure ridirezioni vengono messe da parte per un'elaborazione successiva.

       2.     Le parole che non sono assegnamenti di variabile o ridirezioni sono espanse. Se è presente qualche
              parola dopo l'espansione, la prima parola è considerata essere il nome del comando e le  rimanenti
              parole come argomenti dello stesso.

       3.     Le ridirezioni sono effettuate come descritte prima sotto RIDIREZIONE.

       4.     Il  testo  dopo  =  in  ogni  assegnamento  di  variabile  è  sottoposto a espansione della tilde,
              sostituzione di comando, espansione aritmetica e rimozione dei caratteri  di  quotatura  prima  di
              venir assegnato alla variabile.

       Se  non  risulta  nessun  nome  di comando, gli assegnamenti di variabile influenzano l'ambiente di shell
       corrente. In questo caso (un comando che consista di assegnamenti e ridirezioni)  gli  assegnamenti  sono
       effettuati  prima  delle  ridirezioni.  Altrimenti,  le  variabili sono aggiunte all'ambiente del comando
       eseguito senza influenzare l'ambiente di shell corrente. Se uno qualsiasi  degli  assegnamenti  tenta  di
       assegnare  un  valore a una variabile in sola lettura, si verifica un errore e il comando è terminato con
       uno stato diverso da zero.

       Se non risulta nessun nome di comando le ridirezioni sono effettuate ma senza influenzare  l'ambiente  di
       shell  corrente.  Se si verifica un errore di ridirezione il comando è terminato con uno stato diverso da
       zero.

       Se è rimasto un nome di comando dopo l'espansione, l'esecuzione procede come descritto sotto. Altrimenti,
       il  comando  esce.  Se  una delle espansioni conteneva una sostituzione di comando lo stato di uscita del
       comando è lo stato  d'uscita  dell'ultima  sostituzione  di  comando  eseguita.  Se  non  ci  sono  state
       sostituzioni di comando il comando esce con uno stato d'uscita di zero.

ESECUZIONE DI UN COMANDO

       Dopo  che  un  comando  è  stato suddiviso in parole, se esso risulta essere un comando semplice e di una
       lista opzionale di argomenti, sono eseguite le seguenti azioni.

       Se il nome del comando non contiene barra [/], la shell tenta di localizzarla. Se esiste una funzione  di
       shell  con  quel  nome,  viene invocata quella funzione, come descritto prima in FUNZIONI. Se il nome non
       corrisponde a una funzione, la shell lo cerca nella lista dei comandi  incorporati  della  shell.  Se  ne
       viene trovato uno corrispondente, viene invocato quel comando incorporato.

       Se  il  nome  non  è né una funzione di shell né un comando incorporato, e non contiene alcuna barra [/],
       bash cerca tra gli elementi della variabile PATH una directory che contenga un file eseguibile  con  quel
       nome.  Bash  usa una tabella hash [indicizzata] per ricordare i percorsi completi dei file eseguibili (si
       veda hash sotto COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti). Una ricerca completa nelle directory in PATH
       è  effettuata  solo se il comando non viene trovato nella tabella hash. Se la ricerca non ha successo, la
       shell cerca una funzione di shell, già definita, chiamata command_not_found_handle.  Se  questa  funzione
       esiste,  viene  invocata  in  un ambiente di esecuzione separato col comando originale e gli argomenti di
       quest'ultimo come suoi argomenti, e lo stato d'uscita della funzione diventa lo stato d'uscita di  quella
       subshell.  Se  quella funzione non è definita, la shell stampa un messaggio di errore e ritorna uno stato
       d'uscita di 127.

       Se la ricerca ha successo, o se il nome del comando contiene uno o più barre  [/],  la  shell  esegue  il
       programma  indicato in un ambiente di esecuzione separato. L'argomento 0 è impostato al nome specificato,
       e i rimanenti argomenti del comando sono impostati agli argomenti specificati, se presenti.

       Se quest'esecuzione non ha successo perché il file non è in formato  eseguibile  e  il  file  non  è  una
       directory,  si  suppone  che sia uno script di shell, cioè un file che contiene comandi di shell, e viene
       generata una nuova shell per eseguirlo. Questa subshell reinizializza se stessa,  così  che  l'effetto  è
       come  se fosse stata invocata una nuova shell per gestire lo script, con la differenza che la lista delle
       posizioni dei comandi ricordati dalla shell genitore (si veda hash più avanti sotto  COMANDI  INCORPORATI
       DELLA SHELL) sono disponibili anche alla shell figlia.

       Se  il  programma  è  un  file  che inizia con #!, il resto della prima riga del file stesso specifica un
       interprete da invocare. La shell esegue l'interprete specificato su sistemi operativi che non  gestiscono
       questo  formato eseguibile essi stessi. Gli argomenti per l'interprete consistono di un singolo argomento
       opzionale che segue il nome dell'interprete  sulla  prima  riga  del  programma,  seguito  dal  nome  del
       programma, seguito dagli argomenti forniti al comando, se ve ne sono.

AMBIENTE DI ESECUZIONE DEL COMANDO

       La shell ha un ambiente di esecuzione, costituito da:

       •      file  aperti  ereditati  dalla shell all'invocazione, come modificati dalle ridirezioni fornite al
              comando incorporato exec

       •      la corrente directory di lavoro come impostata da cd,  pushd  o  popd,  o  ereditata  dalla  shell
              all'invocazione

       •      la  maschera  del  modo  di  creazione  dei  file  come impostata da umask o ereditata dalla shell
              genitrice

       •      i segnali da intercettare impostati da trap

       •      parametri di shell che sono stati impostati da un assegnamento di variabile o con set, o ereditati
              dalla shell genitrice nell'ambiente

       •      funzioni di shell definite durante l'esecuzione o ereditate dalla shell genitrice nell'ambiente

       •      opzioni abilitate all'invocazione (sia in modo predefinito che con argomenti da riga di comando) o
              da set

       •      opzioni abilitate da shopt

       •      alias di shell definiti da alias

       •      vari ID di processo, inclusi quelli dei job in background, il valore di $$ e il valore di PPID

       Quando un comando semplice, diverso da una funzione incorporata o da una funzione  di  shell,  dev'essere
       eseguito,  viene  invocato  in  un  ambiente  di esecuzione separato che comprende tutto quello che viene
       illustrato qui di seguito. Se non altrimenti notato, i valori sono ereditati dalla shell.

       •      i file aperti della shell, più qualsiasi modificazione e aggiunta specificata dalle ridirezioni al
              comando

       •      la directory di lavoro corrente

       •      la maschera del modo di creazione dei file

       •      variabili  di  shell  e  funzioni  dichiarate esportabili, insieme alle variabili esportate per il
              comando, passate nell'ambiente

       •      i segnali da intercettare come da comando trap dalla shell  sono  riportati  ai  valori  ereditati
              dalla shell genitrice, e i segnali ignorati dalla shell vengono ignorati

       Un  comando  invocato in quest'ambiente separato non può influenzare l'ambiente di esecuzione della shell
       [genitrice].

       Una subshell è una copia del processo shell.

       Sostituzione di comando, comandi raggruppati fra parentesi  e  comandi  asincroni  sono  invocati  in  un
       ambiente  di  subshell  che  è  un  duplicato  dell'ambiente  di  shell,  con  l'eccezione  che i segnali
       intercettati  dalla  shell  sono  riportati  ai  valori  che  la  shell  eredita  dalla  shell  genitrice
       all'invocazione.  I  comandi  incorporati  che  sono  invocati  come parte di una pipeline sono anch'essi
       eseguiti in un ambiente di subshell. Modifiche fatte all'ambiente di  subshell  non  possono  influenzare
       l'ambiente di esecuzione della shell [genitrice].

       Le  subshell  create per eseguire sostituzioni di comando ereditano il valore dell'opzione -e dalla shell
       genitrice. Quando non è in modalità posix, bash toglie l'opzione -e in tali subshell.

       Se un comando è invocato da un & e il job-control non è attivo, lo  standard  input  predefinito  per  il
       comando  è  il  file  vuoto /dev/null. Altrimenti il comando invocato eredita i descrittori di file della
       shell chiamante come modificati dalle ridirezioni.

AMBIENTE

       Quando viene invocato un programma gli viene dato un vettore di stringhe chiamato insieme delle variabili
       di ambiente. Questa è una lista di coppie nome-valore, della forma nome=valore.

       La  shell  consente  di  manipolare  l'ambiente  in  molti modi. All'invocazione, la shell esamina il suo
       ambiente e crea un parametro per ogni nome trovato, marcandolo automaticamente per  essere  esportato  ai
       processi  figli.  I  comandi  eseguiti  ereditano l'ambiente. I comandi export e declare -x permettono di
       aggiungere o togliere dall'ambiente parametri e funzioni. Se il valore di un parametro  d'ambiente  viene
       modificato,  il  nuovo  valore  diventa parte dell'ambiente, sostituendo il valore precedente. L'ambiente
       ereditato da qualsiasi comando eseguito è costituito dall'ambiente iniziale della  shell,  i  cui  valori
       possono essere modificati nella shell, diminuiti di ogni coppia rimossa dal comando unset, e aumentati da
       ogni aggiunta attraverso i comandi export e declare -x.

       L'ambiente per qualsiasi comando semplice o funzione  può  essere  ampliato  temporaneamente  premettendo
       degli  assegnamenti  di parametro al comando stesso, come descritto prima in PARAMETRI. Queste istruzioni
       di assegnamento influenzano solo l'ambiente utilizzato da quel comando.

       Se è impostata l'opzione -k (si veda il comando incorporato set più avanti), tutti  gli  assegnamenti  di
       parametro  sono  resi  disponibili  nell'ambiente  del comando, non solo quelli che precedono il nome del
       comando.

       Quando bash invoca un comando esterno, la variabile _ viene impostata al nome completo del  percorso  del
       comando, e passato a quel comando nel suo ambiente.

STATO DI USCITA

       Lo stato d'uscita di un comando eseguito è il valore ritornato dalla chiamata di sistema waitpid o da una
       funzione equivalente. Gli stati d'uscita ricadono nell'intervallo fra 0 e 255 anche se, come spiegato più
       avanti,  la  shell  può  usare  valori  superiori a 125 in casi particolari. Anche gli stati d'uscita dei
       comandi incorporati della shell e dei comandi composti sono circoscritti in questo  intervallo.  In  casi
       particolari la shell usa valori speciali per indicare specifiche situazioni di insuccesso.

       Ai  fini  della  shell,  un  comando che termina con uno stato d'uscita zero ha avuto successo. Uno stato
       d'uscita pari a zero indica successo. Uno stato d'uscita diverso da zero indica errore. Quando un comando
       termina su un segnale fatale N, bash usa il valore di 128+N come stato d'uscita.

       Se un comando non viene trovato, il processo figlio creato per eseguirlo ritorna uno stato pari a 127. Se
       un comando viene trovato ma non è eseguibile lo stato di ritorno è 126.

       Se un comando non ha successo a causa di un errore  durante  l'espansione  o  la  ridirezione,  lo  stato
       d'uscita è maggiore di zero.

       I  comandi  incorporati della shell restituiscono uno stato di 0 (vero) in caso di successo, e diverso da
       zero (falso) in caso di errore durante l'esecuzione. Tutti i comandi incorporati restituiscono uno  stato
       d'uscita di 2 per indicare l'uso scorretto, generalmente opzioni non valide o argomenti mancanti.

       Lo stato di uscita dell'ultimo comando è disponibile nel parametro speciale $?.

       Bash  stessa  ritorna lo stato d'uscita dell'ultimo comando eseguito, a meno che non avvenga un errore di
       sintassi, nel qual caso essa esce con un valore diverso da zero. Si veda  anche  il  comando  incorporato
       exit più avanti.

SEGNALI

       Quando  bash  è  interattiva, in assenza di ogni segnale da intercettare col comando trap, ignora SIGTERM
       (così che kill 0 non uccide una shell interattiva), e SIGINT viene intercettato e gestito  (così  che  il
       comando  incorporato  wait  è  interrompibile).  In  tutti  i  casi,  bash  ignora  SIGQUIT. Se si usa il
       job-control, bash ignora SIGTTIN, SIGTTOU e SIGTSTP.

       I comandi non incorporati invocati da bash hanno i gestori di  segnali  impostati  sui  valori  ereditati
       dalla  shell dalla sua genitrice. Quando non si usa il job-control, i comandi asincroni ignorano SIGINT e
       SIGQUIT. in aggiunta a questi gestori ereditati. I comandi eseguiti come risultato di una sostituzione di
       comando ignorano i segnali di job-control generati da tastiera SIGTTIN, SIGTTOU e SIGTSTP.

       Come  comportamento  predefinito,  la  shell esce al ricevimento di un SIGHUP. Prima di uscire, una shell
       interattiva ri-invia un segnale SIGHUP a tutti i job (richiesti tramite  job-control),  in  esecuzione  o
       sospesi.  Ai  job  sospesi  viene  inviato  un  segnale SIGCONT per essere sicuri che ricevano il segnale
       SIGHUP. Per prevenire l'invio del segnale da  parte  della  shell  a  un  particolare  job,  quest'ultimo
       dovrebbe essere rimosso dalla tabella dei job col comando incorporato disown (si veda COMANDI INCORPORATI
       DELLA SHELL più avanti) o contrassegnato per non ricevere SIGHUP usando disown -h.

       Se l'opzione di shell huponexit è stata impostata con shopt, bash invia un segnale SIGHUP a tutti  i  job
       quando una shell di login interattiva esce.

       Se  bash  è  in  attesa  che  un  comando  finisca  e  riceve  un  segnale per il quale è stato impostata
       un'intercettazione di segnale, il comando relativo alla gestione  del  segnale  viene  eseguito  solo  al
       termine  del  comando.  Quando  bash è in attesa della fine di un comando asincrono attraverso il comando
       incorporato wait, la ricezione di un segnale per il quale un'intercettazione di segnale è stata impostata
       fa  sì  che  il comando incorporato wait termini immediatamente con uno stato d'uscita maggiore di 128, e
       immediatamente dopo viene innescata la gestione del segnale intercettato.

       Quando il controllo dei job non è abilitato e bash è in attesa che il comando attivo  termini,  la  shell
       riceve  i  segnali  controllati  dalla  tastiera  come SIGINT (normalmente generato da ^C) che gli utenti
       normalmente vogliono inviare al comando. Questo succede perché la shell e il comando  sono  nello  stesso
       gruppo di processi del terminale, e ^C invia SIGINT a tutti i processi del gruppo di processi.

       Quando  bash  è  eseguita  con  il  controllo dei job non abilitato e riceve SIGINT mentre attende che il
       processo corrente termini, continua ad attendere che il comando termini  e  poi  decide  come  reagire  a
       SIGINT:

       1.     Se  il  comando termina a causa di SIGINT, bash deduce che l'utente volesse terminare l'esecuzione
              dell'intero script e reagisce a SIGINT (cioè, esegue le trap di SIGINT esce essa stessa);

       2.     Se il comando termina a seguito del SIGINT, allora il programma gestisce SIGINT in autonomia senza
              trattarlo  come  segnale fatale. In questo caso neppure bash tratta SIGINT come segnale fatale, ma
              assume che SIGINT sia stato usato come parte di una normale operazione del programma (p.es., emacs
              lo  usa per interrompere l'immissione di un comando) oppure sia stato deliberatamente ignorato. In
              ogni caso bash eseguirà tutti i comandi trap definiti per SIGINT, così come fa per qualsiasi altro
              segnale  gestito  da  trap  mentre  è  in  attesa  che  il  comando  in  esecuzione  termini,  per
              compatibilità.

JOB-CONTROL

       Il termine job-control si riferisce alla capacità di fermare (sospendere) selettivamente l'esecuzione  di
       processi  e continuare (riprendere) la loro esecuzione in seguito. Tipicamente, un utente utilizza questa
       possibilità attraverso un'interfaccia interattiva costituita congiuntamente dal driver del terminale  del
       kernel del sistema operativo e da bash.

       La  shell  associa un job a ogni pipeline. Essa mantiene una tabella dei job correntemente in esecuzione,
       che può essere visualizzata con il comando  jobs.  Quando  bash  avvia  un  job  in  modo  asincrono  (in
       background), stampa una riga tipo:

              [1] 25647

       che  indica  che  questo job è il job numero 1 e che l'ID di processo dell'ultimo processo nella pipeline
       associata a questo job è 25647. Tutti i processi in una singola pipeline fanno parte  dello  stesso  job.
       Bash usa l'astrazione job come base per il job-control.

       Per  facilitare  l'implementazione  dell'interfaccia  utente  per  il job-control, il sistema mantiene la
       nozione di ID del gruppo di processi del terminale corrente.  I  membri  di  questo  gruppo  di  processo
       (processi il cui ID del gruppo di processo è uguale all'ID del gruppo di processo del terminale corrente)
       ricevono segnali generati da tastiera, come SIGINT. Si dice che  questi  processi  sono  in  primo  piano
       (foreground - oppure sincroni). I processi in background (sullo sfondo - oppure asincroni) sono quelli il
       cui ID del gruppo di processo differisce da quello del terminale; tali processi sono immuni  dai  segnali
       generati  da  tastiera.  Solo  ai  processi  in  primo  piano  è  permesso di leggere o, se l'utente l'ha
       specificato con stty tostop, scrivere sul terminale. Ai processi nascosti  che  tentano  di  leggere  dal
       terminale  (o  scriverci sopra quando stty tostop è in azione) è inviato un segnale SIGTTIN (SIGTTOU) dal
       driver del terminale del kernel, che, se non intercettato, sospende il processo.

       Se il sistema operativo sul quale bash è in esecuzione supporta  il  job-control,  bash  è  in  grado  di
       utilizzarlo.  Battere  il  carattere  di  sospensione (tipicamente ^Z, Control-Z) mentre un processo è in
       esecuzione, provoca la sospensione di quel processo  e  restituisce  il  controllo  a  bash.  Battere  il
       carattere di sospensione ritardata (tipicamente ^Y, Control-Y) provoca la sospensione del processo quando
       questo tenta di leggere input dal terminale, e la restituzione del controllo a bash. Si può poi  cambiare
       lo  stato di questo job, usando il comando bg per continuarlo in background, il comando fg per riportarlo
       in primo piano, o il comando kill per farlo terminare. Un ^Z ha effetto immediatamente,  e  ha  l'effetto
       collaterale  di  causare  la  perdita  dell'output  in  sospeso  e  del "type ahead" (caratteri immessi a
       terminale ma non ancora passati al programma).

       Vi sono diversi modi per riferirsi a un job nella shell. Il carattere %  designa  una  specifica  di  job
       (jobspec).  Un  job  con numero n può essere indicato come %n. Un job può anche essere indicato usando un
       prefisso del nome usato per avviarlo, o usando una sottostringa che appare nella sua riga di comando. Per
       esempio,  %ce  si  riferisce  a  un  job  sospeso  il  cui  nome di comando inizia con ce. Se un prefisso
       corrisponde a più di un job, bash restituisce un messaggio di  errore.  L'uso  di  %?ce,  d'altra  parte,
       indica qualsiasi job che contiene la stringa ce nella sua riga di comando. Se la sottostringa corrisponde
       a più di un job, bash restituisce un messaggio di errore. I simboli %% e %+ si riferiscono  alla  nozione
       della  shell  del  job  corrente,  ossia  l'ultimo  job  sospeso  mentre  era in primo piano o avviato in
       background. Il job precedente può essere referenziato usando %-. Se c'è un solo  job,  %+  e  %-  possono
       essere  usati  entrambi  per  far  riferimento  a  quel job. Nell'output che riguarda i job (per esempio,
       l'output del comando jobs), il job corrente è sempre segnalato con un +, ed il job precedente con  un  -.
       Un singolo % (senza alcuna specificazione associata) è pure un modo per designare il job corrente.

       La  semplice  menzione di un job può essere usata per riportarlo in primo piano: %1 è un sinonimo per “fg
       %1”, che porta il job 1 dal background al foreground (in primo piano). Nello stesso modo, “%1 &” riprende
       l'esecuzione del job 1 in background, ossia equivale a “bg %1”.

       La  shell  viene  notificata immediatamente ogni volta che un job cambia stato. Normalmente, bash aspetta
       finché non deve stampare un prompt prima di informare dei cambiamenti nello stato di un job, in  modo  da
       non  interrompere  alcun  altro  output.  Se  l'opzione  -b del comando incorporato set è impostata, bash
       riporta tali cambiamenti immediatamente.  Delle  eventuali  istruzioni  di  intercettazione  del  segnale
       SIGCHLD viene eseguita per ogni processo figlio che esce.

       Se  si  tenta di uscire da bash mentre vi sono dei job sospesi(o, se è stata abilitata l'opzione di shell
       checkjobs usando il  comando  incorporato  shopt,  in  esecuzione),  la  shell  stampa  un  messaggio  di
       avvertimento  e, se viene abilitata l'opzione checkjobs, elenca i job e i loro stati. Si può quindi usare
       il comando jobs per controllare il loro stato. Se si fa un secondo tentativo per uscire  senza  immettere
       alcun altro comando, non si riceve più il messaggio di avvertimento e ogni job sospeso viene terminato.

       Quando  la  shell  è  in  attesa  di  un  job  o  di  un processo usando il comando incorporato wait e il
       job-control è abilitato, wait ritornerà lo stato  di  completamento  quando  il  job  cambia  stato.  Con
       l'opzione -f wait attende finché il job o il processo termina prima di ritornare.

STRINGHE DI PROMPT

       Quando  eseguita  interattivamente,  bash  mostra  il  prompt primario PS1 quando è pronta per leggere un
       comando, e il prompt secondario PS2 quando è in attesa di altro input per  completare  un  comando.  Bash
       mostra  PS0  dopo aver letto un comando ma prima di eseguirlo. Bash mostra PS4 come descritto sopra prima
       di tracciare ciascun comando quando è abilitata l'opzione -x.  Bash  permette  di  personalizzare  queste
       stringhe di prompt inserendo un certo numero di caratteri speciali preceduti dalla barra inversa che sono
       decodificati come segue:
              \a     un carattere ASCII di campanello (07)
              \d     la data nel formato "Giorno-della-settimana Mese Giorno" (ad es., "Tue May 26")
              \D{formato}
                     il formato viene passato a strftime(3) e il risultato è inserito nella stringa  di  prompt;
                     un formato vuoto genera una rappresentazione di data/ora specifica della localizzazione. Le
                     parentesi graffe sono obbligatorie
              \e     un carattere ASCII di escape (033)
              \h     il nome dell'host fino al primo `.'
              \H     il nome dell'host
              \j     il numero di job attualmente gestiti dalla shell
              \l     il basename del terminale in cui è eseguita la shell
              \n     newline [su una nuova riga]
              \r     ritorno carrello
              \s     il nome della shell, il basename di $0 (la parte che segue l'ultima barra [/])
              \t     l'ora corrente nel formato HH:MM:SS 24 ore
              \T     l'ora corrente nel formato HH:MM:SS 12 ore
              \@     l'ora corrente nel formato am/pm 12 ore
              \A     l'ora corrente nel formato HH:MM 24 ore
              \u     il nome-utente dell'utente corrente
              \v     la versione di bash (ad es., 2.00)
              \V     la release di bash, versione + livello di patch (ad es., 2.00.0)
              \w     il valore della variabile di shell PWD ($PWD), con $HOME abbreviato da una  tilde  (usa  il
                     valore della variabile PROMPT_DIRTRIM)
              \W     il nome senza il percorso completo di $PWD, con $HOME abbreviato con una tilde
              \!     il numero nella cronologia del comando attuale
              \#     il numero di comando del comando attuale
              \$     se l'UID effettivo è 0, un #, altrimenti un $
              \nnn   il carattere [ASCII] che corrisponde al numero ottale nnn
              \\     una barra inversa
              \[     marca  l'inizio  di  una  sequenza  di  caratteri  non stampabili, che può essere usata per
                     includere nel prompt una sequenza di controllo del terminale
              \]     marca la fine di una sequenza di caratteri non stampabili

       Il numero del comando e il  numero  nella  cronologia  sono  generalmente  differenti:  il  numero  della
       cronologia  di un comando è la sua posizione nella lista della cronologia, la quale può includere comandi
       preesistenti nel file di cronologia (si veda CRONOLOGIA più avanti), mentre il numero del  comando  è  la
       posizione  nella sequenza dei comandi eseguiti durante la corrente sessione di shell. Dopo che la stringa
       è decodificata, essa è  espansa  attraverso  l'espansione  di  parametro,  la  sostituzione  di  comando,
       l'espansione  aritmetica e la rimozione dei caratteri di quotatura, secondo quanto specificato dal valore
       dell'opzione di shell promptvars (si veda  più  avanti  la  descrizione  del  comando  shopt  in  COMANDI
       INCORPORATI  DELLA  SHELL).  Questo  può  avere  degli effetti collaterali indesiderati se porzioni della
       stringa protette appaiono all'interno di una sostituzione di  comando  o  contengono  caratteri  speciali
       all'espansione di parola.

READLINE

       Questa  è  la libreria che gestisce la lettura dell'input quando si usa una shell interattiva, a meno che
       non si specifichi l'opzione --noediting all'invocazione della shell. La modifica di riga  è  usata  anche
       quando  viene passata l'opzione -e al comando incorporato read. Come comportamento predefinito, i comandi
       per l'editor della riga comandi sono simili a quelli di Emacs. È  anche  disponibile  un'interfaccia  per
       editor  di  riga  in stile vi. La modifica di riga può essere abilitata in ogni momento con le opzioni -o
       emacs o -o vi del comando incorporato set (si veda COMANDI  INCORPORATI  DELLA  SHELL  più  avanti).  Per
       chiudere l'editor di riga dopo l'esecuzione della shell utilizzare l'opzione +o emacs o +o vi del comando
       incorporato set.

   Notazione readline
       In questa sezione, si usa la notazione in stile Emacs per  indicare  i  tasti  da  battere.  I  tasti  di
       controllo  sono  indicati  da C-tasto, per esempio, C-n significa Control-N. In modo simile, i meta tasti
       sono indicati da M-tasto, cioè M-x significa Meta-X. (Sulle tastiere senza un tasto meta,  M-x  significa
       ESC  x,  cioè,  si  preme  il  tasto  Escape  e  poi  il  tasto  x. Questo rende ESC il meta prefisso. La
       combinazione M-C-x significa ESC-Control-x, ossia si preme il tasto Escape poi si tiene il tasto  Control
       mentre si preme il tasto x).

       Ai  comandi readline possono essere specificati argomenti numerici, che normalmente sono dei contatori di
       ripetizione. A volte, tuttavia, è il segno dell'argomento a essere significativo. Passando  un  argomento
       negativo  a  un  comando  che  agisce  in  avanti  (ad es., kill-line), il comando agisce nella direzione
       opposta. I comandi il cui comportamento con gli argomenti è diverso da questo sono indicati più avanti.

       Quando un comando è descritto come eliminazione di testo,  il  testo  cancellato  viene  salvato  per  un
       possibile  riutilizzo  futuro  (yanking).  Il testo eliminato viene salvato in un kill-ring. Eliminazioni
       consecutive provocano l'accumulazione del testo in una unità, che può  essere  recuperata  tutta  in  una
       volta. Comandi che non eliminano testo separano parti di testo nel kill-ring.

   Inizializzazione di Readline
       Readline  è personalizzata inserendo comandi in un file di inizializzazione (il file inputrc). Il nome di
       questo file è preso dal valore della variabile INPUTRC. Se questa variabile  non  è  definita  il  valore
       predefinito  è ~/.inputrc. Se quel file non esiste o non può essere letto, il valore predefinito ultimo è
       /etc/inputrc. Quando un programma che usa la libreria readline viene avviato,  viene  letto  il  file  di
       inizializzazione,  e  vengono  impostate  le associazioni di tasti e assegnate le variabili. Ci sono solo
       alcuni costrutti base consentiti nel file d'inizializzazione di readline. Le righe vuote  sono  ignorate.
       Le  righe  che  iniziano  con  un  #  sono  commenti.  Le  righe che iniziano con un $ indicano costrutti
       condizionali. Le altre righe indicano associazioni di tasti e impostazioni di variabili.

       Le associazioni di tasti predefiniti possono essere cambiate con un file  inputrc.  Altri  programmi  che
       usano questa libreria possono aggiungere i loro propri comandi e associazioni.

       Per esempio, porre

              M-Control-u: universal-argument
       o
              C-Meta-u: universal-argument
       nel file inputrc farebbe eseguire a M-C-u il comando della readline universal-argument.

       Sono  riconosciuti  i  seguenti nomi simbolici di carattere: RUBOUT, DEL, ESC, LFD, NEWLINE, RET, RETURN,
       SPC, SPACE e TAB.

       In aggiunta al nome del comando, readline consente che a un tasto corrisponda una stringa che è  inserita
       quando quel tasto è premuto (una macro).

   Associazioni di tasti readline
       La  sintassi  per il controllo delle associazioni dei tasti nel file inputrc è semplice. Tutto quel che è
       richiesto è il nome del comando o il testo di una macro e una sequenza di tasti alla quale  dovrà  essere
       associato.  Il  nome  può  essere  specificato  in  uno  di  due  modi:  come nome simbolico di un tasto,
       eventualmente con i prefissi Meta- o Control-, o come una sequenza di tasti.

       Quando si usa la forma nome-tasto:nome-funzione o macro, nome-tasto è il nome di un tasto in inglese. Per
       esempio:

              Control-u: universal-argument
              Meta-Rubout: backward-kill-word
              Control-o: "> output"

       Negli esempi precedenti, C-u viene collegato alla funzione universal-argument, M-DEL viene collegato alla
       funzione backward-kill-word, e C-o viene collegato all'esecuzione della macro indicata  sul  lato  destro
       (cioè, inserire il testo ``> output'' nella riga).

       Nella  seconda  forma,  "sequenza-tasti":nome-funzione  o  macro, sequenza-tasti differisce da nome-tasto
       visto sopra, per il fatto che la stringa che denota un'intera sequenza di tasti  può  essere  specificata
       ponendo  la  sequenza  fra  virgolette. Alcuni tasti di protezione (escape) nello stile GNU Emacs possono
       essere usati, come nei seguenti esempi, ma i nomi simbolici dei caratteri non si possono utilizzare.

              "\C-u": universal-argument
              "\C-x\C-r": re-read-init-file
              "\e[11~": "Function Key 1"

       In questo esempio, C-u viene ancora collegato alla funzione universal-argument. C-x C-r  viene  collegato
       alla  funzione  re-read-init-file, e ESC [ 1 1 ~ viene collegato all'inserimento del testo ``Function Key
       1''.

       L'insieme completo delle sequenze di protezione (escape) in stile GNU Emacs è
              \C-    prefisso control
              \M-    prefisso meta
              \e     un carattere di escape
              \\     barra inversa
              \"     il carattere "
              \'     il carattere '

       In aggiunta alle sequenze di protezione che iniziano col tasto escape in stile GNU Emacs,  è  disponibile
       un secondo insieme di sequenze di protezione che iniziano con la barra inversa:
              \a     avviso (segnale acustico)
              \b     backspace
              \d     cancella [delete - tasto Del o Canc]
              \f     salto pagina
              \n     newline [su una nuova riga]
              \r     ritorno carrello
              \t     tabulazione orizzontale
              \v     tabulazione verticale
              \nnn   il carattere a otto bit il cui valore è il valore ottale nnn (da una a tre cifre)
              \xHH   il  carattere  a  otto  bit  il  cui  valore  è  il  valore esadecimale HH (una o due cifre
                     esadecimali)

       Quando si inserisce il testo di una macro, apostrofi o virgolette devono essere usati  per  indicare  una
       definizione di macro. Un testo non quotato si suppone che sia un nome di funzione. Nel corpo della macro,
       i segni di protezione \ descritti prima vengono espansi. La barra inversa quota qualsiasi altro carattere
       nel testo della macro, inclusi " e '.

       Bash  permette  di  mostrare  o  modificare le associazioni correnti dei tasti di readline con il comando
       incorporato bind. La modalità di modifica può essere cambiata durante l'uso interattivo usando  l'opzione
       -o del comando incorporato set (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).

   Variabili readline
       Readline   ha  delle  variabili  che  possono  essere  usate  per  personalizzare  ulteriormente  il  suo
       comportamento. Una variabile può essere impostata nel file inputrc con un'istruzione della forma

              set nome-variabile valore
       o usando il comando incorporato bind (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti).

       Tranne dove diversamente indicato, le variabili di readline possono  avere  i  valori  On  o  Off  (senza
       distinzione  fra  maiuscole  e  minuscole). I nomi di variabile non riconosciuti vengono ignorati. Quando
       viene letto un valore di variabile, i valori vuoti o nulli,  "on"  (senza  distinzione  fra  maiuscole  e
       minuscole)  o  "1" sono equivalenti a On. Tutti gli altri valori sono equivalenti a Off. Le variabili e i
       loro valori predefiniti sono:

       active-region-start-color
              Una variabile stringa che controlla il colore del testo e dello sfondo quando si mostra del  testo
              nella  regione  attiva  (vedere la descrizione di enable-active-region più avanti). Questa stringa
              non deve prendere una posizione fisica sullo schermo, quindi  deve  solo  consistere  in  sequenze
              escape  di terminale. Viene inviata al terminale prima di mostrare del testo nella regione attiva.
              Questa variabile è reimpostata al valore predefinito quando il tipo di terminale cambia. Il valore
              predefinito  è  la  stringa  che  mette il terminale il modalità evidenziata (standout), così come
              ottenuta della descrizione di terminfo del terminale. Un valore di esempio è "\e[01;33m".
       active-region-end-color
              Una variabile stringa che  ripristina  gli  effetti  di  active-region-start-color  e  riporti  il
              terminale  alla  condizione  normale  dopo  aver  mostrato  del testo nella regione attiva. Questa
              stringa non deve prendere una posizione fisica sullo  schermo,  quindi  deve  solo  consistere  in
              sequenze  escape  di  terminale.  Viene  inviata  al  terminale dopo aver mostrato del testo nella
              regione attiva. Questa variabile è reimpostata al valore predefinito quando il tipo  di  terminale
              cambia.  Il  valore  predefinito  è  la  stringa  che  ripristina  il  terminale  dopo la modalità
              evidenziata (standout), così come ottenuta della descrizione di terminfo del terminale. Un  valore
              di esempio è "\e[0m".
       bell-style (audible)
              Controlla cosa succede se readline vuole usare il segnalatore acustico del terminale. Se impostato
              a none, readline non emette alcun segnale. Se impostato a visible,  readline  usa  un  segnalatore
              visivo  se disponibile. Se impostato a audible, readline tenta di attivare il segnalatore acustico
              del terminale.
       bind-tty-special-chars (On)
              Se impostato a On, readline tenta di associare i caratteri di controllo trattati in modo  speciale
              dal driver del terminale nel kernel agli equivalenti degli stessi come descritti da readline.
       blink-matching-paren (Off)
              Se  impostato  a  On,  readline tenta di muovere rapidamente il cursore verso una parentesi aperta
              quando è inserita una parentesi chiusa.
       colored-completion-prefix (Off)
              Se impostato a On, quando elenca i completamenti, readline visualizza  il  prefisso  comune  della
              serie  dei possibili completamenti usando un colore diverso. La definizione dei colori viene presa
              dal valore della variabile d'ambiente LS_COLORS. Se in  $LS_COLORS  c'è  una  definizione  per  il
              suffisso  personalizzato  "readline-colored-completion-prefix",  allora readline usa questo colore
              per il prefisso comune al posto di quello predefinito.
       colored-stats (Off)
              Se impostata a On, readline  visualizza  i  possibili  completamenti  usando  colori  diversi  per
              indicare  il  tipo  di  file.  Le  definizioni  dei  colori  sono prese dalla variabile d'ambiente
              LS_COLORS.
       comment-begin (“#”)
              La stringa che è inserita quando è eseguito il comando insert-comment. Questo comando è  associato
              a M-# in modalità comandi Emacs e a # in modalità comandi di vi.
       completion-display-width (-1)
              Il numero di colonne sullo schermo per visualizzare le possibili corrispondenze quando si effettua
              il completamento. Il valore è ignorato se è minore di 0 o maggiore della dimensione dello schermo.
              Con un valore di 0 viene visualizzata una corrispondenza per riga. Il valore predefinito è -1.
       completion-ignore-case (Off)
              Se  impostato  a  On,  readline  effettua  l'individuazione dei nomi-file e il completamento senza
              distinguere le lettere maiuscole dalle lettere minuscole.
       completion-map-case (Off)
              Se impostato a On, e completion-ignore-case è abilitato,  readline  tratta  i  trattini  (-)  e  i
              trattini bassi (_) come equivalenti quando effettua una ricerca e completamento di nomi-file senza
              distinzione di minuscolo/maiuscolo.
       completion-prefix-display-length (0)
              La lunghezza in caratteri del prefisso comune di  una  lista  di  possibili  completamenti  che  è
              visualizzata  senza  modifiche. Quando è impostata a un valore maggiore di zero, i prefissi comuni
              più lunghi di questo valore sono rimpiazzati da puntini di sospensione quando vengono visualizzati
              possibili completamenti.
       completion-query-items (100)
              Questo  determina  a  che  punto  interpellare l'utente per visualizzare i possibili completamenti
              generati dal comando possible-completions. Può essere impostato a  un  numero  intero  maggiore  o
              uguale  a  zero.  Se  il numero di possibili completamenti è maggiore o uguale al valore di questa
              variabile, readline chiederà se l'utente desidera vederli o no; altrimenti essi sono semplicemente
              elencati  sul terminale. Il valore zero indica che readline non deve mai chiedere; valori negativi
              sono trattati come lo zero.
       convert-meta (On)
              Se impostato a On, readline converte i caratteri con l'ottavo bit uguale a 1  a  una  sequenza  di
              caratteri ASCII eliminando l'ottavo bit e aggiungendo come prefisso un carattere di protezione (in
              pratica, usando l'escape come il prefisso meta). Il predefinito è On, ma readline lo  imposterà  a
              Off  se  la localizzazione contiene caratteri a otto bit. Questa variabile dipende dalla categoria
              di localizzazione LC_CTYPE, e può cambiare alla modifica della localizzazione.
       disable-completion (Off)
              Se impostato a On, readline inibisce il completamento della parola. I caratteri  di  completamento
              saranno inseriti nella riga come se fossero stati mappati come self-insert.
       echo-control-characters (On)
              Quando è impostato a On, sui sistemi operativi che lo supportano, readline visualizza un carattere
              corrispondente a un segnale generato dalla tastiera.
       editing-mode (emacs)
              Controlla se readline parte con un  insieme  di  associazioni  di  tasti  simile  a  Emacs  o  vi.
              editing-mode (modalità di modifica) può essere impostato a emacs o a vi.
       emacs-mode-string (@)
              Se  la  variabile  show-mode-in-prompt  è  abilitata, questa stringa viene mostrata immediatamente
              prima dell'ultima riga del prompt primario nel caso che sia  attiva  la  modalità  di  editing  di
              emacs.  Il  valore  è  espanso  come una combinazione di tasti, quindi i prefissi standard meta- e
              quello di controllo e le sequenze escape con backslash sono disponibili. Usare gli escape \1 e  \2
              per  iniziare  e  terminare  sequenze  di  caratteri  non stampabili, che possono essere usate per
              inserire sequenze di controllo del terminale nella stringa di modalità.
       enable-active-region (On)
              Il punto è la posizione attuale del cursore, e segno si riferisce ad  una  posizione  del  cursore
              salvata. Il testo tra il punto e il segno viene denominato come regione. Quando questa variabile è
              impostata a On, readline permette a certi comandi di impostare come attiva la regione.  Quando  la
              regione  è attiva, readline evidenzia il testo nella regione usando active-region-start-color, che
              ha come valore predefinito il testo che mette il terminale in  modalità  evidenziata.  La  regione
              attiva  mostra  il  testo  inserito  come incollato senza interpretazione (bracketed-paste) e ogni
              testo corrispondente a ricerche incrementali e non incrementali.
       enable-bracketed-paste (On)
              Quando impostato a On, readline configura il terminale perché ogni  volta  che  si  incolli  dagli
              appunti nel buffer di modifica questo avvenga per l'intera stringa senza interpretarla, cioè senza
              trattare ogni carattere come se fosse stato inserito da tastiera. Questo impedisce a  readline  di
              eseguire comandi altrimenti attivati da sequenze di caratteri presenti nel testo incollato.
       enable-keypad (Off)
              Quando  impostato  a  On,  readline tenta di abilitare il tastierino numerico se viene utilizzato.
              Alcuni sistemi richiedono questo per abilitare i tasti-freccia.
       enable-meta-key (On)
              Quando è impostato a On, readline tenta di abilitare qualsiasi  meta  tasto  modificatore  che  il
              terminale  dichiara  di supportare quando viene chiamato. Su molti terminali il meta tasto è usato
              per inviare caratteri a otto bit.
       expand-tilde (Off)
              Se impostato a On, l'espansione della tilde è effettuata quando readline  tenta  il  completamento
              della parola.
       history-preserve-point (Off)
              Se  impostato  a On, il codice che implementa la cronologia tenta di piazzare il cursore nel punto
              in cui si trovava su ogni riga della cronologia visualizzata con previous-history o next-history.
       history-size (unset)
              Definisce il numero massimo di voci  salvate  nella  cronologia.  Se  impostata  a  zero,  vengono
              cancellate  tutte  le  voci esistenti e nessuna nuova voce viene salvata. Se impostata a un numero
              minore di zero, il numero di registrazioni è illimitato. Come impostazione predefinita, il  numero
              di  voci  di  cronologia  è  impostato al valore della variabile di shell HISTSIZE. Se si tenta di
              impostare history-size a un valore non numerico, il numero massimo di voci della  cronologia  sarà
              500.
       horizontal-scroll-mode (Off)
              Quando  impostato a On, richiede a readline di usare una sola riga per la visualizzazione, facendo
              scorrere l'input in orizzontale su una sola riga dello schermo quando essa risulti più lunga della
              larghezza  dello  schermo,  invece  che  andando  a  capo  su una nuova riga. Quest'impostazione è
              abilitata automaticamente nei terminali di altezza 1.
       input-meta (Off)
              Se impostato a On, readline abilita l'input  a  otto  bit  (cioè,  non  toglie  l'ottavo  bit  dai
              caratteri che legge), indipendentemente da quello che il terminale dichiara di supportare. Il nome
              meta-flag è un sinonimo per questa variabile. Il predefinito è Off, ma readline lo imposterà a  On
              se la localizzazione contiene caratteri a otto bit. Questa variabile dipende dalla categoria della
              localizzazione LC_CTYPE e può cambiare al variare della localizzazione.
       isearch-terminators (“C-[C-J”)
              Una stringa di caratteri che fa terminare una ricerca incrementale senza eseguire  successivamente
              il  carattere  come  se  fosse  un  comando.  Se  a questa variabile non è stato dato un valore, i
              caratteri ESC e C-J fanno terminare una ricerca incrementale.
       keymap (emacs)
              Imposta la mappa corrente dei tasti di readline. Il set dei nomi validi per le mappe dei  tasti  è
              emacs,  emacs-standard,  emacs-meta,  emacs-ctlx,  vi,  vi-command e vi-insert. vi è equivalente a
              vi-command; emacs è equivalente a emacs-standard. Il valore predefinito  è  emacs;  il  valore  di
              editing-mode determina anche la mappa dei tasti predefiniti.
       keyseq-timeout (500)
              Specifica  quanto tempo readline attenderà un carattere quando legge una sequenza di tasti ambigua
              (una che può formare una sequenza di tasti completa usando l'input letto finora, o  può  accettare
              un  input  aggiuntivo  per completare una sequenza di tasti più lunga). Se non riceve nessun input
              entro il tempo limite, readline userà la sequenza di tasti più  corta  tra  quelle  possibili.  Il
              valore  è specificato in millisecondi, cosicché un valore di 1000 vuol dire che readline attenderà
              un secondo per un input aggiuntivo. Se questa variabile è impostata a un valore minore o uguale  a
              zero, o a un valore non numerico, readline attenderà fino a che non sia premuto un altro tasto per
              decidere quale sequenza di tasti completare.
       mark-directories (On)
              Se impostata a On, ai nomi delle directory completate è aggiunta una barra [/] alla fine.
       mark-modified-lines (Off)
              Se impostato a On, le righe della cronologia che sono state modificate sono mostrate precedute  da
              un asterisco (*).
       mark-symlinked-directories (Off)
              Se  impostato  a On, i nomi completati che sono collegamenti simbolici a directory hanno una barra
              [/] alla fine (se richiesto tramite mark-directories).
       match-hidden-files (On)
              Questa variabile, se impostata a On, fa sì che readline mostri anche i file i  cui  nomi  iniziano
              con  un `.' (file nascosti) quando effettua il completamento del nome-file. Se impostata a Off, il
              `.' iniziale dev'essere fornito dall'utente come parte del nome-file da completare.
       menu-complete-display-prefix (Off)
              Se impostato a On, il completamento  del  menù  visualizza  il  prefisso  comune  della  lista  di
              possibili completamenti (che può essere vuota) prima di scorrere ciclicamente la lista.
       output-meta (Off)
              Se  impostato a On, readline mostra i caratteri con l'ottavo bit impostato direttamente, piuttosto
              che con una sequenza di protezione avente come prefisso meta. Il predefinito è Off, ma readline lo
              imposterà  a On se la localizzazione contiene caratteri a otto bit. Questa variabile è influenzata
              dalla categoria di localizzazione LC_CTYPE e può cambiare se la localizzazione cambia.
       page-completions (On)
              Se impostato a On, readline usa un paginatore interno simile  a  more  per  mostrare  i  possibili
              completamenti una schermata alla volta.
       print-completions-horizontally (Off)
              Se  impostato a On, readline mostra i completamenti ordinati in ordine alfabetico orizzontalmente,
              piuttosto che dall'alto in basso.
       revert-all-at-newline (Off)
              Se impostato a On, readline annulla tutte le  modifiche  alle  righe  della  cronologia  prima  di
              ritornare,  quando  viene  eseguito  accept-line.  In  modo predefinito, le righe della cronologia
              possono essere modificate  e  mantengono  liste  dei  singoli  annullamenti  mediante  chiamate  a
              readline.
       show-all-if-ambiguous (Off)
              Questo  cambia il comportamento predefinito delle funzioni di completamento. Se impostato a On, le
              parole che hanno più di un possibile completamento provocano la  visualizzazione  immediata  delle
              coincidenze invece che l'attivazione del segnalatore acustico.
       show-all-if-unmodified (Off)
              Questo  cambia  il  comportamento  predefinito delle funzioni di completamento in maniera simile a
              show-all-if-ambiguous. Se impostato a On, le parole che hanno più di  un  possibile  completamento
              senza  alcun  possibile  completamento  parziale (ovvero i possibili completamenti non hanno alcun
              prefisso  in  comune)  sono  elencate  immediatamente  invece  che  provocare  l'attivazione   del
              segnalatore acustico.
       show-mode-in-prompt (Off)
              Se  impostata a On, aggiunge una stringa all'inizio del prompt che indica la modalità di modifica:
              emacs (@), vi comando (:) o vi inserimento  (+).  Le  stringhe  della  modalità  sono  impostabili
              dall'utente (p.es. emacs-mode-string).
       skip-completed-text (Off)
              Se impostato a On, altera il comportamento predefinito del completamento quando viene inserita una
              corrispondenza nella riga. È attivo solo quando si effettua il completamento a metà di una parola.
              Se  abilitato,  readline  non inserisce, dopo il completamento della parola, caratteri provenienti
              dal completamento che corrispondono ai caratteri della parola da completare che si trovano dopo il
              cursore; in tal modo porzioni di parola che seguono il cursore non vengono duplicati.
       vi-cmd-mode-string ((cmd))
              Se  la variabile show-mode-in-prompt è abilitata, questo testo viene mostrato immediatamente prima
              dell'ultima riga del prompt primario quando è attiva la modalità vi e si è in modalità comando. Il
              valore  è  espanso  come  una  combinazione  tasti,  quindi il normale insieme di prefissi meta- e
              control- e le sequenze escape sono disponibili. Usare le sequenze \1 e \2 come escape per l'inizio
              e  la  fine  di  sequenze  di caratteri non visualizzabili, che possono essere usate per includere
              sequenze di controllo del terminale nel testo mode-string.
       vi-ins-mode-string ((ins))
              Se la variabile show-mode-in-prompt è abilitata, questo testo viene mostrato immediatamente  prima
              dell'ultima  riga  del  prompt  primario  quando  è  attiva  la  modalità  vi  e  si è in modalità
              inserimento. Il valore è espanso come  una  combinazione  tasti,  quindi  il  normale  insieme  di
              prefissi  meta-  e  control- e le sequenze escape sono disponibili. Usare le sequenze \1 e \2 come
              escape per l'inizio e la fine di sequenze di caratteri  non  visualizzabili,  che  possono  essere
              usate per includere sequenze di controllo del terminale nel testo mode-string.
       visible-stats (Off)
              Se impostato a On, un carattere che denota un tipo di file come riportato da stat(2) è accodato al
              nome-file durante l'elencazione dei possibili completamenti.

   Costrutto condizionale di readline
       Readline implementa un servizio simile, nello spirito,  a  quello  della  compilazione  condizionale  nel
       preprocessore  C,  e che permette di effettuare associazioni di tasti e impostazioni di variabili in base
       al risultato di test. Vi sono tre direttive di controllo usate.

       $if    Il costrutto $if permette che le associazioni siano fatte in base alla modalità  di  modifica,  al
              terminale in uso o all'applicazione che fa uso di readline. Il testo da verificare, dopo qualsiasi
              operatore di confronto, arriva fino alla  fine  della  riga;  a  meno  che  non  sia  diversamente
              specificato, nessun carattere che lo delimiti è richiesto.

              mode   La forma mode= della direttiva $if è usata per verificare se readline è in modo emacs o vi.
                     Questo può essere usato in congiunzione  con  il  comando  set  keymap,  per  esempio,  per
                     impostare  le  associazioni  delle  mappe  dei tasti di emacs-standard e emacs-ctlx solo se
                     readline è avviata in modo emacs.

              term   La forma term= può essere usata per includere  associazioni  di  tasti  specifiche  per  un
                     terminale,  magari  per  associare  le  sequenze  di  tasti  emesse  dai tasti funzione dei
                     terminali. La parola a destra dell' = viene confrontata con il nome completo del  terminale
                     e  la  parte  del nome del terminale che precede il primo -. Questo permette, ad esempio, a
                     sun di trovare una corrispondenza sia con sun che con sun-cmd.

              version
                     Il test version può essere  usato  per  effettuare  confronti  su  versioni  specifiche  di
                     readline.  version  viene  espanso  che  la  versione  di  readline  corrente. L'insieme di
                     operatori di confronto include =, (e ==), !=, <=, >=, < e >. Il numero di versione  fornito
                     alla  destra  dell'operatore consiste del numero maggiore della versione, un punto decimale
                     opzione e il numero minore di versione, sempre opzionale (es. 7.1). Se la versione minore è
                     omessa,  viene  assunto  che sia 0. L'operatore può essere separato dalla stringa version e
                     dal numero di versione con spazi.

              application
                     Il costrutto application è usato per includere impostazioni specifiche per un'applicazione.
                     Ogni  programma  che  usa  la  libreria readline imposta il nome applicazione, e un file di
                     inizializzazione può poi fare un test per un particolare valore. Questo  può  essere  usato
                     per  associare sequenze di tasti a funzioni utili per uno specifico programma. Per esempio,
                     il comando seguente aggiunge una sequenza di tasti che quota la parola corrente o la parola
                     precedente in bash:

                     $if Bash
                     # Quota la parola corrente o precedente
                     "\C-xq": "\eb\"\ef\""
                     $endif

              variabile
                     Il  costrutto variable fornisce un semplice test di eguaglianza per variabili di readline e
                     valori. Gli operatori di confronto ammessi sono =, ==, e !=. Il nome della  variabile  deve
                     essere  separato dall'operatore di confronto da spazi; l'operatore deve essere separato dal
                     valore alla sua destra da spazi. Possono essere  confrontate  sia  variabili  booleane  che
                     testuali. Le variabili booleane devono essere confrontate con i valori on e off.

       $endif Questo comando, come si è visto nell'esempio precedente, fa terminare un comando $if.

       $else  I comandi in questa parte della direttiva $if sono eseguiti se il test non risulta verificato.

       $include
              Questa  direttiva  prende un unico nome-file come argomento e legge comandi e associazioni da quel
              file. Per esempio, la seguente direttiva legge /etc/inputrc:

              $include  /etc/inputrc

   Ricerca
       Readline è dotato di comandi per cercare nella cronologia dei comandi (si  veda  CRONOLOGIA  più  avanti)
       righe contenenti una stringa specifica. Ci sono due modalità di ricerca: incrementale e non-incrementale.

       La ricerca incrementale inizia prima che l'utente abbia finito di immettere la stringa di ricerca. Mentre
       ogni carattere della stringa di ricerca viene battuto, readline mostra la prima  linea  dalla  cronologia
       che corrisponde alla stringa battuta finora. Una ricerca incrementale richiede solamente il numero minimo
       di caratteri necessari per trovare l'elemento della  cronologia  desiderato.  I  caratteri  presenti  nel
       valore  della  variabile  isearch-terminators  sono  usati  per delimitare una ricerca incrementale. Se a
       quella variabile non è stato assegnato un valore, i caratteri di Escape e Control-J fanno  arrestare  una
       ricerca  incrementale.  Control-G  interrompe  una  ricerca  incrementale e ripristina la riga originale.
       Quando è terminata la ricerca, l'elemento della cronologia contenente la stringa di  ricerca  diventa  la
       riga corrente.

       Per  trovare  altri elementi nell'elenco della cronologia, battere Control-S o Control-R secondo il caso.
       Viene eseguita così una ricerca all'indietro o in avanti nella cronologia  del  successivo  elemento  che
       corrisponde  alla  stringa  di  ricerca  che è stata immessa. Ogni altra sequenza di tasti associata a un
       comando readline pone termine alla ricerca ed esegue il comando presente nella  linea.  Per  esempio,  un
       newline  provoca  l'interruzione  della  ricerca e accetta la riga, eseguendo così il comando proveniente
       dall'elenco della cronologia.

       Readline ricorda l'ultima stringa di ricerca incrementale. Se due Control-R  vengono  battuti  senza  che
       siano  intervenuti caratteri che definiscono una nuova stringa di ricerca, viene utilizzata la stringa di
       ricerca memorizzata al momento.

       Le ricerche non incrementali leggono l'intera  stringa  di  ricerca  prima  di  avviare  la  ricerca  per
       individuare  righe  nella cronologia. La stringa di ricerca può essere battuta dall'utente o essere parte
       del contenuto della riga corrente.

   Nomi di comando readline
       La seguente è una lista di nomi dei comandi e delle  sequenze  di  tasti  predefiniti  a  cui  essi  sono
       collegati.  Nomi  di  comando  senza  una  sequenza  di  tasti  collegata  a essi sono scollegati in modo
       predefinito. Nelle descrizioni seguenti, punto si riferisce alla posizione corrente del cursore  e  marca
       alla posizione del cursore salvata col comando set-mark. Il testo fra il punto e la marca è indicato come
       regione.

   Comandi di movimento
       beginning-of-line (C-a)
              Si sposta all'inizio della riga corrente.
       end-of-line (C-e)
              Si sposta alla fine della riga.
       forward-char (C-f)
              Si sposta avanti di un carattere.
       backward-char (C-b)
              Si sposta indietro di un carattere.
       forward-word (M-f)
              Si sposta in avanti fino alla fine della parola successiva. Le parole sono composte  di  caratteri
              alfanumerici (lettere e cifre).
       backward-word (M-b)
              Si  sposta  indietro  all'inizio  della  parola  corrente o precedente. Le parole sono composte di
              caratteri alfanumerici (lettere e cifre).
       shell-forward-word
              Si sposta in avanti fino  alla  fine  della  parola  successiva.  Le  parole  sono  delimitate  da
              metacaratteri di shell non quotati.
       shell-backward-word
              Si  sposta  indietro  all'inizio  della parola corrente o precedente. Le parole sono delimitate da
              metacaratteri di shell non quotati.
       previous-screen-line
              Cerca di spostare il punto alla stessa colonna dello schermo della precedente riga dello  schermo.
              Questo  non avrà l'effetto desiderato se l'attuale readline non occupa più di una riga fisica o se
              il punto non è maggiore della lunghezza del prompt sommata alla larghezza dello schermo.
       next-screen-line
              Cerca di spostare il punto alla stessa colonna dello schermo della successiva riga dello  schermo.
              Questo  non avrà l'effetto desiderato se l'attuale readline non occupa più di una riga fisica o se
              il punto non è maggiore della lunghezza del prompt sommata alla larghezza dello schermo.
       clear-display (M-C-l)
              Pulisce lo schermo e,  se  possibile,  il  buffer  per  rivedere  quanto  presente  in  precedenza
              (scrollback) sul terminale, poi riscrive la riga corrente, lasciandola in cima allo schermo.
       clear-screen (C-l)
              Pulisce  lo  schermo,  poi  riproduce  la  riga  corrente, lasciando la riga corrente in cima allo
              schermo. Con un argomento, rilegge la riga corrente senza ripulire lo schermo.
       redraw-current-line
              Rinfresca la riga corrente.

   Comandi per manipolare la cronologia
       accept-line (Newline, Return)
              Accetta la riga senza curarsi di dove sia il cursore. Se questa riga non è vuota, è aggiunta  alla
              lista  della cronologia in accordo con lo stato della variabile HISTCONTROL. Se la riga è una riga
              di cronologia modificata, allora ripristina la riga di cronologia al suo stato originale.
       previous-history (C-p)
              Prende il precedente comando dalla lista della cronologia, spostandosi indietro nella lista.
       next-history (C-n)
              Prende il successivo comando dalla lista della cronologia, spostandosi avanti nella lista.
       beginning-of-history (M-<)
              Si sposta alla prima riga nella cronologia.
       end-of-history (M->)
              Si sposta alla fine della cronologia dell'input, cioè, alla riga che si sta inserendo.
       operate-and-get-next (C-o)
              Accetta la riga corrente per l'esecuzione e prende dalla cronologia la riga  successiva  a  quella
              corrente,  per  la  modifica.  Un  argomento  numerico,  se  presente,  specifica l'elemento della
              cronologia da usare al posto della riga corrente.
       fetch-history
              Con un argomento numerico, prende l'elemento dalla cronologia e  lo  rende  riga  corrente.  Senza
              argomento, si sposta indietro al prima elemento della cronologia.
       reverse-search-history (C-r)
              Cerca  all'indietro partendo dalla riga corrente spostandosi in `su' attraverso la cronologia come
              necessario. Questa è una ricerca incrementale.
       forward-search-history (C-s)
              Cerca in avanti partendo dalla riga corrente e spostandosi in `giù' attraverso la cronologia  come
              necessario. Questa è una ricerca incrementale.
       non-incremental-reverse-search-history (M-p)
              Cerca  all'indietro  attraverso  la  cronologia, partendo dalla riga corrente, una stringa fornita
              dall'utente, usando una ricerca non incrementale.
       non-incremental-forward-search-history (M-n)
              Cerca in avanti attraverso la cronologia una stringa fornita dall'utente, usando una  ricerca  non
              incrementale.
       history-search-forward
              Cerca in avanti attraverso la cronologia una stringa di caratteri tra l'inizio della riga corrente
              e il punto del cursore. Questa è una ricerca non incrementale.
       history-search-backward
              Cerca all'indietro attraverso la cronologia una stringa  di  caratteri  tra  l'inizio  della  riga
              corrente e il punto del cursore. Questa è una ricerca non incrementale.
       history-substring-search-backward
              Cerca  all'indietro  attraverso  la  cronologia  una  stringa di caratteri tra l'inizio della riga
              corrente e la posizione corrente del cursore  (il  punto).  La  stringa  di  ricerca  può  cercare
              corrispondenze dovunque in una riga della cronologia. Questa è una ricerca non incrementale.
       history-substring-search-forward
              Cerca in avanti attraverso la cronologia una stringa di caratteri tra l'inizio della riga corrente
              e il punto del cursore. La stringa di ricerca può cercare  corrispondenze  dovunque  in  una  riga
              della cronologia. Questa è una ricerca non incrementale.
       yank-nth-arg (M-C-y)
              Inserisce  il  primo  argomento  del comando precedente (generalmente la seconda parola sulla riga
              precedente) alla posizione del cursore. Con un argomento n, inserisce la n-sima parola del comando
              precedente  (le  parole  nel  comando  precedente iniziano con la parola 0). Un argomento negativo
              inserisce la n-sima parola dalla fine del comando  precedente.  Una  volta  che  l'argomento  n  è
              calcolato,   l'argomento  è  estratto  come  se  l'espansione  della  cronologia  "!n"  sia  stata
              specificata.
       yank-last-arg (M-., M-_)
              Inserisce l'ultimo argomento del comando precedente (l'ultima  parola  della  precedente  riga  di
              cronologia).  Con  un  argomento  numerico,  si  comporta  esattamente come yank-nth-arg. Chiamate
              consecutive a yank-last-arg percorrono l'elenco  della  cronologia  all'indietro,  inserendo  ogni
              volta  l'ultima parola (o la parola specificata dall'argomento della prima chiamata) di ogni riga.
              Qualsiasi argomento numerico fornito a  queste  chiamate  successive  determina  la  direzione  di
              scorrimento   nella  cronologia.  Un  argomento  negativo  commuta  la  direzione  di  scorrimento
              (all'indietro o in avanti). I servizi dell'espansione della cronologia  sono  usati  per  estrarre
              l'ultima parola, come se fosse stata specificata l'espansione della cronologia "!$".
       shell-expand-line (M-C-e)
              Espande  la riga nello stesso modo in cui lo fa la shell. Questo espande gli alias e la cronologia
              così come tutte le parole della shell. Si veda ESPANSIONE DELLA  CRONOLOGIA  più  avanti  per  una
              descrizione dell'espansione della cronologia.
       history-expand-line (M-^)
              Effettua  l'espansione  della  cronologia sulla riga corrente. Si veda ESPANSIONE DELLA CRONOLOGIA
              più avanti per una descrizione dell'espansione della cronologia.
       magic-space
              Effettua l'espansione della cronologia sulla  riga  corrente  e  inserisce  uno  spazio.  Si  veda
              ESPANSIONE DELLA CRONOLOGIA più avanti per una descrizione dell'espansione della cronologia.
       alias-expand-line
              Effettua  l'espansione  degli  alias  sulla riga corrente. Si veda ALIAS sopra per una descrizione
              dell'espansione degli alias.
       history-and-alias-expand-line
              Espande la cronologia e gli alias sulla riga corrente.
       insert-last-argument (M-., M-_)
              Un sinonimo di yank-last-arg.
       edit-and-execute-command (C-x C-e)
              Invoca un editor sulla riga di comando corrente ed esegue il risultato come comandi di shell. Bash
              tenta di invocare $VISUAL, $EDITOR e emacs come editor, in quest'ordine.

   Comandi per cambiare il testo
       fine-del-file (generalmente C-e)
              Il  carattere  che  indica  fine-del-file  come  impostato,  per  esempio, da ``stty''.  Se questo
              carattere viene letto quando non ci sono caratteri sulla riga, e il punto è all'inizio della riga,
              readline lo interpreta come fine dell'input e ritorna EOF.
       delete-char (C-d)
              Cancella  il carattere nel punto del cursore. Se questa funzione è associata allo stesso carattere
              come il carattere EOF della tty, come C-d normalmente è, si veda sopra per gli effetti.
       backward-delete-char (Rubout)
              Cancella il carattere dopo il cursore. Quando  è  dato  un  argomento  numerico,  salva  il  testo
              cancellato sul kill-ring.
       forward-backward-delete-char
              Cancella  il  carattere  sotto il cursore, a meno che il cursore non sia alla fine della riga, nel
              qual caso il carattere dietro al cursore viene cancellato.
       quoted-insert (C-q, C-v)
              Aggiunge il successivo carattere battuto sulla riga in  modo  letterale.  Questo  è  il  modo  per
              inserire caratteri come C-q, per esempio.
       tab-insert (C-v TAB)
              Inserisce un carattere tab.
       self-insert (a, b, A, 1, !, ...)
              Inserisce il carattere battuto.
       transpose-chars (C-t)
              Trascina  il  carattere  prima  del  punto  del  cursore  in  avanti sopra il carattere nel punto,
              spostando anche il punto in avanti. Se il punto è alla fine della riga, traspone i  due  caratteri
              prima del punto. Argomenti negativi non hanno effetto.
       transpose-words (M-t)
              Trascina la parola prima del punto del cursore dopo la parola oltre il punto, spostando inoltre il
              punto sopra quella parola. Se il punto è alla fine della  riga,  allora  traspone  le  ultime  due
              parole sulla riga.
       upcase-word (M-u)
              Rende  maiuscola  la  parola  corrente (o seguente). Con un argomento negativo, opera sulla parola
              precedente, ma non sposta il punto del cursore.
       downcase-word (M-l)
              Rende minuscola la parola corrente (o seguente). Con un argomento  negativo,  opera  sulla  parola
              precedente, ma non sposta il punto del cursore.
       capitalize-word (M-c)
              Rende  maiuscola  la  prima lettera della parola corrente (o seguente). Con un argomento negativo,
              opera sulla parola precedente, ma non sposta il punto del cursore.
       overwrite-mode
              Alterna fra modalità inserimento e modalità di sovrascrittura. Con un argomento numerico esplicito
              positivo  passa  alla  modalità  sovrascrittura.  Con un argomento numerico esplicito non positivo
              passa alla modalità inserimento. Questo comando riguarda solo la modalità emacs;  la  modalità  vi
              sovrascrive  in modo diverso. Ogni chiamata a readline() viene avviata in modalità inserimento. In
              modalità sovrascrittura i caratteri associati a self-insert sostituiscono il testo nel  punto  del
              cursore   piuttosto   che   sospingere   il   testo   verso   destra.   I  caratteri  associati  a
              backward-delete-char sostituiscono il carattere prima del punto con uno spazio. Questo  comando  è
              non associato in modo predefinito.

   Eliminazione e recupero
       kill-line (C-k)
              Elimina il testo dal punto del cursore fino alla fine della riga.
       backward-kill-line (C-x Rubout)
              Elimina all'indietro fino all'inizio della riga.
       unix-line-discard (C-u)
              Elimina  all'indietro  dal  punto del cursore fino all'inizio della riga. Il testo eliminato viene
              salvato nel kill-ring.
       kill-whole-line
              Elimina tutti i caratteri sulla riga corrente, non importa dove sia il punto del cursore.
       kill-word (M-d)
              Elimina dal punto del cursore fino alla fine della parola corrente o, se  tra  parole,  fino  alla
              fine della successiva parola. I delimitatori di parola sono gli stessi usati da forward-word.
       backward-kill-word (M-Rubout)
              Elimina  la  parola dietro il punto del cursore. I delimitatori di parole sono gli stessi usati da
              forward-word.
       shell-kill-word
              Elimina dal punto del cursore fino alla fine della parola corrente o, se  tra  parole,  fino  alla
              fine   della   parola   successiva.   I   delimitatori   di   parola  sono  gli  stessi  usati  da
              shell-forward-word.
       shell-backward-kill-word
              Elimina la parola dietro il punto del cursore. I delimitatori di parola sono gli stessi  usati  da
              shell-backward-word.
       unix-word-rubout (C-w)
              Elimina  la  parola  dietro  il  punto  del cursore, usando gli spazi bianchi come delimitatori di
              parola. Il testo eliminato è salvato nel kill-ring.
       unix-filename-rubout
              Elimina la parola prima del punto del cursore, usando uno spazio bianco e il carattere  barra  [/]
              come delimitatori di parola. Il testo eliminato è salvato nel kill-ring.
       delete-horizontal-space (M-\)
              Cancella tutti gli spazi e i tab attorno al punto del cursore.
       kill-region
              Elimina il testo nella regione corrente.
       copy-region-as-kill
              Copia il testo nella regione sul kill buffer.
       copy-backward-word
              Copia  la  parola  prima  del punto del cursore sul kill buffer. I delimitatori di parola sono gli
              stessi di backward-word.
       copy-forward-word
              Copia la parola dopo il punto del cursore sul kill buffer.  I  delimitatori  di  parola  sono  gli
              stessi di forward-word.
       yank (C-y)
              Copia il contenuto in cima al kill-ring e lo pone nel buffer nel punto del cursore.
       yank-pop (M-y)
              Ruota il kill-ring, e copia la nuova cima. Funziona solo dopo yank o yank-pop.

   Argomenti numerici
       digit-argument (M-0, M-1, ..., M--)
              Aggiunge  questa  cifra  all'argomento  che  sta già accumulando, o inizia un nuovo argomento. M--
              avvia un argomento negativo.
       universal-argument
              Questo è un altro modo per specificare un argomento. Se il comando è seguito da una o  più  cifre,
              opzionalmente  con  un  segno meno iniziale, queste cifre definiscono l'argomento. Se il comando è
              seguito da cifre, eseguendo universal-argument di nuovo termina l'argomento numerico, ma  a  parte
              questo  viene  ignorato.  Come  caso  speciale,  se  questo comando è seguito immediatamente da un
              carattere che non è né una cifra né un segno meno, il contatore degli  argomenti  per  il  comando
              successivo  è  moltiplicato  per  quattro.  Il contatore è inizialmente uno, così eseguendo questa
              funzione la prima volta il contatore diventa  quattro,  la  seconda  volta  il  contatore  diventa
              sedici, e così via.

   Completamento
       complete (TAB)
              Tenta  di  effettuare  il  completamento del testo che precede il punto del cursore. Bash tenta il
              completamento trattando il testo, rispettivamente, come una variabile (se il testo inizia con  $),
              nome  di  utente (se il testo comincia con ~), nome di host (se il testo comincia con @) o comando
              (inclusi alias e  funzioni).  Se  nessuno  di  questi  produce  un  risultato,  viene  tentato  il
              completamento del nome-file.
       possible-completions (M-?)
              Elenca i possibili completamenti del testo che precede il punto del cursore.
       insert-completions (M-*)
              Inserisce  tutti  i  completamenti  del testo che precede il punto del cursore che sarebbero stati
              generati da possible-completions.
       menu-complete
              Simile a complete, ma sostituisce la parola da completare con  una  corrispondenza  singola  dalla
              lista  dei  possibili  completamenti.  Un'esecuzione ripetuta di menu-complete scorre la lista dei
              possibili completamenti, inserendo una corrispondenza  alla  volta.  Alla  fine  della  lista  dei
              completamenti  viene  emesso un segnale acustico (dipendente dall'impostazione di bell-style) e il
              testo originale è ripristinato. Con un argomento n si sposta di n posizioni in avanti nella  lista
              dei  completamenti  individuati; può essere usato un argomento negativo per spostarsi all'indietro
              nella lista. Questo comando è da associare normalmente al tasto TABP, però non è associato in modo
              predefinito.
       menu-complete-backward
              Identico  a  menu-complete,  ma si muove in senso inverso nella lista dei possibili completamenti,
              come se menu-complete avesse ricevuto  un  argomento  negativo.  Come  comportamento  predefinito,
              questo comando non ha restrizioni.
       delete-char-or-list
              Cancella il carattere sotto il cursore se non si trova all'inizio o alla fine della riga (simile a
              delete-char). Se è alla fine della riga, si comporta in modo identico a possible-completions. Come
              comportamento predefinito, questo comando non è associato.
       complete-filename (M-/)
              Tenta il completamento del nome del file sul testo che precede il punto del cursore.
       possible-filename-completions (C-x /)
              Elenca  i  possibili completamenti del testo che precede il punto del cursore, trattandolo come un
              nome-file.
       complete-username (M-~)
              Tenta il completamento del testo che precede il punto del cursore, trattandolo  come  un  nome  di
              utente.
       possible-username-completions (C-x ~)
              Elenca  i  possibili completamenti del testo che precede il punto del cursore, trattandolo come un
              nome di utente.
       complete-variable (M-$)
              Tenta il completamento del testo che precede il punto del cursore, trattandolo come una  variabile
              di shell.
       possible-variable-completions (C-x $)
              Elenca  i possibili completamenti del testo che precede il punto del cursore, trattandolo come una
              variabile di shell.
       complete-hostname (M-@)
              Tenta il completamento del testo che precede il punto del cursore, trattandolo  come  un  nome  di
              host.
       possible-hostname-completions (C-x @)
              Elenca  i  possibili completamenti del testo che precede il punto del cursore, trattandolo come un
              nome di host.
       complete-command (M-!)
              Tenta il completamento del testo che precede punto del cursore, trattandolo come nome di  comando.
              Il  completamento  di  comando  tenta  di far combaciare il testo confrontandolo con alias, parole
              riservate, funzioni di shell, comandi incorporati di shell e, da ultimo, nomi-file eseguibili,  in
              quest'ordine.
       possible-command-completions (C-x !)
              Elenca  i  possibili completamenti del testo che precede il punto del cursore, trattandolo come un
              nome di comando.
       dynamic-complete-history (M-TAB)
              Tenta il completamento del testo che precede il cursore, confrontando il testo con le righe  della
              cronologia cercando le possibili corrispondenze di completamento.
       dabbrev-expand
              Tenta  il completamento del menù sul testo che precede il punto del cursore, confrontando il testo
              con le righe della lista della cronologia cercando le possibili corrispondenze di completamento.
       complete-into-braces (M-{)
              Effettua il completamento del nome-file e inserisce la lista dei possibili completamenti racchiusi
              tra  parentesi  graffe,  rendendo  la  lista  disponibile  per  la shell (si veda Espansione delle
              parentesi graffe sopra).

   Macro di tastiera
       start-kbd-macro (C-x ()
              Inizia a salvare i caratteri battuti nella corrente macro di tastiera.
       end-kbd-macro (C-x ))
              Smette di salvare i caratteri battuti nella corrente macro di tastiera e memorizza la definizione.
       call-last-kbd-macro (C-x e)
              Riesegue l'ultima macro di tastiera definita, facendo sì che i caratteri nella macro appaiano come
              se fossero stati battuti sulla tastiera.
       print-last-kbd-macro ()
              Stampa l'ultima macro di tastiera definita in un formato adatto per il file inputrc.

   Varie
       re-read-init-file (C-x C-r)
              Legge il contenuto del file inputrc, e incorpora ogni associazione o assegnamento di variabile che
              trova.
       abort (C-g)
              Annulla il corrente comando di modifica ed emette il segnale acustico  del  terminale  (dipendente
              dall'impostazione di bell-style).
       do-lowercase-version (M-A, M-B, M-x, ...)
              Se  il  carattere  x  battuto  assieme  al  tasto Meta è maiuscolo, esegue il comando collegato al
              corrispondente carattere minuscolo. Il comportamento è indefinito se x è già minuscolo.
       prefix-meta (ESC)
              Definisce come tasto Meta il successivo carattere battuto.  ESC f è equivalente a Meta-f.
       undo (C-_, C-x C-u)
              Undo incrementale, memorizzato separatamente per ogni riga.
       revert-line (M-r)
              Annulla tutti i cambiamenti fatti su questa riga. Questo è come eseguire il comando undo un numero
              di volte sufficiente a riportare la riga al suo stato iniziale.
       tilde-expand (M-&)
              Effettua l'espansione della tilde sulla parola corrente.
       set-mark (C-@, M-<space>)
              Imposta  la  marca in corrispondenza del punto del cursore. Se viene fornito un argomento numerico
              la marca viene impostato a quella posizione.
       exchange-point-and-mark (C-x C-x)
              Scambia il punto del cursore con la marca. La posizione corrente  del  cursore  è  impostata  alla
              posizione salvata, e la vecchia posizione del cursore è salvata come marca.
       character-search (C-])
              Viene  letto  un  carattere  e  il  punto del cursore è spostato all'occorrenza successiva di quel
              carattere. Un contatore negativo cerca occorrenze precedenti.
       character-search-backward (M-C-])
              Viene letto un carattere e il punto del cursore  è  spostato  all'occorrenza  precedente  di  quel
              carattere. Un contatore negativo cerca occorrenze successive.
       skip-csi-sequence
              Legge  abbastanza caratteri da esaurire una sequenza di combinazione di tasti come quelle definite
              per tasti quali Home e End. Queste sequenze iniziano con  un  Control  Sequence  Indicator  (CSI),
              generalmente ESC-[. Se questa sequenza è collegata a "\[", i tasti che producono tali sequenze non
              hanno alcun effetto, a meno che non siano collegati esplicitamente a un comando  readline,  invece
              di inserire caratteri sparsi nel buffer di modifica. Come impostazione predefinita, questo comando
              non ha restrizioni, ma in genere è collegato a ESC-[.
       insert-comment (M-#)
              Senza un argomento numerico il valore della variabile readline comment-begin è inserito all'inizio
              della  riga  corrente.  Se  è  fornito  un  argomento  numerico  questo  comando  agisce  come  un
              interruttore: se i caratteri all'inizio della riga non corrispondono al valore  di  comment-begin,
              il  valore  viene inserito, altrimenti i caratteri in comment-begin vengono cancellati dall'inizio
              della riga. In entrambi i casi la riga viene accettata come se fosse stato battuto  un  codice  di
              fine  riga (newline). Il valore predefinito di comment-begin fa sì che questo comando trasformi la
              riga corrente in un commento di shell. Se un argomento numerico provoca la rimozione del carattere
              di commento, la riga verrà eseguita dalla shell.
       spell-correct-word (C-x s)
              Effettua  la correzione sulla parola corrente, trattandola come directory o nome file, esattamente
              come fare l'opzione di  shell  cdspell.  I  delimitatori  di  parola  sono  gli  stessi  usati  da
              shell-forward-word.
       glob-complete-word (M-g)
              La  parola  prima  del punto del cursore è trattata come un modello per l'espansione del percorso,
              con un asterisco aggiunto alla fine implicitamente. Questo modello viene usato  per  generare  una
              lista di nomi di file corrispondenti a possibili completamenti.
       glob-expand-word (C-x *)
              La  parola prima del punto del cursore è trattata come un modello per l'espansione del percorso, e
              la lista dei nomi-file individuati viene inserita, sostituendo la  parola.  Se  viene  fornito  un
              argomento numerico viene aggiunto alla fine un asterisco prima dell'espansione del percorso.
       glob-list-expansions (C-x g)
              Viene  mostrata  la  lista  delle espansioni che sarebbero state generate da glob-expand-word e la
              riga è ridisegnata. Se viene  fornito  un  argomento  numerico,  un  asterisco  è  aggiunto  prima
              dell'espansione del percorso.
       dump-functions
              Stampa  tutte  le  funzioni  e  le loro associazioni di tasti sul file di output di readline. Se è
              fornito un argomento numerico, l'output è formattato in modo tale da poter essere inserito  in  un
              file inputrc.
       dump-variables
              Stampa  tutte le variabili readline impostabili e i loro valori sul file di output di readline. Se
              viene fornito un argomento numerico l'output è formattato in modo tale da poter essere inserito in
              un file inputrc.
       dump-macros
              Stampa  tutte  le  sequenze di tasti readline associate a macro e le stringhe da loro prodotte. Se
              viene fornito un argomento numerico l'uscita è formattata in modo tale da poter essere inserito in
              un file inputrc.
       display-shell-version (C-x C-v)
              Mostra l'informazione sulla versione della corrente istanza di bash.

   Completamento programmabile
       Quando  viene  tentato  il  completamento  della  parola  per un argomento di un comando per il quale una
       specifica di completamento (una compspec) è stata definita col  comando  incorporato  complete  (si  veda
       COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL più avanti), vengono invocati i servizi di completamento programmabile.

       Per  prima  cosa  viene  identificato  il  nome  del comando. Se la parola del comando è la stringa vuota
       (completamento tentato all'inizio di una riga vuota), viene usato ogni compspec definito con l'opzione -E
       di  complete.  Se  un comspec è stato definito per quel comando, il comspec è usato per generare la lista
       dei possibili completamenti per la parola. Se il nome del comando è un percorso completo di  file,  viene
       ricercato  per  primo  un  comspec  per  il percorso completo. Se non viene trovato nessun comspec per il
       percorso completo viene fatto un tentativo per trovare un comspec per la porzione che segue la barra  [/]
       finale.  Se  queste  ricerche  non  risultano  in un compspec, viene usato come predefinito ogni compspec
       definito con l'opzione -D di complete. Se  non  c'è  un  comspec  predefinito,  bash  tenta  l'espansione
       dell'alias  sulla  parola di comando come ultima alternativa, e tenta di trovare un comspec per la parola
       di comando da ogni espansione andata a buon fine.

       Un volta trovato un comspec, questo è usato per generare la lista delle  parole  corrispondenti.  Se  non
       viene  trovato  un  comspec,  viene  effettuato  il  completamento  di bash predefinito come descritto in
       precedenza, sotto Completamento.

       Per prima cosa, sono usate le azioni specificate dal comspec. Sono restituite solo le corrispondenze  che
       iniziano  con  la  parola  che  dev'essere  completata.  Quando  viene  usata  l'opzione  -f  o -d per il
       completamento del nome-file o della directory, la variabile di shell FIGNORE  è  usata  per  filtrare  le
       corrispondenze.

       In  seguito,  viene  generato qualsiasi completamento specificato da un modello di espansione del nome di
       percorso all'opzione -G. Le parole generate dal modello non  devono  necessariamente  corrispondere  alla
       parola  che  dev'essere  completata.  La  variabile  di  shell  GLOBIGNORE  non  è  usata per filtrare le
       corrispondenze, ma viene usata la variabile FIGNORE.

       In seguito, viene considerata la stringa specificata come argomento all'opzione -W. La  stringa  è  prima
       suddivisa  usando  i  caratteri nella variabile speciale IFS come delimitatori. È rispettata la quotatura
       della shell. Ogni parola viene poi espansa usando espansione delle  parentesi  graffe,  espansione  della
       tilde,  espansione  di  parametro  e di variabile, sostituzione di comando ed espansione aritmetica, come
       descritto in precedenza, sotto ESPANSIONE. I risultati sono suddivisi usando le  regole  sopra  descritte
       sotto  Suddivisione  in  parole. I risultati dell'espansione sono confrontati con la parte iniziale della
       parola che dev'essere completata, e quelli che corrispondono diventano i possibili completamenti.

       Dopo che queste corrispondenze sono state generate, viene invocata qualsiasi funzione di shell o  comando
       specificato  con  le  opzioni  -F  e  -C.  Quando  il  comando  o funzione viene invocata, alle variabili
       COMP_LINE, COMP_POINT, COMP_KEY e COMP_TYPE sono assegnati valori come  descritto  in  precedenza,  sotto
       Variabili  di  shell.  Quando  una  funzione  di shell sta per essere invocata, le variabili COMP_WORDS e
       COMP_CWORD sono pure impostate. Quando viene invocata una funzione o comando, il primo argomento ( $1)  è
       il  nome  del  comando  i  cui argomenti sono stati completati, il secondo argomento ( $2) è la parola da
       completare e il terzo argomento ( $3) è la parola che precede la  parola  da  completare  sulla  riga  di
       comando  corrente.  Non viene eseguita nessuna azione di filtro sui completamenti generati confrontandoli
       con la parola da completare; la funzione o comando ha libertà completa nel generare le corrispondenze.

       Qualsiasi funzione specificata con -F viene invocata per prima. La funzione può usare uno  qualsiasi  dei
       servizi  di  shell,  incluso  il  comando  incorporato  compgen  descritto  più  avanti,  per generare le
       corrispondenze. la funzione deve mettere i possibili completamenti della variabile vettore COMPREPLY, uno
       per elemento di vettore.

       In seguito, qualsiasi comando specificato con l'opzione -C viene invocato in un ambiente equivalente alla
       sostituzione di comando. Questo dovrebbe stampare  una  lista  di  completamenti,  uno  per  riga,  sullo
       standard output. Una barra inversa può essere usata per proteggere un newline, se necessario.

       Una  volta  generati  tutti  i  possibili  completamenti,  ogni filtro specificato con l'opzione -X viene
       applicato alla lista. Il filtro è un modello come quello usato per l'espansione di percorso;  una  &  nel
       modello  è sostituita col testo della parola da completare. Una & letterale si può indicare con una barra
       inversa di protezione; la barra inversa viene rimossa prima della ricerca  di  una  corrispondenza.  Ogni
       completamento  che  corrisponde  al  modello viene rimosso dalla lista. Un ! iniziale nega il modello; in
       questo caso ogni completamento non corrispondente  al  modello  viene  rimosso.  Se  l'opzione  di  shell
       nocasematch  è  abilitata,  il  confronto  è  effettuato  senza distinzione fra maiuscole e minuscole nei
       caratteri alfabetici.

       Infine, qualsiasi prefisso e suffisso specificato dalle opzioni -P e -S è aggiunto a  ogni  membro  della
       lista  di  completamento  e  il  risultato è restituito al codice di completamento readline come lista di
       completamenti possibili.

       Se le azioni precedentemente applicate non generano  corrispondenze,  e  a  complete  era  stata  fornita
       l'opzione  -o  dirnames  quando  era  stato definito comspec, viene tentato il completamento come nome di
       directory.

       Se a complete era stata fornita l'opzione -o plusdirs quando era stato definito comspec, viene tentato il
       completamento  come  nomi  di  directory  e  qualunque corrispondenza è aggiunta ai risultati delle altre
       azioni.

       Come comportamento predefinito, se viene trovato un comspec, qualsiasi cosa generi  viene  restituito  al
       codice  di  completamento  come  insieme  completo  di  completamenti  possibili. I completamenti di bash
       predefiniti  non  vengono  tentati,  e  la  readline  predefinita  del  completamento  del  nome-file   è
       disabilitata.  Se  l'opzione  -o bashdefault era stata fornita a complete al momento della definizione di
       comspec, i completamenti predefiniti di bash vengono tentati se il comspec non genera corrispondenze.  Se
       l'opzione  -o  default  era  stata  fornita  a  complete  al  momento  della  definizione  di  comspec, i
       completamenti predefiniti di readline vengono effettuati se il comspec (e, se tentato,  il  completamento
       predefinito di bash) non genera corrispondenze.

       Quando  un  comspec  indica  che  è  desiderato  il  completamento come nome di directory, le funzioni di
       completamento programmabile forzano readline ad aggiungere una barra [/]  ai  nomi  completati  che  sono
       collegamenti  simbolici  a directory, dipendente dal valore della variabile di readline mark-directories,
       indipendentemente dall'impostazione della variabile di readline mark-symlinked-directories.

       Ci sono alcuni metodi per modificare dinamicamente i completamenti. Ciò è molto  utile  quando  usato  in
       combinazione  con  un  completamento  predefinito  specificato  con complete -D. Per le funzioni di shell
       eseguite come manipolatori  di  completamento  è  possibile  richiedere  di  ritentare  il  completamento
       indicando  il  ritorno  di  uno  stato d'uscita di 124. Se una funzione di shell ritorna 124, e cambia il
       compspec associato al comando sul quale si sta tentando il completamento (fornito  come  primo  argomento
       quando  viene eseguita la funzione), il completamento programmabile riparte dall'inizio, col tentativo di
       trovare un nuovo compspec per quel comando. Questo  permette  a  una  serie  di  completamenti  di  venir
       costruiti dinamicamente al tentativo di completamento, piuttosto che essere caricati tutti in una volta.

       Per esempio, ponendo che ci sia una libreria di compspec, ognuno tenuto in un file corrispondente al nome
       del  comando,  la  seguente  funzione  di  completamento   predefinita   caricherebbe   i   completamenti
       dinamicamente:

       _completion_loader()
       {
            . "/etc/bash_completion.d/$1.sh" >/dev/null 2>&1 && return 124
       }
       complete -D -F _completion_loader -o bashdefault -o default

STORIA

       Quando  l'opzione  -o  history  del comando incorporato set è abilitata, la shell fornisce l'accesso alla
       cronologia dei comandi, la lista dei comandi precedentemente battuti. Il valore della variabile  HISTSIZE
       è  usata  come  numero di comandi da salvare nell'elenco della cronologia. Il testo degli ultimi HISTSIZE
       comandi (predefinito 500) viene salvato. La shell immagazzina ogni comando nella lista  della  cronologia
       prima  dell'espansione  di  parametro  e  di  variabile  (si  veda  ESPANSIONE sopra) ma dopo che è stata
       effettuata l'espansione della cronologia, dipendente dai valori delle variabili  di  shell  HISTIGNORE  e
       HISTCONTROL.

       All'avvio,  la  cronologia  è  inizializzata  dal  file  indicato  dalla  variabile HISTFILE (predefinita
       ~/.bash_history). Il file indicato dal valore di HISTFILE viene troncato, se  necessario,  per  contenere
       non  più  del  numero di righe specificate dal valore di HISTFILESIZE. Se HISTFILESIZE non è impostata, o
       impostata a null, a un valore non numerico o a un valore minore di zero, il  file  della  cronologia  non
       viene  troncato.  Quando  viene letto il file della cronologia, le righe che iniziano con un carattere di
       commento, seguito immediatamente da una cifra, sono interpretate come marcatura oraria per  la  riga  che
       segue.  Queste  informazioni  di data e ora vengono visualizzate opzionalmente a seconda del valore della
       variabile HISTTIMEFORMAT. Quando una shell con la cronologia abilitata esce, le  ultime  $HISTSIZE  righe
       vengono  copiate  dalla lista della cronologia su $HISTFILE. Se l'opzione di shell histappend è abilitata
       (si veda la descrizione di shopt sotto COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL  più  avanti),  le  righe  vengono
       accodate  al  file  della  cronologia,  in caso contrario il file della cronologia viene sovrascritto. Se
       HISTFILE non è impostato o il file della cronologia è non scrivibile, la cronologia non viene salvata. Se
       la  variabile  HISTTIMEFORMAT  è  impostata, le informazioni di data e ora vengono scritte nel file della
       cronologia, contrassegnate col carattere di commento  della  cronologia,  in  modo  da  venir  preservate
       durante  le  sessioni  di  shell. Il carattere di commento viene usato per distinguere le informazioni di
       data e ora dalle altre righe. Dopo il salvataggio della cronologia il file della  cronologia  è  troncato
       per  contenere  non  più di HISTFILESIZE righe. Se HISTFILESIZE non è impostata, o impostata a null, a un
       valore non numerico o a un valore numerico minore di zero, il file della cronologia non viene troncato.

       Il comando incorporato fc (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL  più  avanti)  può  essere  usato  per
       elencare  o  editare  e rieseguire una parte della lista della cronologia. Il comando incorporato history
       può essere usato per mostrare o modificare la lista della cronologia e manipolare il file di  cronologia.
       Quando si usa la modifica della riga di comando, sono disponibili comandi di ricerca in ciascuna modalità
       di modifica che fornisce accesso alla lista della cronologia.

       La shell permette il controllo su quali comandi  salvare  nella  lista  della  cronologia.  Le  variabili
       HISTCONTROL e HISTIGNORE possono essere definite in modo tale che la shell salvi solo un sottoinsieme dei
       comandi immessi. L'opzione di shell cmdhist, se abilitata, fa sì che la shell tenti di salvare ogni  riga
       di  un  comando  multiriga  nello  stesso elemento della cronologia, aggiungendo dei punti e virgola dove
       necessario per preservare le correttezza sintattica. L'opzione di shell  lithist  chiede  alla  shell  di
       salvare i comandi con i codici di fine riga (newline) inclusi invece che separare i comandi con dei punti
       e virgola. Si veda la descrizione del comando incorporato shopt più  avanti,  sotto  COMANDI  INCORPORATI
       DELLA SHELL per informazioni su come definire e annullare le opzioni di shell.

ESPANSIONE DELLA CRONOLOGIA

       La  shell  ha la capacità di espandere la cronologia in maniera simile all'espansione della cronologia in
       csh. Questa sezione descrive le possibilità di sintassi disponibili. Questa possibilità  è  abilitata  in
       modo  predefinito  per  le  shell  interattive, e può essere disabilitata usando l'opzione +H del comando
       incorporato set (si veda COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL  più  avanti).  Le  shell  non  interattive  non
       effettuano l'espansione della cronologia come comportamento predefinito.

       Le  espansioni  della  cronologia  inseriscono  parole  dall'elenco della cronologia nel flusso di input,
       agevolando la ripetizione di comandi, l'inserimento di argomenti di  comandi  precedenti  nella  riga  di
       input corrente, o la correzione rapida di errori in comandi già immessi.

       L'espansione della cronologia è effettuata immediatamente dopo che una riga completa è stata letta, prima
       che la shell la divida in parole, ed è effettuata su ciascuna riga  senza  tener  conto  delle  quotature
       sulle  righe  precedenti.  Essa  ha luogo in due parti. La prima è per determinare quale riga dall'elenco
       della cronologia usare durante la sostituzione. La seconda è per selezionare  parti  di  quella  riga  da
       includere nella riga corrente. La riga selezionata dalla cronologia è l'evento, e la parte di quella riga
       su cui si agisce sono  le  parole.  Diversi  modificatori  sono  disponibili  per  manipolare  le  parole
       selezionate.  La  riga  è  spezzata  in  parole allo stesso modo di quando è letta in input, così che più
       parole separate da metacaratteri circondate da caratteri di quotatura  sono  considerate  come  una  sola
       parola.  Le  espansioni  della  cronologia  iniziano  con la comparsa di un carattere di espansione della
       cronologia, che è ! in modo predefinito. Solo la barra inversa (\) e gli  apostrofi  possono  quotare  il
       carattere  di espansione della cronologia, ma il carattere di espansione della cronologia è trattato come
       quotato se esso precede immediatamente le virgolette di chiusura in una stringa tra virgolette.

       Diversi caratteri  inibiscono  l'espansione  della  cronologia  quando  trovati  immediatamente  dopo  il
       carattere  di  espansione  della  cronologia,  anche  se  non  quotato: spazio, carattere di tabulazione,
       newline, carriage return e =. Se l'opzione di shell estglob è abilitata, anche ( inibisce l'espansione.

       Diverse opzioni di shell impostabili col comando incorporato shopt possono essere usate  per  influenzare
       il  comportamento dell'espansione della cronologia. Se l'opzione di shell histverify è abilitata (si veda
       la descrizione del comando incorporato shopt più avanti), e si sta usando readline, le sostituzioni della
       cronologia  non  vengono  passate  immediatamente all'analizzatore della shell. Invece, la riga espansa è
       ricaricata nel buffer di modifica di readline per ulteriori modifiche. Se si sta  usando  readline  ed  è
       abilitata l'opzione di shell histreedit, una sostituzione di cronologia non completata con successo viene
       ricaricata nel buffer di modifica di readline per essere corretta. L'opzione -p  al  comando  incorporato
       history  può essere usata per vedere cosa farebbe un'espansione della cronologia prima di usarla davvero.
       L'opzione -s del comando incorporato history può essere usata per  aggiungere  comandi  alla  fine  della
       lista  della cronologia senza eseguirli veramente, in modo che siano disponibili per essere richiamati in
       un secondo tempo.

       La shell permette il controllo dei vari caratteri usati dal meccanismo di espansione della cronologia (si
       veda  la  precedente  descrizione  di  histchars  sotto Variabili di shell). La shell usa il carattere di
       commento per contrassegnare le informazioni di data e ora quando scrive il file della cronologia.

   Designatore di evento
       Un designatore di evento è un riferimento a un elemento di riga di comando nella lista della  cronologia.
       A  meno che il riferimento non sia assoluto, gli eventi sono relativi alla posizione corrente nell'elenco
       della cronologia.

       !      Inizia una sostituzione di cronologia, tranne  quando  seguita  da  un  blank,  newline,  carriage
              return, = o ( (quando l'opzione di shell extglob è abilitata usando il comando incorporato shopt).
       !n     Designa la riga di comando n.
       !-n    Designa il comando corrente meno n.
       !!     Designa il comando precedente. Questo è un sinonimo per `!-1'.
       !stringa
              Designa  il comando più recente che precede la posizione corrente nell'elenco della cronologia che
              inizia con stringa.
       !?stringa[?]
              Designa il comando più recente che precede la posizione corrente nell'elenco della cronologia  che
              contiene  stringa.  Il ? finale può essere omesso se stringa è seguita immediatamente da un codice
              di fine riga (newline). Se stringa manca, viene usata la stringa dalla ricerca più recente;  è  un
              errore se non ci sono precedenti stringhe di ricerca.
       ^stringa1^stringa2^
              Sostituzione rapida. Ripete il comando precedente, rimpiazzando stringa1 con stringa2. Equivalente
              a “!!:s^stringa1^stringa2^” (si veda Modificatori più avanti).
       !#     L'intera riga di comando battuta fino a questo punto.

   Designatori di parola
       I designatori di parola sono usati per selezionare parole dall'evento. Un : separa la  specificazione  di
       evento  dal designatore di parola. Esso può essere omesso se il designatore di parola inizia con un ^, $,
       *, - o %. Le parole sono numerate dall'inizio della riga, la prima  parola  essendo  denotata  da  uno  0
       (zero). Le parole sono inserite nella riga corrente separate da spazi singoli.

       0 (zero)
              La parola numero zero. Per la shell, questa è la parola che costituisce il nome del comando.
       n      La n-esima parola.
       ^      Il primo argomento. Cioè, la parola 1.
       $      L'ultima  parola. Normalmente questo è l'ultimo argomento, ma si espanderà alla parola numero zero
              se c'è una sola parola nella riga.
       %      La prima parola che combacia con `?stringa?' nella più recente ricerca, se la stringa  di  ricerca
              inizia con un carattere che è parte di una parola .
       x-y    Un intervallo di parole; `-y' abbrevia `0-y'.
       *      Tutte  le parole tranne la numero zero. Questo è un sinonimo per `1-$'. Non è un errore usare * se
              vi è solo una parola nell'evento; in quel caso il risultato è una stringa vuota.
       x*     Abbrevia x-$.
       x-     Abbrevia x-$ come x*, ma omette l'ultima parola. Se manca x , il valore predefinito è 0.

       Se un designatore di parola è fornito senza una specificazione di evento,  il  comando  precedente  viene
       usato come evento.

   Modificatori
       Dopo  l'opzionale  designatore  di  parola,  può  comparire  una  sequenza  di  uno  o più fra i seguenti
       modificatori, ognuno preceduto da un `:'. Questi modificano, o editano, la parola o le parole selezionate
       dall'evento di cronologia.

       h      Rimuove un componente finale in un nome-file, lasciando solo la testa.
       t      Rimuove tutti i componenti iniziali in un nome-file, lasciando la coda.
       r      Rimuove un suffisso finale della forma .xxx, lasciando il nome base (basename).
       e      Rimuove tutto tranne il suffisso finale.
       p      Stampa il nuovo comando ma non lo esegue.
       q      Quota le parole sostituite, prevenendo ulteriori sostituzioni.
       x      Quota  le parole sostituite, come con q, ma spezza in parole sui blank e newline. I modificatori q
              e x sono mutualmente esclusivi; viene usato l'ultimo fornito.
       s/vecchio/nuovo/
              Sostituisce nuovo alla prima occorrenza di vecchio nella riga di evento. Qualsiasi  carattere  può
              essere  usato  come  delimitatore  al  posto  di  /.  Il delimitatore finale è opzionale se esso è
              l'ultimo carattere della riga di evento. Il delimitatore può essere quotato in vecchio e nuovo con
              una  singola barra inversa. Se compare & in nuovo, esso è sostituito da vecchio. Una barra inversa
              singola quota il carattere &. Se vecchio è nullo, viene impostato all'ultimo vecchio sostituito o,
              se  nessuna sostituzione di cronologia è avvenuta, l'ultima stringa in una ricerca di !?string[?].
              Se nuovo è nullo, ogni corrispondenza di vecchio viene cancellata.
       &      Ripete la precedente sostituzione.
       g      Fa sì che i cambiamenti siano applicati sull'intera riga di evento. Questo si usa in  congiunzione
              con  `:s'  (p.es.,  `:gs/vecchio/nuovo/')  o  `:&'.  Se usato con `:s', qualsiasi delimitatore può
              essere usato al posto di /, e il delimitatore finale è opzionale se  è  l'ultimo  carattere  della
              riga di evento. Un a può essere usato come sinonimo di g.
       G      Applica il modificatore che segue `s' o `&' una volta a ogni parola nella riga di evento.

COMANDI INCORPORATI DELLA SHELL

       Se  non  diversamente  indicato, ogni comando incorporato documentato in questa sezione, il quale accetti
       opzioni precedute da -, accetta -- per indicare la fine delle opzioni. I  comandi  incorporati  :,  true,
       false,  e  test  non  accettano  opzioni  e non trattano -- in modo speciale. I comandi incorporati exit,
       logout, return, break, continue, let e shift accettano ed elaborano argomenti che iniziano  con  -  senza
       richiedere  --.  Altri  comandi incorporati che accettano argomenti, ma per i quali non viene specificato
       che accettano opzioni, interpretano gli argomenti che iniziano con - come opzioni non valide e richiedono
       -- per impedire questa interpretazione.
       : [argomenti]
              Nessun effetto; il comando non fa niente, tranne l'espansione degli argomenti e l'effettuazione di
              ogni ridirezione specificata.  Lo stato di ritorno è zero.

        .  nome-file [argomenti]
       source nome-file [argomenti]
              Legge ed esegue comandi dal nome-file nell'ambiente di shell corrente e ritorna lo stato  d'uscita
              dell'ultimo  comando  eseguito  contenuto in nome-file. Se nome-file non contiene una barra [/], i
              percorsi in PATH sono usati per trovare la directory contenente nome-file. Il file cercato in PATH
              non  ha  bisogno  di  essere  marcato  come eseguibile. Quando bash non è in modalità posix, viene
              ricercata la directory corrente se nessun file viene trovato in PATH. Se l'opzione sourcepath  del
              comando  incorporato  shopt è disattivata, il PATH non viene usato per la ricerca. Se sono forniti
              degli argomenti, essi diventano i parametri posizionali quando nome-file è eseguito. Altrimenti  i
              parametri  posizionali  sono  inalterati.  Se  è abilitata l'opzione -T . eredita tutte le trap in
              DEBUG; in caso contrario ogni trap di DEBUG è salvata (prima) e ripristinata (dopo) la chiamata  a
              .,  e  .  disabilita  la trap DEBUG durante l'esecuzione. Se -T non è abilitato,e il file eseguito
              cambia la trap DEBUG, il nuovo valore è mantenuto quando source completa. Lo stato di ritorno è lo
              stato  dell'ultimo comando terminato dentro lo script (0 se nessun comando è eseguito), e falso se
              nome-file non viene trovato o non può essere letto.

       alias [-p] [nome[=valore] ...]
              Alias senza argomenti o con l'opzione -p stampa la lista degli alias nella forma alias nome=valore
              sullo  standard  output.  Quando sono forniti argomenti, viene definito un alias per ogni nome per
              cui è dato il valore. Uno spazio finale a valore fa sì che la parola seguente sia controllata  per
              la  sostituzione di alias quando l'alias è espanso. Per ogni nome nella lista di argomenti per cui
              nessun valore è fornito, è stampato il nome e il valore dell'alias. Alias ritorna 0 (vero) a  meno
              che non venga dato un nome per il quale nessun alias è stato definito.

       bg [jobspec ...]
              Riprende ogni job sospeso jobspec in background, come se fosse stato avviato con &. Se jobspec non
              è presente, è usato quello che la shell considera essere il job corrente.  bg  jobspec  ritorna  0
              tranne  quando  viene  eseguito  con il job-control disabilitato o, se eseguito con il job-control
              abilitato, se jobspec non è stato trovato o è stato avviato senza usare job-control.

       bind [-m keymap] [-lpsvPSVX]
       bind [-m keymap] [-q funzione] [-u funzione] [-r keyseq]
       bind [-m keymap] -f nome-file
       bind [-m keymap] -x keyseq:comando di shell
       bind [-m keymap] keyseq:nome-funzione
       bind [-m mappa-tasti] sequenza-tasti:comando readline
       bind riga-comando-readline
              Mostra le associazioni attuali di tasti e funzioni di readline, associa una sequenza  di  tasti  a
              una  funzione  o  macro  di  readline o imposta una variabile readline. Ogni argomento che non sia
              un'opzione è un comando come apparirebbe nel file di inizializzazione  di  readline  .inputrc,  ma
              ciascuna  associazione  deve  essere  passata  come  argomento separato; per esempio, '"\C-x\C-r":
              re-read-init-file'. Le opzioni, se fornite, hanno i seguenti significati:
              -m keymap
                     Usa keymap come mappatura della tastiera da modificare  nelle  successive  associazioni.  I
                     nomi  accettabili  per  keymap  sono  emacs,  emacs-standard,  emacs-meta,  emacs-ctlx, vi,
                     vi-move, vi-command e vi-insert.  vi  è  equivalente  a  vi-command  (anche  vi-move  è  un
                     sinonimo) ; emacs è equivalente a emacs-standard.
              -l     Elenca i nomi di tutte le funzioni di readline.
              -p     Mostra i nomi delle funzioni di readline e delle loro associazioni in modo tale che possano
                     essere riletti.
              -P     Elenca i nomi delle funzioni di readline correnti e le loro associazioni.
              -s     Mostra sequenze di tasti di readline associati a macro e le  stringhe  risultanti  in  modo
                     tale che possano essere rilette.
              -S     Mostra sequenze di tasti di readline associate a macro e le stringhe risultanti.
              -v     Mostra  i  nomi delle variabili di readline e i loro valori in modo tale che possano essere
                     riletti.
              -V     Elenca i nomi delle variabili di readline correnti e i loro valori.
              -f nome-file
                     Legge le associazioni dei tasti dal file nome-file.
              -q funzione
                     Chiede quali tasti invocano la funzione indicata.
              -u funzione
                     Dissocia tutti i tasti associati alla funzione indicata.
              -r keyseq
                     Rimuove qualsiasi associazione corrente per keyseq.
              -x keyseq:comando di shell
                     Provoca l'esecuzione di comando-di-shell  ogni  volta  che  viene  immesso  keyseq.  Quando
                     comando-di-shell  viene  eseguito, la shell imposta la variabile READLINE_LINE al contenuto
                     del buffer di riga readline e le variabili READLINE_POINT e  READLINE_MARK  rispettivamente
                     alla  posizione  corrente  del  punto  di  inserzione  e al punto di inserzione salvato (la
                     marcatura). La shell imposta ogni argomento numerico  fornito  dall'utente  alla  variabile
                     READLINE_ARGUMENT.  Se  non  c'è  l'argomento,  la variabile non è impostata. Se il comando
                     eseguito cambia il valore di READLINE_LINE, READLINE_POINT o READLINE_MARK, i nuovi  valori
                     saranno portati nello stato di modifica.
              -X     Elenca  tutte le sequenze di tasti associati a comandi di shell e i comandi associati in un
                     formato che può essere riusato come input.

              Il valore di ritorno è 0 tranne quando si specifica un'opzione non riconosciuta o  è  avvenuto  un
              errore.

       break [n]
              Esce  dall'interno  di  un  ciclo  for,  while,  until  o select. Se n è specificato, interrompe n
              livelli. n deve essere ≥ 1. Se n è più grande  del  numero  di  cicli  racchiusi,  tutti  i  cicli
              racchiusi vengono terminati. Il valore di ritorno è 0 tranne quando n non è maggiore o uguale a 1.

       builtin comando-incorporato [argomenti]
              Esegue  il  comando  incorporato  specificato,  passandogli  gli argomenti, e ritorna il suo stato
              d'uscita. Questo è utile quando si desidera definire una funzione il cui nome è lo  stesso  di  un
              comando  incorporato  della shell, ottenendo la funzionalità del comando incorporato attraverso la
              funzione. Il comando incorporato cd è comunemente ridefinito in questo modo. Lo stato di ritorno è
              falso se comando-incorporato non è un comando incorporato della shell.

       caller [espr]
              Restituisce  il  contesto  di qualsiasi chiamata di subroutine attiva (una funzione di shell o uno
              script eseguito coi comandi incorporati . o source. Senza espr, il caller mostra il numero di riga
              e  il  nome  di file di origine della chiamata di subroutine corrente. Se un intero non negativo è
              fornito come espr, caller mostra il numero di riga, il nome di subroutine e  il  file  di  origine
              corrispondente  a  quella  posizione nello stack delle chiamate di esecuzione. Questa informazione
              aggiuntiva può essere usata, per esempio, per stampare una traccia dello stack. Il frame  corrente
              è  il  frame  0. Il valore di ritorno è 0 tranne quando la shell non sta eseguendo una chiamata di
              subroutine o quando espr non corrisponde a una posizione valida nello stack delle chiamate.

       cd [-L|[-P [-e]] [-@]] [dir]
              Cambia la directory corrente con dir. Se dir non viene  indicato,  viene  usato  il  valore  della
              variabile  HOME.  La  variabile  CDPATH  definisce  i  percorsi  di  ricerca  per le directory che
              contengano dir: ogni nome di directory in CDPATH viene usato per cercarvi dir. Nomi  di  directory
              alternative  in CDPATH sono separati da due punti (:). Un nome di directory nullo in CDPATH indica
              la directory corrente, cioè, “.”. Se dir inizia con una barra [/],  allora  CDPATH  non  è  usato.
              L'opzione  -P  dice  di  usare  la  struttura di directory fisica invece di seguire i collegamenti
              simbolici e prima di gestire eventuali  ..  in  dir  (si  veda  anche  l'opzione  -P  del  comando
              incorporato  set);  l'opzione  -L  forza a seguire i collegamenti simbolici risolvendoli dopo aver
              gestito eventuali .. in dir. Se .. appare in dir e  gestito  rimuovendo  il  componente  del  nome
              percorso  subito  prima  da  dir  fino  alla  barra [/] o all'inizio di dir. Se l'opzione -e viene
              fornita con -P, e la directory di lavoro corrente non può essere determinata con successo dopo  un
              cambiamento di directory andato a buon fine, cd ritornerà uno stato di insuccesso. Sui sistemi che
              la supportano, l'opzione -@ presenta gli attributi estesi associati  a  file  come  se  fosse  una
              directory.  Un  argomento  - è convertito in $OLDPWD prima del cambio directory. Se viene usato il
              nome di una directory non vuota da CDPATH o se -  è  il  primo  argomento,  e  il  cambiamento  di
              directory  ha  successo,  il percorso completo della nuova directory di lavoro viene scritto sullo
              standard output. Se il cambio di directory ha successo,  cd  imposta  il  valore  della  variabile
              d'ambiente  PWD  come il nome della nuova directory, e il valore della variabile d'ambiente OLDPWD
              come il nome della directory corrente prima del  cambio.  Il  valore  di  ritorno  è  vero  se  la
              directory è stata cambiata con successo; falso altrimenti.

       command [-pVv] comando [arg ...]
              Esegue  comando  con  gli  argomenti sopprimendo la normale ricerca tra le funzione di shell. Sono
              eseguiti solo i comandi incorporati o comandi trovati in PATH. Se è specificata l'opzione  -p,  la
              ricerca  di  comando  viene  effettuata  usando  un  valore predefinito per PATH usando il quale è
              garantito che siano trovate tutte le utilità standard. Se è  fornita  l'opzione  -V  o  -v,  viene
              stampata una descrizione di comando. L'opzione -v provoca la visualizzazione di una singola parola
              che indica il comando o il  nome-file  usato  per  invocare  comando;  l'opzione  -V  produce  una
              descrizione più completa. Se è fornita l'opzione -V o -v, lo stato d'uscita è 0 se comando è stato
              trovato, e 1 altrimenti. Se nessuna delle due opzioni è fornita e avviene un errore o comando  non
              può essere trovato, lo stato d'uscita è 127. Altrimenti, lo stato d'uscita del comando incorporato
              command è lo stato d'uscita di comando.

       compgen [opzione] [parola]
              Genera possibili corrispondenze di completamento per parola in accordo con le opzioni, che possono
              essere  qualsiasi  opzione  accettata  dal comando incorporato complete ad eccezione di -p e -r, e
              scrive le corrispondenze sullo standard output. Quando si usano le opzioni -F  o  -C,  le  diverse
              variabili di shell impostate dai servizi di completamento programmabile, anche se disponibili, non
              conterranno valori utili.

              Le corrispondenze saranno generate come se il codice  di  completamento  programmabile  le  avesse
              generate  direttamente da una specifica di completamento con gli stessi flag. Se viene specificata
              parola, vengono mostrati solo i completamenti disponibili per parola.

              Il valore di ritorno è 0 (vero), tranne quando viene fornita un'opzione non valida,  o  non  viene
              generata alcuna corrispondenza.

       complete [-abcdefgjksuv] [-o comp-option] [-DEI] [-A azione] [-G globpat] [-W lista_di_parole]
              [-F funzione] [-C comando] [-X filterpat] [-P prefisso] [-S suffisso] nome [nome ...]
       complete -pr [-DEI] [nome ...]
              Specifica come devono essere completati gli argomenti per ogni nome. Se viene fornita l'opzione -p
              o se non viene fornita alcuna opzione, le specifiche di completamento esistenti sono  stampate  in
              modo tale da essere riutilizzabili come input. L'opzione -r rimuove una specifica di completamento
              per ogni nome o, se non è fornito nessun nome, tutte le specifiche di completamento. L'opzione  -D
              indica  che  le  rimanenti  opzioni  e  azioni si dovrebbero applicare al completamento di comando
              “predefinito”; cioè, il completamento tentato su un comando per il  quale  non  è  stato  definito
              precedentemente  nessun  completamento.  L'opzione  -E indica che le rimanenti opzioni e azioni si
              dovrebbero applicare al completamento di comando “vuoto”; cioè il  completamento  tentato  su  una
              riga  vuota.  L'opzione  -I  indica  che  le  altre  opzioni  ed azioni fornite vanno applicate al
              completamento delle parole iniziali che non siano di assegnamento, o che seguano  un  delimitatore
              di  comando  come ; o |, che è normalmente il completamento del comando. Se vengono utilizzate più
              opzioni, -D ha la priorità rispetto a -E, ed entrambe hanno la precedenza rispetto a  -I.  Se  una
              qualsiasi  di  -D,  -E  o  -I viene usata, ogni altro nome viene ignorato; questi completamenti si
              applicano solo al caso indicato dall'opzione stessa.

              Il processo per applicare queste specifiche di completamento  quando  si  tenta  il  completamento
              della parola è descritto above under Programmable Completion.

              Altre opzioni, se specificate, hanno i seguenti significati. Gli argomenti alle opzioni  -G, -W, e
              -X  (e,  se  necessario  alle  opzioni   -P  e  -S)  dovrebbero  essere  quotati  per  proteggerli
              dall'espansione prima che venga invocato il comando incorporato complete.
              -o comp-option
                      L'opzione  comp-option  controlla  diversi  aspetti  del comportamento di comspec oltre la
                      semplice generazione di completamenti. comp-option può essere uno di questi:
                      bashdefault
                              Effettua il resto dei completamenti predefiniti di  bash  se  comspec  non  genera
                              corrispondenze.
                      default Usa  il  completamento del nome-file predefinito di readline se comspec non genera
                              corrispondenze.
                      dirnames
                              Effettua  il  completamento  del  nome  di  directory  se   comspec   non   genera
                              corrispondenze.
                      filenames
                              Dice  a  readline  che il comspec genera nomi-file, consentendo così di effettuare
                              qualsiasi elaborazione di uno specifico nome-file (come aggiungere una  barra  [/]
                              ai  nomi  di directory, quotare caratteri speciali o sopprimere gli spazi finali).
                              Fatto per essere usato con le funzioni di shell.
                      noquote Dice a readline di  non  quotare  le  parole  completate  se  sono  nomi-file  (la
                              quotatura dei nomi-file è il comportamento predefinito).
                      nosort  Dice  a  readline  di  non ordinare la lista dei possibili completamenti in ordine
                              alfabetico.
                      nospace Dice a readline  di  non  aggiungere  uno  spazio  (che  viene  aggiunto  in  modo
                              predefinito) alle parole completate alla fine della riga.
                      plusdirs
                              Dopo  che le corrispondenze definite da comspec sono state generate, viene tentato
                              il completamento dei nomi di directory e il risultato viene aggiunto ai  risultati
                              delle altre azioni.
              -A azione
                      L'azione può essere una delle seguenti per generare una lista di possibili completamenti:
                      alias   Nome di alias. Può anche essere specificata come -a.
                      arrayvar
                              Nomi di variabili di array.
                      binding Nomi di associazioni di tasti Readline.
                      builtin Nomi di comandi incorporati della shell. Può anche essere specificata come -b.
                      command Nomi di comandi. Può anche essere specificata come -c.
                      directory
                              Nomi di directory.  Può anche essere specificata come -d.
                      disabled
                              Nomi di comandi incorporati della shell disabilitati.
                      enabled Nomi di comandi incorporati della shell abilitati.
                      export  Nomi di variabili di shell esportate. Può anche essere specificata come -e.
                      file    Nomi di file. Può anche essere specificata come -f.
                      function
                              Nomi di funzioni di shell.
                      group   Nomi di gruppo. Può anche essere specificata come -g.
                      helptopic
                              Argomenti di aiuto come accettati dal comando incorporato help.
                      hostname
                              Nomi di host, come presi dal file specificato dalla variabile di shell HOSTFILE.
                      job     Nomi di job, se il job-control è attivo. Può anche essere specificata come -j.
                      keyword Parole riservate della shell. Può anche essere specificata come -k.
                      running Nomi di job in esecuzione, se il job-control è attivo.
                      service Nome di servizi. Può anche essere specificata come -s.
                      setopt  Argomenti validi per l'opzione -o del comando incorporato set.
                      shopt   Nomi di opzioni di shell come accettati dal comando incorporato shopt.
                      signal  Nomi di segnali.
                      stopped Nomi di job sospesi, se il job-control è attivo.
                      user    Nomi di utente. Può anche essere specificata come -u.
                      variable
                              Nomi di variabili di shell. Può anche essere specificata come -v.
              -C comando
                      comando  viene eseguito in un ambiente di subshell, e il suo output viene usato come lista
                      di possibili completamenti. Gli argomenti sono passati come per l'opzione -F.
              -F funzione
                      La funzione di shell function viene eseguita nell'ambiente di shell corrente.   Quando  la
                      funzione  è  eseguita,  il  primo  argomento   ($1)  è il nome del comando i cui argomenti
                      devono essere completati, il secondo argomento  ($2) è la parola da completare, e il terzo
                      argomento  ($3)  è  la  parola  che  precede la parola da completare sulla riga di comando
                      corrente. Al termine, i completamenti possibili sono recuperati dal valore della variabile
                      array COMPREPLY .
              -G globpat
                      Il  modello  di  espansione  dei  nomi  di  percorso  globpat viene espanso per generare i
                      possibili completamenti.
              -P prefisso
                      prefisso è aggiunto all'inizio  di  ogni  possibile  completamento  dopo  che  sono  state
                      applicate tutte le altre opzioni.
              -S suffisso
                      suffisso  è  aggiunto  alla  fine  di  ogni  possibile  completamento  dopo che sono state
                      applicate tutte le altre opzioni.
              -W wordlist
                      L'elenco-parole  è  suddiviso  usando  i  caratteri  nella  variabile  speciale  IFS  come
                      delimitatori,  e  viene  espansa  ogni  parola  risultante.  L'utilizzo  delle  virgolette
                      all'interno di elenco-parole è gestito, sicché è possibile utilizzare metacaratteri  shell
                      tra  le parole, oppure caratteri compresi anche in IFS. I possibili completamenti sono gli
                      elementi della lista risultante che sono appropriati per la parola da completare.
              -X filterpat
                      filterpat  è un modello come quelli  usati  per  l'espansione  del  nome  di  percorso.  È
                      applicato  all'elenco dei possibili completamenti generati dalle opzioni e dagli argomenti
                      precedenti, e ogni completamento che corrisponde a filterpat viene rimosso dall'elenco. Un
                      !  iniziale  in  filterpat  nega  il  modello;  in  questo caso ogni completamento che non
                      concorda con filterpat viene rimosso.

              Il valore di ritorno è 0 (vero) tranne quando viene fornita un'opzione non valida,  viene  fornita
              un'opzione  all'infuori  di -p o -r senza un argomento nome, viene fatto un tentativo di rimuovere
              una specifica di completamento per un nome per il quale non vi sono specifiche, o se  si  verifica
              un errore aggiungendo una specifica di completamento.

       compopt [-o opzione] [-DEI] [+o opzione] [nome]
              Modifica  le  opzioni  di  completamento per ogni nome secondo i valori di opzione o, se non viene
              fornito un nome, per il completamento in esecuzione. Se non viene data nessuna opzione, visualizza
              le  opzioni  di  completamento  per  ogni  nome o il completamento corrente. I possibili valori di
              opzione sono  quelli  validi  per  il  comando  incorporato  complete  descritto  precedentemente.
              L'opzione  -D  indica  che  le opzioni rimanenti dovrebbero applicarsi al completamento di comando
              “predefinito”;  cioè  il  completamento  tentato  su  un  comando  per  il  quale  non   è   stato
              precedentemente definito un completamento. L'opzione -E indica che le opzioni rimanenti dovrebbero
              applicarsi al completamento di comando “vuoto”; cioè un completamento tentato su una  riga  vuota.
              L'opzione  -I  indica  che  le  altre opzioni fornite dovrebbero applicarsi al completamento della
              prima parola della riga che non sia un assegnamento, oppure dopo un delimitatore di comando come ;
              o |, che indica normalmente il completamento del nome del comando.

              Il  valore  di  ritorno è vero, a meno che non venga fornita un'opzione non valida, venga fatto un
              tentativo per modificare le opzioni per un nome per  il  quale  non  esiste  alcuna  specifica  di
              completamento, o accada un errore di output.

       continue [n]
              Riprende la successiva iterazione del ciclo for, while, until o select dentro cui si trova. Se n è
              specificato, riprende all'n-esima nidificazione del ciclo. n deve essere ≥ 1. Se n  è  più  grande
              del  numero  di  cicli  nidificati,  riprende  dall'ultimo  ciclo  esistente  (il ciclo a più alto
              livello). Il valore di ritorno è 0 tranne quando n non è maggiore o uguale a 1.

       declare [-aAfFgiIlnrtux] [-p] [nome[=valore] ...]
       typeset [-aAfFgiIlnrtux] [-p] [nome[=valore] ...]
              Dichiara variabili e/o dà loro degli attributi. Se  il  nome  è  omesso,  mostra  i  valori  delle
              variabili.  L'opzione  -p  mostra gli attributi e i valori di ogni nome. Quando -p viene usato con
              argomenti nome, vengono ignorate opzioni addizionali, eccetto -f e -F.  Quando  -p  viene  fornito
              senza  argomenti  nome,  visualizza  gli  attributi e i valori di tutte le variabili che hanno gli
              attributi specificati dalle opzioni aggiuntive. Se non viene fornita nessun'altra opzione con  -p,
              declare visualizza gli attributi e i valori di tutte le variabili di shell. L'opzione -f restringe
              la visualizzazione alle  funzioni  di  shell.  L'opzione  -F  inibisce  la  visualizzazione  delle
              definizioni  di  funzione;  vengono  stampati  solo  il nome della funzione e i suoi attributi. Se
              l'opzione di shell extdebug è stata abilitata con shopt, vengono anche  visualizzati  il  nome  di
              file  d'origine  e  il  numero  di  riga dov'è definito ciascun nome. L'opzione -F sottintende -f.
              L'opzione -g forza la creazione o la modifica delle variabili globalmente, anche quando declare  è
              eseguito  in  una funzione di shell. È ignorato in tutti gli altri casi. L'opzione -I fa sì che la
              variabile locale erediti gli attributi (eccetto nameref) e il valore da  una  eventuale  variabile
              con  lo  stesso  nome  definita in un scope precedente. Se non c'è una variabile già esistente, la
              variabile locale è inizialmente non impostata.  Le  seguenti  opzioni  possono  essere  usate  per
              restringere  l'output  alle sole variabili con gli attributi specificati o per assegnare attributi
              di variabili:
              -a     Ogni nome è una variabile vettore indicizzata (si veda Array sopra).  above).
              -A     Ogni nome è una variabile vettore associativo (si veda Vettori sopra).  above).
              -f     Usa solo nomi di funzioni.
              -i     La variabile è trattata come un intero; la  valutazione  aritmetica  (si  veda  VALUTAZIONE
                     ARITMETICA sopra) above) è effettuata quando alla variabile è assegnato un valore.
              -l     Quando alla variabile è assegnato un valore, tutti i caratteri maiuscoli sono convertiti in
                     minuscolo. L'attributo upper-case è disabilitato.
              -n     Dà a ogni nome  l'attributo  nameref,  rendendolo  un  riferimento  a  un'altra  variabile.
                     Quest'altra   variabile  è  definita  dal  valore  di  nome.    Tutti  i  riferimenti,  gli
                     assegnamenti e le modifiche degli attributi a nome, tranne quelli che usano o  cambiano  lo
                     stesso  attributo  -n,  sono  effettuati  sulla  variabile referenziata dal valore di nome.
                     L'attributo -n non può essere applicato alle variabili array.
              -r     Rende nomi accessibili in sola lettura. A questi nomi non possono quindi  essere  assegnati
                     valori  da  successive  istruzioni di assegnamento, e i valori assegnati non possono essere
                     rimossi.
              -t     Dà a ogni nome l'attributo trace. Le funzioni tracciate ereditano  i  segnali  intercettati
                     DEBUG  e RETURN dalla shell chiamante. L'attributo trace non ha un significato speciale per
                     le variabili.
              -u     Quando alla variabile è assegnato un valore, tutti i caratteri minuscoli sono convertiti in
                     maiuscolo. L'attributo lower-case è disabilitato.
              -x     Marca nomi per l'esportazione ai successivi comandi attraverso l'ambiente.

              Usare  `+'  invece  di  `-' disattiva l'attributo, con l'eccezione che +a  e +A non possono essere
              usati per eliminare una variabile array e +r non rimuove l'attributo di sola lettura. Quando usate
              in una funzione, declare e typeset rendono ogni nome locale, come con il comando local, a meno che
              non venga fornita l'opzione -g.  Se un nome di variabile è seguito da  =valore,  il  valore  della
              variabile  è  impostato  a  valore.   Il  valore  di  ritorno  è  0 tranne quando viene incontrata
              un'opzione non valida, viene fatto un tentativo di definire una funzione usando ``-f foo=bar'', un
              tentativo  per  assegnare un valore a una variabile in sola lettura, un tentativo per assegnare un
              valore a una variabile vettore senza usare la sintassi di assegnamento composto (si  veda  Vettori
              sopra)  above),  uno  dei  nomi  non  è  un  nome  valido  di variabile di shell, un tentativo per
              disattivare lo stato di sola  lettura  per  una  variabile  in  sola  lettura,  un  tentativo  per
              disattivate  lo  stato  di  vettore  per  una  variabile  vettore, o un tentativo per mostrare una
              funzione non esistente con -f.

       dirs [-clpv] [+n] [-n]
              Senza opzioni, mostra la lista  delle  directory  correntemente  memorizzate.  La  visualizzazione
              predefinita  è  su  un  singola  riga  coi  nomi di directory separate da spazi. Le directory sono
              aggiunte alla lista con il comando pushd;  il  comando  popd  rimuove  elementi  dalla  lista.  La
              directory corrente è sempre la prima directory nello stack.
              -c     Svuota lo stack delle directory cancellando tutti gli elementi.
              -l     Produce un elenco usando il percorso completo; il formato predefinito per l'elencazione usa
                     un carattere tilde per indicare la home directory.
              -p     Stampa lo stack delle directory con un elemento per riga.
              -v     Stampa lo stack delle directory con un elemento per riga,anteponendo a ogni elemento il suo
                     indice nello stack.
              +n     Mostra  l'n-esimo  elemento  contando  dalla sinistra della lista mostrata da dirs quando è
                     chiamato senza opzioni, partendo da zero.
              -n     Mostra l'n-esimo elemento contando dalla destra della  lista  mostrata  da  dirs  quando  è
                     chiamato senza opzioni, partendo da zero.

              Il  valore di ritorno è 0 tranne quando viene fornita un'opzione non valida o n un indice oltre la
              fine dello stack delle directory.

       disown [-ar] [-h] [jobspec ... | pid ... ]
              Senza opzioni, rimuove ogni jobspec dalla tabella dei job attivi. Se jobspec non è presente, e non
              viene  fornita  né  l'opizone  -a  né  l'opzione  -r,  viene  usato il job corrente. Se viene data
              l'opzione -h, ogni jobspec non viene rimosso dalla tabella, ma è marcato in modo  che  SIGHUP  non
              venga  inviato  al job se la shell riceve un SIGHUP. Se non è specificata alcuna jobspec l'opzione
              -a richiede la rimozione o il marcamento di tutti i job; l'opzione -r senza un  argomento  jobspec
              restringe  l'operazione  ai  job in esecuzione. Il valore di ritorno è 0 tranne quando jobspec non
              specifica un job valido.

       echo [-neE] [arg ...]
              Emette gli arg, separati da spazi, seguiti da un newline. Lo stato di ritorno è  0, a meno che non
              si verifichi un errore di scrittura. Se è specificato -n, il newline finale è soppresso. Se è data
              l'opzione -e, viene abilitata l'interpretazione dei successivi caratteri preceduti  dal  carattere
              di  protezione  della barra inversa. L'opzione -E disabilita l'interpretazione di questi caratteri
              di protezione, anche su sistemi dove essi sono interpretati  in  modo  predefinito.  L'opzione  di
              shell  xpg_echo può essere usata per determinare dinamicamente se echo espande questi caratteri di
              protezione in modo predefinito oppure no. echo non interpreta -- come  fine  delle  opzioni.  echo
              interpreta le seguenti sequenze di protezione:
              \a     avviso (segnale acustico)
              \b     backspace
              \c     elimina ulteriore output
              \e
              \E     un carattere di escape
              \f     salto pagina
              \n     codice di fine riga (newline)
              \r     ritorno carrello
              \t     tabulazione orizzontale
              \v     tabulazione verticale
              \\     barra inversa
              \0nnn  il carattere a otto bit il cui valore è il valore ottale nnn (da zero a tre cifre ottali)
              \xHH   il  carattere  a  otto  bit  il  cui  valore  è  il  valore esadecimale HH (una o due cifre
                     esadecimali)
              \uHHHH il carattere Unicode (ISO/IEC 10646) il cui valore è il valore esadecimale HHHH (da  una  a
                     quattro cifre esadecimali)
              \UHHHHHHHH
                     il carattere Unicode (ISO/IEC 10646) il cui valore è il valore esadecimale HHHHHHHH (da una
                     a otto cifre esadecimali)

       enable [-a] [-dnps] [-f nome-file] [nome ...]
              Abilita e disabilita i comandi  incorporati  della  shell.  Disabilitare  un  comando  incorporato
              permette  l'esecuzione  di  un  comando  residente  su  disco  con  lo  stesso  nome di un comando
              incorporato della  shell  senza  dover  specificare  un  percorso  completo,  anche  se  la  shell
              normalmente  cerca  i  comandi  incorporati  prima  di quelli su disco. Se è usato -n, ogni nome è
              disabilitato; altrimenti, nomi sono abilitati. Per esempio, per usare il  programma  binario  test
              trovato  attraverso  il PATH, invece della versione incorporata nella shell, si esegue ``enable -n
              test''.  L'opzione -f  richiede  di  caricare  il  nuovo  comando  incorporato  nome  dall'oggetto
              condiviso  nome-file,  sui sistemi che supportano il caricamento dinamico. Bash utilizza il valore
              della variabile BASH_LOADABLES_PATH come elenco di percorsi separati dai  due  punti  per  cercare
              nome-file.  Il valore predefinito dipende dal sistema. L'opzione -d elimina un comando incorporato
              precedentemente caricato con -f. Se nessun argomento  nome  è  specificato,  o  se  viene  fornita
              l'opzione  -p  viene  stampata  una  lista di tutti i comandi incorporati della shell. Senza altri
              argomenti di opzione la lista è formata da tutti i comandi incorporati della shell abilitati. Se è
              fornito  -n,  vengono  stampati solo i comandi incorporati disabilitati. Se è fornito -a, la lista
              stampata include tutti i comandi incorporati, con l'indicazione per ciascuno se è abilitato o  no.
              Se  viene  fornito  -s, l'output è ristretto ai comandi incorporati speciali POSIX. Se non vengono
              fornite opzioni e nome non è un comando incorporato, allora enable cercherà di  caricare  nome  da
              una  libreria  condivisa  chiamata  nome, come il comando fosse ``enable -f name name .  Il valore
              restituito è 0 a meno che nome sia  un  comando  incorporato  della  shell  o  ci  sia  un  errore
              caricandone uno nuovo da una libreria condivisa.

       eval [arg ...]
              Gli  arg  sono  letti  e  concatenati insieme formando un singolo comando. Questo comando è quindi
              letto ed eseguito dalla shell, e il suo stato di uscita è ritornato come valore del comando  eval.
              Se non vi è alcun arg, o vi sono solo argomenti nulli, eval ritorna 0.

       exec [-cl] [-a nome] [comando [argomenti]]
              Se  comando  è  specificato,  esso  sostituisce  la shell. Nessun nuovo processo viene creato. Gli
              argomenti diventano gli argomenti per comando. Se viene fornita l'opzione  -l  la  shell  pone  un
              trattino all'inizio dell'argomento numero zero passato a comando. Questo è quello che fa login(1).
              L'opzione -c provoca l'esecuzione di comando con un ambiente vuoto. Se viene fornita -a  la  shell
              passa nome come argomento numero zero del comando eseguito. Se comando non può essere eseguito per
              qualche ragione, una shell non interattiva termina, a meno che  non  sia  abilitata  l'opzione  di
              shell execfail, nel qual caso restituisce insuccesso. Una shell interattiva restituisce insuccesso
              se il file non può essere eseguito.  Una subshell esce incondizionatamente se  exec  fallisce.  Se
              comando  non  è  specificato, qualsiasi ridirezione ha effetto nella shell corrente, e lo stato di
              ritorno è 0. Se si verifica un errore di ridirezione lo stato di ritorno è 1.

       exit [n]
              Causa l'uscita della shell con uno stato d'uscita n. Se n è omesso, lo  stato  d'uscita  è  quello
              dell'ultimo  comando eseguito. Un'intercettazione di segnale su EXIT è eseguita prima che la shell
              termini.

       export [-fn] [nome[=parola]] ...
       export -p
              I nomi forniti sono marcati per l'esportazione automatica nell'ambiente dei  comandi  eseguiti  in
              seguito.  Se  è specificata l' opzione -f, i nomi si riferiscono a funzioni. Se il nome è omesso o
              se se è fornita l'opzione -p, viene stampata una lista di nomi di tutte  le  variabili  esportate.
              L'opzione  -n  provoca  la  rimozione  della proprietà di esportazione da ogni nome. Se un nome di
              variabile è seguito da =parola, il valore della variabile è impostato a parola. export ritorna uno
              stato  d'uscita di 0 tranne quando viene trovata un'opzione non valida, uno dei nomi non è un nome
              valido di variabile di shell, o viene fornita l'opzione -f con un nome che non è il  nome  di  una
              funzione.

       fc [-e nome-editor] [-lnr] [primo] [ultimo]
       fc -s [pat=rep] [cmd]
              Nella  prima  forma,  seleziona  un  intervallo  di  comandi  fra primo e ultimo dalla lista della
              cronologia e li mostra o li modifica e li riesegue . Primo e  ultimo  possono  essere  specificati
              come  una  stringa  (per individuare l'ultimo comando che inizia con quella stringa) o come numero
              (un indice nella lista della cronologia, dove un numero negativo è usato a partire dal numero  del
              comando  corrente).  Quando  si  elenca,  un  primo  o  ultimo pari a 0 è equivalente a -1, e -0 è
              equivalente al comando corrente (normalmente il comando fc); altrimenti 0 è equivalente a -1 e  -0
              non  è valido. Se ultimo non è specificato è impostato al comando corrente per l'elencazione (così
              che ``fc -l -10'' stampa gli ultimi 10 comandi) e a primo altrimenti. Se primo non è specificato è
              impostato al precedente comando per la modifica e a -16 per l'elencazione.

              L'opzione  -n  sopprime  i  numeri dei comandi quando li elenca. L'opzione -r inverte l'ordine dei
              comandi. Se è specificata l'opzione -l, i comandi sono elencati sullo standard output. Altrimenti,
              è invocato l'editor indicato da ename su un file che contiene questi comandi. Se ename è omesso, è
              usato il valore della variabile FCEDIT, e il valore di EDITOR se FCEDIT non  è  impostata.  Se  né
              l'una  né  l'altra  variabile  è  impostata, è usato vi Quando la modifica è completata, i comandi
              modificati sono listati ed eseguiti.

              Nella seconda forma, comando è rieseguito dopo che ogni  istanza  di  pat  è  sostituita  da  rep.
              Comando  è  interpretato  come  primo.Un utile alias da usare con questo è ``r="fc -s"'', così che
              digitando ``r cc'' si esegue l'ultimo comando che inizia con ``cc'' e battendo ``r''  si  riesegue
              l'ultimo comando.

              Se  è  usata  la  prima  forma,  il valore di ritorno è 0 a meno che sia incontrata un'opzione non
              valida o primo o ultimo specifichino righe di cronologia fuori  dall'intervallo  esistente.  Se  è
              fornita  l'opzione -e, il valore di ritorno è il valore dell'ultimo comando eseguito, o insuccesso
              se avviene un errore con il file temporaneo dei comandi. Se è usata la seconda forma, lo stato  di
              ritorno  è  quello  del comando rieseguito, tranne quando cmd non specifica una riga di cronologia
              valida, nel qual caso fc ritorna insuccesso.

       fg [jobspec]
              Riprende jobspec in primo piano, e lo rende il job corrente. Se jobspec non è presente, è usata la
              nozione  della  shell  di  job  corrente. Il valore di ritorno è quello del comando posto in primo
              piano, o insuccesso se eseguito mentre il  job-control  è  disabilitato  o,  quando  eseguito  col
              job-control  abilitato,  se jobspec non specifica un job valido o jobspec specifica un job che era
              stato avviato senza job-control.

       getopts optstring nome [arg ...]
              getopts è usato dalle procedure  di  shell  per  analizzare  i  parametri  posizionali.  optstring
              contiene  i  caratteri  delle opzioni che devono essere riconosciuti; se un carattere è seguito da
              due punti, l'opzione si aspetta di avere un argomento, che dovrà essere separato dalla  stessa  da
              spazi  bianchi.  I  due  punti e il punto interrogativo non possono essere usati come caratteri di
              opzione. Ogni volta che è invocato, getopts pone la successiva opzione nella  variabile  di  shell
              nome,  inizializzando  nome  se  non  esiste, e l'indice del prossimo argomento da elaborare nella
              variabile OPTIND.  OPTIND è inizializzato a 1 ogni volta che la shell o uno script di shell  viene
              invocato.  Quando  un'opzione  richiede un argomento, getopts pone quell'argomento nella variabile
              OPTARG. La shell non reimposta OPTIND automaticamente; questa variabile  deve  essere  manualmente
              reimpostata  tra  più  chiamate  a getopts dentro la stessa esecuzione della shell, se deve essere
              usato un nuovo insieme di parametri.

              Quando viene raggiunta la fine delle opzioni getopts esce con un valore  di  ritorno  maggiore  di
              zero.  OPTIND è impostato all'indice del primo argomento senza opzioni e nome viene impostato a ?.

              getopts  normalmente  analizza  i  parametri  posizionali,  ma  se più argomenti vengono dati come
              valori arg, getopts analizza solo quelli.

              getopts può informare degli errori in due modi. Se il primo carattere di optstring è un due punti,
              è  usata un'informazione di errore silenziosa. Normalmente i messaggi diagnostici vengono stampati
              quando vengono trovate opzioni non valide o mancano argomenti alle opzioni. Se la variabile OPTERR
              è  impostata  a  0,  nessun  messaggio  di  errore  viene mostrato, anche se il primo carattere di
              optstring non è due punti.

              Se è incontrata un'opzione non valida, getopts pone ? nel nome e, se  non  silenziosa,  stampa  un
              messaggio  di  errore e annulla OPTARG. Se getopts è silenziosa, il carattere di opzione trovato è
              posto in OPTARG e nessun messaggio diagnostico è stampato.

              Se un argomento richiesto non è trovato, e getopts non è silenziosa, un punto interrogativo (?)  è
              posto  in  nome,  OPTARG  viene annullato, e viene stampato un messaggio diagnostico. Se getopts è
              silenziosa, allora un carattere di due punti (:) è posto in nome e OPTARG è impostato al carattere
              di opzione trovato.

              getopts ritorna 0 (vero) se viene trovata un'opzione, specificata o non specificata. Ritorna falso
              se viene incontrata la fine delle opzioni o avviene un errore.

       hash [-lr] [-p nome-file] [-dt] [nome]
              Ogni volta che hash viene invocata, il percorso completo del comando nome è determinato ricercando
              le directory in $PATH e viene memorizzato. Ogni nome di percorso precedentemente memorizzato viene
              perso. Se viene fornita l'opzione -p, non viene effettuata nessuna ricerca di percorso e nome-file
              è  usato  come  nome  completo  del  comando.  L'opzione  -r fa sì che la shell dimentichi tutti i
              percorsi memorizzati. L'opzione -d fa sì che la shell dimentichi i percorsi  memorizzati  di  ogni
              nome.  Se  viene  fornita  l'opzione  -t è stampato il percorso completo al quale corrisponde ogni
              nome. Se vengono forniti argomenti multipli di nome con -t,  il  nome  viene  stampato  prima  del
              percorso  completo  indicizzato. L'opzione -l provoca la visualizzazione dell'output in un formato
              riutilizzabile come input.  Se nessun  argomento  è  dato,  ed  è  fornito  solo  -l,  è  stampata
              l'informazione  circa  i  comandi memorizzati. Lo stato di ritorno è 0 (vero) tranne quando nome è
              irreperibile o viene fornita un'opzione non valida.

       help [-dms] [modello]
              Mostra utili informazioni sui i comandi incorporati. Se modello è specificato,  help  fornisce  un
              aiuto  dettagliato  su tutti i comandi che corrispondono al modello; altrimenti è stampato l'aiuto
              per tutti i comandi incorporati e le strutture di controllo della shell.
              -d     Visualizza una breve descrizione di ogni modello
              -m     Visualizza la descrizione di ogni modello in un formato simile a manpage
              -s     Visualizza solo una breve sintassi d'uso per ogni modello

              Lo stato di ritorno è 0 tranne quando nessun comando è individuato dal modello.

       history [n]
       history -c
       history -d scostamento
       history -d iniziofine
       history -anrw [nome-file]
       history -p arg [arg ...]
       history -s arg [arg ...]
              Senza opzioni, mostra la lista della cronologia dei  comandi  con  i  numeri  di  riga.  Le  righe
              elencate  con  un  * sono state modificate. Con l'argomento n elenca solo le ultime n righe. Se la
              variabile di shell HISTTIMEFORMAT è impostata e non nulla, è usata  come  stringa  di  formato  di
              strftime(3)  per mostrare la data/ora associata a ogni elemento della cronologia. Nessuno spazio è
              interposto fra la data/ora formattata e la riga della cronologia. Se è fornito nome-file, questo è
              usato  come nome del file di cronologia; altrimenti, è usato il valore di HISTFILE. Le opzioni, se
              fornite, hanno i seguenti significati:
              -c     Svuota l'elenco della cronologia eliminando tutti gli elementi.
              -d scostamento
                     Cancella l'elemento dalla cronologia alla posizione scostamento. Se scostamento è  negativo
                     viene  interpretato  come  uno  maggiore dell'ultima posizione della cronologia, quindi gli
                     indici negativi partono dalla fine della cronologia e un indice -1 si riferisce al  comando
                     attuale history -d.
              -d inizio-fine
                     Cancella  gli  elementi  della  cronologia  tra le posizioni inizio e fine, incluse. Valori
                     positivi e negativi per inizio e fine sono interpretati come descritto in precedenza.
              -a     Accoda le “nuove” righe al file  della  cronologia.  Queste  sono  righe  della  cronologia
                     inserite  dall'inizio  della  corrente  sessione di bash, ma non ancora aggiunte al file di
                     cronologia.
              -n     Inserisce le righe della cronologia non ancora lette dal file di cronologia nella  corrente
                     lista  della  cronologia.  Queste  sono le righe accodate al file di cronologia dall'inizio
                     della corrente sessione di bash.
              -r     Legge il contenuto del file  di  cronologia  e  lo  aggiunge  alla  fine  della  cronologia
                     corrente.
              -w     Scrive  la cronologia corrente sul file di cronologia, sovrascrivendo il contenuto del file
                     di cronologia.
              -p     Effettua la sostituzione della cronologia sui seguenti arg  e  mostra  il  risultato  sullo
                     standard  output.  Non  conserva  il  risultato  nell'elenco  della  cronologia.  Ogni  arg
                     dev'essere quotato per disabilitare la normale espansione della cronologia.
              -s     Memorizza gli arg nell'elenco della cronologia come un singolo  comando.  L'ultimo  comando
                     nell'elenco della cronologia viene rimosso prima che gli arg vengano aggiunti.

              Se  la  variabile  HISTTIMEFORMAT  è  impostata, l'informazione data/ora associata a ogni elemento
              della cronologia viene scritta nel file della  cronologia,  marcato  col  carattere  di  commento.
              Quando  viene  letto  il file della cronologia, le righe che iniziano con il carattere di commento
              seguito immediatamente da una cifra sono interpretate come data e ora  della  voce  di  cronologia
              successiva. Il valore di ritorno è 0 tranne quando viene incontrata un'opzione non valida, avviene
              un errore mentre si legge o si scrive il file della cronologia, viene fornito uno scostamento  non
              valido  come  argomento  a  -d  o l'espansione della cronologia fornita come argomento a -p non ha
              successo.

       jobs [-lnprs] [ jobspec ... ]
       jobs -x comando [ args ... ]
              La prima forma elenca i job attivi. Le opzioni hanno i seguenti significati:
              -l     Elenca gli ID dei processi in aggiunta alle normali informazioni.
              -n     Mostra le informazioni solo sui job che hanno cambiato stato dall'ultima notifica di  stato
                     mostrata all'utente.
              -p     Elenca solo l'ID di processo del principale job del gruppo di processo.
              -r     Mostra solo i job in esecuzione.
              -s     Mostra solo i job sospesi.

              Se jobspec è specificato, l'output è limitato alle informazioni su quel job. Lo stato di ritorno è
              0 a meno che venga incontrata un'opzione non valida o sia fornito un jobspec non valido.

              Se è fornita l'opzione -x, jobs sostituisce qualsiasi jobspec trovato in comando  o  args  con  il
              corrispondente  ID del gruppo di processo, ed esegue comando passandogli args, e ritornando il suo
              stato d'uscita.

       kill [-s sigspec | -n signum | -sigspec] [pid | jobspec] ...
       kill -l|-L [sigspec | exit_status]
              Manda il segnale indicato da sigspec o signum al processo indicato da pid o jobspec. sigspec  è  o
              un  nome  di  segnale,  senza distinzione tra maiuscole e minuscole, come SIGKILL, (con o senza il
              prefisso SIG) o un numero di segnale; signum è un numero di segnale. Se sigspec non è presente, si
              suppone essere SIGTERM. Un argomento -l elenca i nomi dei segnali. Se sono forniti degli argomenti
              quando è specificata l'opzione -l, sono elencati i nomi dei segnali corrispondenti agli argomenti,
              e  lo stato di ritorno è 0. L'argomento stato d'uscita di -l è un numero che specifica o un numero
              di segnale o lo stato d'uscita di un processo terminato da un segnale.  L'opzione -L è equivalente
              a  -l.  kill  restituisce  0  (vero) se almeno un segnale è stato inviato con successo, o falso se
              avviene un errore o se è incontrata un'opzione non valida.

       let arg [arg ...]
              Ogni arg è un'espressione aritmetica che deve essere  valutata  (si  veda  VALUTAZIONE  ARITMETICA
              sopra) above).  Se l'ultimo arg viene valutato 0, let ritorna 1; altrimenti è ritornato 0.

       local [opzione] [nome[=valore] ... | - ]
              Per  ogni  argomento  viene creata una variabile locale chiamata nome e le viene assegnato valore.
              L'opzione può essere una qualunque di quelle accettate da declare. Quando local è usato dentro una
              funzione,  fa  sì che la variabile nome abbia una visibilità ristretta a quella funzione e ai suoi
              figli. Se nome è -, l'insieme delle opzioni di shell è reso locale alla funzione nella quale local
              è chiamato: le opzioni di shell cambiate con il comando incorporato set all'interno della funzione
              saranno ripristinate ai loro valori originari quando la  funzione  ritorna.  Il  ripristino  viene
              effettuato  come se si eseguisse il comando set per ripristinare i valori che erano presenti prima
              dell'invocazione della funzione. Senza alcun operando, local scrive una lista di variabili  locali
              sullo  standard  output.  È un errore usare local quando non si è dentro una funzione. Lo stato di
              ritorno è 0 tranne quando local è usata fuori da una funzione, viene fornito un nome non valido  o
              nome è una variabile in sola lettura.

       logout Termina una shell di login.

       mapfile [-d delim] [-n numero] [-O origine] [-s numero] [-t] [-u fd] [-C callback] [-c quantum] [array]
       readarray [-d delim] [-n numero] [-O origine] [-s numero] [-t] [-u fd] [-C callback] [-c quantum] [array]
              Legge  righe  dallo  standard  input  all'interno  della  variabile array indicizzata array, o dal
              descrittore di file fd se viene fornita l'opzione -u. La variabile MAPFILE è l'array  predefinito.
              Le opzioni, se fornite, hanno il seguente significato:
              -d     Il  primo carattere di delim è usato per far terminare la riga di input, invece di newline.
                     Se delim è la stringa vuota, mapfile terminerà una riga quando leggerà il carattere NUL.
              -n     Copia al massimo numero righe. Se numero è 0 vengono copiate tutte le righe.
              -O     Inizia assegnando array all'indice origine. L'indice predefinito è 0.
              -s     Ignora le prime numero righe lette.
              -t     Rimuove il delimitatore (il predefinito è "newline") finale da ogni riga letta.
              -u     Legge le righe dal descrittore di file fd invece che dallo standard input.
              -C     Valuta callback ogni volta che vengono lette quantum righe. L'opzione -c specifica quantum.
              -c     Specifica il numero di righe lette tra una chiamata e l'altra di callback.

              Se -C è specificato senza -c, il quantum predefinito è 5000. Quando  callback  è  valutato,  viene
              fornito  l'indice  del  successivo  elemento  di  array  da  assegnare  e  la riga da attribuire a
              quell'elemento come argomenti aggiuntivi. callback viene valutato dopo che la riga è stata  letta,
              ma prima che l'elemento di array sia stato assegnato.

              Se non è fornito con un'origine esplicita, mapfile azzera array prima della relativa assegnazione.

              mapfile  ritorna successo, a meno che non vengano forniti un'opzione o un argomento di opzione non
              validi, array sia non valido o non assegnabile, oppure se array non è un array indicizzato.

       popd [-n] [+n] [-n]
              Rimuove degli elementi dallo stack delle directory. Gli elementi sono numerati a partire  da  0  e
              seguono  l'ordine  della  loro  elencazione  come  nel  comando  dirs. Senza argomenti, rimuove la
              directory in cima allo stack, ed effettua un cd verso la nuova directory in cima allo  stack.  Gli
              argomenti, se forniti, hanno il seguente significato:
              -n     Sopprime  il  normale  cambiamento di directory quando rimuove directory dallo stack, ossia
                     viene manipolato solo lo stack.
              +n     Rimuove l'n-esimo elemento contando dalla sinistra della lista mostrata da  dirs,  partendo
                     da  zero,  dallo stack. Per esempio: ``popd +0'' rimuove la prima directory, ``popd +1'' la
                     seconda.
              -n     Rimuove l'n-esimo elemento contando dalla destra della lista mostrata da dirs, partendo  da
                     zero. Per esempio: ``popd -0'' Rimuove l'ultima directory, ``popd -1'' la penultima.

              Se l'elemento in cima allo stack delle directory è modificato e viene usata l'opzione -n, popd usa
              il comando incorporato cd per spostarsi sulla directory in cima allo stack. Se cd  fallisce,  popd
              restituisce un valore non zero.

              Altrimenti  popd  ritorna  falso  se  viene  incontrata  un'opzione  non valida, se lo stack delle
              directory è vuoto, o se è specificato un elemento non esistente nello stack delle directory.

              Se il comando popd ha successo, bash esegue dirs per mostrare  il  contenuto  finale  dello  stack
              delle directory, e ritorna con stato 0.

       printf [-v var] formato [argomenti]
              Scrive  gli  argomenti  formattati  sullo  standard  output  sotto  il  controllo del formato. Con
              l'opzione -v l'output viene assegnato alla variabile  var  piuttosto  che  essere  stampato  sullo
              standard output.

              Il  formato  è  una  stringa  di caratteri che contiene tre tipi di oggetti: caratteri semplici, i
              quali sono semplicemente copiati sullo standard output, sequenze di protezione dei caratteri,  che
              sono  convertite  e  copiate  sullo  standard  output, e specifiche di formato, ognuna delle quali
              provoca la stampa dell'argomento seguente. Oltre alle specifiche di  formato  printf(1)  standard,
              printf interpreta le seguenti estensioni:
              %b     fa  sì  che  printf  espanda sequenze di protezione tramite la barra inversa nell'argomento
                     corrispondente nello stesso modo di echo -e.
              %q     fa sì che printf stampi sull'output l'argomento corrispondente in un formato riutilizzabile
                     come input di shell.
              %Q     come %q, ma applica l'eventuale precisione fornita all'argomento prima di quotarlo.
              %(datefmt)T
                     fa  sì  che  printf  stampi sull'output la stringa data-ora che risulta dall'uso di datefmt
                     come stringa di formato per strftime(3). L'argomento corrispondente è un numero intero  che
                     rappresenta  il  numero di secondi trascorso dall'epoca. Possono essere usati due valori di
                     argomento speciali: -1 rappresenta il tempo attuale e -2 rappresenta il  tempo  in  cui  la
                     shell  è  stata  invocata.  Se  non  viene indicato nessun argomento, il comportamento è lo
                     stesso che con l'argomento -1. Questa è un'eccezione rispetto al comportamento  normale  di
                     printf.

              Tutte  le  direttive  %b,  %q  e %T usano gli argomenti per la larghezza del campo e la precisione
              dalla specifica di formato e scrivono esattamente quei byte (o usano comunque quello  spazio)  per
              l'argomento espanso, che normalmente conterrebbe più caratteri dell'originale.

              Argomenti  alle  specifiche  di formato non stringa sono trattati come costanti C, con l'eccezione
              che un segno meno o più iniziale è permesso, e che  se  il  carattere  iniziale  coincide  con  un
              apostrofo o con delle virgolette, il valore è quello ASCII del carattere che segue.

              Il  formato  è riutilizzato più volte fino all'esaurimento degli argomenti. Se il formato richiede
              più argomenti di quelli forniti, le specifiche di formato extra si comportano come se fosse  stato
              fornito,  a seconda del caso, il valore zero o una stringa nulla. Il valore di ritorno è 0 in caso
              di successo, diverso da zero in caso di insuccesso.

       pushd [-n] [+n] [-n]
       pushd [-n] [dir]
              Aggiunge una directory in cima allo stack delle directory, o ruota lo  stack,  rendendo  la  nuova
              cima  dello stack la corrente directory di lavoro. Senza argomenti, pushd scambia le due directory
              in cima e ritorna 0. Gli argomenti, se forniti, hanno il seguente significato:
              -n     Sopprime il normale cambio di directory quando si ruotano o si  aggiungono  directory  allo
                     stack, cosicché viene manipolato solo lo stack.
              +n     Ruota  lo stack così che la n-esima directory (contando dalla sinistra della lista mostrata
                     da dirs, partendo da zero) vada in cima.
              -n     Ruota lo stack così che la n-esima directory (contando da destra della  lista  mostrata  da
                     dirs, partendo da zero) vada in cima.
              dir    Aggiunge dir sulla cima dello stack delle directory

              Dopo  che  lo  stack è stato modificato, se non è stata fornita l'opzione -n, pushd usa il comando
              incorporato cd per spostarsi sulla directory che sta in cima allo stack.  Se  cd  fallisce,  pushd
              restituisce un valore diverso da zero.

              Altrimenti,  se non sono forniti argomenti, pushd ritorna 0 tranne quando lo stack delle directory
              è vuoto. Quanto ruota lo stack delle directory pushd restituisce 0 a meno che lo stack stesso  sia
              vuoto o se è indicato un elemento non esistente dello stack.

              Se  il  comando  pushd  ha successo, bash esegue dirs per mostrare il contenuto finale dello stack
              delle directory.

       pwd [-LP]
              Stampa il percorso assoluto della corrente directory di lavoro. Il percorso stampato non  contiene
              alcun  collegamento  simbolico  se  è  fornita  l'opzione  -P  o  l'opzione -o physical al comando
              incorporato set è abilitata. Se viene usata  l'opzione  -L  il  percorso  stampato  può  contenere
              collegamenti simbolici. Lo stato di ritorno è 0 tranne quando avviene un errore mentre si legge il
              percorso della directory corrente o viene fornita un'opzione non valida.

       read [-ers] [-a aname] [-d delim] [-i testo] [-n nchars] [-N nchars] [-p prompt]  [-t  tempo_limite]  [-u
       fd] [nome ...]
              Una  riga  viene  letta  dallo standard input, o dal descrittore di file fd fornito come argomento
              dell'opzione -u, e spezzata in parole come descritto above in Word Splitting, e la prima parola  è
              assegnata  al  primo  nome,  la  seconda  parola al secondo nome, e così via, e le parole rimaste,
              compresi i separatori, sono assegnate all'ultimo nome. Se ci sono meno parole lette dalla riga  di
              input  che  nomi,  ai nomi rimanenti vengono assegnati valori nulli. I caratteri in IFS sono usati
              per suddividere la riga in parole usando le stesse  regole  che  la  shell  usa  per  l'espansione
              (descritta  above  in Word Splitting). Il carattere barra inversa (\) può essere usato per rimuove
              il significato speciale al successivo carattere letto, o  per  la  continuazione  della  riga.  Le
              opzioni, se fornite, hanno il seguente significato:
              -a aname
                     Le  parole  sono assegnate a indici sequenziali della variabile array aname, partendo da 0.
                     aname viene annullata prima  dell'assegnamento  dei  nuovi  valori.  Altri  argomenti  nome
                     vengono ignorati.
              -d delim
                     Il  primo carattere di delim è usato per far terminare la riga di input, invece di newline.
                     Se delim è la stringa vuota, read terminerà una riga quando incontra il carattere NUL.
              -e     Se lo standard input è collegato ad un terminale, readline (vedere READLINE above) è  usato
                     per ottenere la riga. Readline usa le impostazioni correnti per la modifica (o predefinite,
                     se la modifica di riga non  era  precedentemente  attiva),  ma  usa  il  completamento  del
                     nome-file predefinito di Readline.
              -i testo
                     Se  readline  è  in uso per leggere la riga, testo viene messo nel buffer di modifica prima
                     che inizi la correzione.
              -n nchars
                     read è considerata completata dopo aver letto nchars caratteri invece di aspettare una riga
                     di input completa, ma rispetta un delimitatore se prima del delimitatore sono letti meno di
                     nchars caratteri.
              -N nchars
                     read è considerata completata dopo  aver  letto  esattamente  nchars  caratteri  invece  di
                     aspettare  una  riga  di input completa, a meno che non sia stato trovato un EOF o read sia
                     fuori tempo massimo. I caratteri di delimitazione nell'input non vengono trattati  in  modo
                     speciale  e  non  provocano  il  completamento  di  read  finché  non  vengono letti nchars
                     caratteri. Il risultato non è spezzato dai caratteri in IFS; l'intento è che alla variabile
                     siano  assegnati  esattamente  quel  numero di caratteri letti (con l'eccezione della barra
                     inversa []; vedi l'opzione -r più avanti).
              -p prompt
                     Visualizza prompt sullo standard error, senza  un  newline  finale,  prima  di  tentare  di
                     leggere qualsiasi input. Il prompt è mostrato solo se l'input proviene da un terminale.
              -r     La  barra  inversa  non  fa da carattere di protezione. La barra inversa è considerata come
                     parte della riga. In particolare, una coppia barra_inversa-newline non può essere usata poi
                     come una continuazione di riga.
              -s     Modalità  silenziosa.  Se  l'input  viene  da  un terminale i caratteri immessi non vengono
                     visualizzati sul terminale.
              -t tempo_limite
                     Fa sì che read vada fuori tempo massimo e ritorni insuccesso se un riga completa  di  input
                     (o  il  numero  di  caratteri  specificato)  non  viene  letta  entro tempo_limite secondi.
                     tempo_limite può essere un numero decimale con una parte  frazionaria  dopo  il  separatore
                     decimale.  Quest'opzione produce effetti solo se read sta leggendo l'input da un terminale,
                     da una pipe o da un altro file speciale; non produce effetti quando legge da file regolari.
                     Se  read  raggiunge  il  tempo  massimo,  salva  quanto  letto  nella  variabile  nome.  Se
                     tempo_limite è 0, read ritorna successo se l'input è disponibile nel  descrittore  di  file
                     specificato,  insuccesso  altrimenti. Lo stato d'uscita è maggiore di 128 se viene superato
                     il limite di tempo.
              -u fd  Legge l'input dal descrittore di file fd.

              Se non sono forniti nomi la riga letta, dalla quale viene rimosso il  delimitatore  finale,  viene
              assegnata  alla  variabile REPLY. Lo stato d'uscita è 0, tranne quando viene raggiunta la fine del
              file, read esaurisce il tempo limite consentito (nel qual caso lo stato  d'uscita  è  maggiore  di
              128), se c'è un problema nell'assegnamento a variabile (come quando si usa un nome di variabile in
              sola lettura), o viene fornito un descrittore di file non valido come argomento a -u.

       readonly [-aAf] [-p] [nome[=parola] ...]
              I nomi dati sono da considerare in sola lettura; i  valori  di  questi  nomi  non  possono  essere
              cambiati  dagli  assegnamenti successivi. Se è fornita l'opzione -f, sono così marcate le funzioni
              corrispondenti ai nomi. L'opzione -a restringe le variabili agli array indicizzati;  l'opzione  -A
              restringe  le  variabili  agli array associativi. Se vengono fornite entrambe le opzioni, -A ha la
              precedenza. Se nessun argomento nome è dato, o se è fornita l'opzione -p, viene stampata una lista
              di  tutti i nomi in sola lettura. Le altre opzioni possono essere usate per restringere l'output a
              una sotto-serie della serie di nomi in sola  lettura.  L'opzione  -p  provoca  la  visualizzazione
              dell'output  in un formato riutilizzabile come input. Se un nome di variabile è seguito da =parola
              il valore della variabile è impostato a parola. Lo stato di ritorno è 0 tranne quando è incontrata
              un'opzione  non  valida,  uno dei nomi non è un nome di variabile di shell valido, o viene fornita
              l'opzione -f con un nome che non è una funzione.

       return [n]
              Fa sì che una funzione termini l'esecuzione  e  torni  al  chiamante  con  il  valore  di  ritorno
              specificato  da  n.  Se  n è omesso, lo stato di ritorno è quello dell'ultimo comando eseguito nel
              corpo della funzione. Se return è eseguito nella gestione di un segnale,  l'ultimo  comando  usato
              per  determinare  lo  stato  di  uscita è quello precedente alla gestione del segnale. Se return è
              eseguito all'interno della  gestione  del  segnale  DEBUG,  l'ultimo  comando  è  quello  eseguito
              all'interno  della  gestione del segnale prima dell'invocazione di return. Se return è usato fuori
              da una funzione, ma durante l'esecuzione di uno script tramite il comando .  (source), fa  sì  che
              la  shell  smetta  di eseguire quello script e ritorni o n o lo stato d'uscita dell'ultimo comando
              eseguito dentro lo script come stato d'uscita dello script. Se  viene  fornito  n,  il  valore  di
              ritorno  è  composta dai suoi 8 bit meno significativi. Lo stato restituito è diverso da zero se a
              return viene fornito un valore non numerico o se  usato  fuori  da  una  funzione  e  non  durante
              l'esecuzione di uno script per mezzo di . or source. Qualsiasi comando associato alla gestione del
              segnale RETURN viene eseguito prima che l'esecuzione riprenda dopo la funzione o script.

       set [-abefhkmnptuvxBCEHPT] [-o opzione-nome] [--] [-] [arg ...]
       set [+abefhkmnptuvxBCEHPT] [+o opzione-nome] [--] [-] [arg ...]
              Senza opzioni, il nome e il valore di ogni variabile di shell vengono visualizzati in  un  formato
              riutilizzabile  come  input  per  impostare  o  reimpostare le variabili attualmente impostate. Le
              variabili in sola lettura non possono essere reimpostate. In modalità posix sono elencate solo  le
              variabili  di  shell.  L'output  è  ordinato  in  base  alla  localizzazione corrente. Quando sono
              specificate opzioni, queste impostano o annullano attributi di shell. Gli argomenti che  rimangono
              eventualmente  dopo  che le opzioni sono state elaborate sono trattati come valori per i parametri
              posizionali e vengono assegnati, nell'ordine, a $1, $2, ...  $n. Le opzioni, se specificate, hanno
              i seguenti significati:
              -a      A  ogni  variabile  o  funzione  che è creata o modificata viene dato l'attributo export e
                      marcata come da esportare verso l'ambiente dei comandi successivi.
              -b      Riporta immediatamente lo stato dei job in  background  terminati,  invece  che  prima  di
                      stampare  il  prossimo  prompt  primario.  Questo è applicabile solo quando è abilitato il
                      job-control.
              -e      Termina immediatamente se una pipeline (che può consistere di un solo  comando  semplice),
                      una  lista, on un comando composto (vedi GRAMMATICA DELLA SHELL sopra) above), termina con
                      uno stato diverso da zero. La shell non esce se il comando che non ha successo fa parte di
                      un elenco di comandi che segue subito dopo una parola chiave while o until, se fa parte di
                      un controllo che segue le parole riservate if o elif, se fa  parte  di  qualsiasi  comando
                      eseguito  in  una lista && o || tranne il comando che segue && o || finali, o di qualsiasi
                      comando in una pipeline escluso l'ultimo, o se il valore di ritorno del  comando  è  stato
                      negato  con !. Se un comando composto oltre che una subshell restituisce uno stato diverso
                      da zero perché un comando non è andato a buon fine mentre -e veniva ignorato, la shell non
                      esce.  Un comando sul segnale intercettato ERR, se impostato, è eseguito prima dell'uscita
                      della shell. Questa opzione si applica all'ambiente di shell e a ogni ambiente di subshell
                      separatamente  (si  veda AMBIENTE DI ESECUZIONE DEL COMANDO sopra) above), e può provocare
                      l'uscita delle subshell prima di aver eseguito tutti i comandi nella subshell.

                      Se un comando composto o una funzione di shell è eseguito in  un  contesto  in  cui  -e  è
                      ignorato,  nessuno  dei comandi eseguiti all'interno di un comando composto o nel corpo di
                      una funzione verrà influenzato dall'impostazione di -e, anche  se  -e  è  impostato  e  un
                      comando  ritorna  uno  stato di insuccesso. Se un comando composto o una funzione di shell
                      imposta -e durante l'esecuzione in un contesto in cui -e è ignorato,  quelle  impostazioni
                      non  avranno  alcun effetto finché il comando composto o il comando contenente la chiamata
                      di funzione sia completato.
              -f      Disabilita l'espansione di percorso.
              -h      Ricorda la posizione dei comandi man mano che sono ritrovati per  l'esecuzione.  Questa  è
                      abilitata in modo predefinito.
              -k      Tutti gli argomenti nella forma di istruzioni di assegnamento sono posti nell'ambiente per
                      un comando, non solo quelli che precedono il nome del comando stesso.
              -m      Modo monitor. Il job-control è abilitato. Quest'opzione è attiva in modo  predefinito  per
                      le  shell  interattive, su sistemi che lo supportano (si veda JOB-CONTROL sopra).  above).
                      Tutti i processi sono eseguiti in un  gruppo  di  processo  separato.  Quando  un  job  in
                      background è completato, la shell stampa una riga che contiene il suo stato d'uscita.
              -n      Legge  i  comandi  ma non li esegue. Questo può essere usato per controllare uno script di
                      shell per errori di sintassi. Questo viene ignorato se la shell è interattiva.
              -o nome-opzione
                      Il nome-opzione può essere uno dei seguenti:
                      allexport
                              Lo stesso di -a.
                      braceexpand
                              Lo stesso di -B.
                      emacs   Usa una interfaccia di modifica della riga di comando in  stile  emacs.  Questo  è
                              abilitato  in  modo predefinito quando la shell è interattiva, a meno che la shell
                              non  sia   avviata   con   l'opzione   --noediting.   Questo   inoltre   influisce
                              sull'interfaccia di modifica usata per read -e.
                      errexit Lo stesso di -e.
                      errtrace
                              Lo stesso di -E.
                      functrace
                              Lo stesso di -T.
                      hashall Lo stesso di -h.
                      histexpand
                              Lo stesso di -H.
                      history Abilita  la  cronologia  dei  comandi,  come  descritto above in precedenza, sotto
                              CRONOLOGIA. Questa opzione è attiva in modo predefinito nelle shell interattive.
                      ignoreeof
                              L'effetto  è  lo  stesso  come  se  fosse  stato  eseguito  il  comando  di  shell
                              ``IGNOREEOF=10'' (si veda Variabili di shell sopra).  above).
                      keyword Lo stesso di -k.
                      monitor Lo stesso di -m.
                      noclobber
                              Lo stesso di -C.
                      noexec  Lo stesso di -n.
                      noglob  Lo stesso di -f.
                      nolog   Attualmente ignorato.
                      notify  Lo stesso di -b.
                      nounset Lo stesso di -u.
                      onecmd  Lo stesso di -t.
                      physical
                              Lo stesso di -P.
                      pipefail
                              Se impostato, il valore di ritorno di una pipeline è il valore dell'ultimo comando
                              (quello più a destra) che esce con uno stato d'uscita diverso da zero, o  zero  se
                              tutti   i   comandi   nella  pipeline  escono  con  successo.  Come  comportamento
                              predefinito, questa opzione è disabilitata.
                      posix   Cambia il comportamento di bash dove le operazioni predefinite differiscono  dallo
                              standard  POSIX,  in modo da corrispondere allo standard (modalità posix). Si veda
                              più avanti VEDERE ANCHE below dove  viene  citato  un  documento  che  spiega  nel
                              dettaglio come la modalità posix influenza il comportamento di bash.
                      privileged
                              Lo stesso di -p.
                      verbose Lo stesso di -v.
                      vi      Usa  un'interfaccia  di modifica della riga di comando in stile vi. Questo inoltre
                              influisce sull'interfaccia di modifica usata per read -e.
                      xtrace  Lo stesso di -x.
                      Se -o è fornito con nessun nome-opzione, sono stampati i valori delle opzioni correnti. Se
                      +o  è  fornito  con  nessun  nome-opzione,  una  serie  di  comandi  set  per  ricreare le
                      impostazioni dell'opzione corrente viene visualizzata sullo standard output.
              -p      Attiva il modo privilegiato.  In  questo  modo,  i  file  $ENV  e  $BASH_ENV  non  vengono
                      elaborati, le funzioni di shell non sono ereditate dall'ambiente e le variabili SHELLOPTS,
                      BASHOPTS, CDPATH e GLOBIGNORE se appaiono in un ambiente, vengono ignorate.  Se la shell è
                      avviata  con  l'id  (gruppo)  effettivo  dell'utente  non  uguale  all'id  (gruppo)  reale
                      dell'utente, e non viene fornita l'opzione -p,  queste  azioni  vengono  eseguite  e  l'id
                      effettivo  dell'utente è impostato all'id reale dell'utente. Se viene fornita l'opzione -p
                      all'avvio, l'id effettivo dell'utente non è reimpostato. Disattivare questa opzione fa  sì
                      che  gli id effettivi dell'utente e del gruppo siano impostati agli id reali dell'utente e
                      del gruppo.
              -r      Abilita  una  modalità  della  shell  più  stringente.  Questa  opzione  non  può   essere
                      disabilitata una volta abilitata.
              -t      Esce dopo aver letto ed eseguito un comando.
              -u      Tratta le variabili e i parametri non impostati, diversi dai parametri speciali "@" e "*",
                      o variabili vettore che hanno come indice "@"  o  "*",  come  un  errore  quando  effettua
                      l'espansione  di  parametro.  Se  l'espansione  è tentata su una variabile o parametro non
                      impostato, la shell stampa un messaggio di errore e, se  non  interattiva,  esce  con  uno
                      stato diverso da zero.
              -v      Stampa le righe in input alla shell appena sono lette.
              -x      Dopo  l'espansione  di  ogni comando semplice, comando for, comando case, comando select o
                      comando for aritmetico, mostra il valore espanso di PS4, seguito dal comando  e  dai  suoi
                      argomenti espansi o dall'elenco di parole associate.
              -B      La  shell effettua l'espansione delle parentesi graffe (si veda Espansione delle parentesi
                      graffe sopra).  above).  Questo è attivo in modo predefinito.
              -C      Se impostato, bash non sovrascrive un file esistente con gli operatori di  ridirezione  >,
                      >&  e  <>.  Una  sovrascrittura può ancora essere ottenuta creando i file di output usando
                      l'operatore di ridirezione >| al posto di >.
              -E      Se impostato,  ogni  segnale  intercettato  ERR  è  ereditato  dalle  funzioni  di  shell,
                      sostituzioni  di  comando  e  comandi  eseguiti  in  un  ambiente  di subshell. Il segnale
                      intercettato ERR non viene normalmente ereditato in questi casi.
              -H      Abilita la sostituzione della cronologia in  stile  !.  Quest'opzione  è  attiva  in  modo
                      predefinito quando la shell è interattiva.
              -P      Se  impostato,  non  risolve  i  collegamenti  simbolici quando esegue comandi come cd che
                      cambiano la directory di lavoro corrente. È invece usata la struttura di directory fisica.
                      Come comportamento predefinito, bash segue la successione logica delle directory quando si
                      eseguono comandi che cambiano la directory corrente.
              -T      Se impostata, i comandi sui segnali intercettati  DEBUG  e  RETURN  sono  ereditati  dalle
                      funzioni  di shell, dalle sostituzioni di comando e dai comandi eseguiti in un ambiente di
                      subshell. I segnali intercettati DEBUG e  RETURN  normalmente  non  vengono  ereditati  in
                      questi casi.
              --      Se  nessun  argomento  segue  questa opzione, allora i parametri posizionali sono assenti.
                      Altrimenti, i parametri posizionali sono impostati agli  arg,  anche  se  alcuni  di  loro
                      iniziano con un -.
              -       Segnala  la  fine  delle  opzioni,  e  fa  sì che tutti i rimanenti arg siano assegnati ai
                      parametri posizionali. Le opzioni -x e -v sono disattivate. Se  non  vi  è  alcun  arg,  i
                      parametri posizionali rimangono inalterati.

              Le opzioni sono disattivate in modo predefinito se non specificato diversamente. Usare + piuttosto
              che - causa la disattivazione di queste opzioni. Le opzioni possono anche essere specificate  come
              argomenti  a  un'invocazione della shell. Il corrente insieme di opzioni può essere trovato in $-.
              Lo stato di ritorno è sempre 0 (vero) a meno che non si incontri un'opzione non valida.

       shift [n]
              I parametri posizionali da n+1 ... sono rinominati $1 .... I parametri rappresentati dai numeri $#
              fino a $#-n+1 non sono impostati. n dev'essere un numero non negativo minore o uguale a $#. Se n è
              0, nessun parametro viene cambiato. Se n è omesso, è considerato valere 1. Se n è  più  grande  di
              $#,  i  parametri  posizionali non sono cambiati. Lo stato di ritorno è più grande di 0 se n è più
              grande di $# o minore di 0; altrimenti 0.

       shopt [-pqsu] [-o] [nome-opzione ...]
              Attiva/disattiva i valori delle impostazioni che  controllano  il  comportamento  opzionale  della
              shell.  Le  impostazioni  possono  essere  o quelle elencate sotto o, se viene usata l'opzione -o,
              quelle disponibili con l'opzione -o al comando incorporato set. Senza opzioni, o con l'opzione -p,
              viene  mostrata  una  lista  di  tutte  le  opzioni  impostabili,  con una indicazione se ognuna è
              impostata o no; se vengono forniti nomi-opzioni, l'output è ristretto a queste opzioni.  L'opzione
              -p  fa  sì  che  l'output  sia mostrato in una forma che può essere riutilizzata come input. Altre
              opzioni hanno il seguente significato:
              -s     Abilita (attiva) ogni optname.
              -u     Disabilita (disattiva) ogni optname.
              -q     Sopprime il normale output (modalità silenziosa); lo stato di ritorno indica se il  optname
                     è  attivato  o  non  attivato.  Se sono dati argomenti optname multipli con -q, lo stato di
                     ritorno è 0 se tutti gli optname sono attivati; diverso da zero altrimenti.
              -o     Restringe i valori di optname a quelli definiti per l'opzione -o  del  comando  incorporato
                     set.

              Se una delle opzioni -s o -u viene usata senza argomenti optname, shopt mostra solo quelle opzioni
              che sono, rispettivamente, attivate o non attivate. Se non diversamente indicato le opzioni  shopt
              sono disabilitate (non attivate) in modo predefinito.

              Lo stato di ritorno quando vengono elencate delle opzioni è 0 se tutti gli optname sono abilitati,
              altrimenti è diverso da zero. Quando si impostano o si rimuovono opzioni, lo stato di ritorno è  0
              tranne quando optname non è una valida opzione di shell.

              L'elenco delle opzioni di shopt è:

              assoc_expand_once
                      Se  abilitato,  la  shell  sopprime la valutazione multipla degli indici usati con vettori
                      associativi durante la valutazione delle espressioni aritmetiche, durante l'esecuzione dei
                      comandi incorporati che assegnano variabili, e durante l'esecuzione di comandi incorporati
                      che derefenziano vettori.
              autocd  Se impostato, viene eseguito un nome di comando che è il nome di  una  directory  come  se
                      fosse  un  argomento  del  comando  cd.  Questa  opzione  viene  usata  solo  dalle  shell
                      interattive.
              cdable_vars
                      Se impostata, un argomento  al  comando  incorporato  cd  che  non  sia  una  directory  è
                      considerato come il nome di una variabile il cui valore è la directory verso cui cambiare.
              cdspell Se impostata, vengono corretti errori minori nell'ortografia di un componente di directory
                      in un comando cd. Gli errori ricercati sono caratteri invertiti, mancanza di un  carattere
                      e  un  carattere  in  più.  Se  viene  trovata  una correzione il nome-file corretto viene
                      stampato e il comando prosegue. Quest'opzione è usata solo dalle shell interattive.
              checkhash
                      Se impostata, bash controlla che un comando trovato in una tabella hash  esista  prima  di
                      tentarne  l'esecuzione.  Se un comando la cui posizione è disponibile in un elemento della
                      tabella hash non esiste più, viene effettuata una normale ricerca di percorso.
              checkjobs
                      Se impostato, bash elenca lo stato dei job in esecuzione e di quelli  terminati  prima  di
                      uscire  da  una  shell interattiva. Se vi sono job in esecuzione, l'uscita verrà rimandata
                      fino a quando non viene tentata una seconda uscita senza che  intervenga  un  comando  (si
                      veda  JOB  CONTROL  sopra).  above).  La shell ritarda sempre l'uscita se un qualsiasi job
                      viene fermato.
              checkwinsize
                      Se impostata, bash controlla la dimensione della finestra dopo ogni comando  esterno  (non
                      incorporato)  e,  se  necessario,  aggiorna  i valori di LINES e COLUMNS.  Quest'opzione è
                      abilitata in modo predefinito.
              cmdhist Se impostata, bash tenta di salvare tutte le righe di un comando  a  riga  multipla  nello
                      stesso elemento di cronologia. Questo facilita la ripetizione di comandi multiriga. Questa
                      opzione è abilitata in modo predefinito, ma ha effetto solo se è abilitata  la  cronologia
                      dei comandi, come descritto above sopra in CRONOLOGIA.
              compat31
              compat32
              compat40
              compat41
              compat42
              compat43
              compat44
              compat50
                      Questi  controllano  alcuni  aspetti  della  modalità di compatibilità della shell (vedere
                      MODALITÀ COMPATIBILE DELLA SHELL below).

              complete_fullquote
                      Se impostata, bash quota tutti i metacaratteri di  shell  nei  nomi-file  e  di  directory
                      quando  effettua il completamento.  Se non è impostata,  bash rimuove i metacaratteri come
                      il segno del dollaro dal set di caratteri che saranno  quotati  nei  nomi-file  completati
                      quando  questi  metacaratteri appaiono in riferimenti a variabili di shell nelle parole da
                      completare. Questo vuol dire che i  segni  del  dollaro  nei  nomi  di  variabile  che  si
                      espandono  a directory non verranno quotati; comunque, non saranno quotati neanche i segni
                      del dollaro che appaiono nei nomi-file.  Questo è attivo solo quando  bash  usa  le  barre
                      inverse  per  quotare  i  nomi-file  completati.  Questa  variabile  è  impostata  in modo
                      predefinito, che è il comportamento predefinito di bash nelle versioni fino alla 4.2.

              direxpand
                      Se impostata, bash sostituisce i nomi di directory  con  i  risultati  dell'espansione  di
                      parola  mentre  effettua il completamento del nome di file.  Questo cambia i contenuti del
                      buffer di modifica di readline.  Se non è impostata, bash tenta di conservare ciò  che  ha
                      scritto l'utente.

              dirspell
                      Se  impostata,  bash  tenta la correzione dell'ortografia sui nomi di directory durante il
                      completamento di parola se il nome di directory fornito inizialmente non esiste.

              dotglob Se  impostata,  bash  include  i  nomi-file  che  iniziano  con  un  `.'   nel   risultato
                      dell'espansione  del  percorso.  I nomi-file  “.” e “..”  devono essere sempre confrontati
                      esplicitamente, anche se dotglob è impostato.

              execfail
                      Se impostata, una shell non interattiva non esce se non può eseguire il  file  specificato
                      come  argomento al comando incorporato exec. Una shell interattiva non esce se exec non ha
                      successo.

              expand_aliases
                      Se impostata, gli alias vengono espansi come descritto above in precedenza, sotto ALIASES.
                      Questa opzione è abilitata in modo predefinito per le shell interattive.

              extdebug
                      Se  impostata  all'invocazione  della  shell,  o in un file di avvio della shell, provvede
                      all'esecuizone del "debugger profile" prima che la shell venga avviata, allo  stesso  modo
                      dell'opzione  --debugger.Se  impostata  dopo  l'invocazione, il comportamento previsto per
                      poter usare dei debugger è abilitato:

                      1.     L'opzione -F al comando incorporato declare mostra il nome di file di origine e  il
                             numero di riga corrispondente a ogni nome di funzione fornita come argomento.

                      2.     Se  il  comando eseguito nella gestione del segnale DEBUG ritorna un valore diverso
                             da zero, il comando successivo viene saltato e non è eseguito.

                      3.     Se il comando eseguito nella gestione del segnale DEBUG ritorna il valore 2,  e  la
                             shell  è  in  esecuzione  in  una subroutine (una funzione di shell o uno script di
                             shell eseguito dai comandi incorporati . o source), la shell simula una chiamata  a
                             return.

                      4.     BASH_ARGC e BASH_ARGV sono aggiornati come descritto nelle loro descrizioni above).

                      5.     Il  tracciamento  delle  funzioni è abilitato: sostituzione di comando, funzioni di
                             shell, e subshell invocate con ( comando ) ereditano le intercettazione di  segnale
                             DEBUG e RETURN.

                      6.     Il  tracciamento  degli  errori  è  abilitato: sostituzione di comando, funzioni di
                             shell, e subshell invocate con ( comando ) ereditano le intercettazione di  segnale
                             ERR.

              extglob Se impostata, le caratteristiche di corrispondenza estesa di modelli descritte above sotto
                      Espansione di percorso, sono abilitate.

              extquote
                      Se impostato, la quotatura $'string' e $"string" è effettuata all'interno delle espansioni
                      di ${parametro} racchiuse tra virgolette. Quest'opzione è abilitata in modo predefinito.

              failglob
                      Se  impostata,  i  modelli  che  non generano nomi validi di file durante l'espansione del
                      percorso danno come risultato un errore di espansione.

              force_fignore
                      Se impostata, i suffissi specificati dalla variabile di shell FIGNORE fanno si  che  delle
                      parole  vengano ignorate quando viene effettuato il completamento delle parole anche se le
                      parole ignorate sono i soli possibili completamenti. Si veda VARIABILI DELLA  SHELL  above
                      sopra per una descrizione di FIGNORE. Quest'opzione è abilitata in modo predefinito.

              globasciiranges
                      Se  impostata,  le  espressioni di intervallo nelle espressioni tra parentesi graffe nella
                      ricerca di corrispondenze (si veda Modelli di ricerca above) più sopra) si comportano come
                      nella  localizzazione  tradizionale  C  quando  effettuano confronti. Cioè, la sequenza di
                      collazione della localizzazione corrente non viene presa in considerazione, cosicché b non
                      collazionerà  fra  A e B , e i caratteri ASCII maiuscolo e minuscolo verranno collazionati
                      insieme.

              globskipdots
                      Se impostata, l'espansione di percorso non farà mai corrispondere i nomi file “.” e  “..”,
                      nonostante il modello inizi con “.”. Questa opzione è attiva in maniera predefinita.

              globstar
                      Se  impostata, il modello ** usato in un contesto di espansione del nome di percorso trova
                      tutti i file e zero o più directory e sottodirectory che soddisfano i criteri di  ricerca.
                      Se  il modello è seguito da una /, trova solo le directory e sottodirectory che soddisfano
                      i criteri di ricerca.

              gnu_errfmt
                      Se impostata, i messaggi di errore della shell vengono scritti nel  formato  GNU  standard
                      dei messaggi di errore.

              histappend
                      Se  impostata,  l'elenco  della  cronologia  è  accodato  al file indicato dalla variabile
                      HISTFILE all'uscita della shell, invece che sostituire il file preesistente.

              histreedit
                      Se impostata, e readline è in uso, viene data l'opportunità a un utente  di  ripetere  una
                      sostituzione della cronologia che non ha avuto successo.

              histverify
                      Se  impostata,  e  readline  è in uso, i risultati della sostituzione della cronologia non
                      sono immediatamente passati all'analizzatore della shell. Invece, la riga risultante viene
                      caricata nel buffer di modifica readline, permettendo ulteriori modifiche.

              hostcomplete
                      Se  impostata,  e readline è in uso, bash tenta di effettuare il completamento del nome di
                      host quando una parola contenente un @ è in corso di completamento (si veda  Completamento
                      in precedenza, sotto READLINE above).  Questa è abilitata in modo predefinito.

              huponexit
                      Se  impostata,  bash  invia  SIGHUP  a  tutti  i  job  all'uscita  di  una  shell di login
                      interattiva.

              inherit_errexit
                      Se impostata, la sostituzione di comando eredita il valore  dell'opzione  errexit  anziché
                      annullarla  nell'ambiente  della  sub shell. Questa opzione è abilitata quando la modalità
                      posix è abilitata.

              interactive_comments
                      Se impostata, fa sì che, se una parola inizia con #, quella parola  e  tutti  i  caratteri
                      rimanenti su quella riga siano ignorati in una shell interattiva (si veda COMMENTI sopra).
                      above).  Quest'opzione è abilitata in modo predefinito.

              lastpipe
                      Se impostata, e job control non è attivo, la shell esegue l'ultimo comando di una pipeline
                      non eseguita in background nell'ambiente di shell corrente.

              lithist Se  impostata,  e  l'opzione  cmdhist  è abilitata, i comandi multiriga sono salvati nella
                      cronologia includendo i newline, piuttosto che usando come separatori il punto e  virgola,
                      dove possibile.

              localvar_inherit
                      Se  impostato, le variabili locali ereditano il valore e gli attributi di variabili con lo
                      stesso nome che esistono in uno scope precedente prima che sia  loro  assegnato  qualsiasi
                      nuovo valore. L'attributo nameref non è ereditato.

              localvar_unset
                      Se  impostata,  chiamare unset su variabili locali dello scope precedente le marca in modo
                      che gli utilizzi successivi la trovino annullata finché la funzione non termina. Questo  è
                      identico  al  comportamento  di  annullare una variabile locale nello scope della funzione
                      corrente.

              login_shell
                      La shell imposta quest'opzione se viene avviata come shell di login (si  veda  INVOCAZIONE
                      sopra).  above).  Il valore non può essere cambiato.

              mailwarn
                      Se  impostata,  e  un  file  sul quale bash sta ricercando della posta ha avuto un accesso
                      dall'ultima volta che è stato controllato, viene visualizzato il  messagio  “The  mail  in
                      mailfile has been read”.

              no_empty_cmd_completion
                      Se  impostata,  e  readline  è  in  uso,  bash  non tenta di cercare il PATH per possibili
                      completamenti quando viene tentato il completamento di una riga vuota.

              nocaseglob
                      Se impostata, bash individua i nomi-file senza  distinguere  le  lettere  maiuscole  dalle
                      minuscole  quando  effettua  l'espansione  del  percorso  (si veda Espansione del percorso
                      sopra).  above).

              nocasematch
                      Se impostata, bash confronta modelli senza distinguere le maiuscole dalle minuscole quando
                      ricerca  corrispondenze  durante  l'esecuzione  dei comandi condizionali case o [[, quando
                      effettua espansioni di parola in una sostituzione di modello, o  quando  filtra  possibili
                      completamenti come parte di un completamento programmabile.

              noexpand_translation
                      Se  impostata,  bash  racchiude  il risultato tradotto della quotatura di $"..." tra apici
                      singoli anziché doppie virgolette. Se la stringa non è tradotta, questo non ha effetto.

              nullglob
                      Se impostata, bash permette ai modelli che non individuano nessun file (si veda Espansione
                      del percorso sopra) above) di espandere come una stringa nulla, piuttosto che essere presi
                      letteralmente.

              patsub_replacement
                      Se impostato, bash espande le occorrenze di  &  nella  stringa  di  rimpiazzo  durante  la
                      sostituzione  di  modelli  al  test  che  che  corrisponde  al  modello, come descritto in
                      Espansione di parametri above.  Quest'opzione è abilitata in modo predefinito.

              progcomp
                      Se  impostata,  i  servizi  di  completamento   programmabile   (si   veda   Completamento
                      programmabile   sopra)  above)  vengono  abilitati.  Quest'opzione  è  abilitata  in  modo
                      predefinito.

              progcomp_alias
                      Se impostato, e con il completamento programmabile attivo, bash tratta un nome di  comando
                      che  non  ha  nessun completamento come un possibile alias e cerca di espanderlo. Se ha un
                      alias, bash riprova il completamento programmabile usando la parola del comando risultante
                      dall'espansione dell'alias.

              promptvars
                      Se  impostata,  le  stringhe  di prompt subiscono espansione di parametro, sostituzione di
                      comando, espansione aritmetica e rimozione delle virgolette dopo che  sono  stati  espansi
                      come  descritto  in  STRINGHE  DI  PROMPT  sopra above.  Quest'opzione è abilitata in modo
                      predefinito.

              restricted_shell
                      La shell imposta questa opzione  se  è  avviata  in  modalità  ristretta  (si  veda  SHELL
                      RISTRETTA  più  avanti).   below).   Il  valore  non può essere cambiato. Questo non viene
                      reimpostato quando i file di avvio vengono eseguiti,  permettendo  ai  file  di  avvio  di
                      accertare se una shell è ristretta o meno.

              shift_verbose
                      Se  impostata, il comando incorporato shift stampa un messaggio di errore quando il numero
                      di comandi shift effettuati eccede il numero dei parametri posizionali.

              sourcepath
                      Se impostata, il comando incorporato . (source) usa il  valore  di  PATH  per  trovare  la
                      directory  contenente  il  file  fornito come argomento. Quest'opzione è abilitata in modo
                      predefinito.

              varredir_close
                      Se impostata, la shell chiude automaticamente i descrittori di file  assegnati  usando  la
                      sintassi  di  ridirezione  {varname}  (vedere  RIDIREZIONE above) anziché lasciarli aperti
                      quando il comando termina.

              xpg_echo
                      Se impostata, il comando incorporato echo espande sequenze di protezione tramite la  barra
                      inversa in modo predefinito.

       suspend [-f]
              Sospende  l'esecuzione  di  questa  shell  fino  a che non riceve un segnale SIGCONT. Una shell di
              login, o una shell che non abbia il controllo dei job attivo, non può essere sospesa; l'opzione -f
              può  essere  usata per non tener conto di questo e forzare la sospensione. Lo stato di ritorno è 0
              tranne quando la shell è una shell di login, o se non è attivo il  controllo  dei  job,  e  non  è
              fornito -f.

       test expr
       [ expr ]
              Ritorna   uno  stato  di  0  (vero)  o  1  (falso)  a  seconda  del  risultato  della  valutazione
              dell'espressione condizionale expr. Ogni operatore e operando deve essere un  argomento  separato.
              Le  espressioni  sono  composte  dagli  elementi  descritti above in precedenza, sotto ESPRESSIONI
              CONDIZIONALI. test non accetta opzioni, né accetta, ignorandolo, un argomento --  come  indicatore
              di fine delle opzioni.

              Le  espressioni  possono  essere  combinate  usando  i  seguenti  operatori,  elencati  in  ordine
              decrescente di precedenza. La valutazione dipende dal numero di argomenti; si veda più avanti.  La
              precedenza degli operatori è usata quando ci sono cinque o più argomenti.
              ! expr Vero se expr è falso.
              ( expr )
                     Ritorna  il  valore  di  expr. Questo può essere usato per modificare la normale precedenza
                     degli operatori.
              expr1 -a expr2
                     Vero se sia expr1 che expr2 sono vere.
              expr1 -o expr2
                     Vero se o expr1 o expr2 è vera.

              test e [ valutano espressioni condizionali usando  una  serie  di  regole  basate  sul  numero  di
              argomenti.

              0 argomenti
                     L'espressione è falsa.
              1 argomento
                     L'espressione è vera se e solo se l'argomento non è nullo.
              2 argomenti
                     Se  il primo argomento è !, l'espressione è vera se e solo se il secondo argomento è nullo.
                     Se il primo argomento è uno degli operatori  condizionali  elencati  above  in  precedenza,
                     sotto  ESPRESSIONI CONDIZIONALI, l'espressione è vera se il test unario è vero. Se il primo
                     argomento non è un operatore condizionale unario valido, l'espressione è falsa.
              3 argomenti
                     Le seguenti condizioni sono applicate nell'ordine elencato. Se il secondo argomento  è  uno
                     degli  operatori  binari  condizionali  elencati  above  in  precedenza,  sotto ESPRESSIONI
                     CONDIZIONALI, il risultato dell'espressione è il risultato del test  binario  che  usa  gli
                     argomenti  primo  e  terzo  come  operandi.  Quando  ci  sono  tre  argomenti, -a e -o sono
                     considerati operatori binari. Se il primo argomento è !, il valore è la negazione del  test
                     con  due  argomenti  costituito  dagli  argomenti  secondo e terzo. Se il primo argomento è
                     esattamente ( e il terzo argomento  è  esattamente  ),  il  risultato  è  il  test,  con  1
                     argomento, del secondo argomento. Altrimenti, l'espressione è falsa.
              4 argomenti
                     Le  seguenti  condizioni sono applicate nell'ordine elencato. Se il primo argomento è !, il
                     valore è la negazione del test con tre argomenti costituito dagli argomenti  rimanenti.  Se
                     il primo argomento è esattamente ( e il quarto argomento è esattamente ), il risultato è il
                     test a due argomenti con il secondo e terzo degli  argomenti.  Altrimenti  l'espressione  è
                     analizzata e valutata in accordo alle precedenze secondo le regole elencate sopra.
              5 o più argomenti
                     L'espressione  è  analizzata  e  valutata  secondo  le precedenze usando le regole elencate
                     sopra.

              Quando sono usati con test o [, gli operatori < e > vengono ordinati  lessicograficamente  secondo
              l'ordinamento ASCII.

       times  Stampa  i  tempi  spesi  come  utente  e come sistema per la shell e per i processi eseguiti dalla
              shell. Lo stato di ritorno è 0.

       trap [-lp] [[arg] sigspec ...]
              Il comando arg dev'essere letto e eseguito quando la shell riceve il segnale(i) sigspec. Se arg  è
              assente  (e  c'è  un  singolo  sigspec)  o  -,  ogni  segnale  specificato  è  riportato  alla sua
              configurazione originale (il valore che aveva al momento dell'ingresso nella shell). Se arg  è  la
              stringa nulla il segnale specificato da ogni sigspec è ignorato dalla shell e dai comandi che essa
              invoca. Se arg non è presente e -p è stato fornito, allora i comandi di intercettazione di segnale
              associati  a  ogni  sigspec vengono visualizzati. Se non viene fornito alcun argomento o se è dato
              solo -p, trap stampa la lista dei comandi associati a ogni segnale. L'opzione  -l  fa  sì  che  la
              shell  stampi  una  lista di nomi di segnale e i numeri a loro corrispondenti. Ogni sigspec è o un
              nome di segnale definito in <signal.h>, o un numero di segnale. I nomi di segnale  possono  essere
              scritti sia in minuscolo che in maiuscolo e il prefisso SIG è opzionale.

              Se  un sigspec è EXIT (0) il comando arg è eseguito all'uscita della shell. Se un sigspec è DEBUG,
              il comando arg viene eseguito prima di ogni comando semplice, comando for, comando  case,  comando
              select, ogni comando for aritmetico, e prima di eseguire il primo comando in una funzione di shell
              (si veda GRAMMATICA DELLA SHELL sopra).  above).  Fare riferimento alla  descrizione  dell'opzione
              extdebug  del  comando  incorporato  shopt per dettagli sul suo effetto nella gestione del segnale
              DEBUG. Se un sigspec è RETURN, il comando arg viene eseguito ogni volta che una funzione di  shell
              o uno script eseguito coi comandi incorporati . o source completa l'esecuzione.

              Se  un  sigspec  è  ERR, il comando arg viene eseguito ogni volta che una pipeline (che può essere
              composta da un solo comando semplice), una lista o un comando semplice  ha  uno  stato  di  uscita
              diverso  da  0,  tenuto  conto  delle  seguenti  condizioni. La gestione del segnale ERR non viene
              invocata se il comando in errore fa parte della lista di comandi immediatamente seguente la parola
              chiave while o until, se fa parte del test in un'istruzione if, se fa parte di un comando eseguito
              in una lista && o || eccetto il comando seguente l'ultimo && o ||, un  qualsiasi  comando  in  una
              pipeline  eccetto l'ultimo, o se il valore di ritorno del comando in esecuzione viene negato da un
              !. Queste sono le stesse condizioni imposte all'opzione errexit (-e).

              I segnali ignorati al  momento  dell'ingresso  della  shell  non  possono  essere  intercettati  o
              resettati.  I  segnali  intercettati  non  ignorati sono riportati al loro valore originale in una
              subshell o in un ambiente di subshell quando ne è stato creato uno. Lo stato di ritorno è falso se
              un sigspec non è valido; altrimenti trap ritorna 0 (vero).

       type [-aftpP] nome [nome ...]
              Senza  opzioni,  indica  come  dovrà  essere  interpretato  ciascun  nome se usato come un nome di
              comando. Se è usata l'opzione -t, type stampa una stringa che è una fra alias, keyword,  function,
              builtin  o  file  se  nome  è,  rispettivamente,  un  alias, una parola riservata della shell, una
              funzione, un comando incorporato, o un file su disco. Se il nome non è trovato, non viene stampato
              nulla,  ed  è ritornato uno stato d'uscita di falso Se viene usata l'opzione -p, type ritorna o il
              nome del file su disco che dovrebbe essere  eseguito  se  nome  fosse  specificato  come  nome  di
              comando,  o  nulla  se  ``type  -t  name''  non  avesse  ritornato file. L'opzione -P forza PATH a
              ricercare ogni nome, anche se ``type -t name'' non dovesse ritornare file. Se un comando  è  nella
              tabella hash, -p e -P stampano il valore nella tabella hash, che non necessariamente è il file che
              appare per primo in PATH. Se viene  usata  l'opzione  -a,  type  stampa  tutti  le  posizioni  che
              corrispondono  a  un  eseguibile  chiamato nome. Questo include alias e funzioni, se e solo se non
              viene usata anche l'opzione -p. La tabella hash dei comandi non è consultata  quando  si  usa  -a.
              L'opzione  -f  sopprime  la ricerca della funzione di shell, come col comando incorporato command.
              type ritorna 0 [vero] se tutti argomenti vengono trovati, falso se non ne viene trovato alcuno.

       ulimit [-HS] -a
       ulimit [-HS] [-bcdefiklmnpqrstuvxPRT [limite]]
              Fornisce controllo sulle risorse disponibili per la shell e per i processi avviati  da  essa,  sui
              sistemi  che  consentono  un tale controllo. Le opzioni -H e -S specificano che viene impostato il
              limite hard o limite soft per la data risorsa. Un limite hard  non  può  essere  aumentato  da  un
              utente  comune  una volta impostato; un limite soft può essere aumentato fino al valore del limite
              hard. Se né -H-S sono specificati, vengono impostati entrambi i limiti, hard e soft. Il valore
              di  limite  può  essere un numero nell'unità specificata per la risorsa, o uno dei valori speciali
              hard, soft o unlimited. che stanno rispettivamente per limite hard corrente, limite soft  corrente
              e  nessun  limite.  Se  limite  è  omesso, viene stampato il valore corrente del limite soft della
              risorsa, a meno che non venga data l'opzione -H. Quando è specificata più di una risorsa, il  nome
              del  limite  e  l'unità,  se appropriati, vengono stampati prima del valore. Le altre opzioni sono
              interpretate come segue:
              -a     Sono riportati tutti i limiti correnti; nessun limite viene impostato
              -b     La dimensione massima del buffer del socket
              -c     la dimensione massima dei file core creati
              -d     la dimensione massima del segmento dati di un processo
              -e     La priorità massima di schedulazione dei processi ("nice")
              -f     la dimensione massima dei file scritti dalla shell e dai suoi figli
              -i     Il numero massimo di segnali pendenti
              -k     Il numero massimo di kqueue (code degli eventi del kernel) che possono essere allocate
              -l     la dimensione massima di memoria che può essere bloccata
              -m     la dimensione massima della memoria occupata (molti sistemi non rispettano questo limite)
              -n     il numero massimo di descrittori di file aperti (la maggior parte dei sistemi non  permette
                     che questo valore sia cambiato)
              -p     la dimensione delle pipe in blocchi da 512 byte (questo non può essere cambiato)
              -q     Il numero massimo di byte nelle code dei messaggi POSIX
              -r     La priorità massima di schedulazione dei processi in tempo reale
              -s     la dimensione massima dello stack
              -t     il massimo quantitativo di tempo macchina utilizzabile, in secondi
              -u     il numero massimo di processi disponibili per un singolo utente
              -v     Il  massimo  ammontare di memoria virtuale disponibile per la shell e, su alcunisistemi, ai
                     suoi figli
              -x     Il numero massimo di file lock
              -P     Il numero massimo di pseudoterminali
              -R     Il tempo massimo che un processo in  real-time  può  durare  prima  che  sia  bloccato,  in
                     microsecondi
              -T     Il numero massimo di thread

              Se  limite  è  dato,  e  non  viene  usata  l'opzione  -a, limite  è il nuovo valore della risorsa
              specificata.  Se nessuna opzione è data, si considera impostata l'opzione -f.  I  valori  sono  in
              multipli  di  1024 byte, tranne  che per -t, che è in secondi, -R, che è in microsecondi;-p, che è
              in unità di blocchi da 512 byte; -P, -T, -b , -k, -n e -u, che sono numeri puri e , quando si è in
              modalità  posix,  -c e -f, che sono in multipli di 512 byte. Lo stato di ritorno è 0 tranne quando
              viene incontrata un'opzione o un argomento non valido, o avvenga un errore mentre  si  imposta  un
              nuovo limite.

       umask [-p] [-S] [modo]
              La  maschera di creazione dei file dell'utente è impostata a modo. Se modo inizia con una cifra, è
              interpretato come numero ottale; altrimenti è interpretato come una maschera in modalità simbolica
              simile  a  quelle accettate da chmod(1). Se modo è omesso, viene stampato il valore corrente della
              maschera. L'opzione -S fa sì che  la  maschera  venga  stampata  in  formato  simbolico;  l'output
              predefinito  è  un numero ottale. Se viene fornita l'opzione -p e modo è omesso, l'output è in una
              forma riutilizzabile come input. Lo stato di ritorno è 0 se il modo è stato cambiato con  successo
              o se nessun argomento modo era stato fornito, e falso altrimenti.

       unalias [-a] [nome ...]
              Rimuove  ciascun  nome dalla lista degli alias definiti. Se si specifica -a, sono rimosse tutte le
              definizioni di alias. Il valore di ritorno è 0 (vero) tranne quando un nome fornito non è un alias
              attualmente definito.

       unset [-fv] [-n] [nome ...]
              Per  ciascun  nome, rimuove la corrispondente variabile o funzione. Se è specificata l'opzione -v,
              ogni nome designa una variabile di shell, e quella variabile viene rimossa. Le variabili  in  sola
              lettura  non  possono  essere  rimosse. Se viene specificata -f, ogni nome designa una funzione di
              shell, e la definizione di funzione viene rimossa. Se è impostata  l'opzione  -n,  e  nome  è  una
              variabile  con  l'attributo  nameref,  verrà  annullata  nome  piuttosto che la variabile a cui fa
              riferimento. -n non ha nessun effetto se è impostata l'opzione -f. Se non viene impostata  nessuna
              opzione,  ogni  nome  fa riferimento a una variabile; se non ci sono variabili con quel nome, ogni
              funzione con  quel  nome  viene  annullata.  Ogni  variabile  o  funzione  annullata  è  eliminata
              dall'ambiente  passato  ai  comandi  successivi.  Se  una  qualsiasi fra BASH_ALIASES, BASH_ARGV0,
              BASH_CMDS,  BASH_COMMAND,  BASH_SUBSHELL,  BASHPID,  COMP_WORDBREAKS,   DIRSTACK,   EPOCHREALTIME,
              EPOCHSECONDS,  FUNCNAME,  GROUPS, HISTCMD, LINENO, RANDOM, SECONDS o SRANDOM è annullata, perde la
              sua speciale proprietà, anche se viene successivamente ridefinita. Lo stato d'uscita è 0 (vero)  a
              meno che un nome non sia in sola lettura o non l'annullamento fallisca.

       wait [-fn] [-p varname] [id ...]
              Aspetta  ogni  processo figlio specificato e ritorna il suo stato di completamento. Ciascun id può
              essere un ID di processo o un riferimento a un job;  se  è  dato  un  riferimento  a  un  job,  si
              aspettano  tutti  i  processi  nella  pipeline  di  quel job. Se id è omesso, si aspettano tutti i
              processi figli correntemente attivi e l'ultima sostituzione di processo eseguita, se il suo id  di
              processo è lo stesso di $!, e lo stato di ritorno è 0. Se è specificata l'opzione -n, wait attende
              che uno qualsiasi dei job indicati nell'elenco di id, oppure, se non  viene  indicato  nessun  id,
              attende  che  un  job  qualsiasi  termini  e  restituisce  il suo stato d'uscita. Se nessuno degli
              argomenti forniti è un figlio della shell, o se non sono indicati argomenti  e  la  shell  non  ha
              figli  dei  quali  è  in  attesa,  il  valore  restituito  è  127. Se viene indicata l'opzione -p,
              l'identificato di processo o di job per il quale viene restituito il codice d'errore  viene  messo
              nella  variabile  varname.  Se  è  specificata l'opzione -f, e il job-control è abilitato, wait fa
              terminare id prima di restituire lo stato d'uscita, invece di restituirlo quando cambia stato.  Se
              id  specifica un processo o job non esistenti, lo stato di ritorno è 127. Se wait viene interrotta
              da un segnale, lo stato di ritorno  sarà  maggiore  di  127,  come  descritto  in  SEGNALI  above.
              Altrimenti,  lo stato di ritorno è lo stato d'uscita dell'ultimo processo o job di cui si è atteso
              il completamento.

MODALITÀ COMPATIBILE DELLA SHELL

       Bash-4.0 ha introdotto il concetto di livello di compatibilità della shell indicato come  un  insieme  di
       opzioni  del comando incorporato shopt (compat31, compat32, compat40, compat41 eccetera). Attualmente c'è
       un solo livello di compatibilità -- ogni opzione è mutuamente esclusiva. Il livello di  compatibilità  ha
       lo  scopo  di  permettere  all'utente  di  selezionare  il comportamento di una precedente versione che è
       incompatibile con le nuove versioni. Va usato nel periodo di transizione durante il quale si modifica  lo
       script  perché  funzioni  con  caratteristiche e il comportamento correnti. È stato ideato come soluzione
       temporanea.

       Questa sezione non menziona comportamenti che  sono  standard  per  una  particolare  versione  (esempio,
       impostando  compat32  si  fa  sì  che  mettere  tra  virgolette  l'operando  di  destra di un operando di
       espressioni regolari, faccia il quote dei  caratteri  speciali  nella  parola,  che  è  il  comportamento
       predefinito di bash-3.2 e versioni successive.)

       Se  un  utente  abilita  ad  esempio  compat32,  può  impattare  il  comportamento  di  altri  livelli di
       compatibilità fino al livello di compatibilità corrente. L'idea  è  che  ogni  livello  di  compatibilità
       controlli  il  comportamento che cambiò in quella versione di bash, ma quel comportamento potrebbe essere
       stato  presente  anche  in  versioni  precedenti.  Ad  esempio,  l'utilizzo  di  confronti  basati  sulla
       localizzazione  nel  comando [[ è stato introdotto con bash-4.1, mentre le versioni precedenti usavano un
       confronto basato su ASCII; quindi abilitando compat32 si attiverà anche il  confronto  basato  su  ASCII.
       Questa  granularità  potrebbe  non  essere  sufficiente  per tutti gli usi, e quindi è importante che gli
       utenti utilizzino i livelli di compatibilità con cautela. Leggere  la  documentazione  specifica  per  le
       varie caratteristiche per conoscere il comportamento attuale.

       Bash-4.3  ha  introdotto  una  nuova  variabile:  BASH_COMPAT. Il valore assegnato a questa variabile (un
       numero di versione decimale come 4.2, o un intero corrispondente all'opzione compatNN, come 42) determina
       il livello di compatibilità.

       Da  bash-4.4,  bash ha iniziato a deprecare l'utilizzo di livelli di compatibilità più vecchi. Più avanti
       le opzioni saranno rimosse in favore di BASH_COMPAT.

       Bash-5.0 è la versione ultima per la quale esistono opzioni individuali di shopt per versioni precedenti.
       Gli utenti dovranno usare BASH_COMPAT per bash-5.0 e versioni successive.

       La  seguente tabella descrive i cambi di comportamento per ogni impostazione di livello di compatibilità.
       Il tag compatNN è usato come scorciatoia per indicare le impostazioni di compatibilità per il livello  NN
       usando  uno  dei seguenti meccanismi. Per versioni precedenti a bash-5.0, il livello di compatibilità può
       essere impostato usando la corrispondente opzione compatNN di shopt. Per bash-4.3 e successive  versioni,
       è  preferibile  usare  la  variabile  BASH_COMPAT,  che  poi diventa obbligatorio per bash-5.1 e versioni
       successive.

       compat31
              •      mettere tra virgolette l'operando a destra del comando di corrispondenza delle regexp  (=~)
                     non ha effetti speciali in [[

       compat32
              •      interrompere  una  lista  di  comandi  come  "a  ;  b  ;  c" causa l'esecuzione del comando
                     successivo nella lista (in bash-4.0 e versioni successive, la shell  si  comporta  come  se
                     avesse  ricevuto  le  l'interruzione  e  quindi interrompere un comando in una lista blocca
                     l'esecuzione dell'intera lista)

       compat40
              •      gli operatori < e > del comando condizionale [[ non considerano la localizzazione  corrente
                     nel  confronto fra stringhe, ma usano l'ordinamento ASCII. Le versioni di bash precedenti a
                     bash-4.1 usano la collazione ASCII e strcmp(3); bash-4.1 e  versioni  successive  usano  la
                     sequenza di collazione della localizzazione corrente e strcoll(3).

       compat41
              •      in  modalità posix, time può essere seguito da opzioni ed essere comunque riconosciuto come
                     una parola riservata (questa è l'interpretazione POSIX 267)
              •      in modalità posix il parser richiede che un siano presenti un  numero  pari  di  virgolette
                     singole  nella  porzione di word di una espansione di parametri tra virgolette doppie; e le
                     tratta diversamente in modo che i caratteri  all'interno  delle  virgolette  singole  siano
                     considerati quotati (questa è l'interpretazione POSIX 221)

       compat42
              •      il testo di rimpiazzo durante la sostituzione di modelli tra virgolette doppie non sottostà
                     alla rimozione delle virgolette, come invece fa nelle versione successive a bash-4.2
              •      in modalità posix, le virgolette singole sono considerate speciali durante l'espansione  di
                     porzioni  word  di  una  espansione  di  parametro  tra doppie virgolette, e possono essere
                     utilizzate per virgolettare una parentesi graffa chiusa o altro carattere speciale  (questo
                     fa  parte  della  interpretazione POSIX 221); in versioni successive, le virgolette singole
                     non sono speciali all'interno di una espansione di parola tra doppie virgolette

       compat43
              •      la shell non stampa un messaggio di avvertimento se viene tentato di usare un  assegnamento
                     interno tra virgolette come argomento di declar (esempio, declare -a foo='(1 2)'). Versioni
                     successive avvisano che quest'utilizzo è deprecato
              •      errori dell'espansione di parola sono considerati non errori  non  fatali  che  causano  il
                     fallimento  del  comando  corrente, anche in modalità posix (il comportamento predefinito è
                     che siano errori fatali che causano la terminazione della shell)
              •      durante l'esecuzione di una funzione di shell, lo stato del ciclo (while/until/etc.) non  è
                     reimpostato,  quindi break o continue interni alla funzione agiranno sul ciclo del contesto
                     invocante. Bash-4.4 e  successive  reimpostano  lo  stato  del  ciclo  per  evitare  questo
                     comportamento

       compat44
              •      la shell imposta i valori usati da BASH_ARGV e BASH_ARGC in modo che possano essere espansi
                     ai parametri posizionali della shell anche se la modalità di debug estesa non è attiva
              •      una subshell eredita i cicli dal contesto invocante, quindi break e continue faranno uscire
                     la subshell. Bash-5.0 e successiva reimpostano lo stato del ciclo per evitare questa uscita
              •      assegnamenti  di  variabile  precedenti  a  comandi  interni  quali  export  e readonly che
                     impostano attributi avranno effetti  sulle  variabili  con  lo  stesso  nome  dell'ambiente
                     invocante anche se la shell non è in modalità posix

       compat50
              •      Bash-5.1  ha  cambiato  il  modo  nel  quale  $RANDOM  è generato e introduce un po' più di
                     aleatorietà. Se ilvello di compatibilità della shell è impostato  a  50  e  precedente,  la
                     shell  utilizza  il metodo di bash-5.0 e versioni precedenti, quindi impostando un seme per
                     il generatore assegnandolo alla variabile RANDOM produrrà la stessa sequenza di bash-5.0
              •      Se la tabella hash dei  comandi  è  vuota,  le  versioni  di  bash  precedenti  a  bash-5.1
                     stampavano  un  messaggio  informativo,  anche  durante la produzione di output che potesse
                     essere riusato  come  input.  Bash-5.1  sopprime  questo  messaggio  quando  viene  fornita
                     l'opzione -l.

       compat51
              •      Il  comando  interno  unset  tratta  i  tentativi  di annullare gli indici di vettore @ e *
                     diversamente a seconda se il vettore sia indicizzato o associativo, e diversamente rispetto
                     alle precedenti versioni.

SHELL RISTRETTA

       Se  bash  è  avviata  col  nome  rbash,  o  l'opzione  -r viene fornita all'invocazione, la shell diventa
       ristretta. Una shell ristretta è usata per impostare un ambiente più controllato di  quello  della  shell
       standard.  Si  comporta  identicamente  a  bash con l'eccezione che quel che segue è o non permesso o non
       effettuato:

       •      cambiare le directory con cd

       •      impostare o rimuovere i valori di SHELL, PATH, HISTFILE, ENV o BASH_ENV

       •      specificare nomi di comando contenenti una /

       •      specificare un nome di file contenente una / come argomento al comando incorporato .

       •      specificare un nome-file contenente una  barra  obliqua  come  argomento  al  comando  incorporato
              history

       •      specificare  un  nome  di  file contenente una barra [/] come argomento all'opzione -p del comando
              incorporato hash

       •      importare definizioni di funzione dall'ambiente della shell all'avvio

       •      analizzare il valore di SHELLOPTS dall'ambiente di shell all'avvio

       •      ridirigere l'output usando gli operatori di ridirezione >, >|, <>, >&, &> e >>

       •      usare il comando incorporato exec per sostituire la shell con un altro comando

       •      aggiungere o eliminare comandi incorporati con le opzioni -f e -d del comando incorporato enable

       •      usare il comando incorporato enable  per  abilitare  comandi  incorporati  della  shell  che  sono
              disabilitati

       •      specificare l'opzione -p al comando incorporato command

       •      disattivare la modalità ristretta con set +r o shopt -u restricted_shell.

       Queste restrizioni sono imposte dopo aver letto eventuali file di avvio.

       When  a  command  that  is  found  to  be a shell script is executed (see COMMAND EXECUTION above), rbash
       rimuove ogni restrizione nella shell creata dalla shell genitrice per eseguire lo script.

VEDERE ANCHE

       Bash Reference Manual, Brian Fox e Chet Ramey
       The Gnu Readline Library, Brian Fox e Chet Ramey
       The Gnu History Library, Brian Fox e Chet Ramey
       Portable Operating System Interface (POSIX) Part 2: Shell and Utilities, IEEE --
              http://pubs.opengroup.org/onlinepubs/9699919799/
       http://tiswww.case.edu/~chet/bash/POSIX -- una descrizione della modalità posix
       sh(1), ksh(1), csh(1)
       emacs(1), vi(1)
       readline(3)

FILE

       /bin/bash
              L'eseguibile bash
       /etc/profile
              Il file di inizializzazione generale di sistema, eseguito per le shell di login
       /etc/bash.bashrc
              Il file di inizializzazione generale di sistema per ogni shell interattiva
       /etc/bash.bash.logout
              Il file di pulizia della shell di login generale di sistema, eseguito quando una  shell  di  login
              termina
       ~/.bash_profile
              Il file di inizializzazione personale, eseguito per le shell di login
       ~/.bashrc
              Il file di inizializzazione individuale per ogni shell interattiva
       ~/.bash_logout
              Il file di pulizia della shell di login individuale, eseguito quando una shell di login termina
       ~/.bash_history
              Il valore predefinito di HISTFILE, il file nel quale bash salva la cronologia dei comandi
       ~/.inputrc
              Il file di inizializzazione individuale per readline

AUTORI

       Brian Fox, Free Software Foundation
       bfox@gnu.org

       Chet Ramey, Case Western Reserve University
       chet.ramey@case.edu

NOTIFICA DEI "BUG"

       Se  trovate  un  "bug"  in bash, dovreste segnalarlo. Ma prima, dovreste assicurarvi che sia veramente un
       "bug", e che appaia nella versione più recente  di  bash.  L'ultima  versione  è  sempre  disponibile  da
       ftp://ftp.gnu.org/pub/gnu/bash/ e http://git.savannah.gnu.org/cgit/bash.git/snapshot/bash-master.tar.gz.

       Una  volta determinato che avete individuato realmente un "bug", usate il comando bashbug per inviare una
       notifica del "bug". Se avete una correzione, siete  invitati  a  inviare  anche  quella!  Suggerimenti  e
       rapporti su "bug" 'filosofici' possono essere inviati a bug-bash@gnu.org o inviati al newsgroup su Usenet
       gnu.bash.bug.

       TUTTI i rapporti sui "bug" dovranno includere:

       Il numero di versione di bash
       L'hardware e il sistema operativo
       Il compilatore usato per compilare
       Una descrizione del comportamento anomalo
       Un breve script o `ricetta' che produca il "bug"

       bashbug inserisce le prime tre voci automaticamente nel modello che fornisce per compilare  una  notifica
       di "bug".

       Commenti  e  notifiche  su  "bug"  riguardanti  questa  pagina  di  manuale dovranno essere indirizzati a
       chet.ramey@case.edu.

BUG

       È troppo grande e troppo lenta.

       Vi sono alcune sottili differenze tra bash e le versioni tradizionali di sh, soprattutto  per  via  delle
       specifiche POSIX.

       In alcuni casi gli alias possono essere causa di confusione.

       Comandi incorporati della shell e funzioni non sono sospendibili/riavviabili.

       Comandi composti e sequenze di comandi nella forma di `a ; b ; c' non sono trattati in modo completamente
       corretto quando viene richiesta la sospensione di un processo. Quando un processo viene sospeso, la shell
       esegue  immediatamente  il comando che lo segue immediatamente. Basta mettere una sequenza di comandi fra
       parentesi per forzarla in una subshell, che può essere sospesa come se fosse un'unica entità.

       Le variabili vettore non possono essere esportate (per il momento).

       Ci può essere solo un coprocesso attivo alla volta.

TRADUZIONE

       La  traduzione  italiana  di  questa  pagina   di   manuale   è   stata   creata   da   Augusto   Lenardi
       <augusto@comune.modena.it>,    Antonio    Giovanni    Colombo    <azc100@gmail.com>,    Silvano   Sallese
       <silvano@pluto.it>, Marco Curreli <marcocurreli@tiscali.it> e Giuseppe Sacco <eppesuig@debian.org>

       Questa  traduzione  è  documentazione  libera;  leggere  la  GNU  General  Public  License   Versione   3
       ⟨https://www.gnu.org/licenses/gpl-3.0.html⟩  o  successiva  per  le  condizioni  di  copyright.   Non  ci
       assumiamo alcuna responsabilità.

       Per segnalare errori nella traduzione di  questa  pagina  di  manuale  inviare  un  messaggio  a  ⟨pluto-
       ildp@lists.pluto.it⟩.