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NOME
apt.conf - file di configurazione di APT
DESCRIZIONE
/etc/apt/apt.conf è il file di configurazione principale condiviso da tutti gli strumenti nella suite APT, anche se non è affatto l'unico posto in cui possono essere impostate opzioni. La suite condivide anche un analizzatore comune della riga di comando per fornire un ambiente uniforme. Quando uno strumento APT viene avviato, legge i file di configurazione nel seguente ordine: 1. il file specificato dalla variabile d'ambiente APT_CONFIG (se presente) 2. tutti i file in Dir::Etc::Parts, in ordine alfanumerico crescente, se il loro nome file non ha estensione o ha «conf» come estensione, e contiene solamente caratteri alfanumerici, trattini (-), caratteri di sottolineatura (_) e punti (.). Altrimenti, APT visualizza un messaggio che informa che un file è stato ignorato, a meno che il file non corrisponda ad un modello nell'elenco di configurazione Dir::Ignore-Files-Silently nel qual caso verrà ignorato silenziosamente. 3. il file di configurazione principale specificato da Dir::Etc::main 4. le opzioni nella riga di comando sono applicate per scavalcare le direttive di configurazione o per caricare ulteriori file di configurazione.
SINTASSI
Il file di configurazione ha un'organizzazione ad albero con le opzioni riunite in gruppi funzionali. Un'opzione viene specificata con una notazione a due punti (:); per esempio APT::Get::Assume-Yes è un'opzione per lo strumento Get all'interno del gruppo dello strumento APT. Le opzioni non ereditano dai gruppi genitori. Sintatticamente il linguaggio di configurazione è basato sul modello di quello usato dagli strumenti ISC come bind e dhcp. Le righe che iniziano con // vengono trattate come commenti (ignorate), così come tutto il testo racchiuso tra /* e */, proprio come i commenti C/C++. Ogni riga ha la forma APT::Get::Assume-Yes "true";. Le virgolette e il punto e virgola finale sono obbligatori. I valori non possono includere barre inverse (\) o ulteriori virgolette. I nomi delle opzioni sono costituiti da caratteri alfanumerici e dai caratteri «/-:._+». Un nuovo ambito può essere aperto con parentesi graffe come in: APT { Get { Assume-Yes "true"; Fix-Broken "true"; }; }; con le nuove righe posizionate in modo da renderle più leggibili. Si possono creare elenchi aprendo un ambito e includendo una singola stringa racchiusa tra virgolette e seguita da un punto e virgola. Possono essere incluse più voci, separate da un punto e virgola. DPkg::Pre-Install-Pkgs {"/usr/sbin/dpkg-preconfigure --apt";}; In generale i file di configurazione d'esempio /usr/share/doc/apt/examples/configure-index.gz sono una buona guida su come debba essere un file di configurazione. I nomi delle voci di configurazione sono insensibili all'uso di maiuscole e minuscole, perciò nell'esempio precedente si sarebbe potuto usare dpkg::pre-install-pkgs. I nomi delle voci di configurazione sono opzionali se viene definito un elenco come si può vedere nell'esempio DPkg::Pre-Install-Pkgs precedente. Se non si specifica un nome, una nuova voce aggiunge semplicemente una nuova opzione all'elenco. Se si specifica un nome, si può sovrascrivere l'opzione come per ogni altra, assegnandole un nuovo valore. Sono definiti due comandi speciali: #include (che è deprecato e non supportato da implementazioni alternative) e #clear. #include include il file indicato a meno che il suo nome non termini con un carattere «/», nel qual caso viene inclusa l'intera directory. #clear viene usato per eliminare una parte dell'albero di configurazione. L'elemento specificato e tutti i suoi discendenti vengono eliminati. (Notare che anche queste righe devono terminare con un punto e virgola.) Il comando #clear è l'unico modo di cancellare un elenco o un intero ambito. Riaprire un ambito (o usare la sintassi descritta più sotto aggiungendo alla fine ::) non sovrascrive le voci precedentemente scritte. Le opzioni possono essere sovrascritte solamente assegnandovi un nuovo valore; gli elenchi e gli ambiti non possono essere sovrascritti, solo cancellati. Tutti gli strumenti APT accettano un'opzione -o che permette di specificare una direttiva di configurazione arbitraria nella riga di comando. La sintassi è un nome completo di opzione (per esempio APT::Get::Assume-Yes) seguito da un segno di uguaglianza e quindi il nuovo valore dell'opzione. Per aggiungere un nuovo elemento ad un elenco, aggiungere :: alla fine del nome dell'elenco. (Come si può immaginare, la sintassi per gli ambiti non può essere usata nella riga di comando.) Notare che aggiungere voci in coda ad un elenco usando :: funziona solamente con un elemento per riga, e che non si dovrebbe usarlo insieme alla sintassi per gli ambiti (che aggiunge implicitamente ::). L'uso di entrambe le sintassi insieme fa apparire un bug che sfortunatamente alcuni utenti utilizzano: un'opzione con l'insolito nome «::» che funziona come una qualsiasi altra opzione con nome. Ciò introduce molti problemi; innanzitutto gli utenti che scrivono più righe con questa sintassi sbagliata nella speranza di aggiungere voci ad un elenco ottengono il risultato opposto, dato che viene usata solo l'ultima assegnazione per questa opzione «::». Le versioni future di APT causeranno errori e smetteranno di funzionare se incontrano questo uso scorretto, perciò è bene correggere tali dichiarazioni ora, quando APT ancora non si lamenta esplicitamente.
IL GRUPPO APT
Questo gruppo di opzioni controlla il comportamento generale di APT, oltre a contenere le opzioni per tutti gli strumenti. Architecture Architettura di sistema; imposta l'architettura da usare quando si recuperano i file e si analizzano gli elenchi dei pacchetti. Il valore predefinito interno è l'architettura per la quale apt è stato compilato. Architectures Tutte le architetture supportate dal sistema. Ad esempio, le CPU che implementano l'insieme di istruzioni amd64 (chiamato anche x86-64) sono anche in grado di eseguire binari compilati per l'insieme di istruzioni i386 (x86). Questo elenco viene usato quando si recuperano i file e si analizzano gli elenchi dei pacchetti. Il valore iniziale predefinito è sempre l'architettura nativa del sistema (APT::Architecture), e le altre architetture vengono aggiunte all'elenco predefinito quando sono registrate con dpkg --add-architecture. Build-Profiles Elenco dei profili di compilazione abilitati per la risoluzione delle dipendenze di compilazione, senza il prefisso dello spazio dei nomi «profile.». In modo predefinito questa lista è vuota. DEB_BUILD_PROFILES, come usata da dpkg-buildpackage(1) ha la precedenza sulla notazione della lista. Default-Release Il rilascio predefinito da cui installare i pacchetti se è disponibile più di una versione. Contiene il nome del rilascio, il nome in codice o la versione del rilascio. Esempi: «stable», «testing», «unstable», «wheezy», «jessie», «4.0», «5.0*». Vedere anche apt_preferences(5). Ignore-Hold Ignora i pacchetti bloccati; questa opzione globale fa sì che il risolutore di problemi ignori i pacchetti bloccati nel suo processo decisionale. Clean-Installed Attiva in modo predefinito. Quando attiva, la funzionalità autoclean rimuove dalla cache ogni pacchetto che non può più essere scaricato. Se disattivata, allora sono esclusi dalla rimozione anche i pacchetti che sono installati; fare attenzione però al fatto che APT non fornisce alcun mezzo diretto per reinstallarli. Immediate-Configure Attiva in modo predefinito, il che fa sì che APT installi i pacchetti essenziali e importanti non appena è possibile durante un'installazione o aggiornamento, per limitare l'effetto di una chiamata a dpkg(1) che non ha successo. Se questa opzione è disattivata, APT tratta un pacchetto importante nello stesso modo di un pacchetto extra: tra lo spacchettamento del pacchetto A e la sua configurazione possono esserci molte altre chiamate di spacchettamento o configurazione per altri pacchetti non correlati B, C, ecc. Se queste causano il fallimento della chiamata a dpkg(1) (ad esempio perché lo script del manutentore di B genera un errore), ciò ha come risultato un sistema in cui il pacchetto A è spacchettato ma non configurato; perciò non è più garantito il funzionamento di ogni pacchetto che dipende da A, dato che la dipendenza da A non è più soddisfatta. Il contrassegno di configurazione immediata viene applicato anche nel caso potenzialmente problematico di dipendenze circolari, dato che una dipendenza con il contrassegno di immediato è equivalente ad una pre-dipendenza. In teoria ciò permette ad APT di riconoscere una situazione in cui non è in grado di effettuare la configurazione immediata, di terminare annullando e di suggerire all'utente che l'opzione dovrebbe essere temporaneamente disattivata per permettere la continuazione dell'operazione. Notare come sia stata usata l'espressione «in teoria»: in realtà questo problema si è verificato molto di rado, in versioni non stabili di distribuzione, ed è stato causato da dipendenze sbagliate del pacchetto interessato o da un sistema che era già in uno stato erroneo; perciò non si dovrebbe disattivare alla cieca questa opzione, dato che lo scenario descritto sopra non è l'unico problema che può aiutare a prevenire. Prima di eseguire una grossa operazione come dist-upgrade con questa opzione disattivata, si dovrebbe provare a usare esplicitamente install sul pacchetto che APT non è stato in grado di configurare immediatamente; assicurarsi però di segnalare il problema alla propria distribuzione e al Team di APT usando il collegamento per i bug indicato in seguito, in modo che possano lavorare a migliorare o correggere il processo di aggiornamento. Force-LoopBreak Non attivare mai questa opzione a meno di non sapere veramente ciò che si sta facendo. Permette ad APT di rimuovere temporaneamente un pacchetto essenziale per rompere un ciclo Conflicts/Conflicts o Conflicts/Pre-Depends tra due pacchetti essenziali. Un tale ciclo non dovrebbe mai esistere ed è un bug grave. Questa opzione funziona se i pacchetti essenziali non sono tar, gzip, libc, dpkg, dash o qualsiasi altro da cui dipendono tali pacchetti. Cache-Start, Cache-Grow, Cache-Limit APT, a partire dalla versione 0.7.26, usa un file cache ridimensionabile mappato in memoria per memorizzare le informazioni disponibili. Cache-Start funziona da indicatore della dimensione che la cache raggiungerà ed è perciò la quantità di memoria che APT richiederà all'avvio. Il valore predefinito è 20971520 byte (~20 MB). Notare che questa quantità di spazio deve essere disponibile per APT, altrimenti probabilmente terminerà con un fallimento in modo molto poco grazioso; perciò per i dispositivi con memoria limitata questo valore dovrebbe essere abbassato, mentre nei sistemi con molte fonti configurate dovrebbe essere aumentato. Cache-Grow definisce di quanto verrà aumentata la dimensione della cache in byte, se lo spazio definito da Cache-Start non è sufficiente; il valore predefinito è 1048576 (~1 MB). Questo valore verrà applicato più volte, fino a che la cache non è grande abbastanza per memorizzare tutte le informazioni o la dimensione della cache raggiunge il valore Cache-Limit. Il valore predefinito di Cache-Limit è 0 che indica nessun limite. Se Cache-Grow viene impostato a 0 la crescita automatica della cache è disabilitata. Build-Essential Definisce quali pacchetti sono considerati dipendenze di compilazione essenziali. Get La sottosezione Get controlla lo strumento apt-get(8); vedere la sua documentazione per maggiori informazioni su queste opzioni. Cache La sottosezione Cache controlla lo strumento apt-cache(8); vedere la sua documentazione per maggiori informazioni su queste opzioni. CDROM La sottosezione CDROM controlla lo strumento apt-cdrom(8); vedere la sua documentazione per maggiori informazioni su queste opzioni.
IL GRUPPO ACQUIRE
Il gruppo di opzioni Acquire controlla lo scaricamento dei pacchetti così come i vari «metodi di acquisizione» responsabili per lo scaricamento stesso (vedere anche sources.list(5)). Check-Valid-Until Opzione relativa alla sicurezza attiva in modo predefinito, poiché dare una data di scadenza alla convalida di un file Release evita attacchi ripetuti nel corso del tempo e può anche, per esempio, aiutare gli utenti a identificare i mirror che non sono più aggiornati, ma la funzionalità dipende dall'esattezza dell'orologio sul sistema dell'utente. I manutentori degli archivi sono incoraggiati a creare file Release con l'intestazione Valid-Until, ma se non lo fanno o se si desidera un valore più restrittivo può essere utilizzata l'opzione Max-ValidTime seguente. Max-ValidTime Tempo massimo (in secondi) dalla sua creazione (come indicata dall'intestazione Date) per il quale il file Release deve essere considerato valido. Se il file Release stesso include un'intestazione Valid-Until, viene usata come data di scadenza quella più corta. Il valore predefinito è 0 che sta per «valido per sempre». Possono essere fatte impostazioni specifiche per ciascun archivio aggiungendo l'etichetta dell'archivio in fondo al nome dell'opzione. Min-ValidTime Tempo minimo (in secondi) dalla sua creazione (come indicata dall'intestazione Date) per il quale il file Release deve essere considerato valido. Utilizzare questa opzione se si deve usare un mirror (locale), aggiornato raramente, di un archivio aggiornato più spesso che ha un'intestazione Valid-Until, invece di disabilitare completamente il controllo della data di scadenza. Possono essere fatte impostazioni specifiche per ciascun archivio aggiungendo l'etichetta dell'archivio in fondo al nome dell'opzione. PDiffs Cerca di scaricare le differenze chiamate PDiff per gli indici (come i file Packages), invece di scaricare interamente i nuovi. Attiva in modo predefinito. Sono disponibili anche due sotto-opzioni per limitare l'uso dei PDiff: FileLimit può essere usata per specificare un numero massimo di file PDiff che devono essere scaricati per aggiornare un file. SizeLimit, invece, è la percentuale massima della dimensione di tutte le patch in rapporto alla dimensione del file finale considerato. Se uno di questi limiti viene superato, viene scaricato il file completo invece delle patch. Queue-Mode Modalità di coda; Queue-Mode può essere host o access, che determinano come APT mette in parallelo le connessioni in uscita. host significa che viene aperta una connessione per ogni host bersaglio, access significa che viene aperta una connessione per ogni tipo di URI. Retries Numero di tentativi successivi da effettuare. Se è diverso da zero, APT riproverà per il numero di volte specificato a scaricare i file con cui non ha avuto successo. Source-Symlinks Usa i collegamenti simbolici per gli archivi sorgente. Se impostata a vero, allora per gli archivi sorgente verranno creati, quando possibile, dei collegamenti simbolici invece di fare una copia. Il valore predefinito è vero. http http::Proxy imposta il proxy predefinito da usare per gli URI HTTP. È nella forma standard http://[[utente][:password]@]host[:porta]/. Possono anche essere specificati proxy per ciascun host usando la forma http::Proxy::<host> con la speciale parola chiave DIRECT che significa di non usare un proxy. Se non viene specificata alcuna delle impostazioni precedenti, viene usata la variabile d'ambiente http_proxy. Sono fornite tre impostazioni per il controllo della cache in proxy con cache conformi a HTTP/1.1. No-Cache indica al proxy di non usare la sua risposta in cache in nessuna circostanza. Max-Age imposta l'età massima consentita (in secondi) di un file indice nella cache del proxy. No-Store specifica che il proxy non deve memorizzare i file archivio richiesti nella sua cache, il che può essere usato per evitare che il proxy riempia la propria cache con (grandi) file .deb. L'opzione timeout imposta il tempo di timeout usato dal metodo; questo valore si applica sia al timeout per la connessione sia a quello per i dati. L'impostazione Acquire::http::Pipeline-Depth può essere usata per abilitare le pipeline HTTP (RFC 2616, sezione 8.1.2.2) che possono essere utili, ad esempio, in connessioni con grande latenza. Specifica quante richieste sono inviate in una pipeline. Le versioni precedenti di APT avevano un valore predefinito di 10 per questa impostazione, ma il valore predefinito è ora 0 (= disabilitata) per evitare problemi con il numero sempre crescente di server web e proxy che scelgono di non essere conformi con la specifica HTTP/1.1. Acquire::http::AllowRedirect specifica se APT segue o meno le ridirezioni che sono abilitate in modo predefinito. La quantità di banda utilizzata può essere limitata con Acquire::http::Dl-Limit che accetta valori interi in kilobyte al secondo. Il valore predefinito è 0 che disattiva il limite e cerca di usare tutta la banda disponibile. Notare che questa opzione implicitamente disabilita lo scaricamento da più server contemporaneamente. Acquire::http::User-Agent può essere usata per impostare un User-Agent diverso per il metodo di scaricamento http, dato che alcuni proxy permettono l'accesso per i client solo se usano un identificativo conosciuto. Acquire::http::Proxy-Auto-Detect può essere usato per specificare un comando esterno per rilevare il proxy http da usare. Apt si aspetta che il comando produca in output il proxy sullo stdout nello stile http://proxy:porta/. Questo avrà la precedenza sul generico Acquire::http::Proxy, ma non su qualsiasi configurazione specifica di host proxy impostata con Acquire::http::Proxy::$HOST. Vedere il pacchetto squid-deb-proxy- client(1) per un esempio di implementazione che usa avahi. Questa opzione ha la precedenza sull'opzione col nome obsoleto ProxyAutoDetect. https Le opzioniCache-control, Timeout, AllowRedirect, Dl-Limit e proxy funzionano per gli URI HTTPS nello stesso modo che per il metodo http e assumono in modo predefinito lo stesso valore, a meno di non essere impostate in modo esplicito. L'opzione Pipeline-Depth non è ancora supportata. La sotto-opzione CaInfo specifica la posizione del file che contiene le informazioni sui certificati fidati; <host>::CaInfo è la corrispondente opzione specifica per ciascun host. La sotto-opzione booleana Verify-Peer determina se il certificato host del server deve o non deve essere verificato usando i certificati fidati; <host>::Verify-Peer è la corrispondente opzione specifica per ciascun host. La sotto-opzione booleana Verify-Host determina se il nome host del server deve o non deve essere verificato; <host>::Verify-Host è la corrispondente opzione specifica per ciascun host. SslCert determina quale certificato usare per l'autenticazione client; <host>::SslCert è la corrispondente opzione specifica per ciascun host. SslKey determina quale chiave privata usare per l'autenticazione client; <host>::SslKey è la corrispondente opzione specifica per ciascun host. SslForceVersion scavalca la versione predefinita SSL da usare e può contenere la stringa «TLSv1» o «SSLv3»; <host>::SslForceVersion è la corrispondente opzione specifica per ciascun host. ftp ftp::Proxy imposta il proxy predefinito da usare per gli URI FTP. È nella forma standard ftp://[[utente][:password]@]host[:porta]/. Si possono anche specificare proxy per ciascun host usando la forma ftp::Proxy::<host> con la speciale parola chiave DIRECT che indica di non usare proxy. Se nessuna delle opzioni precedenti è impostata, viene usata la variabile d'ambiente ftp_proxy. Per usare un proxy FTP è necessario impostare lo script ftp::ProxyLogin nel file di configurazione. Questa voce specifica i comandi da inviare per dire al server proxy a cosa connettersi. Vedere /usr/share/doc/apt/examples/configure-index.gz per un esempio di come utilizzarla. Le variabili di sostituzione che rappresentano i corrispondenti componenti dell'URI sono $(PROXY_USER), $(PROXY_PASS), $(SITE_USER), $(SITE_PASS), $(SITE) e $(SITE_PORT). L'opzione timeout imposta il tempo di timeout usato dal metodo; questo valore si applica sia al timeout per la connessione sia a quello per i dati. Sono fornite diverse impostazioni per controllare la modalità passiva. Generalmente è sicuro lasciare attiva la modalità passiva; funziona in quasi tutti gli ambienti. Tuttavia in alcune situazioni è necessario disabilitare la modalità passiva e usare invece la modalità per porta FTP. Ciò può essere fatto globalmente o, per connessioni che passano attraverso un proxy, per uno specifico host (vedere il file di configurazione d'esempio). È possibile usare FTP attraverso un proxy via HTTP impostando la variabile d'ambiente ftp_proxy ad un URL HTTP; per la sintassi vedere la spiegazione del metodo http più sopra. Non è possibile impostare questa opzione nel file di configurazione e l'uso di FTP via HTTP non è raccomando a causa della sua bassa efficienza. L'impostazione ForceExtended controlla l'uso dei comandi EPSV e EPRT della RFC 2428. Il valore predefinito è falso, il che significa che questi comandi sono usati solamente se la connessione di controllo è IPv6. Impostare questo valore a vero forza il loro uso anche su connessioni IPv4. Notare che la maggior parte dei server FTP non supporta la RFC 2428. cdrom Per URI che usano il metodo cdrom, l'unica opzione configurabile è il punto di mount, cdrom::Mount, che deve essere il punto di mount dell'unità CD-ROM (o DVD o quello che è), come specificato in /etc/fstab. È possibile fornire comandi alternativi per il montaggio e lo smontaggio se il proprio punto di mount non può essere elencato in fstab. La sintassi prevede di mettere /cdrom/::Mount "pippo"; all'interno del blocco cdrom. È importante che sia presente la barra in fondo. I comandi per lo smontaggio possono essere specificati usando UMount. gpgv Per gli URI GPGV l'unica opzione configurabile è gpgv::Options, che passa parametri aggiuntivi a gpgv. CompressionTypes Elenco di tipi di compressione che sono capiti dai metodi di acquisizione. I file come Packages possono essere disponibili in vari formati di compressione. In modo predefinito i metodi di acquisizione possono decomprimere file compressi con bzip2, lzma e gzip; con questa impostazione si possono aggiungere altri formati al volo oppure può essere cambiato il metodo usato. La sintassi è: Acquire::CompressionTypes::EstensioneFile "NomeMetodo"; Inoltre si può usare il sottogruppo Order per definire in quale ordine il sistema di acquisizione cerca di scaricare i file compressi. Il sistema tenta con il primo tipo di compressione e in caso di errore passa al successivo nell'elenco perciò, per preferire un tipo rispetto ad un altro, basta mettere il tipo preferito per primo; i tipi predefiniti che non sono già presenti vengono aggiunti in modo implicito alla fine dell'elenco, perciò si può usare, ad esempio, Acquire::CompressionTypes::Order:: "gz"; per preferire i file compressi con gzip a bzip2 e lzma. Se si volesse preferire lzma rispetto a gzip e bzip2, l'impostazione di configurazione sarebbe: Acquire::CompressionTypes::Order { "lzma"; "gz"; }; Non è necessario aggiungere esplicitamente bz2 all'elenco, dato che verrà aggiunto automaticamente. Notare che Dir::Bin::NomeMetodo viene controllata al momento dell'esecuzione. Se questa opzione è stata impostata, il metodo verrà usato solo se questo file è esistente; ad esempio, per il metodo bzip2 l'impostazione (interna) è: Dir::Bin::bzip2 "/bin/bzip2"; Notare anche che le voci nell'elenco specificate nella riga di comando vengono aggiunte alla fine dell'elenco specificato nei file di configurazione, ma prima delle voci predefinite. In questo caso, per preferire un tipo rispetto a quelli specificati nei file di configurazione si può impostare l'opzione direttamente, non nello stile per elenco. Ciò non sovrascrive l'elenco definito; aggiunge solamente il tipo indicato all'inizio dell'elenco. Il tipo speciale uncompressed può essere usato per dare la precedenza ai file non compressi, ma è bene notare che la maggior parte degli archivi non fornisce file non compressi, perciò questo è utilizzabile soprattutto per i mirror locali. GzipIndexes Quando si scaricano indici compressi con gzip (Packages, Sources o Translations), li mantiene localmente compressi con gzip invece di spacchettarli. Questo fa risparmiare parecchio spazio su disco a spese di un maggiore uso della CPU quando si creano le cache locali dei pacchetti. In modo predefinito è disabilitato. Languages La sottosezione Languages controlla quali file Translation sono scaricati e in quale ordine APT cerca di visualizzare le traduzioni delle descrizioni. APT cerca di visualizzare la prima descrizione disponibile nella lingua elencata per prima. Le lingue possono essere definite con i loro codici brevi o lunghi. Notare che non tutti gli archivi forniscono i file Translation per tutte le lingue; i codici di lingua lunghi sono particolarmente rari. L'elenco predefinito include «environment» ed «en». «environment» ha un significato speciale in questo contesto: viene sostituito al momento dell'esecuzione dai codici di lingua estratti dalla variabile d'ambiente LC_MESSAGES. Assicura anche che questi codici non vengano inclusi due volte nell'elenco. Se LC_MESSAGES è impostata a «C», viene usato solamente il file Translation-en (se disponibile). Per forzare APT a non usare alcun file Translation, usare l'impostazione Acquire::Languages=none. "none" è un altro codice con significato speciale che interrompe la ricerca di un file Translation adatto. Questo dice ad APT di scaricare anche queste traduzioni, senza usarle realmente a meno che l'ambiente non specifichi le lingue. Perciò il seguente esempio di configurazione avrà come risultato l'ordine «en, it» in una localizzazione inglese o «it, en» in una italiana. Notare che «fr» viene scaricato, ma non usato, a meno che APT non venga usato in una localizzazione francese (dove l'ordine sarebbe «fr, it, en»). Acquire::Languages { "environment"; "it"; "en"; "none"; "fr"; }; Notare che per prevenire problemi risultanti dall'uso di APT in ambienti differenti (ad esempio da parte di utenti o programmi diversi), tutti i file Translation che si trovano in /var/lib/apt/lists/ vengono aggiunti alla fine dell'elenco (dopo un "none" implicito). ForceIPv4 Durante gli scaricamenti, forza l'uso del solo protocollo IPv4. ForceIPv6 Durante gli scaricamenti, forza l'uso del solo protocollo IPv6.
DIRECTORY
La sezione Dir::State contiene directory che sono relative a informazioni di stato locali. lists è la directory in cui mettere gli elenchi scaricati dei pacchetti e status è il nome del file di stato di dpkg(1). preferences è il nome del file preferences di APT. Dir::State contiene la directory predefinita da anteporre a tutte le sottovoci che non iniziano con / o ./. Dir::Cache contiene le posizioni relative alle informazioni della cache locale, come le due cache dei pacchetti srcpkgcache e pkgcache, così come la posizione in cui mettere gli archivi scaricati: Dir::Cache::archives. La generazione delle cache può essere disattivata impostando il loro nome ad una stringa vuota. Questo rallenta l'avvio ma fa risparmiare spazio su disco. È probabilmente preferibile disattivare pkgcache piuttosto che srcpkgcache. Come per Dir::State, la directory predefinita è contenuta in Dir::Cache Dir::Etc contiene la posizione dei file di configurazione; sourcelist fornisce la posizione di sourcelist e main è il file di configurazione predefinito (l'impostazione non ha effetto, a meno che non venga fatta dal file di configurazione specificato da APT_CONFIG). L'impostazione Dir::Parts legge dalla directory specificata tutti i frammenti di configurazione in ordine lessicale. Al termine viene caricato il file di configurazione principale. Dir::Bin punta ai programmi binari; Dir::Bin::Methods specifica la posizione dei gestori dei metodi e gzip, bzip2, lzma, dpkg, apt-getdpkg-sourcedpkg-buildpackage e apt-cache specificano la posizione dei rispettivi programmi. La voce di configurazione RootDir ha un significato speciale. Se impostata, tutti i percorsi in Dir:: saranno relativi a RootDir, anche i percorsi che sono specificati in modo assoluto. Perciò, ad esempio, se RootDir è impostata a /tmp/staging e Dir::State::status è impostata a /var/lib/dpkg/status, allora il file di stato verrà cercato in /tmp/staging/var/lib/dpkg/status. La lista Ignore-Files-Silently può essere usata per specificare quali file debbano essere ignorati in modo silenzioso da APT mentre analizza i file nelle directory con i frammenti. In modo predefinito un file il cui nome termina con .disabled, ~, .bak o .dpkg-[a-z]+ viene ignorato in modo silenzioso. Come si vede nell'ultimo valore predefinito questi modelli possono usare una sintassi con espressioni regolari.
APT IN DSELECT
Quando APT viene usato come metodo per dselect(1) svariate direttive di configurazione controllano il comportamento predefinito; queste sono nella sezione DSelect. Clean Modalità di pulizia della cache; i valori permessi sono always, prompt, auto, pre-auto e never. always e prompt rimuovono tutti i pacchetti dalla cache dopo ogni aggiornamento; prompt (il valore predefinito) lo fa in modo condizionato. auto rimuove solo quei pacchetti che non sono più scaricabili (ad esempio perché sostituiti da una nuova versione). pre-auto effettua questa azione prima di scaricare i nuovi pacchetti. options Il contenuto di questa variabile è passato come opzioni per la riga di comando ad apt- get(8), quando questo viene eseguito per la fase di installazione. Updateoptions Il contenuto di questa variabile è passato come opzioni per la riga di comando ad apt- get(8), quando questo viene eseguito per la fase di aggiornamento. PromptAfterUpdate Se impostato a vero l'operazione [A]ggiorna di dselect(1) chiederà sempre conferma prima di continuare. Il comportamento predefinito è di chiedere solo in caso di errore.
COME APT INVOCA DPKG(1)
Diverse direttive di configurazione controllano il modo in cui APT invoca dpkg(1); sono nella sezione DPkg. options Questa è una lista di opzioni da passare a dpkg(1). Le opzioni devono essere specificate usando la notazione per le liste e ogni voce nella lista viene passata a dpkg(1) come un singolo argomento. Pre-Invoke, Post-Invoke Questa è una lista di comandi di shell da eseguire prima/dopo l'invocazione di dpkg(1). Come options deve essere specificata con la notazione per le liste. I comandi sono invocati in ordine usando /bin/sh; se qualcuno dei comandi fallisce APT terminerà annullando. Pre-Install-Pkgs Questa è una lista di comandi di shell da eseguire prima di invocare dpkg(1). Come options deve essere specificata con la notazione per le liste. I comandi sono invocati in ordine usando /bin/sh; se qualcuno dei comandi fallisce APT terminerà annullando. APT passa i nomi di file di tutti i file .deb che sta per installare ai comandi, uno per riga sul descrittore di file richiesto, usando in modo predefinito lo standard input. La versione 2 di questo protocollo fa il dump di più informazioni, inclusi la versione del protocollo, lo spazio di configurazione di APT, e i pacchetti, file e versioni che vengono modificati. La versione 3 aggiunge l'architettura e il contrassegno MultiArch per ciascuna versione di cui viene fatto il dump. La versione del protocollo da usare per il comando cmd può essere scelta impostando in modo appropriato DPkg::Tools::options::cmd::Version, il cui valore predefinito è la versione 1. Se APT non supporta la versione richiesta invierà invece l'informazione nella versione più alta per cui ha il supporto. Il descrittore di file da usare per inviare le informazioni può essere richiesto con DPkg::Tools::options::cmd::InfoFD che è in modo predefinito 0 per lo standard input ed è disponibile a partire dalla versione 0.9.11. Il supporto per l'opzione può essere controllato guardando la variabile d'ambiente APT_HOOK_INFO_FD che contiene il numero del descrittore di file usato per conferma. Run-Directory APT cambia la directory attuale in questa prima di invocare dpkg(1); il valore predefinito è /. Build-options Queste opzioni sono passate a dpkg-buildpackage(1) quando vengono compilati i pacchetti; il valore predefinito disabilita la firma e produce tutti i binari. Uso dei trigger di dpkg (e relative opzioni) APT può invocare dpkg(1) in modo tale da permettergli di fare un uso più aggressivo dei trigger su chiamate multiple di dpkg(1). Senza opzioni ulteriori dpkg(1) usa i trigger una volta sola per ogni volta che viene eseguito. Attivando queste opzioni si può quindi diminuire il tempo necessario per effettuare l'installazione o l'aggiornamento. Notare che questo è pensato per attivare queste opzioni in modo predefinito nel futuro ma, dato che cambia drasticamente il modo in cui APT chiama dpkg(1), necessita di essere testato ancora molto. Queste opzioni sono perciò al momento sperimentali e non dovrebbero essere usate in ambienti di produzione. Inoltre rende difettosi i rapporti sull'avanzamento, tanto che che tutte le interfacce attualmente rimangono per metà (o più) del tempo nello stato 100% mentre in realtà stanno venendo configurati i pacchetti. Notare che non è garantito che APT supporterà queste opzioni o che queste opzioni non causeranno (grossi) problemi in futuro. Se i rischi e i problemi attuali legati a queste opzioni sono chiari, ma si è abbastanza coraggiosi da volere aiutare a testarle, creare un nuovo file di configurazione e provare una combinazione di opzioni. Segnalare ogni bug, problema o miglioramento che si presenta e assicurarsi di indicare nella segnalazione quali opzioni sono state usate. Potrebbe anche essere utile chiedere aiuto a dpkg(1) per il debug; vedere ad esempio dpkg --audit. Una combinazione di opzioni sulla difensiva sarebbe DPkg::NoTriggers "true"; PackageManager::Configure "smart"; DPkg::ConfigurePending "true"; DPkg::TriggersPending "true"; DPkg::NoTriggers Aggiunge l'opzione --no-triggers a tutte le invocazioni di dpkg(1) (tranne la chiamata ConfigurePending). Se si è interessati a capire cosa ciò significhi veramente, vedere dpkg(1). In breve: quando questa opzione è presente dpkg(1) non esegue i trigger, a meno che non sia esplicitamente chiamato per farlo con una chiamata aggiuntiva. Notare che questa opzione esiste (non documentata) anche in versioni più vecchie di APT, con un significato leggermente diverso: prima queste opzioni aggiungevano solamente --no-triggers alle chiamate di dpkg(1) per la configurazione, ora APT aggiunge questa opzione anche alle chiamate per lo spacchettamento e la rimozione. PackageManager::Configure Valori permessi sono «all», «smart» e «no». Il valore predefinito è «all», il che fa sì che APT configuri tutti i pacchetti. Il modo «smart» (intelligente) è quello di configurare solo i pacchetti che devono essere configurati prima che possa essere spacchettato un altro pacchetto (Pre-Depends), e lasciare che il resto venga configurato da dpkg(1) con una chiamata generata dall'opzione ConfigurePending (vedere più sotto). D'altro canto, «no» non configura nulla e si affida completamente a dpkg(1) per la configurazione (che al momento fallisce se viene incontrata una relazione Pre-Depends). Impostare questo parametro ad un qualsiasi valore diverso da all attiva implicitamente in modo predefinito anche l'opzione successiva, dato che altrimenti il sistema potrebbe finire in uno stato non configurato e potenzialmente non avviabile. DPkg::ConfigurePending Se questa opzione è impostata, APT invoca dpkg --configure --pending per lasciare che dpkg(1) gestisca tutte le configurazioni e i trigger necessari. Questa opzione viene attivata automaticamente in modo predefinito se l'opzione precedente non è impostata a all, ma potrebbe essere utile disattivarla se si desidera eseguire APT più volte di seguito, ad esempio in un installatore. In uno scenario simile si può disattivare questa opzione in tutte le esecuzioni tranne l'ultima. DPkg::TriggersPending Utile per la configurazione smart dato che un pacchetto che ha trigger in sospeso non è considerato come installato e dpkg(1) attualmente lo tratta come spacchettato che è un ostacolo per le relazioni Pre-Depends (vedere il bug Debian #526774). Notare che questo elaborerà tutti i trigger, non solo quelli necessari per configurare il pacchetto in questione. OrderList::Score::Immediate I pacchetti essenziali (e le loro dipendenze) dovrebbero essere configurati immediatamente dopo essere stati spacchettati. È una buona idea farlo abbastanza presto nel processo di aggiornamento, dato che queste chiamate di configurazione al momento richiedono anche DPkg::TriggersPending che esegue un certo numero di trigger (che potrebbero non essere necessari). I pacchetti essenziali ottengono in modo predefinito un punteggio alto, ma il contrassegno di immediatezza è relativamente basso (un pacchetto che ha una relazione Pre-Depends è valutato con un punteggio maggiore). Queste opzioni e le altre nello stesso gruppo possono essere usate per cambiare il punteggio. L'esempio seguente mostra le impostazioni con i loro valori predefiniti. OrderList::Score { Delete 500; Essential 200; Immediate 10; PreDepends 50; };
OPZIONI PERIODIC E ARCHIVES
I gruppi di opzioni APT::Periodic e APT::Archives configurano il comportamento degli aggiornamenti periodici di apt, ciò viene fatto attraverso lo script /etc/cron.daily/apt. Per una breve documentazione di queste opzioni, vedere all'inizio dello script.
OPZIONI DI DEBUG
Se si abilitano le opzioni nella sezione Debug:: verranno inviate delle informazioni di debug nel flusso dello standard error del programma usando le librerie apt, o verranno abilitate speciali modalità del programma che sono principalmente utili per far il debug del comportamento di apt. La maggior parte di queste opzioni non è interessante per l'utente normale, ma alcune potrebbero esserlo: • Debug::pkgProblemResolver abilita l'output relativo alle decisioni prese da dist-upgrade, upgrade, install, remove, purge. • Debug::NoLocking disabilita tutti i lock sui file. Può essere usato per eseguire alcune operazioni (ad esempio apt-get -s install) come utente non root. • Debug::pkgDPkgPM stampa l'effettiva riga di comando ogni volta che apt invoca dpkg(1). • Debug::IdentCdrom disabilita l'inclusione di dati statfs negli ID dei CD-ROM. Segue un elenco completo delle opzioni di debug per apt. Debug::Acquire::cdrom Stampa informazioni relative all'accesso a fonti cdrom://. Debug::Acquire::ftp Stampa informazioni relative allo scaricamento dei pacchetti usando FTP. Debug::Acquire::http Stampa informazioni relative allo scaricamento dei pacchetti usando HTTP. Debug::Acquire::https Stampa informazioni relative allo scaricamento dei pacchetti usando HTTPS. Debug::Acquire::gpgv Stampa informazioni relative alla verifica delle firme di cifratura fatta usando gpg. Debug::aptcdrom Produce in output informazioni sul processo di accesso a raccolte di pacchetti memorizzati su CD-ROM. Debug::BuildDeps Descrive il processo di risoluzione delle dipendenze di compilazione in apt-get(8). Debug::Hashes Produce in output ogni hash crittografico che viene generato dalle librerie apt. Debug::IdentCDROM Quando viene generato l'ID per un CD-ROM, non include informazioni da statfs, cioè il numero di blocchi usati e liberi sul file system del CD-ROM. Debug::NoLocking Disabilita tutti i lock sui file. Per esempio permette di eseguire due istanze di «apt-get update» contemporaneamente. Debug::pkgAcquire Registra nel log quando vengono aggiunte o rimosse voci dalla coda globale degli scaricamenti. Debug::pkgAcquire::Auth Produce in output messaggi di stato ed errori relativi alla verifica dei codici di controllo e delle firme di cifratura dei file scaricati. Debug::pkgAcquire::Diffs Produce in output informazioni sullo scaricamento e l'applicazione dei diff per gli elenchi degli indici dei pacchetti, e gli errori relativi a tali diff. Debug::pkgAcquire::RRed Produce in output informazioni relative all'applicazione di patch agli elenchi dei pacchetti di apt quando vengono scaricati i diff per gli indici invece degli indici completi. Debug::pkgAcquire::Worker Registra nel log tutte le interazioni con i sottoprocessi che effettuano realmente gli scaricamenti. Debug::pkgAutoRemove Registra nel log gli eventi relativi allo stato di automaticamente installato dei pacchetti e alla rimozione dei pacchetti non utilizzati. Debug::pkgDepCache::AutoInstall Genera messaggi di debug che descrivono quali pacchetti vengono automaticamente installati per risolvere delle dipendenze. Corrisponde al passo iniziale di installazione automatica effettuato, ad esempio, in apt-get install e non all'intero risolutore di dipendenze di apt; per quello vedere Debug::pkgProblemResolver. Debug::pkgDepCache::Marker Genera messaggi di debug che descrivono quali pacchetto vengono contrassegnati per essere mantenuti/installati/rimossi mentre il ProblemResolver fa il suo lavoro. Ogni aggiunta o rimozione può causare azioni aggiuntive che vengono mostrate con un rientro di due spazi in più sotto alla voce originale. Il formato per ogni riga è MarkKeep, MarkDelete o MarkInstall seguito da nome-pacchetto <a.b.c -> d.e.f | x.y.z> (sezione) dove a.b.c è l'attuale versione del pacchetto, d.e.f è la versione presa in considerazione per l'installazione e x.y.z è una versione più recente, ma non considerata per l'installazione (a causa di un punteggio di pin più basso). Gli ultimi due possono essere omessi se non esistono o se sono uguali alla versione installata. sezione è il nome della sezione in cui compare il pacchetto. Debug::pkgDPkgPM Quando invoca dpkg(1), produce in output l'esatta riga di comando usata, con gli argomenti separati da un singolo carattere di spazio. Debug::pkgDPkgProgressReporting Produce in output tutti i dati ricevuti da dpkg(1) sul descrittore del file di stato ed ogni errore incontrato durante la sua analisi. Debug::pkgOrderList Genera un trace dell'algoritmo che decide l'ordine in cui apt deve passare i pacchetti a dpkg(1). Debug::pkgPackageManager Produce in output messaggi di stato che indicano i passi effettuati nell'invocazione di dpkg(1). Debug::pkgPolicy Produce in output la priorità di ogni elenco di pacchetti all'avvio. Debug::pkgProblemResolver Traccia l'esecuzione del risolutore di dipendenze (questo ha effetto solo per ciò che accade quando viene incontrato un problema complesso di dipendenze). Debug::pkgProblemResolver::ShowScores Visualizza un elenco di tutti i pacchetti installati con il loro punteggio calcolato che è usato dal pkgProblemResolver. La descrizione dei pacchetti è la stessa descritta in Debug::pkgDepCache::Marker Debug::sourceList Stampa informazioni sui fornitori lette da /etc/apt/vendors.list. Debug::RunScripts Visualizza i comandi esterni che sono richiamati dagli hook di apt. Ciò include ad esempio le opzioni di configurazione DPkg::{Pre,Post}-Invoke o APT::Update::{Pre,Post}-Invoke.
ESEMPI
/usr/share/doc/apt/examples/configure-index.gz è un file di configurazione che mostra valori d'esempio per tutte le opzioni possibili.
FILE
/etc/apt/apt.conf File di configurazione di APT. Voce di configurazione: Dir::Etc::Main. /etc/apt/apt.conf.d/ Frammenti di file di configurazione di APT. Voce di configurazione: Dir::Etc::Parts.
VEDERE ANCHE
apt-cache(8), apt-config(8), apt_preferences(5).
BUG
Pagina dei bug di APT[1]. Se si desidera segnalare un bug in APT, vedere /usr/share/doc/debian/bug-reporting.txt o il comando reportbug(1).
TRADUZIONE
Traduzione in italiano a cura del Team italiano di localizzazione di Debian <debian-l10n-italian@lists.debian.org>. In particolare hanno contribuito Eugenia Franzoni (2000), Hugh Hartmann (2000-2012), Gabriele Stilli (2012), Beatrice Torracca (2012, 2014, 2015). Notare che questa versione tradotta del documento può contenere parti non tradotte. Ciò è voluto, per evitare di perdere contenuti quando la traduzione non è aggiornata rispetto all'originale.
AUTORI
Jason Gunthorpe Team APT Daniel Burrows <dburrows@debian.org> Documentazione iniziale di Debug::*.
NOTE
1. Pagina dei bug di APT http://bugs.debian.org/src:apt